Oggi voglio parlarvi del saggio di Benedict, un test semiquantitativo molto famoso che permette di determinare la presenza di zuccheri riducenti come il glucosio o il lattosio, distinguendoli da quelli non riducenti come il saccarosio. Gli zuccheri riducenti vengono infatti ossidati in soluzione basica dal rame 2+, che si riduce a ossido di rame 1, un solido insolubile di quello rosso mattone. Il test deve il suo nome a Stanley Rossiter Benedict, nato il 17 marzo 1884, un chimico statunitense che era interessato a sviluppare un metodo per la determinazione del glucosio nelle urine per la diagnosi del diabete. Per preparare il reattivo di Benedict inizio pesando in un becker 2 grammi di solfato di rame pentahidrato. Peso anche 20 grammi di citrato di sodio.
L'ione citrato è necessario perché stabilizza il rame 2+, in soluzione, formando il citrato rameico. La reazione avviene a pH basico, circa 10-11, e peso quindi 12 g di carbonato di sodio anidro nel becker di reazione, al quale poi aggiungo i sali pesati precedentemente. In teoria la soluzione andrebbe preparata in un matraccio, ma io avevo a disposizione solo dei becker.
Aggiungo quindi 100 ml di acqua distillata, una parte della quale la utilizzo per lavare i bagger in cui avevo effettuato le pesate precedenti. Io ho un agitatore magnetico, ma si può anche agitare manualmente, cosa che devo comunque fare nelle fasi iniziali per rompere i grumi più grossi. Una volta partita l'agitazione, aspetto per circa 20 minuti fino a ottenere circa 120 ml di una bella soluzione limpida blu scuro.
La reazione non avviene a temperatura ambiente, ma necessita di un bagno di acqua bollente. Scaldo quindi dell'acqua il Moonbaker e ci immergo la provetta dove eseguirò il test. Una volta che l'acqua inizia a bollire, aggiungo 2 ml di reattivo di Benedict e 1 ml del mio campione, che in questo caso è una soluzione di glucosio circa al 5%.
Dopo pochi istanti già si vede un cambiamento di colore, che si trasforma poi in un netto viraggio con la formazione di un solido arancio-rosso molto fine. La reazione passa attraverso molte sfumature di colore. dal verde al giallo fino ad arrivare al rosso intenso, causate dalla combinazione del colore blu scuro del reattivo di Benedict con il rosso dell'ossido rameoso. Se il metodo viene standardizzato e quindi si fa molta attenzione affinché tutte le pesate siano corrette, la temperatura del bagnomere sia costante e i volumi di reattivo e di campione siano sempre gli stessi, allora il test può anche diventare semi-quantitativo.
in quanto in base alla concentrazione di glucosio si ottengono colori leggermente diversi. In questo caso sto utilizzando una soluzione allo 0,1% e si vede bene come il colore sia molto diverso rispetto a quello del test precedente. Chiaramente non si tratta di un test che può dare risultati esatti, ma che può essere utile per fare delle stime, anche se può essere modificato per renderlo più preciso.
In questo test reagiscono positivamente gli zuccheri riducenti, ovvero quelli che hanno un gruppo aldeidico libero che può essere ossidato da rame 2+, e quindi il saccarosio non può reagire, in quanto il suo gruppo aldeidico è bloccato in un emiacetale che non può aprirsi. Il glucosio, invece, esiste in un equilibrio tra la forma chiusa e quella aperta, ossidabile. La cosa interessante è che la reazione passa attraverso la formazione di un enediolo, e quindi anche il fruttosio, sebbene non abbia un gruppo aldeidico, può comunque reagire.
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