Seconda lezione dedicata alla critica del giudizio kantiano, oggi ci occuperemo del concetto di sublime, del genio artistico e poi del giudizio teleologico. La critica del giudizio affronta il giudizio riflettente, quello che esprime dunque gusto, valore, e si divide in due, il giudizio riflettente estetico il bello e il sublime e poi ci sarà il giudizio riflettente teleologico che indaga il fine della natura, il fine della vita, delle cose. Oggi vediamo questi tre temi.
Partiamo dalla scorsa lezione. Cos'era il bello? Il bello è il giudizio riflettente che risponde ad alcuni criteri. Il bello è senza interesse, il bello è...
senza scopo, il bello è senza concettualizzazione, ma il bello è senza anche possibilità di venire meno, cioè è assolutamente necessario. Dunque di fronte a una cosa noi possiamo esprimerne la bellezza perché essa è appunto manifestata dal disinteresse, dall'assenza di una concettualizzazione, dalla necessità che sa per noi e anche dall'assenza di uno scopo. Il bello è un giudizio riflettente che però nasce dalla mente dell'uomo, dal rapporto che si instaura tra l'uomo e la cosa e questa è la rivoluzione gnoseologica, abbiamo detto, kantiana.
In noi vi è una struttura mentale che contiene il senso della proporzione, il senso dell'armonia, il senso della libertà e di fronte a oggetti che rispondono a questo che... criterio, proporzione, armonia, eleganza e libertà, noi esprimiamo il giudizio di bello. La scorsa volta vi dicevo, appunto, di fronte ad un cavallo, noi diremo che è bello, perché il cavallo ha che cosa?
Eleganza, armonia, proporzione. E tra la corsa del cavallo e la corsa di un cricetto, noi diremo che è più bella la corsa del cavallo, perché appunto è armoniosa e proporzionale. Di fronte a un corpo umano che ha...
una proporzionalità, un'eleganza, esprimeremo un giudizio di bellezza rispetto a un corpo umano che può essere magro, magro, magro, magro, grasso, grasso, grasso, grasso, ultramuscoloso, andremo invece incontro a dei giudizi riflettenti molto più relativi. Invece il corpo del discobolo rispetto al corpo di un ragazzo magrissimo e maciato o rispetto al corpo di un ragazzo obeso o del campione mondiale di culturismo, noi diremo che quel corpo, il discobolo greco è bello, poi qualcuno può piacere. il corpo magro e maciato, il corpo di una persona obesa o il corpo del campione del mondo di culturismo. È chiaro?
Ma il corpo del discobolo risponde a quei criteri di bellezza che sono soggettivi perché sono nell'uomo, ma poiché tutti gli uomini possiedono gli stessi criteri di giudizio di bellezza, sarà appunto un bello oggettivo. Va bene? Passiamo ora a vedere il concetto di sublime. Sul concetto di sublime aveva già scritto un saggio importante Edmund Burke, il quale nell'opera Ricerca sull'origine dell'idea del sublime e del bello aveva detto che il sublime ha a che fare con la dismisura, l'opera è Ricerca sull'origine dell'idea del sublime e del bello.
In quest'opera Burke ci dice che le cose che noi giudichiamo sublimi rispondono a un criterio, quello dell'essere sproporzionate, dell'essere fuori da una misura ordinaria. Dunque il sublime ha a che fare con la sproporzione, con la dismisura e Kant parte da questo saggio di Burke e aggiungerà altre riflessioni. In modo particolare, dice Kant, il concetto di sublime è Un giudizio estetico che ha profondamente a che fare con la dismisura, la sproporzione, ma anche con un qualcosa che immediatamente ti coinvolge e ti travolge. Il sublime è qualcosa di sproporzionato, è qualcosa di grande, è qualcosa che va oltre le misure canoniche.
di armonia e che ti travolge, ti sconvolge. Dunque il sublime ha a che fare con un rapporto di sproporzione tra il soggetto, uomo, che è sempre il soggetto che giudica, che è sempre il soggetto che conosce e critica la ragion pura, che agisce in maniera emorale, critica la ragion pratica, che giudica in maniera valoriale. nella critica del giudizio, è sempre l'uomo il soggetto, tutta la rivoluzione copernicana è una rivoluzione antropologica, l'uomo è il soggetto della conoscenza, l'uomo è il soggetto della morale, l'uomo è il soggetto del giudizio estetico, è chiaro? Ma quando vi è il sublime?
