Salve a tutti, benvenuti a questa nuova lezione di letteratura italiana. Oggi parleremo di decadentismo. Vediamo che cos'è il decadentismo. L'anno scorso un mio studente di origini peruviane, Joaquin, è riuscito a sintetizzarlo in una sola frase.
Lui diceva che il decadentismo è un lamento. E poi vedremo in che senso questi autori si lamentano. Si lamentano di che cosa?
Perché si lamentano? Che tipo di lamento? Qui vedete l'urlo di Munch che penso sintetizzi altrettanto bene la condizione psicologica in cui vivevano gli artisti di questo periodo. Il termine decadentismo è entrato in uso in Francia negli anni Ottanta dell'Ottocento. Ecco, questo termine inizialmente si riferiva soprattutto a un gruppo di poeti della generazione successiva a Baudelaire e che prendevano Baudelaire come il loro modello, quindi Verlaine, Mallarmé, Rimbaud.
che vengono definiti i poeti simbolisti. Questo gruppo di poeti, di cui vi ho citato i tre più famosi, fondarono nel 1886 una rivista intitolata appunto Le Décadents, di cui qui vedete la prima pagina. In questo articolo, che spiega che cos'è il decadentismo, troviamo delle affermazioni piuttosto interessanti, che adesso vi mostro. Ecco qua. Dicono questi autori, nascondersi lo stato di decadenza al quale siamo pervenuti sarebbe il colmo dell'insensatezza.
Noi pensiamo di essere in un momento di grande progresso, in realtà il progresso non è una linea continua che sale, ma è una parabola che quando ha raggiunto il culmine poi per forza deve scendere. Continuano i nostri autori, religione, costumi, giustizia, tutto decade. tutto in decadenza l'uomo moderno è annoiato e qual è il segno distintivo dell'uomo moderno qual è il segno distintivo di questa decadenza è la noia la noia che ha preso l'uomo di tutto per tutto non c'è più nessuna cosa che lo interessi questa frase quindi ci dice che giunti al culmine della civiltà questi scrittori sentono di aver esaurito la gamma delle esperienze possibili non c'è più niente che possa in qualche modo soddisfarli e quindi si rifugiano come diceva anche il mio studente nel lamento tutto decade l'uomo moderno appunto è annoiato scrivono nel lamento oppure nella fuga nella fuga dalla confusione nella fuga dalla volgarità della civiltà moderna questo movimento nato come dicevo in francia negli anni ottanta del dopo gli esordi francesi si diffuse in tutta Europa e questo accadde tra il 1890 e il 1910, cioè proprio nel momento finale del periodo della Bella Epoch.
A questo punto, diffondendosi così tanto, il movimento smise di essere un movimento letterario organizzato e diventò qualcosa di più labile, di meno inquadrabile. cioè non è più un movimento letterario fatto da certi personaggi che pubblicano su una rivista e scrivono certe opere ma diventa più una civiltà culturale e artistica un po'come un comune sentire ecco uno stesso modo di vivere e di agire comune a tutti gli intellettuali europei del periodo da quanto ho detto finora vi dovrebbe risultare chiaro che c'è un forte collegamento tra la nascita del decadentismo sia del movimento letterario francese degli anni 80 e dell'800, ma anche di questo comune sentire di questa civiltà letteraria europea che nasce nel 1890 e si protrae fino agli anni 10 del 900. Quindi c'è un collogamento tra la nascita di questa civiltà culturale e la situazione economico-politica dell'Europa a fine 800. E questo sostanzialmente per due motivi. Primo motivo.
I poeti decadenti hanno un atteggiamento che è un atteggiamento ovviamente da privilegiati. Perché dico così? Perché quando si è poveri, quando non si ha nulla, quando si fa fatica a sbarcare il lunario, non c'è nessuna posizione di privilegio da cui possiamo decadere. Viviamo la giornata, cerchiamo di occuparci dei bisogni primari e non ci preoccupiamo di nient'altro.
preoccuparsi della decadenza della civiltà è qualcosa che si può fare quando questa civiltà è una civiltà ricca. In quest'epoca infatti, detto la bella epoca, abbiamo un grande progresso sia tecnico che economico per cui nei paesi più avanzati e civilizzati dell'Europa alcuni intellettuali cominciarono a provare questo senso di disagio, a sentirsi troppo civilizzati, troppo troppo raffinati, troppo lontani dalla vita normale e soprattutto troppo lontani dalla vita naturale. Non si sentono più a proprio agio nel mondo, in questo mondo che li circonda, che è diventato preda dei valori borghesi troppo pragmatici e che non hanno più nulla di spirituale.
