Parigi, fine ottocento, siamo all'interno di un teatro di Montmartre, una ballerina si esibisce in una danza quasi scabrosa, questo non è un dipinto, è un'illustrazione, un affisce, un'immagine che verrà riprodotta sulle mura di tutta la città fino a diventare icona, come icona è anche l'uomo che l'ha disegnata. Non è semplicemente un pittore, un illustratore, un incisore o uno dei più eccentrici disegnatori della storia dell'arte. Quest'uomo è un'icona.
Un'icona della sofferenza, un'icona dell'amore per le ricchezze e le miserie altrui, un'icona della vita d'artista. Qualcuno ha detto che se fosse nato un secolo dopo, la Pop Art l'avrebbe inventata lui. Di sicuro è stato il re di Montmartre. Il suo nome è Henri Toulouse-Lautrec.
Partiamo dall'inizio. Chi è Henri Toulouse-Lautrec? Henri Toulouse-Lautrec è uno dei più grandi artisti del XIX secolo. È nato nel 1864 in Albi, nella Francia del Sud, da una famiglia nobile.
Suo padre era Alphonse Toulouse-Lautrec, conte di Montfà, e sua madre era Délè Soémé-Rimarchette Tapier de Sélé-Rannes. Erano cugini di primo grado e questa parentela ha causato al figlio diversi problemi, facendogli ereditare una grave malattia ossea. Di che malattia si trattava esattamente? Le sue ossa erano piuttosto storte e deboli. Da adolescente è caduto due volte, la prima volta si è rotto la gamba sinistra e un anno e mezzo dopo si è rotto quella destra.
Cercava di fare in modo che questo non fosse un problema, ma visto che le sue ossa erano deboli... Non riusciva a camminare bene e ha smesso di crescere fermandosi all'altezza di un metro e 52 centimetri. Poteva camminare solo con l'aiuto di un bastone. Suo padre possedeva una tenuta di caccia, viveva ad aristocratico e desiderava che suo figlio seguisse i suoi passi, ma quando Harry si rese conto che non avrebbe potuto condurre una vita normale, puntò sull'arte.
Era piuttosto debole, si amalava sempre, ma non si riuscì a rinforzare la sua vita. Spesso sua madre fece di tutto per curare suo figlio. Andavano alle terme e da un dottore all'altro. Ed è stato proprio in questo periodo che ha iniziato a disegnare. Il talento per il disegno lo aiuta a superare l'amarezza e l'imbarazzo per il suo corpo, anzi sarà proprio questa difficoltà, questo voler superare questa difficile condizione fisica che lo porterà a raggiungere i massimi livelli nell'arte, perché i soggetti che sceglierà saranno quelli che hanno conosciuto come lui l'emarginazione, la solitudine e l'umiliazione.
Possiamo effettivamente definirlo un pittore? Ha usato molte tecniche diverse. Qual è quella che ha utilizzato per prima? E'quella che lo ha reso famoso?
E'quella che amava di più? Diventò pittore sotto l'influenza di Manet, di Degas, degli stili impressionisti e a quel tempo la litografia colorata era molto di moda. Era usata per cartelli pubblicitari, così alcuni lo raccomandarono a Jules Chéry, un importante artista pubblicitario, che ha disegnato il primo poster per il Moulin Rouge, aperto nel 1889. All'U3 che fu commissionato il secondo manifesto per il Moulin Rouge, il poster che fu pubblicato nel 1891. Fu la sua prima importante litografia. Un vero successo.
Un successo immediato. Ha raggiunto la... Ma in una notte, i collezionisti staccavano i suoi manifesti dalle strade, quindi un grandissimo successo. I personaggi che Toulouse Lautrec sceglie di immortalare, gli somigliano oppure no?
E ci dicono qualcosa del suo percorso, della sua biografia? Assolutamente sì, i personaggi che lui descrive, che illustra... nelle sue opere, sono assolutamente coerenti con la sua vita, da cronista del suo tempo. però sono abbastanza distanti spesso da lui. Assolutamente sì, sono personaggi quelli che frequentavano i locali notturni, quindi un incontro trasversale tra classi completamente diverse, da aristografia a borghesia e poi vedette, star, prostitute, quindi personaggi assolutamente diversi tra di loro e diversi da lui.