Quando l'uomo entra in rapporto con qualcosa che va al di là di ogni misurazione? va al di là di ogni proporzione, qualcosa che per le sue dimensioni lo sconvolge. Dunque c'è una dimensione talmente grande che produce in noi, che nasce in noi, turbamento, sgomento, il sublime lascia spesso senza parole.
Questa è una caratteristica del sublime. Lascia basito. Allora ecco che Kant qui produce un passaggio filosofico, estetico, veramente, veramente grandioso, perché ci dice che il sublime, che ha a che fare con le dimensioni, con le sproporzioni, con le dismisure, lo dobbiamo ulteriormente dividere, il sublime, in due parti. Due sono i concetti di sublime. C'è il sublime matematico e il sublime dinamico.
Vediamo alcuni esempi che qua ho selezionato. Partiamo da qua. Quella che vedete è una toga.
torre, un po'gattacielo scusatemi, che è più grande di quello che potevano essere le torre nell'antico medioevo. Voi sapete che ci sono a Kuala Lumpur, a Dubai, a Lempastel tantissimi grattacieli che superano i 130, 150, 180, 200 metri. L'uomo di fronte a questi palazzi, piccolo, sotto di essi, prova un senso di smarrimento, sbigottimento, di maestosità che lo schiaccia.
Questo è il sublime. matematico perché ha a che fare con le proporzioni, bravo Antonio, con le dimensioni e dunque c'è una dimensione numerica, qui parliamo di numeri di altezze, che di fatto è incommensurabile, la possiamo ovviamente misurare, se degli ingegneri l'hanno progettata e poi delle imprese l'hanno costruita vuol dire che... che è ovviamente misurabile ma per voi, per noi uomini quando siamo lì sotto quella grandezza è smisurata è immensa e ci fa sentire piccoli piccoli piccoli dunque provoca in noi un piacere, c'è il piacere del sublime matematico. Perché ragazzi, quando portate vostro fratellino piccolo, avete portato a vedere anche uno zoo safari, quello che vorrà vedere saranno gli elefanti, le giraffe, i rinoceronti, gli ipopotami, perché sono grandi. Oppure se vuole vedere gli animali piccoli, cioè prima o dopo vorrà vedere quelli particolarmente grandi, pericolosi serpenti rai ci arrivo dopo inoltre di sublime ma le dimensioni contano l'elefante perché piace di più perché è grande perché la giraffa piace di più perché il collo della giraffa che un collo sproporzionato rispetto tutti i colli ad affascinare quante ragazzi canta quell'omino che a koenigsberg è nato e vissuto del morto senza essere mai uscito di colpa la cittadina ha gettato le basi per spiegare i giudizi estetici guardi che dopo queste lezioni quando voi vi rapporterete al comunque giudizio estetico in ambito cinematografico scultore architettonico o anche naturalistico vedrete che i concetti kantiani vi ritorneranno non caldo nella parola fine in ambito dell'estetica ma è un pilastro dell'estetica e chiaro dunque inizia che a fine ott e qua a Torino, la nostra cittadina.
Era rapito, dice a Torino, dalla molla antonelliana. Perché? Perché era l'emblema, il simbolo di quell'uomo che voleva quasi con potenza spiccare il volo, elevarsi.
