Ave legionari, la guerra civile tra Mario e Silla è uno dei momenti più importanti della storia romana dominata dall'assoluta violenza. Come sempre prima di cominciare un prodotto che amano tutti coloro che studiano storia romana. Sul sito trizioeditore.it la cartina dell'impero romano ha la sua massima espansione.
Ovviamente sotto l'imperatore Traiano. La potete acquistare sia riprodotta su tela, che ha un effetto molto bello, come acrilico brillante, fa un figurone nelle stanze degli appassionati di storia romana, ma anche su carta Amalfi, una carta pregiata che abbiamo quasi solamente noi, ci sono pochissimi produttori in tutta Italia, e noi abbiamo l'esclusiva per la vendita su carta Amalfi. Questa è la cart... dell'impero romano che potete acquistare in pochi giorni a casa vostra, però il nostro racconto in realtà è nel pieno del periodo repubblicano, quindi siamo molto lontani da Traiano. Per capire la guerra civile tra Mario e Silla dobbiamo prima comprendere la situazione della società romana nel periodo di riferimento.
Innanzitutto vediamo gli Ottimati e i Popolari, cioè le due fazioni politiche che si combattono. Gli Ottimati sono una fazione politica composta in realtà dagli eredi delle famiglie che avevano fondato Roma. Sono gli aristocratici, il governo dei migliori, coloro che a livello economico erano più ricchi, soprattutto perché avevano una ricchezza sotto forma di terreni, quindi una ricchezza stabile. Quindi questi aristocratici proprietari terrieri romani, che costituivano i cosiddetti Optimates, Avevano una visione della politica proprio basata su questo concetto.
Era giusto che la politica romana fosse portata avanti dai migliori, dai più meritevoli, da coloro che avevano le famiglie più prestigiose. Quindi la politica doveva essere guidata dai migliori per il bene del popolo romano. Diametralmente opposto agli ottimati ci sono i populares. I Populares chi sono?
Sono un'altra fazione politica e sono praticamente dei leader politici che dicono di rappresentare gli interessi dei plebei, cioè della maggior parte della cittadinanza romana, la parte più umile, la parte lavoratrice, quindi faceva gli interessi delle masse. E in realtà i Populares non rappresentano solamente gli interessi dei plebei, ma anche dei cosiddetti cavalieri. Cavalieri chi sono?
Non sono quelli necessariamente a cavallo. I cavalieri erano praticamente dei piccoli e medi imprenditori che non erano ricchi come i senatori e gli aristocratici, però avevano un buon giro d'affari grazie alle botteghe e al commercio. Potremmo definirlo il ceto medio. Ecco, plebei e cavalieri, quindi i più poveri e il ceto medio, erano rappresentati dai politici populares. I politici populares...
Avevano, diciamo, un altro modo di approcciarsi alla politica. Loro facevano spesso demagogia, cioè facevano delle proposte in favore delle masse e utilizzavano le masse per ottenere i loro risultati politici. Era anche una forza rivoluzionaria che andava spesso a scardinare i privilegi dei senatori e degli aristocratici.
Quindi ci sono queste due fazioni, gli ottimati aristocratici e i populares a favore delle masse. Lo scontro politico è uno scontro piuttosto forte, piuttosto violento, e la società romana in quel periodo aveva delle forti crisi, era una società che si stava abitando su se stessa. C'erano tanti problemi, però il primo problema in assoluto è che dopo la fine delle guerre puniche i legionari, che erano cittadini prestati all'esercito e avevano servito per anni e anni per difendere Roma, Erano tornati ai loro campi, questi erano completamente incolti e quindi economicamente erano rovinati. Cioè erano proprio economicamente, erano totalmente nullatenenti e nullafacenti.
Quindi c'erano queste grandi masse di cittadini rovinati che non facevano nulla, che ovviamente rappresentavano un problema sociale che non si riusciva a risolvere. Quindi vedete che ci sono due fazioni politiche che si combattono, in maniera feroce e gravi problemi all'orizzonte. Se vogliamo capire, lo voglio includere nel documentario per farvi capire, se vogliamo capire diciamo il livello dei problemi della società romana facciamo anche l'esempio dei fratelli Gracchi.
Tiberio e Caio Gracco erano due tribuni della plebe che si erano resi perfettamente conto di questo problema sociale. Si erano resi conto soprattutto che gli aristocratici stavano comprando e detenendo sempre più terreni agricoli e nei campi in Italia ormai gli unici a lavorare il terreno erano gli schiavi. Stava in realtà scomparendo la cosiddetta plebe rurale, cioè i cittadini romani più poveri che coltivavano la terra.
E la scomparsa dei cittadini? romani che coltivano la terra genera due gravi problemi. Innanzitutto il problema agricolo, cioè la produzione agricola era in crisi perché i cittadini non coltivavano più i terreni e poi c'era anche un problema di natura militare. Perché?
Di che c'entra l'esercito? Perché l'esercito romano di quel periodo era diviso in classi di censo. I cittadini, a seconda di quanto guadagnavano, dovevano comprare con il loro denaro l'equipaggiamento e andare a servire nell'esercito.
Ma se i cittadini sono troppo poveri, quindi sono al di sotto di una determinata soglia di reddito annuo, non possono comprare le armi e non possono essere arruolati nell'esercito. Quindi c'era anche un problema di reclutamento e di leva che stava diventando sempre più grave. Per risolvere questo problema agricolo e di reclutamento, i Gracchi avevano proposto una redistribuzione delle terre.