E questa è una cosa accettabile socialmente per un uomo del suo rango? In realtà in questo senso delude tremendamente quelle che erano le aspettative paterne, incarna in realtà l'esempio insomma dell'artista maledetto tra virgolette e infatti sarà la madre che lo sosterrà quando lui deciderà di andare a Parigi per studiare. Un rio di Toulouse-Lautrec è arrivato.
arriva nella capitale francese negli anni del massimo fulgore, negli anni della nascita di una vera e propria industria del divertimento. E la sua particolare personalità, complice il nanismo da cui è affetto, lo spinge ad evitare gli eleganti salotti borghesi dai quali pure proviene per estrazione sociale. Lautrec qui scopre il suo mondo.
Un mondo dove più facilmente gli riesce di inserirsi, dove la sua stessa deformità sembra passare inosservata e dove la vita frenetica spensierà a tutti. e amara che gli scorre intorno, offre sempre nuovi spunti alla sua curiosità umana e al suo pennello irrequieto. Haritulus Lutrec arrivò a Parigi con sua madre.
Vivevano nella parte elegante della città, gli Champs-Élysées. Prese lezioni in un famoso studio atelier d'arte dove molti giovani artisti talentuosi iniziarono i loro studi. Ad esempio Van Gogh era un compagno di studi di Toulouse.
Harry presto capì che la vita aristocratica non gli apparteneva più, così decise di lasciare sua madre nella Parigi, alla Page, e di trasferirsi a Montmartre, che nonostante fosse il diciottesimo arrondissement di Parigi, manteneva un carattere rurale perché gli appartamenti erano poco costosi ed erano pieni di artisti, cantanti, musicisti. Musica Montmartre oggi luogo simbolo per l'arte, per gli artisti era in realtà nel 1860 poco più di un villaggio adagiato su una collina vicino a Parigi, un villaggio abitato da operai, da emarginati che nel 1871 danno addirittura vita alla prima comune della città, una vergogna tale che andrà compensata con la costruzione, proprio davanti, della Basilica del Sacro Cuore. Quando arriva Toulouse-Lautrec a scoprire questo quartiere sono in costruzione case pretenziose e borghesi, bianche, facciate immacolate, palazzi molto alti che vanno quasi a sottolineare la miseria delle abitazioni degli operai, delle bettole color rosso sangue, dei bordelli, dei luoghi di spettacolo dove vivono uomini e donne ammucchiati, promiscui, incuranti quasi della borghesia che cresce loro intorno. Quelli sono gli uomini e le donne. che Toulouse-Lautrec ama più di tutti.
Chi sono i protagonisti delle opere di Toulouse-Lautrec? Sono femme, soprattutto femme. Lui ama il genere femminile e comunque sono delle volte degli sconosciuti, delle volte delle cose che non sono le loro.
volte delle prostitute, delle volte delle persone normali, oppure dei borghesi, oppure degli aristocratici, normali frequentatori di ceti trasversali che allora frequentavano i locali notturni nei quali Lautrec era assolito frequentatore. Musica Tra questi ci sono le star, quelle che all'epoca erano effettivamente delle attrici note, delle quali ora ci siamo dimenticati l'identità se non fosse proprio grazie a Toulouse. Una tra queste, Suami. legata da lui da una fortissima amicizia era jean avril jean avril che qui è ritratta da lui in questa affisce del 1893 nella sua posa tipica quella della gamba alzata a causa delle radiazioni che emanavano i suoi vestiti.
Era famosissima perché faceva questi balli utilizzando stoffe e vestiti ampissimi simulando il volo delle farfalle diciamo così. Stoffe radioattive? Erano stoffe intrise di radium che consentivano, attraverso le luci, proiettavano diversi riflessi.
