I primi tre versi, che potremmo titolare Esortazione all'amore, e i versi 4, 5 e 6. entro i quali invece Catullo opera un confronto opposizione tra la natura e l'uomo.
Che cosa Catullo invita lesbia a fare? Sono tre i congiuntivi esortativi, quindi sono tre gli inviti. Vivamus e amemus sono i primi due, viviamo e amiamoci, che sono di fatto due azioni che Catullo considera molto simili.
Per lui vivere significa amare e amare significa vivere. Sappiamo che l'esperienza amorosa per Catullo, più volte definito poeta d'adolescence per questo motivo, fu un'esperienza totalizzante.
che lui visse con l'energia la forza e il vigore tipici adolescenziali il terzo invito la terza esortazione è a stimare quindi a considerare e a valutare omnes rumores tutti i rumores le chiacchiere i pettegolezzi i rumors i gossip dei vecchi più arcigni, dei vecchi più bigotti, come un solo asse. L'asse era un soldo di poco valore utilizzato all'epoca.
Con questa terza esortazione Catullo vuole invitare Clodia ad uscire allo scoperto, fregandosene, ignorando, trascurando le chiacchiere, i pettegolezzi dei vecchi più severi, dei vecchi più arcigni. che ovviamente avrebbero potuto esprimere disappunto, ma secondo Catullo è una forma di invidia nascosta dietro al disappunto, in relazione a questo rapporto che poteva effettivamente prestarsi a facili pregiudizi.
L'apostrofe mea lesbia contiene appunto il vocativo a cui Catullo si riferisce è la sua lesbia innanzitutto ricordiamo l'utilizzo dello pseudonimo, lesbia è uno pseudonimo appunto, cioè un nome fittizio che Catullo utilizza al posto di Clodia, era il nome vero della donna amata Catullo utilizza uno pseudonimo forse per due motivi diversi, da un lato una questione di prudenza lesbia era una donna sposata la loro era una relazione adulterina, clandestina, quindi evidentemente Catullo doveva proteggere lesbia da eventuali pettegolezzi, indiscrezioni.
Dall'altra è implicito un omaggio alla poetessa di Lesbo, cioè Saffo, ed è come se Catullo vedesse in Lesbia la musa ispiratrice del suo fare poesia, della sua abilità poetica. Il secondo verso contiene un'allitterazione, senum severiorum, due parole consecutive che iniziano con le stesse lettere, ma tutto il verso 2 e anche il verso 3 contiene elementi di fonosimbolismo. Cosa vuol dire? Un simbolismo dato attraverso i suoni.
Se lo leggiamo, c'è una frequenza. ricorrenza della lettera S che sembra appunto imitare il suono della chiacchiera del pettegolezzo che passa di bocca in bocca, di orecchio in orecchio
. A proposito dell'apostrofe dimenticavo lesbia è definita mea dal poeta e quindi le viene attribuito questo aggettivo possessivo che Catullo utilizza.
per rivendicare una sorta di possesso, di esclusiva nei confronti di lesbia. Anche in questo caso dobbiamo riflettere sul fatto che lesbia non era sua, perché la relazione tra i due appunto era una relazione che per la sua natura non implica l'esclusività, e pertanto sembra che Catullo voglia, utilizzando questo aggettivo possessivo, oggettivare in esso la sua utopia, il suo sogno illusorio di possesso esclusivo della donna amata. È chiaro che in questa esortazione all'amore ci sia un riferimento all'oraziano carpe diem, al cogliere l'attimo, al vivere intensamente la dimensione temporale del presente che è l'unica dimensione temporale che effettivamente ci appartiene. Il passato, lo sappiamo, è una dimensione temporale che è finita e noi non la possiamo vivere, la possiamo eventualmente rivivere attraverso il ricordo, il futuro è una dimensione temporale che per antonomasia non ci appartiene e pertanto l'invito rivolto a lesbia è quello di vivere intensamente il presente amando Catullo ed uscendo allo scoperto.
Ultimi tre versi si aprono con SOLES che è una metonimia, figura retorica che si utilizza quando anziché indicare il tutto si indica una parte. Qui Catullo vuole indicare le giornate e anziché dire dies preferisce dire soles, quindi indicare una parte della giornata al posto del tutto. Soles, cioè i giorni, possunt uccidere et redire.
Le giornate possono morire ma poi ritornano e possono poi ritornare. A che cosa qua si fa riferimento? riferimento, si fa riferimento alla ciclicità della natura che prevede effettivamente la morte del giorno che però al mattino dopo è sostituita dalla rinascita del giorno successivo.
viene utilizzato il verbo occidere che con il verbo occidit del verso successivo forma un poliptoto cioè l'utilizzo ravvicinato di due elementi grammaticali in morfologia diversa, in questo caso il verbo è utilizzato in forme, tempi, modi, persone diverse, con un'attenzione particolare al significato del verbo, perché uccidere implica appunto il concetto di morte. Abbiamo più volte detto che l'Occidente è il punto dell'orizzonte in cui il giorno va a morire, mentre l'Oriente è il punto dell'orizzonte in cui il giorno rinasce.
È chiaro che nel verso 4 si faccia riferimento alla morte del giorno che, come abbiamo visto, a causa della ciclicità della natura, è poi rimpiazzato dalla rinascita del giorno al mattino successivo. Nel verso 5 invece si inserisce la forte comprensione della vita, una contrapposizione che oppone appunto alla ciclicità della natura la linearità della vita umana.
Perché? Che cosa ci dice Catullo? Che invece nobis, cioè a noi, agli uomini, quando brevis lux, la breve luce che non è il giorno ma è da intendere come la vita breve ocidit, si spegne Per noi, dice Catullo, una nox perpetua, cioè una sola notte eterna, ci resta da dormire, è da dormire.
In questo caso è evidente che ci sia implicito il concetto di ineluttabilità della morte, evento che per forza dobbiamo vivere e di fronte al quale non è permessa all'uomo alcuna resistenza, alcuna opposizione.
Quindi una nox perpetua, una morte, una notte eterna è da vivere per l'uomo. Ed è chiaro che qui Nox perpetua sia in forte contrapposizione con Brevis Lux, con cui forma un chiasmo. Il chiasmo, come sappiamo, è una figura retorica di significato e di posizione che prevede la disposizione, secondo la sequenza ABBA, di quattro elementi.
I due elementi esterni di questo chiasmo, brevis e perpetua, sono evidentemente due aggettivi. I due elementi centrali del chiasmo, lux e nox, sono evidentemente due sostantivi. Il chiasmo però...
in questo caso aumenta di potenza e di vigore anche a livello di significato. È chiaro che i due aggettivi siano in contrapposizione l'uno con l'altro, perché parliamo di brevità contro eternità, e i due sostantivi pure sono in opposizione l'uno con l'altro, perché il primo lux indica la luce, quindi la vita, il secondo nox indica la notte, cioè la morte. Il chiasmo in questo caso è molto potente, molto forte, sia a livello grammaticale che a livello proprio di contenuto, di significato.
è evidente che a causa della brevità della vita umana Cattullo inviti l'esbia a godere pienamente del loro amore e quindi ci sia nuovamente anche in questi versi un richiamo al carpe diem oraziano al pieno godimento della dimensione temporale del presente che è l'unica che effettivamente ci appartiene