Volevano sostanzialmente togliere le terre in eccesso e quindi non si poter rinforzare le terre. dal potere, dalle mani dei senatori e degli aristocratici e ridistribuirle ai cittadini, ai plebei, per riavviare la società romana. Ma queste proposte di legge furono avversate dagli ottimati non solo sul piano politico in ogni modo, ma addirittura tramite lo sdoganamento della violenza fisica. Accade infatti che nel 132 a.C.
Tiberio Gracco nonostante tribuno della plebe e quindi assolutamente intoccabile per le leggi romane, viene circondato dai partigiani degli aristocratici, dai partigiani degli ottimati, ucciso a bastonate sul Campidoglio e gettato nel Tevere. E questo è qualcosa di gravissimo che non era mai mai successo prima di quel momento. E qualche anno dopo anche il fratello Caio Gracco, che aveva provato a riprendere il progetto politico di Tiberio, Anche lui nel 121 a.C.
viene circondato dai partigiani violenti degli aristocratici, sa che sta per morire e chiede al suo schiavo di ucciderlo per non cadere nelle mani dei nemici politici che lo avrebbero trucidato. Quindi, come vedete, la situazione della società romana è gravissima e soprattutto è stata sdoganata la violenza e la soppressione fisica dell'avversario politico. Ora che abbiamo inquadrato quindi la lotta politica, i problemi sociali e la violenza che ormai permea la politica romana, vediamo i due protagonisti della guerra civile, Gaio Mario e Cornelio Silla. Gaio Mario nasce nel 157 avanti Cristo nella città di Arpino, quindi Arpinate.
Non aveva una grande cultura, anzi gli dava fastidio il greco, si vantava di non essere particolarmente acculturato e però vediamo che il primo grande incarico, il primo grande momento in cui Caio Mario si fa notare, è durante l'assedio di Numanzia in Spagna. L'assedio di Numanzia in Spagna era guidato da un valente generale, Scipione Emiliano, che per farvi capire è quello che distrugge Cartagine nella Terza Guerra Punica. Scipione Emiliano combatte a Numanzia, combatte in Spagna, e nota le capacità di Gaio Mario. E nota le sue capacità e decide di aiutare questo giovane, valoroso generale, che è veramente un fuoriclasse sui campi di battaglia, e appoggia, perché fino a quel momento nessuno lo conosceva, appoggia l'elezione di Gaio Mario come tribuno militare.
Quindi Gaio Mario si sta facendo strada. Gli anni successivi sono anni in cui Gaio Mario cerca di far accettare e promulgare delle nuove leggi, soprattutto delle leggi contro la corruzione e contro i brogli elettorali. In particolare uno dei problemi principali è che durante le operazioni di voto spesso chi doveva votare poteva essere fisicamente avvicinato dai nemici politici, poteva essere intimidito anche dai nemici politici pronti a piccare.
picchiarlo se votava in maniera sbagliata. E allora Gaio Mario fece approvare delle nuove leggi che davano un voto più sicuro, più segreto, lontano da occhi minacciosi. Quindi cercò, posizionandosi evidentemente dalla parte dei populares, di aiutare queste operazioni di voto. In realtà la carriera di Gaio Mario stava procedendo abbastanza lentamente, fece molta fatica a farsi conoscere, perché la sua famiglia non aveva grandi... legami.
La prima vera situazione in cui Gaio Mario riesce finalmente a farsi notare è in realtà una guerra, è la guerra contro Giugurta, re di Numidia. Giugurta, re di Numidia, si era ribellato al potere romano, c'era una guerra che durava da anni ma era molto difficile sconfiggerlo, sostanzialmente per due motivi. Innanzitutto Giugurta utilizzava delle tecniche di guerriglia, e quindi metteva duramente alla prova l'esercito romano che molto spesso non riusciva a stargli dietro. E poi aveva capito benissimo la corruzione nella società romana e quindi corrompeva in maniera sistematica i generali romani e riusciva sempre a farla franca. Quindi stava veramente sguazzando nella melma della società romana del tempo.
Allora viene a un certo punto nominato come generale contro Giugurta Quinto Cecilio Metello. che era considerato un incorruttibile che mai si sarebbe prestato a farsi corrompere da Giugurta. E il più importante generale di Metello è proprio Caio Mario. Caio Mario combatte contro Giugurta, riesce a metterlo in difficoltà e far arretrare le posizioni della guerriglia portata avanti da Giugurta, però nonostante questo non riesce ancora a sconfiggere definitivamente l'avversario. In realtà la soluzione...
arriverà da un giovanissimo questore che è Cornelio Silla. Anche Cornelio Silla stava assieme a Caio Mario contro Giugurta e Cornelio Silla riuscì in realtà a risolvere la situazione perché entrò in contatto con Bocco che era re di Mauretania e convince Bocco, re di Mauretania, a tradire Giugurta e a consegnare Giugurta ai romani. Quindi fece un'attività diplomatica ed intelligence. che risolse completamente la situazione.
E fu qui l'inizio dell'inimicizia tra Gaio Mario e Silla. Quindi Gaio Mario è stato agli ordini di Metello Pio, ha combattuto contro Giugurta, ma non ha ancora trovato veramente il modo di mettersi in luce come vorrebbe. La vera grande occasione, le vere grandi vittorie che hanno consegnato Gaio Mario alla storia romana sono...
L'invasione dei Cimbri e dei Teutoni. Noi abbiamo fatto dei documentari, qua vi metto un link per scoprirlo nel dettaglio. I Cimbri e i Teutoni sono stati uno dei più grandi pericoli che Roma abbia mai corso nella sua storia. Si trattava di popolazioni germaniche che venivano dalla penisola dello Jutland, cominciarono a migrare verso sud e si scontrarono con i territori romani. Ci furono delle grandi battaglie.