Una specie di caridoscopo umano? Esattamente. Trek individua, ed in questo è un estremo innovatore soprattutto nell'affiche, individua quelli che sono i tratti caratterizzanti dei suoi personaggi, tratti caratterizzanti attitudinali, oltre che anche dell'aspetto naturalmente. Perché ne conosceva anche la vita privata, appunto come abbiamo detto, essendo un amico spesso delle persone che ritraeva.
Assolutamente, e in questo caso entrava in perfetta empatia con i suoi personaggi. Tra tutte le varie star che lui individua attraverso dettagli, un'altra è ad esempio Eva Gilbert, un'attrice, cantante. anche scrittrice famosa, famosissima all'epoca, la cosiddetta dama dei guantineri e riesce sempre ad individuarla, a trattarla nelle sue affisce proprio con questo, enfatizzando questo dettaglio prevolmerante. Il divano giapponese è un'opera molto famosa.
Perché? Sì, è uno dei manifesti più originali di Toulouse-Lautrec. È stato fatto nel 1893. Le divane giappone era un piccolo caffè di Montmartre. Il nome deriva dal fatto che i suoi interni erano in stile giapponese. La persona con la testa tagliata è la famosa cantante Yvette Gilbert.
Ma a quel tempo lei non era la cantante di questo caffè. E questa è la ragione per cui il suo viso non è riconoscibile. Ma tutti a Parigi capirono che questa era Yvette Gilbert.
Lutrec ingegnosamente vi inserisce una famosa ballerina, Jane Avril. E con questo strano cappello che ha in testa, l'ha rappresentata come una visitatrice. L'uomo barbato. Il marbuto accanto a lei è Edouard Dujardin, editore della rivista La Revue Wagnerienne.
E poi notiamo anche questi personaggi colorati di grigio, i musicisti. Quindi abbiamo una sorta di combinazione di due dire in un unico manifesto. Henri de Toulouse-Lautrec frequenta il locale Moulin de la Galette a Parigi. Qui si esibisce una ballerina che interpreta in modo personalissimo la quadriglia, con grandi volteggi e spaccate. È una donna disinibita, un'ex prostituta.
Lautrec la nota e poco dopo ne diventa amico. Si chiama Louise, detta la Goulue, la Golosa. Henri le dice, perché non vieni ad esibirti in quell'altro locale? che ha appena aperto, si chiama Moulin Rouge. La ballerina si incuriosisce e va.
E quando sulla musica dell'Orpheus di Offenbach, la golosa, alza la gamba tanto da far volare i cappelli degli uomini, tutti restano a bocca aperta. Scandale, dicono i moralisti, scandalo! ecco come nasce il cancan, il ballo scandaloso musica Cosa stiamo osservando qui?
Stiamo guardando due litografie dell'artista realizzate nel 1892 e basate sui suoi dipinti. Uno è un signore inglese, Al Moulin Rouge. La persona che vediamo è reale. È un artista americano di nome Warner. con due signore da compagnia, una sorta di prostitute del Moulin Rouge.
Il Moulin Rouge lo si può riconoscere dalla famosa balaustra che si può vedere nella parte alta dell'immagine. Accanto a loro ci sono la Golù e sua socia. che stanno entrando nel locale.
Si può vedere la balaustra e la passeggiata circolare dove le persone mangiavano, bevevano e si divertivano. Negli anni Ottanta del XIX secolo l'aspetto delle strade parigine comincia a trasformarsi. Diventano colorate, sono invase da manifesti, da cartelloni a colori, firmati da anonimi illustratori o da celebri artisti. Per molti questo fenomeno segnerà la fine della separazione tra la cultura alta e quella popolare.
Non a caso lo scrittore premio Nobel per la letteratura Anatole Franz parlerà del manifesto come l'affresco. dei poveri. La critica d'arte, sin dall'inizio del XX secolo e fino addirittura al dopoguerra, considera l'affiscio un'arte minore, a volte quasi una non-arte, perché?
