Il fascismo è stato un movimento politico italiano fondato nel 1919 da Benito Mussolini. È salito al potere nel 1922 ed è rimasto al governo fino al 1943. Spesso sentiamo dire che il contrario di fascismo è comunismo. Questo non è assolutamente vero. Il contrario di fascismo è democrazia.
Andiamo a vedere perché. Uscivamo dalla Prima Guerra Mondiale, una guerra che aveva distrutto il nostro territorio e che ci aveva lasciato in una grande crisi economica e sociale. Il nostro paese aveva come problemi principali quello della disoccupazione e quello dell'inflazione, cioè l'aumento dei prezzi dei generi di consumo. Questo colpiva soprattutto operai, contadini, impiegati. Quindi i primi anni del dopoguerra sono caratterizzati da grandi tensioni e proteste sociali.
1919-1920 vengono ricordati come Biennio Rosso. Scioperi, manifestazioni, tutto questo per contestare la crescita dei prezzi e per richiedere degli aumenti salariali. Pensate che soltanto nel 1919 gli scioperi furono 1663. Occupazione di fabbriche, occupazione di terre, tutto questo spaventava. Si temeva che si arrivasse ad una rivoluzione simile a quella russa. Nel ceto medio invece, quello dei commercianti, dei professionisti, degli impiegati, si diffondono sempre di più delle ideologie di destra.
Vedevano con ostilità le proteste operaie e contadine, ed erano preoccupati per il rafforzamento del movimento socialista, che stava dando una rappresentanza a queste istanze. Proprio dal movimento socialista, paradossalmente, esce fuori Mussolini. Mussolini era un personaggio abbastanza in vista del Partito Socialista, tuttavia era stato espulso perché si era dimostrato favorevole all'entrata in guerra dell'Italia. Nel 1919 a Milano fonda i Fasci di Combattimento, un nuovo movimento politico che è alle origini della nascita del fascismo.
Già nel 1921 i fasci di combattimento diventano un vero e proprio partito, il Partito Nazionale Fascista. Ciò che caratterizza il fascismo delle origini è questo uso sistematico della violenza. Contro gli avversari politici, in particolare contro i socialisti e contro i lavoratori che protestavano per ottenere delle condizioni migliori di vita.
I fascisti agivano in squadre ben organizzate e ben riconoscibili. Avevano questa camicia nera con sopra il fascio littorio, che era un antico simbolo romano. Erano organizzati quindi militarmente, con armi e divisa, e conducevano spedizioni ai danni di sedi ed esponenti politici di sinistra. L'obiettivo principale di queste squadre era quello di terrorizzare ma anche di umiliare gli avversari politici, per esempio somministrando alle vittime dell'Orio di Ricino. Molti esponenti del ceto medio simpatizzavano per il fascismo, odiavano i socialisti e credevano fosse necessario intervenire con forza per sedare le proteste.
Anche i grandi proprietari terrieri cominciano a sostenere il fascismo Ciao e anche i grandi industriali preoccupati dalla continua occupazione delle loro fabbriche. Il governo dell'epoca veniva visto come troppo debole e quindi il fascismo comincia ad essere visto come una forza utile per reprimere. Purtroppo anche molti militari, poliziotti, magistrati cominciano a simpatizzare per il fascismo, cominciano a non intervenire quando qualche antifascista per esempio viene picchiato. Lo stesso Giolitti, che guidava i liberali, stringe un accordo con Mussolini nel 1921 I fascisti si candidarono nelle liste guidate da Giolitti.
Nelle elezioni del 1921 i fascisti entrano per la prima volta in Parlamento con 35 deputati. Nell'ottobre del 1922 i fascisti organizzano la Marcia su Roma. È una manifestazione, ma in realtà una grande dimostrazione di forza.
Occupano stazioni ferroviarie, strade, invadono la capitale. Scopre quello di indurre alle dimissioni il governo che era preseduto da Luigi Facta. e prendere definitivamente il potere.