La prima, la battaglia di Noreia, dove il console Papirio Carbone sembrava convinto di poterli sconfiggere facilmente, anche in maniera abbastanza tracotante, ma venne letteralmente annientato dalla potenza degli eserciti dei Cimbri e dei Teutoni. Dopo la battaglia di Noreia, la sconfitta di Noreia, i Cimbri e i Teutoni viaggiano pericolosamente per tutta l'Europa e affronteranno nella battaglia di Agen il console Cassio Longino. Anche Cassio Longino non riuscirà a fermare i cimbri teutoni.
Nonostante una prima vittoria, fece l'errore di allungare troppo le linee di rifornimento, di muoversi in maniera sbagliata sul territorio e venne anche lui annientato. E di lì a poco una terza gravissima sconfitta, la sconfitta di Arausio, una delle peggiori della storia romana. In quella situazione Cimbri e Teutoni di nuovo affrontarono gli eserciti romani, che erano però guidati in parte da Cepione e in parte da Manlio Massimo. Il problema è che Cepione, che era ottimato e aristocratico, non accettava Manlio Massimo di origine plebea come suo comandante. Quindi divisero i loro eserciti, divisero le loro forze e furono totalmente annientati dai nemici.
È un momento tragico della storia romana. Cimbri e Teutoni furono sul punto di annientare totalmente Roma, la quale effettivamente si salvò anche perché queste tribù andarono verso la penisola iberica a compiere delle razzie e quindi i romani ebbero il tempo di riorganizzarsi, altrimenti non sappiamo come sarebbe andata a finire. In questa situazione drammatica di pericolo assoluto, il senato romano vede in Gaio Mario il più capace generale, l'unico che può fermare l'orda barbarica. E allora Gaio Mario, con il comando supremo dell'esercito, entra in gioco e sconfigge Cimbri e Teutoni in due battaglie passate alla storia. La prima battaglia che lui affronta contro la tribù dei Teutoni avviene ad Acque Sextie.
È una battaglia in cui lui arriva con un esercito estremamente agguerrito e preparato. Un grandissimo esercito, si chiamavano Muli di Mario, perché i legionari erano abituati a delle fatiche immense e combattono contro i teutoni e Gaio Mario riesce a sconfiggerli con un misto anche di forza e di intelligenza. In particolare si rinchiuse in un accampamento, fece sfilare i teutoni che promettevano di andare a Roma a divertirsi con le donne dei romani, dicevano così, per abituare i legionari alla vista degli avversari.
che erano possenti e pericolosi, e poi, tendendo un'imboscata che ricordava le tattiche di Annibale, aveva cancellato i teutoni praticamente dalla faccia dell'Europa. Di lì a poco una seconda battaglia, stavolta contro i Cimbri, la battaglia di Vercelli o dei Campi Raudi, e qui vi metto il link dove ve la spiego nel dettaglio, però anche qui è una battaglia dove il genio militare di Gaio Mario si vede distintamente. Innanzitutto Gaio Mario... era riuscito a scegliere lui il terreno dello scontro, una vasta pianura dove la sua cavalleria poteva manovrare meglio e poi era stato in grado di anticipare le mosse dell'avversario, muoversi più velocemente senza dare il tempo ai cimbri di dispiegarsi adeguatamente sul campo e li aveva annientati orribilmente salvando la vita di Roma, salvando ufficialmente la Repubblica. Questo è il momento di maggior gloria di Gaio Mario.
Ha salvato Roma, si è dimostrato un generale dalle capacità straordinarie e attenzione, in tutta questa situazione Gaio Mario è effettivamente il leader dei populares, è il beniamino di tutti i romani e prende una decisione molto molto gravida di conseguenze per la guerra civile, cioè la riforma dell'esercito. Che cosa vi ho detto prima? che il problema principale è che si stava abbassando sempre di più la soglia di reddito per arruolarsi, ma questa sembrava non risolvere la situazione. Gaiomario fa una riforma dell'esercito molto importante in cui apre anche i nullatenenti l'arruolamento.
Anche chi non ha assolutamente nulla, i cosiddetti capitecensi, cioè censiti per la loro testa, che hanno solo il loro corpo, non hanno nient'altro, anche i nullatenenti, grazie alla riforma di Caio Mario, possono arruolarsi nell'esercito. Diventano quindi dei soldati professionisti, che di lavoro fanno i soldati, non sono più agricoltori prestati all'esercito, ma sono soldati professionisti e questa... rivoluzione nel metodo di reclutamento risolve, almeno momentaneamente, il problema di questi nullatenenti.
L'esercito romano, aprendo i nullatenenti, si riempie di nuove leve, si riempie di nuovi soldati e questa riforma sembra essere un colpo di genio. In realtà cosa bisogna dire? Che sotto l'aspetto militare è stata una riforma fondamentale che rende l'esercito romano un'arma micidiale.
Ma... c'è un grave problema e una grave controindicazione che Gaio Mario probabilmente non ha neanche intuito. Da questo momento i soldati saranno più fedeli al generale che gli può garantire il bottino e delle terre alla fine del servizio piuttosto che al senato e alla repubblica. E allora i soldati più fedeli al generale che gli può garantire la loro prospettiva di vita piuttosto che al Senato, diventano il braccio armato della guerra politica.
