Buonasera a tutti, grazie di avere questa manifestazione che veramente unisce, mi sembra, tante energie vercellesi da quelle della Fondazione, a quelle del Comune, a quelle della nostra Università del Piemonte Orientale. E' bello appunto vedere quando si riesce a organizzare delle cose così, tutti insieme. Allora, la Magna Carta, lo avete capito, è una cosa complicata, proviamo a semplificarla.
È una concessione fatta dal re d'Inghilterra, o strappata meglio ancora, strappata sai, direi senz'altro, strappata al re d'Inghilterra dai baroni e dal clero e in realtà dall'intero paese. Negoziata, concessa, poi rinegoziata di nuovo, ecco perché ci sono diverse versioni della Magna Carta. Concessa da due re, uno dopo l'altro, in pochissimi anni, perché?
Perché il primo era morto ed era rimasto il figlio bambino. Il primo re che concede la magna carta è nel 1215 il re Giovanni, il cattivo re Giovanni. Chiunque di voi abbia visto in vita sua un film di Robin Hood o un cartone animato della Disney di Robin Hood, ha ben presente il cattivo re Giovanni, fratello del buon re Riccardo. Qual è il punto? Il punto è che il buon re Riccardo era un re all'antica che non disturbava i suoi sudditi, che se ne andava in giro a fare le crociate, mentre il cattivo re Giovanni, suo fratello, era percepito come un cattivo re perché se ne stava nel suo regno e voleva governarlo sul serio.
Dove governarlo sul serio voleva dire nominare dei funzionari a cui delegare il suo potere sul territorio. Prima, sapete, il re comandava quando c'era lui di persona. E infatti i re medievali andavano continuamente in giro per il loro regno per farsi vedere.
E dove erano presenti riuscivano a riscuotere delle imposte, a imporre delle sentenze ai processi in corso, ma dove non erano presenti riuscivano a fare poco. All'epoca del cattivo re Giovanni, i re d'Europa stanno cercando tutti di farsi obbedire anche quando non sono presenti. nominando dei funzionari. Avete presente lo sceriffo di Nottingham?
Ecco, lo sceriffo di Nottingham è uno dei tanti funzionari che il re Giovanni nominava sul territorio col compito di rendere giustizia e, cosa che vi stupirà, dava un enorme fastidio ai buoni sudditi, riscuotere delle imposte. Per motivi misteriosi i buoni sudditi inglesi odiavano pagare le tasse. Di conseguenza un re che cercava sul serio di farle pagare veniva visto con odio e suscitava ribellioni.
Il re Giovanni concede la magna carta, poi muore, rimane suo figlio bambino, che nel 1217 vivrà fino al 1272, quindi era proprio piccolo nel 17. E che fosse così piccolo è un'ottima cosa per noi, perché aveva bisogno di tutori, aveva bisogno di consiglieri, il piccolo Enrico. E naturalmente i baroni e i vescovi del regno erano pronti a fare da consiglieri e tutori, ma c'era qualcuno in quell'Europa che considerava proprio dovere Sorvegliare la vita politica di tutti i regni e intervenire e garantire che le cose andassero abbastanza bene per quanto possibile, sopire i conflitti. E questo qualcuno era il Papa.
Il Papa in quel momento era al vertice del suo potere storico. Mai come in quel momento i Papi sono stati capaci di intervenire politicamente sul continente, di convincere i monarchi e i governi ad ascoltare i loro consigli. In quel momento era Papa Innocenzo III, uno dei grandi papi della storia.
E' il Papa, fra le altre cose, che ha autorizzato il progetto di quel folle che è arrivato a un certo punto da Assisi raccontando che lui aveva dato tutto ai poveri, sconcertando molto suo babbo mercante e che voleva fondare un gruppo di gente che andava in giro scalza a parlare con i poveri e a dare l'esempio della povertà. Un progetto del genere in altri tempi c'era già stato, l'avevano i Valdesi, quando erano andati a Roma a chiedere l'autorizzazione erano stati cacciati in malo modo. Una delle grandezze di Innocenzo III sarà di capire che quel matto di Assisi aveva un progetto che alla Chiesa poteva servire.