Inutilmente il primo ministro Luigi Facta chiede al re Vittorio Emanuele III di bloccare questa avanzata fascista. Vittorio Emanuele III, per evitare di coinvolgere l'esercito e per evitare dei veri e propri scontri, si assume una responsabilità gravissima. Convoca a Roma Benito Mussolini, che nel frattempo seguiva le vicende da Milano, e viene incaricato da Vittorio Emanuele III di formare un nuovo governo. Era una cosa gravissima. Si proclamava capo del governo il leader di un partito che aveva pochissimi deputati, che aveva preso pochissimi voti alle elezioni precedenti e che aveva usato la forza per arrivare al potere.
E tiene un discorso pieno di minacce. Dice addirittura che avrebbe potuto sprangare il Parlamento e costituire un governo esclusivamente di fascisti. Poteva farlo, ma non l'ha fatto.
Lo farà di lì a breve. Considerava queste istituzioni come qualcosa di quasi inutile, fastidioso. Queste dichiarazioni di Mussolini vengono semplicemente sottovalutate.
Sembrano semplicemente dei toni propagandistici. Danno il proprio appoggio al nuovo capo di governo. Secondo loro, i fascisti avrebbero rinunciato in questo modo alle violenze, avrebbero cominciato a lavorare in modo democratico. Non è così.
Furono accresciuti i poteri del capo del governo, viene istituita una milizia volontaria per la sicurezza nazionale, cioè una polizia privata del capo del fascismo, che poteva agire liberamente senza tener conto di nessun controllo legale. Nel 1924 si svolge le nuove elezioni che vengono vinte dal partito fascista anche grazie alla nuova riforma elettorale che avevano fatto, quella della legge acerbo, che era stata fatta ad hoc. Vennero falsificati i risultati elettorali in tante zone d'Italia e nella riunione del nuovo Parlamento a maggio del 24 un deputato socialista Giacomo Matteotti denuncia tutte queste violenze e tutte queste irregolarità.
Il discorso di Matteotti è drammatico, è il discorso di chi ha capito che il paese sta per diventare una vera e propria dittatura, è un discorso che non che viene continuamente interrotto dagli insulti, dai fischi da parte dei deputati fascisti, che continuano ad utilizzare la loro classica violenza verso gli oppositori. Matteotti aveva già capito cosa stava per accadergli. Alla fine del discorso aveva addirittura detto ai suoi compagni, io il mio discorso l'ho fatto, ora voi preparate il discorso funebre per me. Pochi giorni dopo, il 10 giugno, addirittura Matteotti viene rapito e ucciso.
Non era certo il primo omicidio commesso dagli squadristi fascisti, tuttavia l'omicidio di un deputato creò veramente una grande indignazione nell'opinione pubblica del paese. I più grandi giornali chiedono l'allontanamento dal governo dei fascisti, tuttavia queste opposizioni risultarono molto deboli. Il Re e le forze sociali e politiche che avevano sostenuto Mussolini alle elezioni continuarono a sostenerlo. A gennaio del 25, dopo aver constatato che i suoi oppositori erano troppo deboli, Mussolini decide di virare definitivamente verso la dittatura.
Si prende tutte le responsabilità di quello che è accaduto, ma una volta per tutte sottolinea che è l'unico ormai a poter gestire queste violenze interne al paese. È una vera e propria forma di ricatto. Questo è un discorso che ancora oggi viene considerato l'inizio ufficiale della dittatura fascista. Che cos'è però una dittatura? Una dittatura è un regime politico caratterizzato dall'accentramento di tutti i poderi nelle mani di un'unica persona.
Attraverso una serie di leggi Mussolini comincia a trasformare il nostro paese in una vera e propria dittatura. 1925-1926 leggi fascistissime trasformano il nostro paese in un paese fascista viene abolita la libertà di stampa i partiti antifascisti sono ufficialmente fuori legge lo sciopero viene proibito per legge tutti i dipendenti pubblici tra cui per esempio gli insegnanti sono costretti ad iscriversi al partito fascista lavorare. I sindaci eletti dal popolo vengono sostituiti con dei podestà scelti dal governo centrale. Vennero condannati a morte diversi oppositori e tanti altri vennero mandati in carcere o al confino.