Cioè la guerra, lo scontro politico, per via di questa controindicazione nella riforma dell'esercito da parte di Mario, arriva a un livello di violenza e arriva ad utilizzare le legioni per imporre la forza. Questo è uno dei germi della guerra civile tra Mario e Silla. E adesso andiamo a vedere Cornelio Silla, l'altro grande protagonista e poi vincitore. Lucio Cornelio Silla nasce a Roma nel 138 a.C., appartiene ai Cavalieri, quindi quel ceto medio di cui vi ho parlato prima. Silla ha una giovinezza un po'dissoluta, le fonti ci dicono che fa vita mondana, ci sono degli scandali, poi approfondiremo questa figura, questo periodo della sua vita.
La prima situazione è quella che vi ho già raccontato per Gaio Mario, cioè nella guerra contro Giugurta, che è il re di Numidia, noi abbiamo il titolare della spedizione che è Metello Pio, Gaio Mario che è il principale generale, ma è Silla che riesce a ottenere da Bocco la consegna di Giugurta ai romani. Quindi Silla ottiene in questo modo già un primo importantissimo risultato che lo qualifica come... un fine diplomatico e quindi si fa strada abbastanza velocemente nella società romana.
La seconda grande situazione di Silla è per forza legata a Gaio Mario, di nuovo la lotta contro i cimbri teutoni. Silla era presente assieme a Gaio Mario nel combattimento contro i cimbri e teutoni. Sappiamo dalle fonti antiche che era presente sicuramente alla battaglia di Vercelli, che vi ho già raccontato, e fu molto capace sul campo di battaglia.
soprattutto nella gestione degli uomini, nel calcolo dei tempi giusti per intervenire. Un'altra situazione in cui Silla, diciamo, come dire, comincia a emergere, è in realtà una missione diplomatica con i parti. I romani e i parti non si erano ancora incontrati fino a quel momento della storia.
Avevano avuto pochi rapporti, quei pochi rapporti erano stati pacifici. e a un certo punto decidono di incontrarsi per stabilire il confine tra romani e parti. Silla fa parte della missione diplomatica per stabilire questi confini, che vengono ratificati sul fiume Eufrate. Il punto però è che Silla, qua c'è una nota di colore che ci fa capire la sua personalità, aveva colto l'occasione per dimostrare la superiorità romana nei confronti dei parti. Cioè, durante...
le trattative, c'era Silla e c'erano altri due personaggi, Orobazo che era l'ambasciatore del re dei parti e Ario Barzane che era il re di Cappadocia. Silla si era posizionato al centro tra Orobazo e Ario Barzane, quasi come se questi due fossero dei suoi sudditi, cioè si era posizionato in una situazione di superiorità, li aveva trattati come se lui fosse superiore. E quindi, diciamo, questo è un altro episodio che fa capire quanto Silla fosse determinato, quanto fosse capace di imporre il proprio carisma e la propria autorità. Si trattava veramente di un grande candidato aristocratico, di un ottimo generale e uno che sapeva imporsi in ogni situazione. Qual è però il momento di maggior gloria di Silla?
Il momento di maggior gloria di Silla è in occasione della cosiddetta guerra sociale. Anche qui devo riassumere. La guerra sociale è una guerra tra i romani e i loro alleati italici.
Gli alleati italici fornivano denaro, fornivano uomini, collaboravano la potenza di Roma, ma non erano adeguatamente rappresentati, semplicemente, sotto l'aspetto prettamente elettorale. E allora queste tensioni... sfociano nella cosiddetta guerra sociale, gli italici prendono le armi contro Roma, vogliono avere la cittadinanza, vogliono contare di più nel senato romano, vogliono avere più diritti e privilegi e allora Roma sfodere i suoi migliori generali tra cui Gaio Mario e proprio Cornelio Silla contro gli italici.
In questa situazione, proprio durante la guerra sociale, Silla si dimostra un genio sui campi di battaglia. Le sue azioni sono superiori e i suoi risultati sono superiori a quelli di Gaio Mario e quindi Silla diventa un nuovo grande protagonista militare e politico che sta iniziando ad oscurare Gaio Mario. A questo punto vi ho raccontato la storia, riassunto la storia di Mario, la storia di Silla.
È evidente che Mario, leader dei Populares, non sopporta Silla. È evidente che Silla, leader degli ottimati, non sopporta Mario, il mondo romano è troppo piccolo per tutti e due e lo scontro fra questi due generali e fra questi due leader politici ormai è assolutamente inevitabile. Il motivo, il momento dello scontro definitivo tra Mario e Silla avviene però in occasione di una crisi che si verifica in Oriente. In Oriente le province romane orientali avevano una cattiva gestione.
Non solo i proconsoli sfruttavano la popolazione, molto spesso violando le leggi, ma c'era anche una tassazione decisamente eccessiva. Il problema derivava dal fatto che i funzionari che dovevano riscuotere le tasse, che si chiamavano pubblicani, avevano un meccanismo per cui andavano ad anticipare allo Stato romano quello che avrebbero dovuto avere come tasse in un determinato territorio. Dopodiché i pubblicani chiedevano le tasse alla popolazione e quanto più riuscivano a distorcere anche con la violenza dalla popolazione, tanto più margine di guadagno avevano.
Quindi questo meccanismo dei pubblicani aveva messo in crisi la società che si trovava nelle province romane orientali. Di questa crisi approfittò il re Mitridate VI, re del Ponto. Mitridate VI voleva ricostruire l'impero dei suoi antenati, decise di andare contro la Repubblica Romana, mosse i suoi eserciti e si arrivò a un momento drammatico.