Soprattutto per il tema della committenza, una committenza industriale che secondo loro non nobilita effettivamente questi lavori. Ed è per questo che nei trattati d'arte è quasi escluso completamente il manifesto, tranne quando è firmato da un grande... ma lo sguardo e il talento di Toulouse-Lautrec ci insegnano un'altra cosa, la critica si è sbagliata, il manifesto può diventare opera d'arte e a volte addirittura capolavoro. Quello che all'occhio di un ingenuo passante può sembrare a volte uno schizzo, un tratto a matita o a volte un acquerello quasi, è invece una litografia.
giusto? Sì, è un particolare mezzo di riproduzione a stampa. Ma è un meccanismo molto complesso? Assolutamente complesso.
Perché lo sceglie Toulouse-Lautrec? Perché è il re delle litografie? Perché questo metodo?
È il re delle litografie perché consentiva una riproduzione abbastanza agevole e numerosa degli esemplari e poi è una tecnica che ha una certa tradizione perché è già in uso alla fine del Settecento. Ma è un meccanismo molto complesso? proprio in questo periodo che assume una particolare valenza perché consente di fare riproduzioni molto ampie e di fare gli affisci. Toulouse-Lautrec diventa una star dell'illustrazione.
La sua produzione è quasi bulimica. Illustra qualsiasi cosa, libri, manifesti, spettacoli teatrali, manifestazioni sportive, persino testi di carattere. canzoni.
Per fare un esempio, nell'arco di pochi mesi illustra sia un libro antisemita che un libro contro l'antisemitismo. La committenza è la sua religione. Quel che conta è raccontare la realtà, disegnarla e poi inciderla e stamparla.
Lui, Lutrec, non era accettato nei salon per le mostre ufficiali nello spazio degli artisti, perché i suoi soggetti non erano ben visti. Ed era importante per lui che la sua arte raggiungesse la maggior parte delle persone. Al cambiare del secolo c'era una sorta di slogan, l'arte è per tutti.
E molti, lui compreso, pensavano che i giornali, le illustrazioni, le copertine, servissero per raggiungere il grande pubblico. E comunque lui usa stili diversi. È interessante notare la differenza che c'è tra quando Lutrec fa stampare, ad esempio, i fogli di musica per i collezionisti e quando invece realizza le stampe che tutti potevano comprare per pochi soldi. Diventò ricco con il suo lavoro? Non proprio, non gli importava.
Riceveva delle somme di denaro dalla famiglia. Per lui i soldi non contavano, ma era interessato a tutto. Certo, era logico che quando otteneva una commessa importante da un giornale fosse ritribuito bene.
ma per lui contava la sua curiosità. E'strano, ma lui era così. Henri Toulouse-Lautrec è un artista antropologo. Lui è interessato all'intima natura dei soggetti che va cercando.
E'interessato... accoglierne la verità e per fare questo deve spogliarli di tutto il superfluo, deve arrivare all'essenziale. Il disegno, il suo disegno, il suo tratto, la sua matita restituisce esattamente questo, l'essenziale.
Poco gli importa dei paesaggi, poco gli importa di ciò che li circonda. Lui è un artista innamorato dell'umanità. Con queste parole Toulouse-Lautrec spiega ad un amico la sua idea di pittura. la sua scelta di ritrarre solo la figura umana. Non esiste che la figura.
Il paesaggio è nulla. Non dovrebbe che essere un accessorio. Il paesaggio dovrebbe essere usato solo per rendere più intellegibile il carattere della figura.
Il paesaggista puro è un bruto. Il paesaggio deve servire soltanto alla migliore comprensione del carattere di una figura. E sempre, dovunque, anche il brutto ha i suoi aspetti affascinanti. È eccitante scoprirli laddove nessuno prima li ha notati. Abbiamo accennato che Toulouse-Lautrec era un ritrattista e spesso ritraeva amici.
Questi signori chi sono? Abbiamo qui tre manifesti, due per Aristide Bruat e uno per Codier, il famoso ballerino del Casinò di Parigi. Ma Bruat ha una parte molto importante nella vita di Lautrec. A Montmartre è stato il primo ad accorgersi del suo talento. Bruat era un cantante, ha iniziato a cantare alle Chate Noir Café.
ma voleva essere indipendente, così ha aperto un suo locale chiamato Le Mirliton. Quindi lui ha fatto nella musica quel che Lautrec ha fatto nell'arte? Sì, esatto.