Quindi questo è un primo motivo, sono i poeti stessi che vivendo una situazione di privilegio si rendono conto che Ormai siamo arrivati al culmine della parabola, come ho già detto più volte, e non si può fare altro che decadere da questo. Ma c'è un altro fattore che dobbiamo tenere in considerazione e questa volta non riguarda tanto il modo in cui si sentono loro, quello che pensano i poeti stessi, ma riguarda quello che pensa la società dei poeti, cosa pensa la società in cui essi vivono di loro, dei poeti. Ebbene, la società, così come si era trasformata nel corso dell'Ottocento, era una società borghese, che si fondava su valori estremamente pratici, pragmatici, il guadagno, la produzione, l'utile. Si trattava quindi di un mondo dominato dal guadagno, dominato dai soldi, dalle banche, dalle industrie, e in questo mondo qua, quello del poeta diventa un mestiere esattamente come tutti gli altri. Il poeta perde la sua importanza per la società.
non è più guardato con ammirazione, non è più visto come una guida, come qualcuno che ne sa più di te per cui tu poi ti devi adeguare, devi seguirlo, ma è un semplice lavoratore che deve sbarcare il lunario e per farlo deve vendere una merce, nel suo caso la merce è l'arte. E questo atteggiamento nei confronti di chi studia, di chi si dedica ad attività intellettuali o artistiche, Nasce allora, ma si è protratto fino ad oggi, perché un genitore che deve consigliare al figlio una facoltà universitaria, magari non gli consiglierà di fare storia dell'arte, ma molto probabilmente gli consiglierà di fare ingegneria o qualche altra professione, qualche altra facoltà, diciamo, più pragmatica. Gli artisti decadenti si rendono perfettamente...
conto di questo loro declassamento e lo dimostrano nelle loro opere dove spesso e volentieri troviamo dei paralleli dei paragoni tra la figura del poeta ed altre professioni molto meno elette per esempio spesso vediamo un paragone tra il poeta e la prostituta infatti anche il poeta proprio come una prostituta vende ciò che non dovrebbe essere venduto la donna vende l'amore e lo scrittore vende l'arte un altro parallelo che spesso si ritrova è quella del poeta che diventa come un saltimbanco oppure come un clown o come una ballerina una cavallerizza in questo caso grazie a questi paralleli gli artisti decadenti ci vogliono dire che sono spesso costretti per vendersi sul mercato ad esibirsi in pubblico proprio appunto come fanno questi personaggi dello spettacolo con una conseguenza importantissima questo prendetene nota ragazzi perché è cambiata l'impostazione tu non scrivi più tu artista non scrivi più quello che ritieni importante scrivere no devi scrivere qualcosa che piaccia al pubblico che lo diverta perché altrimenti il pubblico non comprerà le tue opere quindi c'è proprio una perdita di sacralità della figura dell'artista un declassamento una desacralizzazione e questa desacralizzazione viene generalmente definita con l'espressione perdita d'aureola ed è un fenomeno descritto da Baudelaire nel suo apologo del 1869 che si intitola appunto così perdita d'aureola dove vediamo questo poeta che ha perso la sua aureola quel cerchio luminoso che troviamo nei dipinti sacri e tutto sommato forse anche contento così perché adesso non si deve più preoccupare di fare da guida a questa società che ormai disprezza. La reazione dei poeti decadenti di fronte a questo atteggiamento della società di rifiuto dell'importanza del poeta, di declassamento del poeta, è un muro contro muro. Anche i poeti rifiutano totalmente il mondo borghese, rifiutano totalmente quei suoi valori utilitaristici che abbiamo visto prima, il guadagno, la produzione e l'utile, e a questi valori oppongono dei valori puri.
senza tornaconto economico, cioè la bellezza e l'arte. La parola chiave infatti che definisce il movimento decadente e che dovete assolutamente imparare quando parlate di decadentismo, dovete per forza metterlo in primo piano, è la parola estetismo. Chi sono gli esteti, chiamati anche nel linguaggio dell'epoca dendi.
Gli esteti sono coloro che hanno due soli valori, il bello e l'arte appunto. Questa è la loro religione, loro vivono per quello, è ciò in cui credono, il bello e l'arte. Infatti parlando di decadentismo ci sono altre due espressioni che dovete usare, culto del bello, religione dell'arte. Questi sono i due valori che gli esteti hanno.
nella loro vita, vivono per quello. Per questo si afferma che la parola d'ordine dei decadenti sia stata fare della propria vita un'opera d'arte. Ecco questa slide ragazzi imparatevela molto bene perché contiene i termini essenziali.