Cioè a quello che viene chiamato Vespri Asiatici, cioè uno sterminio di massa di 80.000 cittadini italici, o anche che solo vagamente parlavano latino, come dice Velleio Patercolo, e quindi un orribile sterminio di decine di migliaia di cittadini italici in Oriente, una ecatombe assoluta che significò ovviamente guerra totale e guerra aperta con Roma. E allora... Mentre in Oriente c'era questo gravissimo pericolo e questi eccidi orribili, cosa succede a Roma? In quel momento Silla è diventato console per meriti durante la guerra sociale ed è l'incaricato di organizzare l'esercito contro Mitridate. Quindi va nella città campana di Nola, organizza circa sei legioni e si sta preparando alla missione in Asia contro Mitridate.
che chiaramente gli darà una ricchezza straordinaria e una gloria totale. E allora cosa accade? Che Gaio Mario non può assolutamente accettare che Silla si prenda tutto il merito.
E allora lui, con la sua influenza ormai è stato cinque volte console, quindi con una influenza politica straordinaria, contatta un tribuno della plebe che si chiamava Sulpicio Rufo. E Sulpicio Rufo fa approvare delle leggi che alla fine... assegnano il comando della missione contro Mitridate a Mario anziché a Silla. Quindi viola le regole e strappa l'incarico da Silla.
E allora, con questa mossa da parte di Caio Mario, ci sono due tribuni mandati dal Senato Romano che raggiungono l'esercito di Silla a Nola per comunicargli che deve passare i soldati a Mario. Ovviamente l'esercito non lo accetta minimamente. Quindi questi due tribuni vengono...
ammazzati dai soldati di Silla e Silla prende in mano la situazione e fa un'azione che passerà alla storia. Silla capisce la situazione dell'esercito romano, quella controindicazione nella riforma dell'esercito romano di cui vi ho parlato e la capisce anche meglio di Mario. Lui sa che queste legioni, le sei legioni a sua disposizione, saranno più fedeli a lui che gli può garantire il bottino piuttosto che al senato.
E allora arringa i suoi soldati, arringa le sue sei legioni, ripercorre tutti i comportamenti illeciti di Mario e di Sulpicio Rufo e gli propone di marciare su Roma per riprendere il controllo, che è una proposta scandalosa, cioè si tratta di un'idea folle. Però i soldati si fidano di Silla, decidono di appoggiare Silla perché ne va del loro futuro e Silla con sei legioni è pronto. a marciare contro Roma. Gli unici che si rifiutano sono gli ufficiali di queste sei legioni, ma i legionari sono con lui.
E allora avviene uno dei momenti più tragici della storia romana. Lucio Cornelio Silla, al comando di sei legioni, parte da Nola, si avvicina percorrendo la via latina verso Roma con tutti i suoi soldati. Supera in armi il confine sacro, il confine del Pomerium che nessuno poteva superare armato, supera con sei legioni e invade Roma. E questo è un momento tragico.
Il senato è totalmente paralizzato dalla paura, manda degli emissari a Silla per chiedere come osi fare questo e Silla gli risponde io sto semplicemente combattendo contro i tiranni che sono Gaio Mario e Sulpicio Rufo. Arriva con i suoi soldati a Roma. invade la città, i legionari di Silla sono in tutte le strade, le persone sono terrorizzate, lanciano dai tetti delle pietre contro i soldati di Silla, quindi i romani odiano Silla in questo momento perché la sua azione non era assolutamente giustificabile, e Silla prende con la forza per la prima volta il comando militare a Roma.
Roma è paralizzata dalla paura, c'è terrore da tutte le parti, Silla è il dominatore assoluto. Decide di annullare i provvedimenti di Sulpicio Rufo e riprende ufficialmente la titolarità della missione contro Mitridate. Mario è costretto a scappare da Roma o verrebbe ammazzato.
Quindi scappa da Roma, si rifugia vicino a una città che si chiama Minturne e in un primo momento i magistrati di Minturne vogliono uccidere Gaio Mario perché capiscono che è stato sconfitto e danno addirittura incarico a un guerriero cimbro, che ce l'aveva su con Mario dai tempi delle guerre, di ammazzare Gaio Mario. Però, di fronte a Gaio Mario, secondo le fonti antiche e la tradizione, il guerriero cimbro ha un senso di soggezione straordinaria, non riesce minimamente ad attaccare Gaio Mario, che si salva la vita, e allora la popolazione di Minturne decide di aiutare Gaio Mario, che comunque aveva salvato Roma, e lo aiuta a fuggire in Africa. dove si rifugia perché Silla ha preso troppo potere. A questo punto Roma è nelle mani di Silla.
Però attenzione, nonostante Roma sia completamente nelle mani di Silla che ha ripreso il controllo e tutti gli incarichi, Silla restituisce il potere nelle mani del Senato e addirittura indice delle libere elezioni per nominare i due nuovi consoli. Quindi bisogna anche dire che rispetta le tradizioni repubblicane. Queste nuove elezioni sono in realtà delle elezioni anche abbastanza libere, tanto è vero che vengono vinte ad esempio da Cornelio Cinna, che era un populares, braccio destro di Mario, nemico di Silla. Però le leggi prevedono questo, ovviamente i cittadini votano i populares perché hanno paura di Silla e quindi Cinna viene designato come nuovo console.
Altro console che accompagna Cinna è Gneo Ottavio. Gne Ottavio era una specie, come dire, aveva una posizione un po'ambigua, stava un po'a metà fra tutti e quindi viene nominato anche per una sua sorta di neutralità. Dopodiché, dopo aver preso il controllo di Roma, dopo aver fatto scappare Mario, dopo aver indetto delle libere elezioni, Silla se ne va da Roma con i suoi soldati e va nella sua missione contro Mitridate.
