La differenza tra un'azienda tradizionale e una startup è sostanzialmente la fase di vita dell'azienda. Infatti tutte le aziende all'inizio sono state delle startup, perché se noi prendiamo Wikipedia, Wikipedia definisce una startup. come una nuova impresa nella forma di un'organizzazione temporanea o una società di capitali, in cerca di soluzioni organizzative e strategiche che siano ripetibili e possano crescere nel tempo. Sostanzialmente quindi la startup è l'embrione dell'impresa, con l'obiettivo di crescita e sostenibilità. È il passo successivo all'idea, quando si riuniscono due amici, due colleghi, anche due sconosciute che vogliono sviluppare un nuovo concetto, è un'idea di startup.
Poi divengono... diventa startup vera e propria quando iniziano a fare impresa. Nel mondo, prendiamo il dato del 2015, sono state costituite più di 50 milioni di startup, circa 137 mila al giorno. Di queste, a lettura 2019, poco meno del 60% sono ancora in vita.
Quindi la startup è un'impresa che spera di diventare impresa. Principalmente nel gestire una startup rispetto all'impresa normale, quello che cambia è l'approccio manageriale. Perché questo? Perché la startup per sua natura è inserita in un contesto di elevata incertezza.
Quindi tutto l'approccio standard del manager che persegue un'impresa normale, quindi una rigorosa pianificazione, una presentazione di PowerPoint, un'analisi di mercato, il tentativo di evitare qualunque tipo di errore. Nella startup sono dei paradigmi che vengono completamente ribaltati. Infatti a una pianificazione rigorosa viene sostituita una pianificazione di un'impresa normale.
costituito un testing, un'idea di fare esperimenti in maniera continuativa per cercare di capire, perché se un'azienda può fare un'analisi di quello che è successo nel passato, la startup il suo passato non ce l'ha e quindi si costruisce il suo futuro attraverso tutta una serie di analisi ed errori dalle quali deve imparare. Stessa cosa riguarda il mercato, la startup spesso agisce su un mercato nuovo, cerca di andare a soddisfare un bisogno diverso e quindi l'analisi che in un'azienda normale. in un'impresa è l'analisi di mercato, delle sue logiche, dei suoi competitor, in una startup diventa l'analisi del singolo cliente, perché un prodotto o un servizio, quando siamo in fase di startup, dobbiamo essere certi che soddisfi i bisogni di un singolo cliente e solo in un secondo momento si fa diventare mercato, scalando dall'esperienza e dalla soddisfazione del singolo cliente alla soddisfazione di un potenziale segmento di mercato e poi del mercato nella sua interezza.
Ci sono sostanzialmente tre categorie di soggetti che possono aiutare la startup a decollare. La prima categoria sono soggetti finanziatori, la seconda categoria sono i soggetti, diciamo, partner professionali o industriali. e poi c'è un concetto importante che è quello dell'ecosistema o delle piattaforme. Andiamo ai finanziatori.
Innanzitutto c'è un dato da tenere a mente. Circa un terzo delle start-up parte e nasce con meno di 5.000 euro. Quindi parliamo di start-up sostenibili anche da singole persone o un gruppo di amici, però ci sono anche, come dicevamo, dei finanziatori professionali, finanziatori professionali che non portano solamente soldi, ma portano anche contatti, esperienza.
Diciamo che i finanziatori tradizionali si dividono in due macro-categorie, a seconda della fase di vita in cui intervengono. Sono i seed of venture capital che vanno a finanziare quando il progetto è ancora iniziato. ancora un vero progetto, cioè solamente un'idea.
Intervengono invece in una seconda fase quando la start-up è già stata consolidata e inizia ad avere delle forme di ricavo, dei costi, un suo conto economico e si chiamano i private equity. C'è poi un'ulteriore modalità di finanziamento più innovativa che sono i crowdfunding, un finanziamento più sociale dove su delle piattaforme elettroniche vengono messe le idee che vengono sostanzialmente votate e finanziate da un... Vasto insieme di persone anche non conosciute, una sorta di borsa valori per le start-up dove il singolo individuo può decidere di intervenire e finanziare.
Poi ci sono, quello che dicevamo, i partner tecnici, quindi abbiamo gli incubatori o gli acerbatori. acceleratori oppure i professionisti, quindi commercialisti, avvocati e via dicendo. Una parola su incubatori e acceleratori, perché sono importanti? Gli incubatori e gli acceleratori forniscono alla startup sostanzialmente due grandi elementi. Uno, alcuni servizi di base.
Quelli che sono dei costi che all'inizio sono quasi insostenibili per la startup, quindi avere l'ufficio, avere le utenze, avere tutta una serie di costi anche amministrativi che la startup magari non riesce a sostenere o non sa come organizzarsi, l'incubatore o l'acceleratore aiuta perché all'interno dei propri uffici mette insieme anche più startup e fa sharing sostanzialmente di servizi. Ma gli incubatori e gli acceleratori aiutano anche perché hanno un loro network di persone e la startup, entriamo anche nel terzo concetto, quello dell'ecosistema e della piattaforma. piattaforma ha bisogno di tutto un mondo che le gira intorno che l'aiuta a crescere quindi abbiamo bisogno di fornitori abbiamo bisogno di professionisti che sono adeguati a capire il mercato quindi l'acceleratore o l'incubatore può aiutare anche gli start up pari se li vogliamo chiamare così a raggiungere il professionista corretto a raggiungere il fornitore il fornitore giusto e vengono chiamati appunto acceleratori perché cercano di accelerare lo stadio di vita iniziale della start up che è quello anche a maggior rischio di fallimento Alimento.