Trattiamo del romanzo di primo ottocento, quindi del romanzo dell'età romantica. Sappiamo bene che il romanzo nasce come genere moderno nel settecento, dopo l'esperienza dei romanzi piccareschi del seicento con Cervantes, si passa nel settecento in Inghilterra proprio a creare, a ideare dei romanzi che abbiano come protagonisti dei borghesi, quindi le idee borghesi. Quindi nel settecento, in età illuministica, il romanzo con Richardson, Fielding e Swift comincia ad avere una sua diffusione.
Nascono i primi sottogeneri come il romanzo epistolare, ricordiamo la Pamela di Richardson, ricordiamo la novella Eloise in ambito francese di Rousseau, ricordiamo ovviamente i dolori del giovane Werther in ambito tedesco di Goethe e ovviamente le ultime lettere di Jacopo Ortis di Foscolo. Quindi se queste prime esperienze erano già state fatte nel Settecento... il vero e proprio boom del romanzo ci sarà invece nell'Ottocento, con delle differenze fondamentali tra il romanzo romantico di primo Ottocento e il romanzo realistico del secondo Ottocento, perché nel romanzo di primo Ottocento c'è un forte interesse per lo scavo psicologico dei personaggi, per il sentimentalismo, per la storia, mentre nel romanzo di secondo Ottocento, rispondendo alle istanze del positivismo, quindi delle novità scientifiche e poi della seconda rivoluzione industriale, il romanzo invece diventerà una sorta proprio di disamina scientifica della realtà, in cui vedremo bene come il contesto sociale di riferimento viene considerato come la causa dei comportamenti degli individui. Quindi il romanzo diventerà proprio una sperimentazione.
Ora, prendiamo in considerazione quindi il romanzo di primo ottocento. quindi siamo nell'ambito del romanticismo. Il romanzo comincia ad avere un premato assoluto, perché? Perché il romanzo è un genere nuovo, abbiamo detto nato nel Settecento, un genere quindi che non è sottoposto alle rigide norme degli altri genere letterari, abbiamo visto come la tragedia fosse legata alle famose regole aristoteliche, disattese poi da Manzoni, l'epica ovviamente aveva le sue regole, così come la lirica, il romanzo invece rimane ancora un genere aperto.
I romanzieri possono sperimentare liberamente, miscelando genere letterari e mescolando gli stili. Alcuni privilegiano gli aspetti dell'interiorità dei personaggi, altri invece l'aspetto sociale o l'aspetto storico. È chiaro che protagonista dei romanzi sia ancora la borghesia, che è la classe dominante per eccellenza, la classe del rinnovamento di questo periodo, e da un lato cresce il numero dei lettori.
Nascerà infatti nel primo ottocento anche il cosiddetto fuettonno, ovvero il romanzo d'appendice che viene pubblicato a puntate sulle riviste. Dall'altro nasce anche la figura del letterato di professione, quindi il letterato non è più lo scrittore aristocratico che ha il tempo da dedicare all'attività letteraria, ma è anche un personaggio che vive del proprio mestiere. E'chiaro che pur essendo un genere letterario nuovo e quindi abbastanza libero, però collauda forme e sottogeneri che vengono raggruppate in codici romanzeschi, quindi parleremo chiaramente del sottogenere di romanzo gotico, del romanzo storico, della...
romanzo d'avventura e poi del building romano, ovvero del romanzo di formazione, che è un po'trasversale rispetto agli altri sottogeneri, perché lo possiamo trovare appunto in vari tipi di romanzo. Brevemente, la riflessione di Hegel, che definisce il romanzo la moderna epopea borghese, in solitorine a come il romanzo presupponga una realtà già ordinata in prosa, che vuol dire moderna epopea borghese, nel senso che come nell'età arcaica l'epica era stata il genere per eccellenza che assommava i valori dell'epoca stessa, il romanzo diventa invece il genere per eccellenza dell'Ottocento e magnifica, ovviamente esalta la classe borghese. Ma a differenza dell'epica in cui il protagonista si faceva portavoce proprio dei valori della sua gente, nel romanzo è molto forte l'ambientazione.
che è quella che Hegel definisce un po'la prosa della realtà, appunto la prosa del reale. Il Lucas invece, che è un critico letterario, sostiene che il protagonista del romanzo ottocentesco sia l'eroe problematico, perché? Perché si tratta di un eroe che non è, che è mosso da ideali, però è un eroe che deve continuamente misurare questi ideali sulla realtà contemporanea e quindi calarli su di essa. Quindi l'eroe è un uomo alla conquista della realtà.
