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Analisi della peste nel Decameron

cari amici continuiamo a parlare insieme del capolavoro di Giovanni Boccaccio dopo avervene illustrato nel video precedente la struttura voglio oggi commentare con voi leggendone alcuni passi la celebre descrizione della peste del 1348 48 paragrafi curiosa coincidenza che Boccaccio inserisce nella Introduzione alla prima giornata che è quindi il nostro testo di riferimento Allora copertina e incominciamo [Musica] e andiamo Per prima cosa chiarire la posizione del racconto della peste nella struttura del Decameron Vi ho appena detto che essa si trova inserita nella Introduzione alla prima giornata quindi dopo il proemio nel quale Boccaccio spiega i motivi che lo hanno spinto a scrivere l'opera e prima delle 10 giornate cioè del Decameron propriamente detto ora il motivo di questa collocazione naturalmente non è casuale Ve l'ho già spiegato nella lezione precedente la peste rappresenta l'elemento reale e storico della cornice del Decameron è Infatti proprio a causa della peste che i dieci giovani che si incontrano nella chiesa di Santa Maria Novella decidono di fuggire da Firenze e di tra per le 10 giornate novellando la peste rappresenta quindi la situazione di fatto che giustifica il raccontare e questa è anche la funzione del racconto della peste nel Decameron attraverso tale introduzione Infatti Boccaccio crea lo sfondo necessario per mettere in evidenza la funzione salvifica del novellare quello che si crea nella villa è un microcosmo civile ordinato umano che i 10 giovani riproducono assomiglianza di quello che vigerebbe nella società in tempi normali fuggire dalla città in preda alla peste e rifugiarsi in un luogo idilliaco separato dal male è una scelta di vita contro la morte morte non solo fisica ma anche morale La peste Infatti prima di uccidere a brutisce sovverte tutte le ritualità e le regole della convivenza civile è il caos totale il disordine estremo la perdita dell'umanitàs il prevalere degli istinti bestiali tutto questo come stiamo per vedere emerge dal racconto di Boccaccio e adesso possiamo rispondere alla domanda che avete letto Prima nel sottotitolo perché raccontare la peste serve a mettere in evidenza per contrasto il momento di ordine supremo di ordine cosmico che Il Decameron rappresenta bene Adesso Seguiamo le sequenze di questa narrazione come l'autore la strutturata Boccaccio ha costruito il suo racconto con un chiaro ordine logico incominciando da una breve premessa in cui si rivolge ancora una volta come già nel proemio Alle donne dedicaterie del Decameron graziosissime donne Scrive probabilmente a vostro giudizio quest'opera avrà grave e noioso principio Occhio che in italiano antico noioso significa doloroso Ecco sembra quasi che Boccaccio stia Come si suol dire mettendo un po' le mani avanti perché se nel proemio aveva dedicato l'opera alle donne proprio Con lo scopo di alleviare e consolare le loro afflizioni adesso teme di spaventarle E turbarle con questo noioso principio poche righe più avanti però Boccaccio le rassicura usando una similitudine scrive infatti che questo inizio sarà come una montagna aspra ed Erta appresso alla quale un bellissimo piano e considerevole sia riposto il quale tanto più viene loro piacevole quanto maggiore è stata del salire e dello smontare la gravezza una similitudine facile ma efficace Il piacere è maggiore dopo la fatica proseguendo poi per ordine Boccaccio incomincia a scalare insieme ai suoi lettori e lettrici questa aspra ed Erta montagna partendo da origini e cause della peste era il 1348 Quando nella Egregia città di Fiorenza oltre ad ogni altra Italica nobilissima pervenne la mortifera pestilenza al quanti anni davanti nelle parti orientali incominciata la peste nera del 47/48 ebbe Infatti origine in Cina e arrivò in Europa attraverso gli scambi commerciali mi ricorda qualcosa Per quanto riguarda invece le cause c'erano in generale nel Medioevo due posizioni con le quali si spiegavano e giustificavano le calamità naturali la prima quella per così dire ortodossa riteneva che tutto ciò che accadeva sulla terra fosse Opera della Provvidenza e che quindi le disgrazie fossero una punizione Divina la seconda invece è quella eretica riteneva che questi accadimenti fossero determinati da influssi astrali bene Boccaccio fa una cosa modernissima che lo Proietta fuori dal Medioevo non prende posizione scriva Infatti sempre al paragrafo 8 la mortifera pestilenza la quale o per operazione dei corpi superiori o per le nostre iniquie opere da giusta ira di Dio a nostra correzione mandata Come avete ascoltato Boccaccio si limita a menzionare entrambe le posizioni senza di fatto parteggiare né per l'una né per l'altra una scelta Niente affatto scontata se ci proiettiamo