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Studio sull'Articolazione Temporomandibolare

L'articolazione temporomandibolare è l'unica articolazione mobile del cranio. È una articolazione sinoviale condiloidea pari che si realizza tra la mandibola e la base del cranio, ovvero l'osso temporale. La sua proiezione cutanea sulla parete laterale della faccia la vede davanti al trago e al meato acustico esterno. L'articolazione è formata da due capi articolari, la testa del condilo mandibolare, che si trova inferiormente, e la fossa glenoidea dell'osso temporale, che si trova superiormente. Le due parti sono divise dal disco articolare. Nella immagine il numero 1 indica il condilo mandibolare, il numero 2 il disco articolare, il numero 3 la cavità glenoidea, il numero 4 l'eminenza articolare, il numero 5 il meato acustico esterno. L'articolazione temporomandibolare, unica articolazione sospesa del corpo, si distingue dalla maggior parte delle altre diartrosi per una serie di dati strutturali caratteristici. In primis, le superfici articolari non sono ricoperte da cartilagine e alina. Invece sono rivestite da un tessuto fibroso denso, avascolare, che può anche contenere un certo numero di condrociti, e infatti si parla di fibrocartilagine. In seconda battuta, occorre dire che le ossa che si articolano, le due ossa macellari e la mandibola, sono corredate di denti, la cui forma, posizione e la cui modalità di occlusione determinano influenze del tutto. peculiari sulle posizioni specifiche e sui movimenti che l'articolazione può consentire. Ci sono poi marcate differenze nei capi articolari antagonisti e la presenza di un disco fibrocartilagineo tra le superfici articolari superiori ed inferiori compensa le incongruenze dei capi articolari antagonisti e consente movimenti di scivolamento, di rotazione, di innalzamento. abbassamento. Pensiamo in termini generali quale sia il significato funzionale delle fibrocartilagini articolari. Queste migliorano la congruenza tra le superfici articolari, assorbono gli urti, facilitano i movimenti combinati, limitano i movimenti di lateralità in alcune articolazioni in particolare come il ginocchio, proteggono le superfici articolari, facilitano i movimenti movimenti di oscillazione e facilitano l'espandersi del liquido sinoviale lubrificante. È estremamente importante riconoscere che la presenza di un disco articolare completo dà luogo in realtà a due articolazioni in serie. Il dispositivo è paragonabile a una concatenazione di articolazioni multiple, ciascuna delle quali consente un grado di movimento relativamente basso, ma la cui sommazione produce un movimento. assai più ampio. Parliamo adesso del condilo mandibolare. Questo è una formazione ovoidale, il cui asse maggiore è obliquamente diretto indietro e indentro. Nel confronto dei rapporti con il ramo della mandibola, il condilo è sostenuto da una porzione ristretta detta collo. Il condilo è fornito di due facce, una faccia anteriore o versante anteriore rivolta in alto e in avanti, contraddistinta dalla lettera A, una posteriore o versante posteriore che guarda indietro, contraddistinta nell'immagine dalla lettera C. Le due facce si uniscono nel punto più alto del condilo, formando una cresta smussa a direzione trasversale, lettera B. Allo stato fresco, le due facce del condilo sono rivestite da un sottile strato di parti molli che regolarizza la superficie articolare senza modificarne la configurazione generale. Tale strato è formato nel versante anteriore della cresta da tessuto fibroso o fibro cartilaginio, mentre sul versante posteriore è rivestito da periostio ispessito. La superficie articolare della mandibola è circoscritta alla faccia anteriore, versante anteriore, e superiore, cresta condilare, della testa del comodo. La testa del condilo è di forma ovoidale e ha due poli, un polo mediale indicato dalla freccia azzurra e un polo laterale indicato dalla freccia rossa. Nell'uomo la larghezza medio-laterale, l'asse trasversale tra le estremità dei due poli, è di circa 18-20 mm, stiamo parlando dell'adulto. La larghezza in senso antero-posteriore è di circa 8 mm. 10 mm. Un piano sagittale che passa per l'apice del processo coronoideo permette di osservare come l'asse centrale della testa del condilo sia spostata di 3-4 quinti medialmente. L'asse trasversale del condilo non è parallelo al piano frontale ma è orientato obliquamente dall'avanti all'indietro in senso latero mediale. Il virtuale prolungamento di questo asse