Chiusa questa parentesi, Papa Innocenzo III si considera il sorvegliante e il tutore di tutti i regni cristiani. E se in un regno cristiano c'è un re bambino, il Papa non può non mandare uno dei suoi figli. i fratelli, i cardinali, a seguire le vicende e a consigliare il piccolo re.
Questa è la nostra fortuna, il cardinale che viene mandato è il nostro Guala Bicchieri, da qui il legame tra Vercelli e la Magna Carta. Sotto la tutela di Guala Bicchieri e di altri baroni e vescovi, il piccolo Enrico concede la seconda versione della Magna Carta. Ma perché questa Magna Carta è così importante?
importante badate non soltanto per gli inglesi perché nella storia del diritto inglese e ne sentiremo parlare fra poco la Magna Carta è un punto di partenza di tante cose vere e anche di tante leggende di tante mitizzazioni ma in realtà la concessione della Magna Carta è davvero un momento fondamentale della storia d'Europa perché? Noi viviamo in un'epoca in cui vivere in democrazia in Europa significa che presidenti della Repubblica, eventuali monarchi dove sono sopravvissuti, e soprattutto governi e presidenti del Consiglio, non possono fare praticamente niente senza l'approvazione di un Parlamento. Fino ad oggi questo è stato il punto d'arrivo della storia d'Europa. Ma è stato un punto d'arrivo a lungo contestato. Per molti secoli la storia d'Europa ha voluto dire, dal punto di vista politico, il conflitto fra dei sovrani che volevano imporre un potere assoluto.
che volevano poter dire lo Stato sono io e che non intendevano dover rendere conto a nessuno di quello che facevano e dall'altra la tendenza, sempre forte in tutte le epoche della storia dell'Europa, la tendenza del paese o almeno delle sue elite a voler impedire al sovrano di fare tutto quello che voleva. Questa è una lunga storia che risale già alla fine dell'antichità, agli inizi del Medioevo. È una storia che comincia quando la storia dell'impero romano si incrocia con la storia del cristianesimo. E gli imperatori romani diventano cristiani, Costantino, IV secolo d.C., e diventando cristiani gli imperatori romani possono spiegare ai loro sudditi che Dio li ha messi sul trono e che come c'è un solo Dio in cielo c'è un solo imperatore romano sulla terra e che l'imperatore romano risponde soltanto a Dio.
sulle monete di Costantino l'imperatore è raffigurato che guarda in alto non guarda davanti verso gli occhi dei sudditi che guardano la moneta no no, guarda in alto, verso Dio con Dio l'imperatore ha un filo diretto e quindi se risponde a Dio non deve rispondere a nessun altro questa è l'ideologia che le monarchie europee nel Medioevo ereditano dall'impero romano Ereditano questa ideologia i sovrani barbari. Quando il re dei Longobardi, Rotari, decide di far scrivere le leggi dei Longobardi, VII secolo, nel prologo di queste leggi scrive che lui, Rotari, ha deciso quali leggi scrivere e che lui, Rotari, può far uccidere chiunque e nessuno deve protestare o tentare di vendicarsi se il re fa uccidere qualcuno, perché i cuori dei re sono nelle mani di Dio. salmi dal libro dei salmi quindi c'è un fondamento biblico per cui i re europei ritengono di rispondere soltanto a Dio ma nel corso del medioevo a un certo punto qualcuno mette in discussione questa idea che i re traggano il loro potere da Dio E' l'epoca in cui sta crescendo il potere dei papi per l'appunto.
Ben prima di quell'innocenzo terzo di cui vi parlavo, ben prima del re Giovanni, c'è lo scontro fra Gregorio VII e Enrico IV. Avete presente Canossa, l'imperatore che si presenta... presenta pentito a Canossa la lotta per le investiture, undicesimo secolo, come vedete salto da un secolo all'altro come se fosse niente, ma c'è un filo rosso che cuce queste vicende.