E molto importante all'interno del romanzo di primo ottocento è il narratore onnisciente, perché il narratore onnisciente guida il lettore commentando tutto ciò che lui pone ovviamente nel suo romanzo e quindi serve proprio da guida per comprendere quali sono i valori che vengono messi in luce, chiaramente dal punto di vista dell'autore. Partiamo dal romanzo storico. Il romanzo storico ha una grandissima risonanza nel primo ottocento, in epoca romana. perché sappiamo bene come nel romanticismo l'idea di popolo e di nazione fossero due idee inscindibili e come quindi la storia rappresentasse il luogo per eccellenza dove si andavano a indagare le origini del proprio popolo e quindi chiaramente. si andavano a ripercorrere le tradizioni che rendevano coeso questo popolo.
E quindi il romanzo storico permette di ricostruire il passato in maniera esatta e spiegare organicamente le vicende narrate all'interno appunto del contesto storico ben ricostruito. Tuttavia nel romanzo storico non è raro che coesistano da un lato la ricostruzione storica fedale e dall'altro però anche degli aspetti. aspetti avventurosi, degli aspetti fantastici che riattingono ai modi del romance, quindi appunto del pittoresco inglese, quindi del fantastico, ma anche del romanzo gotico, quindi legato in qualche modo all'avventura ma anche ad episodi orrorifici spaventosi e questo è soprattutto vero in un autore come Walter Scott che è l'autore per eccellenza del romanzo storico e che rappresenterà poi un punto di riferimento fondamentale, un modello per gli autori successivi.
Sottolineerà infatti molto bene Lucas nell'opera appunto il romanzo storico come Walter Scott abbia rappresentato un modello chiave senza il quale appunto il romanzo storico non avrebbe avuto la diffusione che ebbe. Walter Scott predilige il passato della Scozia che è la propria terra. e ricostruisce questo passato su fonti antiche, quindi comunque la ricostruzione è una ricostruzione fedele. Però Walter Scott unisce comunque gli aspetti storici fedeli con aspetti pittoreschi, romanzeschi, con il folklore, con l'avventura, con il fantastico. Le trame rispecchiano soprattutto questa idea di lotta continua tra popoli e ricerca di riscatto.
ed è anche molto importante il tema dell'amore contrastato. Focalizziamo in particolare l'Aivano, che è una tra le tantissime opere che scrisse Scott. Ricordiamo infatti che Walter Scott divenne socio di maggioranza della società che pubblicava le sue opere e per poter evitare il fallimento della società stessa fu costretto a comporre romanzi ad un ritmo serratissimo, tanto è vero che sappiamo bene che poi morì proprio per un eccesso di stanchezza. L'Aivano, quindi, è una tra le tantissime opere scritte da Scott, ma senz'altro è quella che conosciamo meglio. È ambientato nell'Inghilterra del XII secolo, quindi nel 1100, durante la lotta tra i Sassoni e i Normanni.
e ha per protagonista Ivano che è un cavaliere nobile che segue il re Riccardo Guardileone nelle crociate. Torna in patria quando il re Giovanni Senzaterra si è impadronito in maniera indebita del potere e batte i cavaliari di Giovanni Senzaterra in un torneo. Impregionato, poi viene liberato dal re e da Robin Hood e può sposare finalmente l'amata Rovena che, diciamo, rappresenta un amore fortemente...
contrastato e sofferto. Un altro protagonista del romanzo storico ottocentesco di primo ottocento è Victor Hugo che scrisse Notre-Dame de Paris. Sono presenti fortissimi elementi romantici, il tema dell'amore non corrisposto, la figura della zingara esmeralda che vive in un mondo esotico e stravagante, fuori dal comune.
il nobile capitano di cui Esmeralda si innamora, il campanaro Quasimodo che viene tenuto prigioniero all'interno, è cresciuto all'interno di Notre Dame, che a sua volta si innamora della zingara, e ha una figura veramente controversa, quella del prete. è la figura di riferimento di Notre Dame che si innamora di Esmeralda e la ricatta fino a costringerla all'epilogo tragico appunto della fine del romanzo. Abbiamo una ricostruzione esatta delle vicende. della Parigi medievale e al tempo stesso c'è una volontà da parte di Hugo di portare quindi il lettore contemporaneo nel passato.