terminerebbe a livello del grande foro occipitale, ovvero il basion, formando con il prolungamento dell'altro asse un angolo aperto in avanti di circa 140-150 gradi. Le due rette così individuate risultano all'incirca parallele a quelle linee che si otterrebbero congiungendo in ciascuno dei denti posteriori le cuspidi vestibolari e linguali e alle linee corrispondenti alla direzione dei solchi secondari. Questa particolare correlazione tra la disposizione della testa del condilo e le cuspidi dei denti molari, secondo alcuni autori, permetterebbe ai denti inferiori di scivolare nei movimenti laterali della mandibola tra le cuspidi dei denti antagonisti superiori senza o con minime interferenze occlusali. La testa del condilo è anche posta anteriormente rispetto al collo. Due rette che passano rispettivamente per il centro della testa, per il centro del collo, individuano infatti un angolo detto angolo condilare. Quest'angolo può variare da 180 a 120 gradi. E dunque per riassumere, la testa del condilo rispetto al collo sporge in avanti è spostata medialmente e orientata obliquamente. Abbiamo dunque detto che il condilo mandibolare si articola con il disco articolare ed ha la forma di una palla ovale, in senso medio laterale di circa 20 mm, in senso antero posteriore di circa 10 mm. La superficie articolare è un tessuto fibroso connettivale non vascolarizzato disposto invece della... cartilagine e alina. L'area soggetta a maggior carico è la superficie laterale. La forma della testa del condilo subisce apprezzabili variazioni di forma soprattutto tra i 12 e i 16 anni di età. In basso state osservando un osso temporale, osserviamo adesso l'altro capo articolare, l'osso temporale, in particolare la porzione orizzontale o basale. della parte squamosa. Il numero 1 indica la eminenza articolare, il numero 2 il tubercolo articolare, il numero 3 la fossa glenoidea, il numero 4 il piatto timpanico e il numero 5 il tubercolo post glenoideo. L'eminenza articolare è una robusta protuberanza ossea fortemente convessa in direzione a antero-posteriore. L'eminenza articolare corrisponde alla radice trasversa del processo zigomatico. Il tubercolo articolare è un piccolo tubercolo localizzato a livello della porzione più laterale dell'eminenza articolare, da inserzione alla capsula e al legamento tempor-mandibolare. La fossa glenoidea è una depressione di forma ovoidale con un asse maggiore orientato in senso medio-laterale. La cavità è posta al davanti della parte timpanica dell'osso temporale e al davanti del meato acustico esterno. Il tetto di questa fossa è formato dalla parte molto sottile della porzione squamosa dell'osso temporale e il tetto separa la fossa stessa dalla fossa cranica media. Sul fondo della fossa mandibolare si trova una fessura. inizialmente delimitata dalla incompleta confluenza della porzione squamose timpanica, la fessura squamo-timpanica, la quale successivamente viene divisa in due porzioni da una laminetta ossea, la cosiddetta cresta tegmentale di provenienza petrosa, che forma così la fessura petro-squamosa anteriore e la fessura petro-timpanica posteriore. La parte anteriore, la faccia articolare, è quella che entra in rapporto con il condilo mandibolare. Attraverso la fessura petrotimpanica, che comunica con la cavità del timpano, passano l'arteria e il nervo timpanico e la corda del timpano. Il piatto timpanico è la lamina ossea verticale localizzata anteriormente rispetto al meato acustico esterno. Il tubercolo postglenoideo è una prominenza espessita e conoide localizzata immediatamente in avanti rispetto al meato acustico esterno. Rappresenta una estensione laterale del labbro articolare, del labbro articolare posteriore, della fossa glenoidea, da inserzione alla capsula articolare e al cosiddetto cuscinetto retro-discale. Questa è la faccia laterale della superficie socranica dell'osso temporale di destra. In grigio è rappresentata la parte squamosa, in rosso la parte petrosa, in azzurro la parte timpanica. Ripetiamo come sul fondo della fossa mandibolare si trovi una fessura, inizialmente delimitata dalla incompleta confluenza delle porzioni squamose e timpanica, la fessura squamo-timpanica, indicata dalla lettera A. Successivamente questa fessura viene divisa in due porzioni da una laminetta ossea che è la cresta tegmentale in rosso, una cresta di provenienza petrosa, e si formano così la fessura petrosquamosa, lettera B, che si trova davanti, e la fessura petrotimpanica, lettera C, posteriore. La