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De Bello Gallico

[Musica] cari amici dopo i tre video sulla vita di Giulio Cesare Incominciamo oggi a parlare delle sue opere Insomma del Cesare che troviamo nei libri di letteratura incominciando proprio dal De Bello Gallico che andiamo subito a inquadrare con la prima lavagnetta e incominciamo proprio dal titolo che non è così scontato tutti lo conosciamo come bellum gallicum o De Bello Gallico e anch'io ho usato questa denominazione nella copertina del mio video ma in realtà il titolo esatto è commentari De Bello Gallico e la traduzione corrispondente in italiano è appunti sulla guerra Gallica ora non si tratta di una inutile pignoleria terminologica perché in realtà dietro il termine commentari si cela il genere letterario e anche molto della dell'intenzione persone e delle finalità dell'Opera Ecco allora Cosa sono i commentari sono appunti preparatori alla narrazione storica vera e propria sono Insomma qualcosa di distinto dal genere historia Cioè dalla storiografia vera e propria e in cosa consiste la differenza Beh ve lo dice il nome stesso come noi quando prendiamo appunti di qualsiasi genere siamo veloci sintetici E soprattutto non badiamo alla forma allo stile così anche i commentari sono una forma di scrittura rapida sintetica e priva di quegli artifici e ornamenti retorici che facevano della historia della storiografia un genere letterariamente elaborato e di qui arriviamo direttamente al secondo punto a che genere letterario sono ascrivibili i ora vi ho appena spiegato che già il titolo li dovrebbe distinguere dal genere storiografico che per la sua elevatezza formale si avvicinava molto alloratoria e fino anche alla poesia D'altra parte proprio nel filone storiografico che Cesare viene tradizionalmente inserito e a questo bisogna anche aggiungere il fatto che malgrado il titolo di commentari quest'opera risulta stilisticamente pregevole curata Insomma tutt'altro che un accozzaglia di appunti sbrigativi Insomma appunti non ha punti stile curato non curato sembra tutto un po' contraddittorio la conclusione a cui possiamo aggiungere è che il De bello gallico sia un'opera di genere per così dire ibrido un po' commentari un po' historia e un po' anche memorialistica e autobiografia dato che come sapete imprenditore parla di se stesso e delle sue imprese ora questa natura ibrida ha sicuramente contribuito anche la modalità di composizione dei commentari e passiamo così al terzo punto il bellum gallicum risulta composto di 7 libri dedicati ciascuno ad un anno di operazioni militari in Gallia dal 58 al 52 ora non ne siamo certi ma è molto probabile che la composizione dell'Opera abbia conosciuto due fasi il che ricollegandomi al discorso di prima spiegherebbe quell'ambiguità Fra commentari e historia la prima fase è quella degli appunti veri e propri che Cesare avrebbe preso annatim anno per anno man mano che le notizie arrivavano le vicende accadevano tutto Insomma era fresco fresco compresa la memoria fra il 52 e il 51 Cesare avrebbe poi rivisto e successivamente pubblicato tutto questo materiale di appunti dandogli anche quella forma e quella patina letteraria che lo avvicina alla historia vera e propria E a proposito di questi eventi narrati da Cesare è arrivato il momento di parlare del contenuto della materia dell'Opera Dunque il racconto meglio il resoconto della guerra Gallica dal 58 al 52 vi ho detto prima Un libro dedicato a ciascun anno più alla fine un libro Ottavo aggiunto da uno dei luogotenenti di Cesare per irzio e che funge per così dire da libro di raccordo fra il bellum Gallico Ma il bello Un civile che l'opera successiva di Cesare contiene infatti la narrazione degli eventi fra il 51 e il 50 quindi praticamente i prodromi della guerra civile ora vi ho pubblicato nel secondo dei miei video su Cesare di cui state vedendo il link in alto che egli aveva molto insistito e tramato per farsi assegnare come provincia in cui recarsi in qualità di proconsole allo scadere del consolato proprio la Gallia Cisalpina poiché intuiva che di lì sarebbero potute nascere occasioni di trionfore Infatti mentre Cesare si trovava da quelle parti fra l'altro spesso ospite a casa di Catullo la cui famiglia era originaria della Gallia Cisalpina e possedeva terreni e una bella villa a Sirmione gli elvezi una delle tante popolazioni nordiche che incontriamo nel corso dell'Opera intrapresero una migrazione verso Ovest in realtà è piuttosto lontano dall'Italia settentrionale Ma noi sappiamo bene che Cesare aspettava soltanto un pretesto per poter passare per poter Attraversare le Alpi e passare alla Gallia trans Alpino e con la migrazione e il successivo scontro con gli elvezi ha inizio il bellum Gallico la campagna contro gli elvezi e quindi la prima che troviamo all'inizio dell'Opera nel primo libro ora naturalmente non vi farò il riassunto dei sette libri sarebbe Insomma noiosissimo e anche inutilmente nozionistico vi basti sapere che l'intera opera e tutto un susseguirsi di campagne militari scontri battaglie vittorie Seppur con alterne vicende nei confronti di varie popolazioni e Tribù barbariche gli Svevi i belgi gli usi peti Treviri fino all'epico scontro finale il celebre assedio alla città di Alesia contro gli alverni di Vercingetorige Mi raccomando non dite per cingetori invece la i è lunga [Musica] Ma che noia Starà pensando Qualcuno è in effetti Come genere