Al tempo del grande scontro fra il Papa e l'imperatore, Papa Gregorio si VII scrivendo a un vescovo tedesco, scrive qualcosa che non si era mai sentito prima di allora. Il Papa scrive, è ovvio che la Chiesa è superiore all'impero, non solo perché la Chiesa romana l'ha fondata lui. quando ha detto tu sei Pietro e su questa pietra fonderò la mia chiesa ma anche perché l'impero invece non l'ha fondato Dio neanche per sogno gli imperatori non li ha affatto messi sul trono Dio l'impero dice Papa Gregorio VII intanto l'hanno inventato gli antichi romani pagani che non conoscevano niente del cristianesimo e chi è diventato imperatore?
Questa è la parte più interessante. Scrive il Papa è ovvio che gli imperatori e i re sono i discendenti di quelli che hanno rubato più degli altri che spinti dal diavolo, con la prepotenza, con la malizia, con l'assassinio, con tutti i delitti si sono arricchiti e hanno voluto sottomettere i loro pari, gli uomini perché gli uomini, dice il Papa, sono creati tutti uguali E pretendere di essere superiore e comandarli è solo il diavolo che l'ha messo in testa all'imperatore e ai re. Ovviamente il Papa non vuole fare il comunismo.
Il Papa vuole che i re riconoscano che la loro legittimazione gli viene dalla Chiesa. Che solo obbedendo alla Chiesa e accettando i suoi consigli, i sovrani sono legittimati a governare. Allora, a partire da questo momento, nel mondo medievale, è molto accesa la discussione. Perché ci sono i re?
Da dove vengono fuori? La tesi del Papa, la tesi estrema, sono quelli che ha rubato più degli altri, non trova grande ascolto, ma pochi ormai credono ancora che il re le abbia messi lì Dio. La tendenza è a dire, no, ci deve essere stato un momento in cui il popolo ha capito che un re ci voleva.
Deve essere questo. Lì viene bene un'idea a cui gli intellettuali del Medioevo erano affezionati, il vecchio mito dell'età dell'oro. C'è stata un'epoca in cui gli uomini erano tutti uguali e non c'era la proprietà e si viveva in pace e all'epoca i re non c'erano. Poi, quando il primo imbecille ha recintato un pezzo di terra e ha detto questo è mio e il suo vicino ha detto è tuo, non è vero! E' assaltato lo steccato, come Remo al tempo di Roma, della fondazione di Roma.
E il vicino ha detto, no è mio, e gli ha spaccato la testa. Lì, dicono molti nel Medioevo, lì è cominciato il male, dalla proprietà privata e dalla difesa della proprietà privata. E quindi, siccome ormai non si torna indietro, è stato necessario nominare un re. Un best seller del medioevo del 200 scritto poco tempo dopo la concessione della magna carta il romanzo della rosa un libro che tutti avevano letto nel medioevo sa anche com'è che è stato scelto il reddice quando la gente ha capito che ci voleva un re. Si sono guardati intorno, hanno preso il contadinaccio più grande e grosso che hanno trovato, gli hanno messo un gran villano, dice il romanzo, gli hanno messo un bastone in mano e gli hanno detto tu fai il re.
Ora, è naturale che a questo punto il problema è fin dove il re può comandare. E' chiaro che il re non comanda per grazia di Dio, anche se i re continuano a dirlo, anche la magna carta comincia così, Ioannes dei grazia rex Anglie, per grazia di Dio re d'Inghilterra, ma nel dibattito il discorso è un altro, il re regna nell'interesse del popolo e deve fare l'interesse del popolo. Questo dibattito, fra parentesi, nel 200 andrà incredibilmente avanti, perché i teologi, Sant'Ommaso, Sant'Ommaso d'Aquino per esempio, si diranno, va bene, allora un re regna per fare l'interesse del popolo, e se un re non fa l'interesse del popolo, del popolo. E' ancora un sovrano legittimo? No, risponde San Tommaso d'Aquino.