diciamo ormai lontano insomma della sua patria per legarlo proprio a delle tradizioni antiche la descrizione così attenta della topografia di pareggi dell'epoca vuole proprio riportare il lettore moderno in maniera fedele a quella che era la pareggi dell'antichità e a quelli che erano i suoi valori però al tempo stesso è molto forte anche la critica della società che diciamo preannuncia che sottende una critica anche del presente, la critica che viene mossa al clero corrotto è ovviamente una critica molto molto violenta e quindi nel Notre Dame di Parigi sicuramente si concilia l'aspetto di ricostruzione storica tipica del romanzo storico con l'aspetto polemico sociale, polemica sociale che diventerà fortissima in un'opera di 30 anni dopo cioè Les Miserables in cui appunto Hugo metterà proprio a nudo il dramma dei diciamo diseredati parigini. E andiamo, se rimaniamo in ambito francese, ma andiamo su un altro sottogenele di romanzo, cioè il cosiddetto romanzo realistico d'ambientazione che ha come protagonisti scrittori come Balzac e Stendhal. Allora, Balzac decide di non trattare la storia del passato, ma la storia contemporanea, e elabora una sorta di schema interpretativo della società contemporanea. Che vuol dire?
Vuol dire che lui... compone una serie di romanzi che poi racchiude nel titolo generale di La Commedia Umana, che diventa proprio un ciclo romanzesco. Cos'è questa Commedia Umana? È un grandissimo ciclo di romanzi all'interno del quale ci sono dei romanzi chiaramente che sono compiuti, quindi ben definiti, ben distinti l'uno dall'altro, ma all'interno di questo ciclo i personaggi che in un romanzo magari erano i protagonisti compaiono magari nel romanzo successivo.
come personaggi di contorno, quindi si crea una sorta di meccanismo in cui i personaggi, le tipologie umane, i ruoli, ricorrono all'interno di tutti i romanzi presenti nella commedia umana e quindi c'è una sorta di continuità. Vengono focalizzate varie classi sociali, quindi c'è proprio uno spaccato della società dell'epoca in tutte le sue sfaccettature. La grande bravura di Balzac è stata quella di riuscire a fondere l'individualità dei personaggi, che sono quindi dei personaggi a sé stanti, con gli aspetti che rendono questi personaggi dei simboli, perché questi personaggi rappresentano una classe sociale, rappresentano una tipologia umana ben definita nelle sue caratteristiche e così via.
Quindi lui riesce a mantenere l'individualità dei personaggi, pur facendoli diventare rappresentativi, diciamo, di un'epoca e di una società. È importante l'opera di Balzac perché, ripeto, prelude a quello che sarà la trasformazione del romanzo nel secondo ottocento, quindi l'interesse per l'attualità, l'interesse per la società e per l'ambientazione. Un altro grande autore contemporaneo di Balzac fu Stendhal. Di Stendhal ricordiamo soprattutto i romanzi Il Rosso e il Nero e La Certosa di Parma, entrambi degli anni 30 dell'ottocento.
I protagonisti dei romanzi di Balzac sono dei giovani ambiziosi. Julian Sorello è il protagonista della serie. Rosso e Nero, Fabrizio del Dongo e della Certosa di Parma, entrambi coltivano un sogno, il mito soprattutto di Napoleone Bonaparte che partendo dal nulla, diciamo così, è diventato un conquistatore proprio del mondo grazie alla sua forza di volontà, ma entrambi i protagonisti falliscono nella loro aspirazione alla gloria.
Molto forte è anche il tema amoroso in questi romanzi. Soprattutto è importante che Sottolineare come Standal sia attentissimo a descrivere i rapporti sociali, in particolare ricordiamo Julien Sorel nel Rosso e il Nero che proviene da una classe sociale infima e continuamente cerca il riscatto sociale ma al tempo stesso è mosso da un odio fortissimo nei confronti delle classi sociali agiate che ovviamente lo disprezzano perché è considerato inferiore. E ancora, brevemente, andiamo a vedere invece Manzoni. Manzoni, sappiamo benissimo, che elaborò i Promessi e Sposi, che furono un unicum nel panorama letterario italiano.
Sappiamo che Manzoni contrastò con le idee dei classicisti, che consideravano il romanzo un genere letterario inferiore, invece Manzoni chiaramente dette grandissima dignità a questo genere e fece una scelta convinta del romanzo storico. facendo un uso estetico ideologico della storia. Spieghiamo che cosa vuol dire uso estetico ideologico della storia.
Uso estetico perché la storia diventa una tematica di equilibrio tra verità e invenzione e quindi rappresenta quel trade union tra il vero storico e il vero poetico. E nello stesso tempo è un uso ideologico della storia perché la storia diventa oggetto di riflessione sulla società. E quindi la storia mette in evidenza come gli umili possano essere riscattati, però in chiave chiaramente metafisica, attraverso l'intervento della provvidenza.