superficie articolare dell'osso temporale si presenta più complessa ed è situata sulla faccia inferiore della squama, davanti. alla parte timpanica dell'osso temporale. È una superficie continua in cui peraltro nella superficie articolare si localizzano la fossa glenoidea nella sua parete anteriore in corrispondenza del versante posteriore, stiamo parlando della lettera A, e della sommità dell'eminenza articolare, lettera B. Quindi la lettera A indica nella fossa glenoidea la porzione anteriore in corrispondenza del versante posteriore e la lettera B indica la sommità dell'eminenza articolare. Nella eminenza articolare alcuni autori includono anche il piano preglenoideo, la lettera C, che è una piccola superficie articolare appiattita, quasi orizzontale, che si trova anteriormente al punto più sporgette dell'eminenza articolare. La lettera D indica il piano glenoideo mediale. che è una ristretta superficie articolare che limita medialmente la fossa glenoidea. Dunque la lettera C è il cosiddetto piano preglenoideo e la lettera D il piano glenoideo mediale. Ecco dunque l'eminenza articolare, il piano preglenoideo, il piano glenoideo mediale, la fossa articolare e la linea di inserzione della capsula. Lasciamo qualche istante alla vostra osservazione e esplorazione diretta questa immagine che mostra in contemporanea i due capi articolari. Descriviamo adesso il disco articolare. Nella parte sinistra della immagine un preparato per dissezione con il disco interposto tra le superfici articolari in tre quarti di apertura. PS o C è la parte posteriore spessa del disco, B è la porzione sottile A è la parte anteriore spessa, la lettera T indica la testa del condilo, nella parte destra dell'immagine una nostra dissezione. Il disco articolare si dispone nello spazio tra le superfici ossee dell'articolazione ed è una struttura continua che prende per l'appunto il nome di disco articolare. È costituito da fibre collagene, fibre addensate, tra le quali si riscontrano pochi elementi cellulari cartilaginei e quindi fibro cartilagine. Il disco è privo di vasi e privo di nervi. Questi sono presenti soltanto durante il primo anno di vita e nell'adulto nelle aree periferiche, dove il carico è minimo. In sezione frontale il disco possiede una forma caratteristica con una superficie superiore convessa e una superficie inferiore concava che si modella perfettamente alla superficie della testa del condito. In sezione sagittale, come qui rappresentato, nella posizione di riposo può essere diviso in senso antero-posteriore in tre parti, parti che sono caratterizzate appunto da un diverso spesso. La porzione anteriore, lettera A, spessa si trova davanti alla testa del condilo in rapporto con la porzione più prominente dell'eminenza articolare. Con i margini superiori e inferiori si continua anteriormente con due estensioni che si inseriscono rispettivamente sul piano preglenoideo e sul margine anteriore del collo del condilo. Tra queste due lamine il disco si continua con alcuni fasci del capo superiore del muscolo pterigoideo esterno che nella Immagine a sinistra è indicato dalla sigla PTE. La porzione centrale o sottile si dispone tra la regione anteriore del condilo e il versante inclinato posteriore dell'eminenza articolare. La parte sottile è interposta tra le due parti spesse e rispettivamente la porzione spessa anteriore, lettera A, e la porzione spessa posteriore, indicata dalla lettera C. Questa, la porzione spessa posteriore, si dispone tra la sommità della testa del condilo e il tetto della fossa mandibolare. I suoi bordi, il bordo superiore e inferiore, si continuano con due lamine, denominate nel complesso legamento posteriore, e queste due lamine si inseriscono rispettivamente al margine anteriore della fessura squamo-timpanica e alla superficie posteriore del collo del condilo. margine anteriore della fessura squamotimpanica, la porzione superiore, alla superficie posteriore del collo del condilo, quella inferiore. Tra queste due lamine si interpone una zona riccamente vascolarizzata, il cosiddetto cuscinetto retroviscale o zona bilaminare. Per apprezzare appieno la tridimensionalità del disco articolare che abbiamo detto in sezione frontale possiede una forma caratteristica con una superficie superiore convessa e una superficie inferiore concava che si modella perfettamente sulla superficie della testa del condiro, dobbiamo osservare questo disco in una vista superiore, in una vista inferiore e in una vista laterale, oltre che