E' un tiranno, non è un re legittimo. E' contro un tiranno, sapete come procedono i teologi, posta una questione si arriva a una risposta. risposta, ma da quella risposta nasce un'altra domanda, allora il tiranno non è un re legittimo, i sudditi sono tenuti a ubbidirgli?
No, risponde Sant'Omaso d'Aquino, e possono ribellarsi? Si, risponde Sant'Omaso d'Aquino, e se il re è cattivo, il tiranno resiste, possono ammazzarlo? Si, risponde Sant'Omaso d'Aquino, certo che possono ammazzarlo, è un tiranno. Capite che la discussione politica nel Medioevo era un po' più avanti di quello che noi a volte ci immaginiamo. In questo contesto i re invece non solo stanno ripetendo che loro sono mandati lì da Dio, ma stanno cercando di rafforzare il loro potere.
Noi in Italia ne avevamo conosciuto uno poco tempo prima, di re, che non si accontentava di quel poco potere che avevano suo padre e suo nonno, ma ne voleva molto di più. Vi ricordate Federico Barbarossa? Federico Barbarossa, re d'Italia, imperatore e quindi re d'Italia. 50 anni prima, 60 anni prima della concessione della Magna Carta era venuto in Italia a dire io voglio mettere dei miei funzionari, mettere dei giudici miei, del re, riscuotere delle tasse. I comuni italiani gli avevano detto che non si poteva fare.
Non ti paghiamo le tasse quando passi di persona, come sempre. No, aveva detto Barbarossa, io le voglio riscuotere tramite i miei funzionari, le tasse, anche quando non sono presente di persona. Sapete tutti com'è andata a finire.
25 anni di guerra, la battaglia di Legnano e il passo indietro dell'imperatore che riconosce che il potere in Italia ce l'hanno le città e che lui chiederà qualcosa solo quando passa di persona. Pace di Costanza 1183 con l'aggiunta e prometto che non mi fermerò molto. Testuale, c'è scritto in latino nella Pace di Costanza. Però gli altri re d'Europa, Barbarossa ha fallito, ci riproverà il suo nipotino Federico II di Sveglia, fallirà anche lui dopo anni di guerre. Gli altri re d'Europa ci provano, tutti ci provano.
E tutti devono superare la resistenza del paese. Cos'è il paese? Chi parla forte sono la chiesa, i vescovi e poi i nobili, i grandi nobili, i baroni, i grandi feudatari.
Loro parlano forte perché sono i primi a essere offesi se funzionari del re compaiono all'improvviso sulle loro terre a riscuotere delle tasse. Ma trovano il sostegno della mentalità collettiva, perché la mentalità collettiva è convinta, al di là del fatto che il re deve regnare nell'interesse pubblico, ma poi è anche convinta del fatto che il re deve vivere del suo e non deve mettere le mani nelle tasche della gente. I re medievali sono grandi proprietari terrieri, hanno enormi possedimenti, quindi grandi rendite, deve bastargli questo, pensa la gente.
In realtà non è possibile, tutto costa sempre di più, la corte costa, la guerra costa enormemente, i re per creare un vero stato devono tassare. E non, come dire, non distruggo certo, non faccio certo uno spoiler, se vi dico che nella storia i re tasseranno sempre di più, gli stati diventeranno sempre più potenti, sempre più invasivi, la tendenza storica è quella, però con alti e bassi. Un basso! E' quello che succede al povero re Giovanni, il quale si trova di fronte a una rivolta così ostinata dei baroni e della chiesa, i quali sono così unanimi nel dire noi parliamo a nome del paese, di tutti gli uomini liberi del regno d'Inghilterra. E un po' ci credono, e un po' no, ma insomma alla fine il re Giovanni è costretto a cedere.