La missione di Silla contro Mitridate lo vedrà protagonista di tre grandi battaglie che vi raccontiamo. Ci sarà l'assedio di Atene, che finirà con una devastazione crudele della città. Ci sarà la battaglia di Cheronea, dove Silla stravince contro Archelao, il generale di Mitridate, tra l'altro con delle innovazioni tattiche sul campo che vi spieghiamo in questo documentario.
E ci sarà la battaglia dell'Orcomeno, che è una battaglia... Cruenta, truculenta, dove Silla otterrà una vittoria definitiva. Quindi Silla è impegnato in Oriente.
Cosa succede a Roma nel frattempo in cui Silla è impegnato in Oriente? C'è il ritorno dei Populares. Praticamente Cinna comincia subito a litigare con Gne Ottavio che nel dubbio si schiera con i sillani. E allora Cinna prende un esercito che stava raccogliendo in Campania e prende militarmente il controllo di Roma.
Contemporaneamente Gaio Mario ritorna dall'Africa, anche lui con dei suoi legionari, e riprendendo assieme a Cinna il controllo di tutto fa dichiarare Silla nemico pubblico, nemico dello Stato, e ovviamente si organizzano e Cinna e Mario diventano i nuovi consoli. Allora sembra che Roma ormai sia definitivamente ripresa dai populares, ma avvengono due elementi importanti. Innanzitutto l'improvvisa morte di Gaio Mario, che ormai aveva 71 anni. Gaio Mario nel 86 a.C. muore di vecchiaia e quindi Cinna rimane l'unico padrone.
Populares della Repubblica Romana. E però, nonostante Cinna sia per i due anni successivi console e abbia tutti i poteri, Silla ha completato la missione in Oriente ed è arrivato il momento dello scontro frinale tra Silla e i Mariani. Siamo dunque alla resa dei conti fra Silla e i Mariani. Ormai Mario è morto, però rimane la fazione dei Mariani, dei Populares. Vediamo allora, con delle cartine, cerchiamo di capire un po'e di seguire i movimenti.
Innanzitutto i due consoli sono Cornelio Cinna e Papirio Carbone, sono i due generali dei Mariani, dei Populares. Loro non si dimostrano molto organizzati. Cercano di mettere insieme un esercito vicino ad Ancona per combattere contro Silla, però evidentemente le condizioni imposte ai soldati erano troppo dure, non hanno saputo gestire la situazione e quindi accadono due cose tragiche. Cinna viene ucciso dai soldati e quindi muore l'ultimo grande leader populares dopo Mario e Papirio Carbone è invece costretto a scappare, quindi le forze dei populares sono altamente disorganizzate.
Dall'altra parte Silla è molto più organizzato, lui ha Le sue legioni, circa 5-6 legioni, si muove dalla città di Efeso, che era in quel momento la sua base militare, si muove e va verso il porto del Pireo, cioè il porto di Atene, che aveva già conquistato. Si muove dal Pireo verso la città di Atene, dove fa un nuovo reclutamento e ovviamente organizza in maniera molto efficiente le sue forze e il suo esercito per riconquistare l'Italia e strapparla ai Populares. Quando si sente abbastanza forte si muove ulteriormente attraverso il territorio della Tessaglia e arriva nella città di Durazzo. Dopodiché, da Durazzo, con 1200 navi da guerra cariche di legionari, fa vela verso l'Italia e sbarca sulla penisola italica pronto a combattere. Vediamo i movimenti sul campo di battaglia.
A Roma... Silla è stato dichiarato nemico pubblico perché il senato è nelle mani dei populares, quindi Silla è ufficialmente un fuorilegge in questo momento. Le forze dei populares sono numericamente molto alte.
Secondo le stime di Birley e di Momsen c'erano circa 15 generali e un totale di 450 coorti, quindi un numero veramente imponente di soldati pronti a combattere contro Silla. e a difendere l'Italia. Il problema è che erano guidati piuttosto male, erano disorganizzati, a volte in contrasto tra di loro, quindi le forze dei populares sono numerose ma non sono efficienti e questo vedremo che sarà un problema importante. Dall'altro lato Silla sbarca a Brindisi, lui ha molti meno uomini, ha cinque legioni, circa 40.000 soldati, E sono però dei soldati veterani, totalmente fedeli a lui, assolutamente addestrati, efficienti, quindi pochi ma buoni.
Il problema principale di Silla, quindi attenzione perché questa guerra è anche una guerra di strategia sul territorio, non è solamente violenza, il problema di Silla è che lui deve marciare attraverso l'Italia che è piena di alleati italici. Gli alleati italici probabilmente sono più a favore dei populares, perché i populares gli vogliono dare la cittadinanza, mentre Silla, che è rappresentante dell'aristocrazia, viene visto come un nemico, quindi si muove su un territorio che probabilmente gli è nemico. E questo è un problema per Silla. Nonostante ciò, Silla si rende conto di questa situazione, i popolare s'hanno lasciato completamente sguarnita la parte della Apulia e quindi Silla conquista l'odierna Apulia senza praticamente neanche combattere.
Si muove, Silla, vediamo le sue legioni che avanzano, e decide di andare verso il territorio della Campania. Ottima base di reclutamento e vicino sempre di più a Roma. E durante il percorso sul territorio italico, Silla sta molto attento a dare ordini ai suoi uomini che non facciano casino per le strade, che non attacchino le città, che siano benevoli con la popolazione.
E garantisce agli italici che gli darà la cittadinanza, che gli darà dei diritti, in modo da non renderseli nemici. Quindi questa... Il movimento di Silla, che è un movimento militare ordinato, ma anche con una strategia e una comunicazione politica rassicurante nei confronti degli italici, funziona benissimo. Cominciano ad arrivare degli alleati di Silla.