letterario Può anche non piacere però non pensiate che il De bello gallico sia un piatto resoconto di campagne militari una dopo l'altra perché in realtà come opera Presenta i suoi elementi di gustosa narrazione emerge per esempio Il fascino di una guerra condotta in territori disabitati e inospitali inverni gelidi boschi e Foreste fitti sentieri impervi da attraversare le marce dell'esercito in mezzo alla neve Guado dei fiumi insomma la narrazione bellica diventa anche il racconto di una lotta dell'uomo contro gli ostacoli della natura C'è poi tanta strategia militare Cesare concepisce la guerra non come azione bruta Ma come attività dell'intelligenza gli ostacoli della temperatura come abbiamo detto le posizioni scomode dell'esercito il carattere particolarmente bellicoso di alcune tribù galliche cali di umore dei soldati tutto questo Diventa ogni volta occasione per esercitare la tattica la tecnica e l'intelligenza e ancora un altro elemento di interesse della prosa del De Bello Gallico i famosi excursus etno-geografici Chi di voi non ricorda a memoria il celeberrimo inizio dell'Opera Gallia est Omnis divisa in parte stress ogni presente in tutti i libri di versioni è questa proprio la prima delle numerose digressioni geografiche ed etnografiche presenti all'interno dell'opera La descrizione della Gallia che Cesare nel non senza una logica pone al principio dell'Opera essendo appunto il teatro principale delle operazioni ma abbiamo anche la descrizione della Britannia nel libro quinto e poi quella famosissima la più lunga i costumi dei galli e dei germani del libro Sesto digressione etnografica che comprende anche la famosa esplorazione della Selva ercinia l'attuale Foresta Nera tutto un mondo primitivo arcaico popolato di strani animali che Cesare offre presenta per la prima volta ai suoi lettori e quindi anche a noi [Musica] Insomma non solo battaglie Ma perché scrivere un'opera di tal genere Quali sono le motivazioni intime che possono aver spinto Cesare a comporre il De bello gallico Beh intanto sicuramente per il piacere intellettuale di scrivere il nostro Giulio Cesare era sì un generale un militare insomma ma ciò non significa che fosse un becero Miles gloriosus al contrario era un uomo colto istruita andato a studiare oratoria e retorica in Grecia ed è proprio come oratore che aveva incominciato in gioventù la sua carriera pubblica a Roma oltre a questa motivazione diciamo ideale o idealistica c'era anche l'esigenza più prosaica di offrire testimonianze diretta delle imprese da lui compiute in prima persona anche perché questo gli dava la possibilità di presentare tali imprese e anche se stesso nella maniera a lui più congeniale è stato Infatti notato come l'autore pur senza mentire cosa che sarebbe stata impossibile così a ridosso degli avvenimenti tenda sempre a presentare le vicende sotto la luce migliore Mettendo in ombra gli insuccessi Ma anche gli eccessi di una guerra di stampo Indiscutibilmente imperialistico e questo per due motivi primo mascherare le reali finalità del bellum gallicum una guerra come vi ho appena detto di aggressione una guerra offensiva Ma che Cesare tenta di far passare come guerra difensiva quindi accentuando la necessità di difendere Roma dal pericolo di invasioni e anche mettendo in evidenza gli aspetti più religiosi e più spaventosi delle popolazioni barbariche secondo Cesare che mirava a grandi cose sapeva bene che al termine della guerra avrebbe tentato di prendere da solo le redini della res pubblica e quindi desiderava trasmettere attraverso la scrittura la percezione di aver compiuto un'impresa eccezionale [Musica] Ecco appunto l'ultimo aspetto del De Bello Gallico di cui vi voglio parlare la lingua e lo stile che però ci facciamo descrivere direttamente dalle parole di un autorevole personaggio Cicerone sentite cosa dice nudi sunt rectie et venusti Omni Ornato orazionis tamquam veste the tracta Nile stenim in sua storia pura et illustri bretate dolcius Ecco la traduzione la leggete sotto e io voglio farvi notare come sia senz'altro da ammirare l'obiettività di questo giudizio in quanto espresso da un Cicerone che come vi ho raccontato la scorsa volta provava nei confronti di Cesare un odio politico e un rancore un astio personale incommensurabili Dunque pura et in lustris bree Vitas queste le parole chiave dunque uno stile Sobrio e asciutto una sintassi semplice una costruzione della frase logica e Chiara che è Specchio della chiarezza e della lucidità del pensiero e come sobria la sintassi così lo è anche la lingua Cesare si propone un ideale di lingua media cioè una lingua che escluda i vocaboli troppo elevati e quelli troppo colloquiali arcaismi poetismi colloquialismi dialetti doppioni morfologici e fonetici via tutto e a questo aggiungiamo ricollegandomi a quello che dicevo prima Cioè l'intenzione di esaltare se stesso e le proprie imprese dando nello stesso tempo a vedere di essere obiettivo Cesare parla di sé e racconta in terza persona il che naturalmente rispetto alla prima persona come ci saremmo aspettati essendo una narrazione autobiografica amplifica l'idea l'impressione di oggettività e grazie a questo suo intervento sulla lingua Cesare insieme a Cicerone può essere considerato il sistematore della lingua latina che da quel momento si struttura in una grammatica Chiara regolare senza oscillazioni acquistando così forza e legittimazione la futura lingua dell'impero