osservarlo dal davanti, da dietro. e medialmente. Nella vista posteriore, il disegno al centro e in basso, il tessuto retro-discale. Tessuto retro-discale riccamente vascolarizzato, detto cuscinetto retro-discale o zona bilaminare. In questa immagine si apprezza il rapporto della porzione anteriore del disco articolare con il capo superiore del muscolo pterigoideo laterale. Una immagine sul piano sagittale che illustra in senso postero anteriore il tessuto retrodiscale, la zona bilaminare, il disco articolare con le sue tre caratteristiche porzioni, il pavimento. della fossa cranica media che si trova limitrofo a queste strutture e il muscolo terigoideo laterale. con il suo capo superiore e il capo inferiore. Notate la diversa volumetria dei due capi. Stiamo osservando l'articolazione di sinistra sormontata dal legamento temporo-mandibolare. La porzione anteriore, spessa, ha il margine superiore e inferiore che continuano anteriormente con una estensione superiore che... termina sul piano preglenoideo e un'estensione inferiore che termina sul margine anteriore del collo del condilo. La porzione più sottile è la parte quasi nascosta dal legamento, la porzione posteriore spessa ha un bordo superiore e un bordo inferiore che terminano con due lamine. Queste due lamine sono denominate nel complesso legamento posteriore. Queste lamine si inseriscono, quella superiore, sul margine anteriore della fessura squamotimpanica, quella inferiore sulla superficie posteriore del collo del condilo. Ecco la zona bilaminare del disco, è posteriore, una regione di tessuto connettivo lasso vascolare nervoso divisa in due lami. qui il nome zona bilaminare. Questa parte a differenza del resto del disco ha una funzione davvero inserzionale piuttosto che di sostegno interarticolare, è molto deformabile e soprattutto si deforma durante l'abbassamento mandibolare. E'costituita come vedete da una lamina superiore fatta da tessuto fibroelastico che si inserisce sul labbro anteriore della fessura squamotimpanica, sul piatto timpanico e sul tubercolo post glenoideo. È costituita dal coscinetto retrodiscale che è la porzione vascularizzata e innervata dell'ATM. Qui c'è un trabecolato di tessuto connettivo con tante fibre elastiche, nelle maglie delle quali fibre elastiche si trovano molte cellule adipose, ma anche fibre nervose e un ricco plesso venoso. Le vene hanno una parete sottile con accumuli di cellule muscolari che funzionano come un dispositivo di blocco. In molti punti ci sono cripte comunicanti con la cavità articolari, queste potrebbero partecipare alla formazione della sinoma. Inferiormente è la lamina inferiore fatta da tessuto fibroso non elastico che si inserisce sulla porzione posteriore del condio. Osserviamo la zona bilaminare durante l'apertura della bocca, ovvero durante le due parti del movimento di abbassamento della mandibola che corrispondono la prima a un rotolamento della testa del condilo, la seconda a uno scivolamento della testa del condilo. In avanti. La capsula articolare che qui vedete rappresentata è una cuffia a parete sottili costituita da tessuto collagene che racchiude le parti osse e il disco. La funzione della capsula articolare è quella di delimitare le cavità articolari, ma anche di racchiudere il liquido sinoviale, di fornire un mezzo di ancoraggio per le inserzioni muscolari e la funzione anche di permettere una debole azione di contenimento. La capsula ha una ricca innervazione. Osserviamo le sue inserzioni. Sull'osso temporale intanto Anteriormente la linea di inserzione dovrebbe corrispondere al limite anteriore non articolare dell'eminenza articolare. Posteriormente su un'area che comprende il processo post-clenoideo al davanti della fessura squamo e petrotimpanica. Medialmente sulla spina dello sphenoide, lateralmente lungo una linea che dal tubercolo articolare, seguendo la radice longitudinale del processo zigomatico, si porta al margine anteriore della fessura squamo-timpanica. Sulla mandibola la capsula articolare anteriormente aderisce al prolungamento anteriore del disco, posteriormente sulla faccia posteriore del collo del condilo e lateralmente e medialmente sulla faccia laterale e mediale del collo del condilo mandibolare. La capsula articolare circonda come un manicotto di tessuto connettivo lasso l'intero complesso articolare. Questa capsula dovrebbe essere considerata un legamento, legamento che ha la funzione di protezione delle strutture interne articolari e di limitazione dell'estensione