Ad esempio, dalla Liguria arriva Metello Pio, il generale Metello Pio, che unisce le sue forze a quelle di Silla e diventa il comandante delle forze sillane nell'Italia meridionale. Un altro è il generale Licinio Crasso, lui arriva dall'Africa, unisce anche lui le forze a quelle di Silla perché crede che sia un leader molto più equilibrato dei mariani. E ci sono dei generali delle forze mariane che tradiscono e passano dalla parte di Silla perché lo vedono più assennato e sono rassicurati dalle sue promesse politiche.
In realtà, ultimo ma non ultimo, c'è un giovane e valente generale che si chiama Gneo Pompeo, famosissimo, che nel suo territorio natio, il territorio del Piceno, da solo recluta tre legioni a ranghi pieni e si presenta contro i Mariani, riesce anche a sconfiggere un generale mariano con una carica di cavalleria guidata da lui personalmente, si unisce alle forze di Silla e Silla rimane impressionato dalle capacità di Gneo Pompeo. Tanto è vero che Silla lo chiama imperator, cioè comandante militare. Quindi, come vedete, le forze populares soffrono la marcia di Silla e Silla sta mangiando pezzo dopo pezzo territori italici. Arriviamo allora a due scontri militari decisivi.
Il primo è la battaglia del Monte Tifata. in cui Silla sconfigge il generale Populares Norbano. In questo caso c'è uno scontro militare, Silla è molto superiore a Norbano, ha una disposizione degli uomini molto più efficace, tanto è vero che Norbano è costretto a scappare dal campo di battaglia e si rifugia a Capua, dove viene assediato dai sillani. Quindi la battaglia del Monte Tifate è la prima grande battaglia di Silla contro i Populares che Silla stravince. C'è poi invece un'altra battaglia, più che battaglia una situazione che si verifica nei pressi di Teano.
In questo caso c'è Silla che guida i suoi uomini, il suo avversario è il generale Cornelio Scipione e però in questo caso Silla comincia a fare delle trattative con Scipione per vedere se si può risolvere la situazione con la diplomazia e nel frattempo i soldati Mariani e Sillani cominciano a fraternizzare. e Silla riesce a convincere i soldati populares guidati da Scipione a passare dalla sua parte. C'è una defezione di massa dei mariani che diventano sillani e Scipione perde senza neanche combattere. E quindi Silla è capace di ottenere i suoi risultati anche con la diplomazia, non solamente con la forza.
Quindi, dopo queste due grandi vittorie sillane, Bisogna dire che per la fazione dei popolare si inizia a mettersi male E adesso vediamo, vediamo la cartina dell'Italia, siamo nel pieno della guerra civile, vediamo le ultime grandi mosse. Vediamo che i Populares ora sono guidati da due personaggi, Papirio Carbone e Mario il Giovane, che sarebbe figlio adottivo di Gaio Mario. Le forze dei Populares sono posizionate qui, a Roma, nella regione della Etruria, fondamentale, nella Gallia Cisalpina, ma anche nel Sannio e nella Lucania. Quindi vedete che i Populares hanno ancora il controllo di tante regioni italiche.
E vi dico anche questa cosa. Non considerate questa guerra solamente una guerra di Populares contro Ottimati. È anche una guerra di Italici contro Romani.
Tanto è vero che gli storici dicono che è una sorta di continuazione della guerra sociale. Che cosa fa Silla? Silla decide di muoversi lungo due direttrici.
Al comando del suo generale Metello Pio e... di Gneo Pompeo, che è il giovane pupillo di Silla, alcuni soldati sillani vanno verso nord per attaccare in Gallia Cisalpina i nemici populares. Silla invece, che si trova in Campania, percorre la via Latina e quindi attacca Roma da sud per cercare ovviamente di conquistare la capitale. E allora che cosa succede? Cioè queste sono le due direttrici di attacco dei sillani.
Allora cosa succede? Metello Pio e Gneo Pompeo... Stanno andando verso nord, stanno andando verso la Gallia Cisalpina e vengono intercettati dalle forze popularesse di Papirio Carbone, il quale però non ha la forza e la capacità di sconfiggerli definitivamente e si rinchiude nella città etrusca di Chiusi, dove viene assediato dai sillani.
Dall'altra parte accapita una cosa simile, cioè Silla sta marciando contro Roma e Gaio Mario il Giovane, anche lui lo intercetta. non riesce a sconfiggerlo e si chiude nella città di Preneste, anche lui assediato. E allora cosa succede?
Che praticamente con questa disposizione, con questi movimenti di Silla, con queste intercettazioni dei Populares, l'erroraccio dei Populares è quello di rinchiudersi nelle città, è quello di non essere in grado di sconfiggere in maniera determinante Silla, ed è quello di dividere le forze. Carbone e Gaio Mario cercano di aiutarsi l'un l'altro ma non ci riescono, quindi i Populares perdono perché dividono le forze e quindi sono meno efficienti sul territorio. Dobbiamo necessariamente riassumere tutti i piccoli movimenti ma il grande scontro finale è quello universalmente riconosciuto come battaglia di Porta Collina.
La battaglia di Porta Collina dell'82 a.C. si svolge a Porta Collina, quindi immediatamente fuori da Roma, ed è la grande battaglia finale tra le forze dei Populares e degli Ottimati, ma anche, come vi ho detto, le forze degli Italici e dei Romani. In realtà il grande leader della battaglia di Porta Collina è un generale che si chiamava Ponzio Telesino, che era un generale sannita. I sanniti guidati da Ponzio Telesino sono l'ultima grande forza che si oppone a Silla.