Il capo del governo doveva rispondere del suo operato soltanto al re e non più al parlamento. Il gran consiglio del fascismo divenne una vera e propria istituzione dello Stato, andando a sostituire quello che era il parlamento. Venne introdotta una nuova nuova legge elettorale che prevedeva una lista unica, solo quella fascista. e il voto non era più segreto.
Chiaramente il 98% della popolazione alle elezioni del 28 votò per il partito fascista. La dittatura fascista non si limitò però ad impedire le libere elezioni o la libertà di stampa, di parola, di pensiero. Cercò di ottenere in modo forzato il consenso popolare, dando vita a uno dei primi esempi della storia di regime totalitario. Nel regime totalitario si cerca di ottenere il controllo totale dell'intera vita delle persone, di tutti gli aspetti, gli aspetti della vita quotidiana l'educazione, il divertimento, il tempo libero. L'obiettivo è quello di spingere la popolazione ad aderire al regime.
L'informazione era completamente controllata, cioè radio, cinema, giornali dovevano trasmettere soltanto informazioni che esaltassero il regime. La propaganda mostrava in ogni occasione simboli del fascismo, della potenza di Mussolini. La figura del duce, tra l'altro, rappresentava il modello dell'italiano nuovo, fascista, forte, arrogante, astuto, prestante fisicamente, aggressivo verbalmente amante della patria, della famiglia.
La propaganda, cioè la diffusione di queste immagini, di questi valori, avveniva in tantissimi modi diversi. La popolazione era continuamente sottoposta a queste immagini. Il cinema, tra l'altro, veniva considerato da Mussolini l'arma più forte dello Stato. Attraverso il cinema si dovevano raffigurare i cambiamenti positivi avvenuti dopo l'arrivo del fascismo. Viene fondato per esempio in questi anni l'Istituto Luce, che serviva proprio alla realizzazione di cinegiornali e documentari con finalità propagandistiche.
Nel 1937 con lo stesso obiettivo vengono fondati a Roma gli studi di cinecittà. Addirittura i discorsi di Mussolini venivano diffusi per le piazze e per le strade per mezzo di altoparlanti. L'opera nazionale del dopolavoro si occupava addirittura di organizzare il tempo libero dei cittadini, organizzando spettacoli, gite, agunanze.
Attività sportive, riconducibili tutte sotto il grande simbolo del fascismo. La parte di popolazione che andava resa fascista fin da subito era chiaramente quella dei giovani. Nelle scuole c'era una grande propaganda fascista, ogni classe aveva al suo interno un ritratto di Mussolini.
C'era un unico libro di testo che veniva adottato in tutte le classi e che esaltava costantemente la figura del capo del fascismo. Infatti la scuola era molto importante, serviva a formare i nuovi fascisti del domani. Coerentemente con l'ideologia del fascismo, soltanto alcuni potevano permettersi di arrivare ai ruoli di potere e quindi solo alcuni riuscivano ad accedere ai più alti gradi di istruzione, mentre la massa era destinata ad obbedire e a formarsi in modo appena sufficiente.
Nel 1926 viene istituita l'Opera Nazionale Balilla, che aveva come fine l'educazione fisica e morale dei giovani fino ai 21 anni di età. C'era una grande esaltazione della guerra nell'opera nazionale Balilla. Erano vestiti con delle divise simili a quelle delle milizie fasciste, anche le ragazze avevano le loro organizzazioni.
La propaganda di Mussolini si muove anche attraverso il richiamo all'impero romano. Mussolini si voleva identificare come il vero e proprio erede di Augusto, come colui che attraverso una vera e propria missione civilizzatrice avrebbe riportato l'Italia ad essere un grande impero. E quindi i simboli propagandistici del fascismo vengono presi dall'antica Roma. Lo stesso nome fascismo deriva dai fasci, dei bastoni legati intorno a una scure ed erano il simbolo dei vittori.
Le strade e le piazze delle grandi città vennero riempite di edifici che ricordavano la grande monumentalità imperiale.