in avanti del disco. In alto a destra osservate una sezione trasversale della capsula articolare di destra con i nervi che la circondano. In avanti il nervo del miato acustico estero, il nervo anteriore regolare, la branca temporale superficiale e poi lateralmente la comunicazione con la branca del nervo facciale. il nervo temporale posteriore profondo, il nervo pterigoideo laterale, il nervo masseterino, siamo sul versante mediale, il nervo auricolo temporale. Le pareti anteriori e posteriori della capsula sono molto sottili. Lateralmente la capsula presenta una certa consistenza per la sua adesione molto intima con il legamento temporo-mandibolare. Alla mandibola sono permessi ampi movimenti antero-posteriori, mentre sono molto limitati quelli laterali. La stretta adesione della capsula alle pareti laterali del disco e alle strutture vicine permette di individuare due cavità articolari indipendenti, indipendenti sia sotto il profilo anatomico sia sotto il profilo funzionale. Una cavità superiore, temporo-discale, e una inferiore, condilo-discale. Ciascuno spazio articolare è rivestito da una membrana sinoviale propria e assolve a un ruolo diverso nei movimenti della mandibola. Lascio ancora alla vostra attenzione l'individuazione delle strutture in questa immagine settoria. È la porzione laterale di un'articolazione temporo-mandibolare destra dopo una sezione sagittale mediana. Il numero 1 indica l'eminenza articolare dell'osso temporale, il numero 2 il compartimento articolare superiore, il numero 3 il disco articolare, il numero 4 il compartimento articolare inferiore e il numero 5 la testa della mandibola. Due compartimenti, il compartimento superiore e il compartimento inferiore e due tipi di movimento prodotti da ogni compartimento. Il compartimento superiore si trova tra la porzione squamosa dell'osso temporale e il disco articolare e produce movimenti di traslazione della temporo mandibolare. Il compartimento inferiore tra il disco articolare e il condilo produce movimenti di rotazione della temporo mandibolare. Osserviamo adesso i legamenti articolari a distanza della ATM. Il legamento temporo mandibolare il legamento sfenomandibolare, il legamento stilomandibolare e i due legamenti collaterali, il mediale e il laterale. Il legamento temporomandibolare è in realtà una zona di rinforzo della capsula articolare nella sua porzione laterale. Ha uno strato superficiale obliquo a forma di ventaglio che si inserisce sul tubercolo articolare sul collo del condilo. Le sue fibre sono dirette in basso e indietro e limitano i movimenti in avanti e in basso del condilo. In sostanza limitano l'apertura. Lo strato profondo ha fibre a decorso orizzontale, fibre che si estendono dal tubercolo al pollo laterale del condilo. Questa porzione profonda limita i dislocamenti posteriori del condilo e i dislocamenti posteriori del disco. Quindi limita la... retrusione e la laterotrusione. Il legamento sfenomandibolare rappresenta il residuo della cartilagine di Meckel. Si origina dalla spina dello spenoide e si dirige in basso e verso l'esterno fino ad andare a inserirsi sul bordo superiore del forame mandibolare. Si suggerisce che questo legamento... possa servire per proteggere i vasi e i nervi che passano attraverso il forame mandibolare e li protegge dallo stress prodotto dai movimenti di apertura e di chiusura della bocca. Limita infatti il legamento spheno-mandibolare, la protrusione e la mediotrusione. Il legamento stilo-mandibolare si estende dal processo stiloideo fino alla regione dell'angolo mandibolare e si continua con la fascia. del muscolo pterigoideo mediano. Il legamento è rilassato in apertura e in chiusura della bocca e va in tensione durante la massima protrusione, dunque limita questo movimento. della protrusione, soprattutto massimale. I legamenti collaterali, legamento collaterale laterale, legamento collaterale mediale, sono fondamentali per permettere al disco e al condilo di ruotare uno rispetto all'altro. Questi legamenti rappresentano a loro volta un ispessimento della capsula articolare rispettivamente mediale e laterale. Il legamento collaterale laterale è più spesso. ed è inserito più caudalmente del mediale. La vascularizzazione arteriosa dell'ATM deriva dall'arteria macellare, arteria auricolare profonda, arteria timpanica anteriore e superiore, arteria meningea media, ma non solo dall'arteria macellare, anche dalla arteria temporale superficiale, ovvero dai rami profondi e la arteria trasversa della