nella mentalità dell'uomo del Medioevo e che aveva il suo corrispondente filosofico nelle teorie dell'inglese Guglielmo di Occam secondo il quale si doveva evitare qualsiasi opinione che non fosse suffragata dall'esperienza noi oggi invece l'esperienza ce l'abbiamo e possiamo affermare con assoluta certezza che entrambe le opzioni erano comunque sbagliate niente Provvidenza niente influssi astrali ma un batterio gli ersinia pestis trasportato e trasmesso all'uomo da un minuscolo e comunissimo animaletto reflex irritans la pulce e da origini e cause si passa ai sintomi vedete Boccaccio procede in modo ordinato i bubboni da cui anche il nome della malattia peste bubbonica cioè delle enfiature che si Manifestavano inizialmente All'inguine o sotto le ascelle e che poi si propagavano velocemente in tutto il corpo e questi erano certissimo indizio di Futura morte emerge dalle righe di Boccaccio lo sgomento dell'uomo del Trecento di fronte a questo morbo di cui non si capiva niente né consiglio di medico né virtù di medicina alcuna pareva che valesse o facesse profitto e ancora di più si era sconvolti dal fatto che la malattia falciasse gli individui in maniera del tutto casuale maschi e femmine mendicanti e ricchi Zuccheri E anche gli animali famosissima è la scena dei maiali che adesso vi leggo paragrafo 18 essendo gli stracci di un po’ per uomo da tale infermità morto gittati nella via pubblica e abbattendosi ad essi due porci e quelli secondo il loro costume prima molto col Grifo e poi coi denti presi gli scossigli alle guance in Piccola ora presso Dopo alcune avvolgimento come se veleno avesse preso amenduni sopra gli malti rati stracci morti caddero in terza abbiamo detto la certezza di morire in pochi giorni ora come può l'essere umano reagire a tali peso Boccaccio ci descrive tre tipi di risposta alcuni si rinchiusero in casa evitando il contatto con i malati e complicatissimi cibi e Ottimi vini temperatissimamente usando e ogni Lussuria fuggendo Insomma star lontano dai malati mangiare e bere bene niente stravizia altri invece sapendo che quelli erano i loro ultimi giorni si abbandonarono ai Piaceri smodati per soddisfare ogni loro appetito e in molti si sentivano liberi di delinquere di fare quello che gli pareva in ciò anche Aiutati dal fatto che la reverenda autorità delle leggi così Divine come umane era quasi caduta e dissoluta tutta un altro gruppo di persone seguì Una Mezzana via senza rinchiudersi andavano attorno portando nelle mani chi fiori chi erbe odorifere e chi diverse maniere di spezierie quelle al naso ponendosi spesso e stimando può essere ottima cosa Il Cerebro con cottali odori confortati Insomma vedete noi che siamo appena reduci da una pandemia possiamo affermare che non è questione di Medioevo o di età moderna di maggiori o minori tecnologie e conoscenze scientifiche a disposizione l'uomo di ogni luogo e di ogni epoca di fronte all'ignoto e preda della irrazionalità la gente reagisce con comportamenti che vanno da un estremo all'altro la catastrofe non dà il tempo di inserire nei comportamenti la nota razionale e tutte le nevrosi vengono allo scoperto e sta in questo come vi dicevo All'inizio la modernità e l'attualità di questo racconto boccacciano della peste nel corso del quale all'autore preme evidenziare soprattutto che il morbo ha conseguenze ancor più terribili della morte cioè il naufragio di ogni regola di Pietà e di civiltà ed è per questo che Boccaccio si sofferma in particolare sul trattamento riservato agli infermi e ai defunti la mancanza di Pietà e di compassione nei loro confronti è il segno peggiore del disfacimento morale a lungo Boccaccio insiste su questo aspetto della fobia del malato dell'allontanamento delle persone l'una dall'altra cose che per l'autore rappresentano proprio il tramonto di un ideale sommo di cortesia Che ricordate è uno dei valori del Decameron e assai Nerano che nella strada pubblica o di di o di notte finivano e molti ancora che nelle case finissero prima col puzzo dei loro corpi corrotti che altra menti facevano ai vicini sentire se essere morti e di questi e degli altri che per tutto morivano tutto pieno Insomma uno scenario davvero apocalittico che però come gli ho spiegato all'inizio non è fine a se stesso ma sta preparando Eh il microcosmo felice e idilliaco della lieta Brigata Ecco A proposito di lieta brigata è al paragrafo 49 che Boccaccio interrompe la descrizione della peste per incominciare a raccontare L'incontro dei dieci giovani nella venerabile chiesa di Santa Maria Novella un martedì mattina non essendovi quasi alcuna altra persona si ritrovarono sette giovani donne eccetera eccetera di questa seconda parte della introduzione la prima giornata e quindi della cornice vi parlerò però nel prossimo video Quindi vi aspetto Ciao [Musica]