Sono un esercito numeroso, marciano contro Roma e attenzione, Ponzio Telesino vuole distruggere completamente Roma, la vuole annientare. Si presenta quasi come un nuovo Annibale, vuole cancellare Roma. Lui diceva proprio ufficialmente vogliamo stanare dalla foresta i lupi romani, i famelici lupi romani e restituire la libertà ai popoli italici.
A Roma c'erano... Roma era stata conquistata da poche forze sillane, Roma sprofonda nel terrore perché Telesino vuole distruggere la città e allora Silla, che si trova in quel momento a Preneste, lascia Preneste e marcia con i suoi uomini per salvare Roma da Ponzio Telesino. Fa delle marce a tappe forzate, gli uomini, i legionari di Silla praticamente corrono per salvare Roma e arrivano appena in tempo per salvare la città. e comincia uno scontro devastante, una battaglia cruenta tra i sillani e questi populares e questi sanniti.
Ponzio Telesino cavalca davanti alle file dei suoi legionari, continua a gridare, a incitarli a dire che bisogna distruggere Roma, riprendere la propria libertà. Silla deve fare lo stesso, anche Silla cavalca e si mostra personalmente di fronte ai suoi soldati. evita i giavellotti che per un pelo non lo ammazzano, quindi Silla corre il rischio di essere ucciso direttamente sul campo di battaglia e chiaramente poi faremo un documentario più specifico su questa battaglia, però a un determinato punto Silla fa anche chiudere le porte di Roma per fare in modo che i suoi soldati non possano pensare di scappare dentro Roma e quindi siano costretti a combattere fino all'ultimo altrimenti verranno annientati.
Quindi con questa mossa spietata con questa mossa cinica che però funziona, a un certo punto, dopo quasi un giorno intero di combattimenti cruenti, le forze di Silla vincono contro i sanniti di Ponzio Telesino, sbaragliano L'avversario è Silla, è il grande trionfatore della guerra civile. Silla ha vinto la guerra civile, ha vinto i sanniti di Ponzio Telesino e quindi Roma è definitivamente nelle sue mani. Siamo quindi arrivati finalmente alla fine di questo documentario. Roma è nelle mani di Silla.
Dedicheremo un documentario solamente... sulle riforme di Silla, possiamo dire solo tre cose molto importanti. Innanzitutto la punizione che Silla infligge ai nemici sanniti. Quando Silla prende il controllo, si reca infine con i suoi soldati al campo marzio, parla di fronte ai senatori difendendo la sua posizione, facendo capire le motivazioni per cui si è comportato in questo modo, perché ha dovuto combattere militarmente e nel frattempo che dice tutte queste cose... i senatori inorriditi sentono in sottofondo delle urla agghiaccianti.
Si tratta di 3.000 prigionieri sanniti che vengono squartati e orribilmente massacrati mentre Silla sta parlando. E Silla risponde ai senatori di non farsi distrarre da quelle urla, si tratta di poveri schiavi, non bisogna distrarsi dai suoi discorsi. Quindi c'è questo momento di grande violenza.
C'è da parte di Silla l'invenzione delle liste di proscrizione, cioè un elenco di nemici politici che possono essere legittimamente uccisi da chiunque. E quindi chi uccide una persona nelle liste di proscrizione innanzitutto non avrà conseguenze penali, ma avrà metà dei beni del proscritto, mentre l'altra metà va allo Stato. Queste liste di proscrizione hanno fatto molto discutere, secondo alcuni sono un atto di violenza assoluta.
Sono un atto orribile di violenza. Altri hanno però detto che era anche un metodo per limitare la violenza all'interno di elenchi finiti. Quindi era anche un modo di regolamentare la violenza politica.
E qua c'è un dibattito storico sempre in corso. E per finire ci sarà da parte di Silla una grande serie di riforme. Sostanzialmente le spiegheremo anche queste nel dettaglio, ma le grandi riforme di Silla...
sono delle riforme che ridanno il potere al Senato e all'aristocrazia, mettono dei tempi minimi che bisogna aspettare per ricoprire delle cariche pubbliche, per evitare che uno possa essere eletto console consecutivamente più volte, e c'è una grande limitazione del potere dei tribuni della plebe, anzi un annullamento. La figura del tribuno rimane, ma deve essere approvata dal Senato, quindi viene totalmente esautorata e praticamente... privata di forza questa carica invece importantissima da parte dei populares.
Si è conclusa così la guerra civile tra Mario e Silla, Silla è il trionfatore, è un momento della storia in cui gli aristocratici hanno il pieno controllo della città e questa è l'esito finale della prima grande guerra civile, quella tra Gaio Mario e Lucio Cornelio Silla. Speriamo di aver fatto un riepilogo efficace di questa grande guerra civile. E come sempre, dopo tutta questa gigantesca fatica che abbiamo fatto a raccontare, se non vi iscrivete subito, immediatamente, adesso al canale di scritta Manent, se non fate un'iscrizione al canale, se non ci seguite, se non ci guardate, noi vi diamo una gomma. Cancellare. Perché?
Perché vi mettiamo nelle liste di proscrizione, voi potete cancellare, ma noi vi riscriviamo, quindi voi dovete cancellare, noi vi riscriviamo, cancella e riscrivi, cancella e riscrivi, quindi dovrete passare con grande violenza. dovete cancellare con grande e vera cittadinanza e voi cancellate per non stare... e noi riscriviamo, e noi riscriviamo.
Voi cancellate e noi riscriviamo. Quindi iscrivetevi subito.