faccia. arteria mascellare auricolare profonda, timpanica anteriore e superiore, arteria meningea media e arteria temporale superficiale, una immagine più ravvicinata dove si evidenziano i rami dell'arteria mascellare e dell'arteria temporale superficiale. Le vene articolari costituiscono un'ampia rete attorno al condido, soprattutto nella regione bilaminare, quella retrodiscale. Queste vene drenano nel plesso venoso pterigoideo, il quale plesso venoso fa capo alla vena mascellare e retromandibolare, oppure direttamente nella giugolare esterna. L'innervazione sensitiva dell'ATM Deriva esclusivamente dal nervo mandibolare, che è la terza branca del trigemio. In particolare i nervi che si portano all'ATM sono i rami del nervo auricolo-temporale, parete mediale posteriore, del nervo masseterino e del nervo temporale profondo, parete anteriore e laterale. In questa immagine vista da dietro si apprezza il nervo Masseterino è il nervo auricolo temporale che enerva la parete mediale e posteriore, mentre in questa immagine si apprezza il nervo temporale posteriore che enerva la parete anteriore e laterale. L'abbraccio di tutti questi nervi all'articolazione temporo-mandibolare la cui innervazione sensitiva, come dicevamo, proviene esclusivamente dalla terza branca del trigemino, dal nervo mandibolare. Vediamo adesso ai muscoli che movimentano questa articolazione. Il muscolo temporale. Il muscolo temporale ha origine dalla linea temporale inferiore. della regione temporale. Si inserisce distalmente sull'apice e sulla superficie mediale del processo coroneideo della mandibola. Solleva la mandibola mediante le fibre verticali in un movimento di adduzione. retrae la mandibola protrusa, retruzione, mediante le fibre dorsali orizzontali. In contrazione monolaterale, durante il movimento masticatorio, sposta in avanti il condilo della mandibola. È innervato dai nervi temporali profondi, che sono rami del nervo mandibolare, terza branca del trigemino. Il muscolo massetere ha un'inserzione prossimale distinta in una porzione superficiale che nasce dall'arcata zigomatica, i due terzi anteriori, e una porzione profonda che nasce dal terzo posteriore dell'arcata zigomatica e una inserzione distale a livello della tuberosità masseterina, a livello dell'angolo mandibolare. Solleva la mandibola in chiusura. e sposta in avanti la mandibola in protrusione. Il sollevamento della mandibola, delle fibre posteriori, lavora in sinergia con le fibre anteriori del muscolo temporale. Dunque il massetere chiude la mandibola e la protrude ed è innervato dal nervo masseterino che è un... ramo del nervo mandibolare, terza braccia del trigemino. Questa immagine ci consente di osservare la continuità del muscolo massetere con l'opterigoidea interna e il loro sostegno reciproco e simmetrico che danno alla mandibola. Il muscolo pterigoideo interno, o pterigoideo mediale, che vedete indicato dal numero 1, ha una sua inserzione prossimale nella fossa pterigoidea, il grosso delle fibre, e anche dalla lamina laterale del processo pterigoideo, una parte minore delle fibre. Origina anche dal processo piramidale del palatino e dalla tuberosità del macellare. Lo pterigoideo interno o mediale si inserisce distalmente sulla superficie mediale dell'angolo mandibolare, a livello della cosiddetta tuberosità pterigoidea. In questa vista laterale osserviamo dello pterigoideo interno le due parti a cavallo del processo pterigoideo laterale. La funzione del muscolo è quella di sollevare la mandibola. È innervato dal nervo pterigoideo interno, che è un ramo del nervo mandibolare, terza branca del trigemino. Il muscolo pterigoideo esterno o pterigoideo laterale, indicato dal numero 2 in questo schema, ha un capo superiore che origina dalla cresta infratemporale, grande ala dello sphenoide. è un capo inferiore che origina dalla superficie esterna della lamina laterale del processo pterigoideo. L'inserzione distale per il capo superiore è sulla disco articolare dell'articolazione temporo-mandibolare, per il capo inferiore sul processo conviloideo della mandibola. La funzione del muscolo Pterigoideo esterno o laterale. In contrazione bilaterale porta in avanti la mandibola in protrusione e sposta anteriormente il disco articolare. In contrazione monolaterale sposta la mandibola verso il lato opposto durante il movimento di escursione laterale. È enervato dal nervo pterigoideo interno che è un ramo del nervo mandibolare terza branca. del trigemino. Grazie a tutti per l'attenzione.