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Tecniche e Obiettivi della CBT

Ecco qua. Allora, la terapia cognitivo-comportamentale, chiamata anche con l'acronimo inglese CBT, è un orientamento della psicoterapia che ha alcune caratteristiche fondamentali. Innanzitutto si tratta di una terapia che è evidence-based. Ciò cosa significa? Significa che utilizza delle strategie, delle tecniche, dei metodi che sono stati... dimostrati scientificamente, vuol dire che l'efficacia di queste strategie è stata comprovata da numerose ricerche empiriche. Si tratta di una terapia che è focalizzata sul problema e orientata all'obiettivo. Terapeuta, il terapeuta è la persona che si rivolge a lui, vanno a concordare un piano di intervento basato proprio sui bisogni, sulle fragilità e sulle risorse della persona, proprio per valorizzarne l'individualità e mirare a quelle che sono i suoi obiettivi. Ciò implica anche una collaborazione attiva tra il terapeuta e la persona. Inoltre è una terapia che si focalizza sul qui ed ora, quindi sul presente. Sorge spontanea la domanda, no? Quindi se vado a... se decido di intraprendere una psicoterapia cognitivo-comportamentale, non parlerò del mio passato? Allora, in realtà, in quanto esseri umani, siamo il prodotto complesso dei nostri apprendimenti e noi apprendiamo proprio dall'esperienza, da ciò che ci accade. Quindi, in realtà... a ricostruire quella che è la propria storia di vita, ma questo ci permette in realtà di occuparci del presente, cioè di prenderci cura, di dare un senso al disagio che sperimentiamo nell'oggi, individuare le strategie migliori per fronteggiarlo e quindi ricostruire il passato per prenderci cura di quello che è il nostro presente. La psicoterapia cognitivo-comportamentale o la CBT è il trattamento d'elezione per numerosi disturbi psicologici, ma anche stati di malessere psicologico. Ho messo qualche esempio, spaziamo dai disturbi d'ansia, ai disturbi depressivi dell'umore, anche a problematiche di coppia, disturbi del sonno, ma quello che mi preme in realtà questa sera è proprio esplorare con voi quella che è la prospettiva della terapia cognitivo-comportamentale, farci proprio all'interno della visione che è sa. E per fare questo ho scelto di prendere una situazione quotidiana che può interessare ciascuno. Ad esempio una critica che viene mossa da un collega o da un superiore sul lavoro. Vi chiedo un attimo di calarvi in quella che può essere questa situazione e pensare a come reagireste voi. Purtroppo, date le modalità di questa sera, non è possibile interagire molto, quindi ho creato io tre esempi prototipici. Ad esempio, la persona, quella presentata nell'illustrazione A, una persona potrebbe cominciare a pensare «Oh mio Dio, ma cosa ho combinato? Ho fatto proprio…» un gran danno, ora mi licenzieranno, sono proprio un fallimento e di conseguenza si tenterà piuttosto a battuta, sperimenterà un senso di tristezza e di illusione forte, tenderà ad assumere una posizione corporea, una postura più chiusa, più difensiva, magari abbasserà lo sguardo, sperimenterà magari anche un po'd'ansia, di cui parlava il dottor Sottocorno, quindi sentirà magari il battito cardiaco aumentare. Di conseguenza inizierà a farti piccola piccola, tenderà a non ribattere se non è d'accordo su qualcosa, a cercare magari di controllare e ricontrollare altri lavori, alla ricerca per individuare eventuali errori e così via. Un'altra persona invece potrebbe pensare, non capiscono niente, sono bravi solo a criticare. non ti devi fidare degli altri e quindi troverà rabbia e avrà delle reazioni corporee in sintonia con questa emozione, alzerà il tono della voce, gli arti ti faranno tesi, ti protenderà in avanti, la mascella si serra e magari arriva fino a fare una scuriata o a lanciare oggetti. Un'altra persona potrebbe dire, ma sì effettivamente ho avuto una svista, gli errori possono capitare, so che… devo fare più attenzione la prossima volta, starò più attento. Quindi potrà anche sentirsi un po'deluso, triste, ma questo dispiacere sarà contenuto e anche le reazioni fisiologiche saranno più facilmente gestibili. Così riuscirà a rimanere lucido e a cercare una soluzione per fronteggiare l'errore, per rimediare. Quindi... Cosa succede? C'è una stessa situazione e abbiamo delle reazioni completamente diverse. Cosa cambia quindi? Secondo la terapia cognitivo-comportamentale cambia il modo che ho di pensare, ovvero di percepire e interpretare ciò che mi accade, gli eventi. Secondo la terapia cognitivo-comportamentale quindi non è tanto l'evento di per sé a determinare. le emozioni, le risposte fisiologiche e i comportamenti, ma come io leggo quella situazione. Questo perché pensieri, emozioni e comportamenti generati all'interno della situazione sono strettamente legati e sono in grado di influenzarsi a vicenda. Cosa succede? Nel momento in cui noi ci muoviamo nel nostro quotidiano, È