Era di 14 anni più vecchio di Toulouse-Lautrec e nel suo cabaret en mirliton esponeva le opere dell'artista. Ha anche pubblicato dei giornali illustrati da Lautrec. A quel tempo i café-concert erano davvero importanti.
Erano come una sorta di esposizione in cui si promuovevano giovani artisti che vi si esibivano con le loro opere appese sui muri. e lui era molto ammirato, voleva un'immagine tradizionale, fotografica, sulla sua vita e Lutrecca espresse questo senso profondo nel manifesto. La struttura è molto semplice, senza prospettiva e con larghe zone di colore.
Nella sua semplicità è il modello ideale dei manifesti artistici. Questo è l'esempio di immagine da seguire e credo che anche a noi nel ventunesimo secolo ci appaia tanto moderno da poterlo apprezzare. Toulouse-Lautrec non sembra essere interessato agli spazi aperti. I suoi personaggi sono sempre ritratti in un interno, un teatro, un bordello, un circo, un luogo di spettacolo. E per i suoi personaggi ha sempre grande comprensione, mai giudizio, quasi complicità, solo per uno.
Riserva un trattamento più cinico, più crudele, lo dipinge piccolo e goffo. È lui stesso. Musica Musica sofferenza interiore vita sfrenata pulsione artistica irrefrenabile amore per il vizio che poi non è altro che una verità dell'essere umano per tutto questo c'è un prezzo da pagare presto Henri diventa alcolista e si ammalerà di sifilide Ecco, la sua dipendenza dall'alcol, che poi è quello che lo uccide, dove inizia? Toluse soffriva per i suoi problemi di salute, provava molto dolore a camminare, quindi l'alcol per lui era come una cura. Ma lui aveva anche altre malattie e altri problemi, e alcuni amici provavano a distrarlo commissionandogli dei lavori.
Ha passato anche due o tre mesi nella clinica per malattie mentali del dottor Semelagnano-Yi. nell'ultimo periodo della sua vita e inoltre sfortunatamente da quando diventa un alcolista il suo enorme lavoro di artista inizia a rallentare perché lui viveva una vita molto intensa, a volte al mattino passava direttamente da un locale notturno al laboratorio di stampe, a volte non dormiva affatto e così che produceva un'enorme quantità di opere. L'ho chiamato artista maledetto.
ed è effettivamente proprio una serie di vizi che poi portano anche alla sua fine. Ebbene sì, quello sarà uno dei suoi problemi e soprattutto lo sarà l'alcol, che gli causerà problemi psichiatrici, gli ultimi anni della sua vita li passerà nelle cliniche, saranno appunto anche accompagnati purtroppo da fiaschi editoriali, come ad esempio per questa serie L. dedicata al mondo femminile dei bordelli, nel quale tra l'altro lui visse per un certo periodo e che però per quanto abbia trattato questo tema con estrema eleganza e sensibilità quasi anche con una delicatezza del quotidiano assolutamente, con la delicatezza del quotidiano ma da osservatore, senza malizia con assoluta sospensione di giudizio, trattando anche dei temi che erano insomma sempre un po'particolari come l'omosessualità femminile, li ha trattati sempre con una tale sensibilità e fu forse proprio questo che causò il fiasco di questa edizione di Elle. Per provare ai medici di essersi ristabilito, Henri dipinge a memoria una serie di scene ispirate al circo e finalmente ritrova la libertà, ma è di breve durata.
Nonostante sia seguito costantemente da un accompagnatore incaricato di sorvegliarlo, ben presto ricade vittima della sua vita inquieta e sregolata. Il castello di Maromé, nella Gironda, è il rifugio dove sua madre lo attende e dove Henri ripara durante la crisi. Nel luglio del 1901 vi giunge in preda ad un attacco di paralisi, per non andarsene più. A soli 37 anni, la sua vita è bruciata e il 9 settembre dello stesso anno Henri de Toulouse-Lautrec muore tra le braccia di sua madre.
A sua memoria e a memoria del suo lavoro, lascia questa frase «Io dipingo le cose come stanno, io non commento, io registro».