Il re Giovanni è costretto a cedere e a firmare, a concedere, ufficialmente è una sua concessione, noi Giovanni, per grazia di Dio, re d'Inghilterra, seguono nella prima versione appunto 63 clausole, ognuna delle quali è un passo indietro del re. Non farò questo, non farò quello, non farò quest'altro senza il consenso del paese. Tantissime di queste cose hanno una rilevanza storica e giuridica che fra pochissimo sentiremo sottolineare. Io mi fermo solo su quella che, tutto sommato, forse è la più importante dal punto di vista politico generale, cioè sulla linea che vi ho indicato del conflitto fra la tendenza dei re all'assolutismo e lo sforzo di limitare invece il loro potere, il re. Dice, fra tante clausole, non è la più importante.
Prima ha parlato di altre cose, della libertà della Chiesa di eleggere i vescovi senza intromissioni, della libertà delle vedove di sposarsi o non sposarsi senza che il re le costringa a sposarsi. Capite qual è il punto? La vedova di un grande nobile, erede di un grande feudo, e chi governerà questo feudo? Facciamole sposare! Ecco, ci sono tante cose.
A un certo punto viene fuori una clausoletta. Non imporrò mai una richiesta di denaro nel regno, ve lo dico in latino, nisi se non per comune consilium regni nostri, con il consiglio e quindi l'approvazione comune del nostro regno. E poi dice, e per avere il consiglio del paese, cioè per sapere se il paese è d'accordo quando io chiedo dei soldi, mi impegno.
a convocare gli arcivescovi, i vescovi, gli abati, i conti e i baroni individualmente con lettere di convocazione per ciascuno e anche tutti quelli che tengono terra direttamente da me, che vuol dire tutta la piccola nobiltà di campagna mi impegno a convocarli con anticipo di almeno 40 giorni in un luogo prefissato per sentire il loro consiglio e la mia esperienza è stata molto bella ...without representation, no? Ecco, che non imporre tasse senza aver chiesto il parere di quelli che dovranno pagarle. Questa cosa gli inglesi si abitueranno a chiamarla il Parlamento. E, chiudo, quando un re d'Inghilterra, secoli dopo, all'inizio del Seicento... Dopo che per secoli e secoli i re inglesi ci sono sforzati di modificare, di ridurre, di rimangiarsi qualcosa, è stato un continuo braccio di ferro con la nobiltà, con la chiesa, col paese, ogni tanto vinceva il re e riusciva a fare qualcosa di più senza dover convocare, ogni tanto un re debole invece non poteva muovere un dito senza convocare e ascoltare.
Finalmente all'inizio del Seicento un re inglese Rendendosi conto che in giro per l'Europa e ormai gli altri suoi colleghi stanno diventando sovrani assoluti, siamo verso la metà del 600, non è inizio, quando ormai in Francia il giovane Luigi XIV è già sul trono, ecco, e anche un re inglese, Carlo I, dirà, anch'io, dato che vengo da Dio e Dio mi ha messo sul trono, che che ne pensino per gli altri, ma io regno per grazia di Dio. E mi rifiuto di assoggettarmi al controllo di un Parlamento, dove ormai non siedono più soltanto i baroni e i vescovi nella Camera dei Signori, Camera dei Lord, ma anche appunto la piccola nobiltà e i borghesi delle città, la gente comune, Camera dei Comuni. Io non mi assoggetterò più. Al primo conflitto con il Parlamento, il re decide di sciogliere il Parlamento e andare avanti da solo.
Il Parlamento rifiuta di sciogliersi. Il re Carlo decide di scioglierlo con la forza, recluta truppe. Il Parlamento recluta truppe. Scoppia la guerra civile inglese.
Il Parlamento vince la guerra civile, arresta il re, lo mette sotto processo per alto tradimento. Rifiutando di sottoporsi al controllo del Parlamento, il re... che non è affatto messo lì da Dio, ma è messo lì dal paese, ha tradito il paese.
Perciò il Parlamento processa il re per alto tradimento, lo condanna a morte e gli taglia la testa. Tutto questo è in qualche misura uno dei punti d'arrivo, attraverso mille strade traverse naturalmente, di quei conflitti che secoli prima si erano tradotti nella concessione della Magna Carta. Grazie.