L'età Giolittiana (1903-1914)

Giovanni Giolitti: Figura Principale

Protagonista indiscusso della politica italiana nei primi decenni del '900.
Personaggio controverso, discusso per le sue politiche sia progressiste che criticate.

Suffragio Universale: Estensione del diritto di voto a tutti i cittadini maschi sopra i 30 anni.
Politica Industriale: Lancio delle industrie del Nord Italia, collaborazione tra banche e imprenditori.
Nazionalizzazione: Linee ferroviarie portate sotto il controllo statale.
Politica Estera: Conquista della Libia, spinta dal colonialismo e pressioni nazionaliste.

Progresso Industriale e Pace Sociale: Conciliamento tra sviluppo economico e condizioni lavorative migliori.
- Aumento dell'età lavorativa minima da 9 a 12 anni.
- Riduzione dell'orario massimo di lavoro giornaliero.
- Riconoscimento del diritto alla maternità e sussidi per malattia.
- Norme sul lavoro notturno e festivo.
Protezione delle Industrie del Nord: Politica protezionistica con dazi doganali.
Problemi nel Sud Italia: Emigrazione massiccia a causa della mancanza di lavoro e sviluppo.

Patto Gentiloni: Alleanza elettorale tra liberali e cattolici contro i socialisti.
Rapporti con altri partiti: Tentativi di collaborazione con socialisti (es. Filippo Turati) e mondo cattolico.

Sviluppo ineguale: Benefici concentrati nel Nord, mentre il Sud resta arretrato.
Politica d'immigrazione: Crescita di città settentrionali e impoverimento del Sud.

Considerato un mediatore tra borghesia e classi popolari.
Accusato di favorire la "malavita" per consolidare il suo potere politico.
Tentativi di inserimento nel fascismo, evolvendo poi in antifascista negli ultimi anni di vita.

L'età Giolittiana segna una fase di grande sviluppo economico e sociale in Italia, ma anche di profonde contraddizioni e divisioni regionali.
Giolitti rimane una figura complessa e influente fino alla sua morte e oltre, con un impatto duraturo sulla politica italiana.