come se dietro le quinte della nostra mente ci fosse una sorta di commento, di dialogo interiore. Ad esempio io ora potrei pensare, ogni tanto ti stai bloccando, non ti stai spiegando bene, magari la gente si sta annoiando e così via. Questi sono pensieri automatici. Solitamente i pensieri automatici hanno una tonalità negativa. Tanto è vero che vengono anche chiamati PAN, pensieri automatici negativi. A volte sono così rapidi e immediati che non ce ne rendiamo nemmeno conto, però influenzano in maniera molto insidiosa il nostro umore e anche quelle che sono le nostre scelte. Ma questi pensieri automatici, negativi, pan, da dove arrivano? Non è che ci piombano di punto in bianco addosso. li vorrei considerare un po'come le foglie di un albero. La forma della foglia dipende da che tipo di albero siamo. E il tipo di albero che siamo da che cosa è determinato? Beh, innanzitutto dal seme. Il seme che rappresenta un po'gli aspetti biologici, genetici, che fanno parte del nostro bagaglio. Dal terreno in cui piantiamo quel semino. Il terreno è l'ambiente, la famiglia, la rete sociale in cui ci troviamo. E poi anche dalle condizioni climatiche, quel seme viene ammaffiato adeguatamente, ci sono temporali attraverso un periodo di siccità. Queste sono tutte le esperienze che abbiamo, partendo da quelle infantili. Sulla base di questi elementi, dal seme iniziano a crearsi quelle che sono le radici. Le radici sono i nostri schemi di base. Gli schemi di base sono delle strutture profonde che organizzano i nostri apprendimenti. Sono delle convinzioni molto generali, per generalizzate e globali, su noi stessi, gli altri e il mondo. Non sono amabile, gli altri sono totalmente inaffidabili, il mondo non è un posto sicuro. Questi sono degli esempi di schemi di base. Dalle radici... Cosa si sviluppa? Si sviluppa il tronco con i suoi rami. Il tronco e i rami sono le credenze intermedie, ovvero tutte quelle regole, quegli atteggiamenti, quelle assunzioni che noi interiorizziamo a partire dalla società di cui facciamo parte e dalla famiglia. Quindi devo sempre essere perfetto, è terribile se commetto errori, se faccio uno sbaglio allora questo significa che non valgo nulla. Queste sono le credenze negative. Schemi di base, radici, più credenze intermedie e negative formano quelli che sono i filtri attraverso cui noi leggiamo e interpretiamo la realtà e danno vita proprio ai nostri pensieri automatici negativi. Ma quindi, la terapia cognitivo-comportamentale cosa fa? Che obiettivi si pone? Allora, la terapia cognitivo-comportamentale innanzitutto mira a sviluppare una maggiore consapevolezza circa i propri pensieri, le proprie credenze, i propri schemi e a svelare quelli che sono i legami tra lo stile di pensiero, quindi tutto questo pacchetto, le reazioni emotive, fisiologiche e comportamentali, proprio per vedere come vadano a formare tutti insieme un circolo vizioso in grado di autoalimentarsi. Inoltre, a quel punto, come si procede? A quel punto si cerca di valutare quanto è accurato, quanto è realistico e quanto mi è utile il mio modo di pensare. Questo per cercare di sviluppare uno stile di pensiero che sia maggiormente flessibile, realistico e in grado di integrare tanto gli aspetti che ho. negativi quanto quelli positivi della nostra esperienza quotidiana, quindi una visione più completa. Questo cosa permette? Permette di raggiungere un maggior benessere emotivo. Perché? Perché a quel punto le emozioni si fanno meno soverchianti e meno pervasive e questo mi consente di scegliere i comportamenti che mi permettono di raggiungere i miei obiettivi, quindi quei comportamenti che si rivelano più adattivi, più efficaci. È facile a dirsi, ma come si fa? La terapia cognitivo-comportamentale utilizza e integra tecniche cognitive e tecniche comportamentali. Proprio l'unione di questi due filoni, come suggerisce proprio anche il nome, permette di massimizzare i risultati, di andare dritti. Tra le tecniche cognitive e comportamentali avremo quindi appunto proprio l'esplorazione e la messa in discussione dei nostri pensieri, o meglio il considerare la loro, come dicevamo prima, accuratezza, validità, quanto sono realistici, valutare nuove prospettive. Avremo poi delle tecniche di problem solving, quindi di fronteggiamento dei problemi, utilizza delle tecniche di rilassamento, la CVT, utilizza... degli esperimenti comportamentali, anche l'esposizione a degli stimoli che creano ansia e disagio, quindi le tecniche sono svariate. E per concludere, questa slide conclusiva era proprio per sottolineare come la terapia cognitivo-comportamentale non si limiti solo ad occuparsi della dimensione cognitiva, ma consideri proprio l'uomo come un'unità mente-corpo e quindi valorizzi tanto il piano cognitivo quanto anche la dimensione corporea ed emotiva della persona, proprio per considerarla nella sua totalità e nelle sue varie sfaccettature.