Cos'è l'estetismo? Avere come religione l'arte e il bello e quindi vivere secondo questi principi, fare della propria vita. vita un'opera d'arte questo significa che quando io scelgo un vestito non lo posso scegliere a caso ma lo devo scegliere secondo il canone del bello e dell'arte anche come mi vesto è un'opera d'arte anche come arredo la mia stanza è un'opera d'arte anche come curo il mio giardino è un'opera d'arte anche come scelgo i miei amici le mie compagnie anche quella deve diventare un'opera d'arte quindi è tutto curato nei dettagli Un'altra espressione che troverete spesso abbinata al concetto di decadentismo è quella di poeta maledetto.
Infatti questi poeti, questi artisti decadentisti, oltre ad avere l'atteggiamento che abbiamo visto prima dell'esteta, spesso hanno anche un atteggiamento di protesta e di rifiuto nei confronti della società circostante che, come abbiamo visto, a sua volta li disprezzava. o comunque li declassava. Questi artisti infatti si pongono volontariamente ai margini della società borghese, come dire questa società non mi dà l'importanza che io merito e quindi io ricambio con gli interessi, non vogliono che io sia all'interno di questa società, benissimo io me ne tiro fuori.
Quindi un atteggiamento che si pone volontariamente al di fuori di un gruppo. e assumono atteggiamenti provocatori facendo tutto ciò che le rigide norme etiche dell'epoca vietavano. Se c'era qualcosa di vietato stai pur certo che questi poeti lo mettevano in atto.
E quindi nasce questa figura che è chiamata quella del poeta maledetto che spesso è un omosessuale, un ribelle, un emarginato, un drogato, un folle, un vagabondo, uno scioperato e destinato a morte precoce. E purtroppo molti poeti di questa generazione sono davvero morti molto presto, ad esempio Rimbaud che muore a poco più di 30 anni. Quindi i poeti sono i poeti maledetti, spesso e volentieri. E il romanzo? Quali trasformazioni subisce il romanzo nell'età del decadentismo?
Beh, anche il romanzo decadente subisce delle grosse trasformazioni perché viene abbandonato il realismo che era... tipico dei romanzi naturalisti francesi e dei romanzi veristi italiani che abbiamo studiato e l'artista, lo scrittore, si dedica soprattutto al scavare nell'interiorità di un personaggio o comunque di pochi personaggi. Questi personaggi che lui sceglie sono interessanti non tanto per le loro azioni, non per quello che fanno, infatti i romanzi decadenti sono talmente scarni come trama, non succede quasi nulla. Ma sono interessanti, dicevo, questi personaggi, soprattutto per la loro personalità e per le loro pulsioni inconsce.
Non dimentichiamo che proprio nel periodo della Belle Epoque sta lavorando Sigmund Freud e quindi sta tirando fuori tutte queste terminologie, pulsioni, inconscio, che serviranno molto anche ai romanzieri di questo periodo. Per cui che cosa succede? Succede che al romanziere sociologo che deve appunto analizzare puntualmente la società e vedere che cosa c'è da cambiare e da migliorare, ecco, si sostituisce un romanziere psicologo che appunto approfondisce un carattere individuale.
Arriveremo infatti a quello che si chiama il romanzo psicologico. E chi sono i principali artisti del periodo del decadentismo? Dal punto di vista della poesia possiamo citare in Francia Arthur Rimbaud, Stéphane Mallarmé e Paul Verlaine. Di questi tre noi studieremo soltanto Rimbaud.
Come romanziere, sempre in Francia, studieremo Huysman, Jean-Ricard Huysman. Nel Regno Unito studieremo Oscar Wilde come romanziere. In Italia studieremo in particolare come poeti Pascoli e D'Annunzio e come romanzieri Svevo e Pirandello.
Ovviamente anche Gabriele D'Annunzio ha scritto dei romanzi decadenti molto importanti, anche Antonio Fogazzaro, un altro nome interessante e importante romanziere italiano di questo periodo, però di questi due autori non studieremo i romanzi ma soltanto di D'Annunzio le poesie e Fogazzaro purtroppo. Non lo tratteremo affatto. Bene, io con questo concluso vi saluto e vi do appuntamento alla prossima lezione.