Era uno dei monumenti più alti d'Europa. dopo la Torre Eiffel la Mole Antonelliana e la fascinazione della Mole Antonelliana è la dimensione altezza, vai sotto quando vi vedete nel cinema, passate appunto vicino a Palazzo Nuovo e vi sentite sopra, alzate, alzate, alzate oppure salire salite dall'interno della Mole, trovate l'ascensore cos'è? Qual è il fascino?
di salire in alto, in alto, in alto, guardare le cose piccole, piccole, piccole questo è il sublime ma matematico. Vi permetto una divagazione e provocazione, se mi mandate le vostre mamme a colloquio, io mi saprò difendere, siete grandi, ma poi non siete voi che siete grandi. Questo che vi proietto è l'uomo.
con il pene più lungo del mondo nessuno di voi dirà che è bello ma perché questo video è cliccato cliccato cliccato cliccato va bene? è vero che su pochi giorni fa l'hanno messo perché nessun pene ha queste lunghezze E questo è un esempio non aulico di ovviamente sublime matematico, perché un pene che va oltre i 50 centimetri non è umano. Poi questo uomo qua non l'ha fatto con una protesi ma con creme, se l'ha già molto molto molto grande, ha dei pesi allungati, perché vuole entrare nel Guinness dei premati ed è un fenomeno da baraccone. E'chiaro? Nessuna ragazza o ragazzo in base ai gusti sessuali dirà che bello.
mi piace probabilmente per amoreggiare potrà dire lo voglio vedere per le dimensioni sublime matematica è la grandezza a fare l'uomo più alto del mondo perché nessuno dice che bello vorrei fidanzarmi due metri e cinquantacinque cammina con dei bastoni bastoni e ha bisogno di tutori alle ginocchia talmente, però perché ne siamo attratti è il sublime matematico i nani perché i nani incutono timore E'il sublime matematico, il nano è piccolo, piccolo, non è come noi, è vicino al piccolo del nano, costruiamo paure, angosce. Se qua adesso entrasse un nano piccolo, noi rimarremo subito di soprassalto, reggeremo di soprassalto, sento una persona invece di norma altezza. No, è il sublime matematico, King Kong, Godzilla, quel successo di Godzilla e di King Kong.
sono le dimensioni dunque le dimensioni contano contano per far paura per promuovere angoscia per portare appunto turbamento le dimensioni quando voi pensate a questo sentimento questa emozione di rapimento di piacere rispetto al gigantismo ecco... siete all'interno del giudizio riflettente detto sublime matematico. Il sublime matematico ha appunto a che fare con le grandezze, la nostra ragione. di fronte alle grandezze sproporzionate e attratta e le giudica come sublimi penso che esempi fatti vorrebbe essere tutto chiaro Secondo concetto di sublime, il sublime dinamico. Il sublime dinamico nasce di fronte, in presenza, di fronte alle potenze della natura.
Di fronte alle manifestazioni dinamiche, tumultuose, potenti della natura, lì vi è. Lì sorge il sublime dinamico. Allora capite questa natura forte, violenta, in mutamento, dinamica, a che attrae l'uomo. Kant, di fronte a questo mutamento, che attrae l'uomo, sostiene che nasca un'attrazione.
Kant sostiene che l'uomo sia attratto dalla forza dinamica tumultuosa e violenti della natura. Kant... Kant, grande illuminista tedesco, prussiano, europeo, ma nella critica del giudizio grande anticipatore delle tematiche del romanticismo che è il prossimo argomento di filosofia.
Nella critica del giudizio il concetto di bello, il concetto di sublime matematico, il concetto di sublime dinamico, di genio artistico, vediamo tra poco. La critica del giudizio, questi temi, ci portano al romanticismo. Nella critica del giudizio vi è la porta che si apre sul romanticismo. La porta che si apre sul romanticismo, che ci conduce nella stanza del romanticismo, l'ha costruita e l'ha anche aperta Kant, Kant ha lasciato le chiavi per arrivare al romanticismo.
Sturmundrano, il momento tedesco, impia, tempesta. Ecco il sublime dinamico. C'è questa roba qua, questo è il sublimidinamico.
Cos'è? Questo è un tornado, fulmini, tempeste. Torre che si muove! Una volta che ci mettiamo in salvo, cioè che non ci sta per travolgere, sapete cosa facciamo di fronte a un tornado?
Prendiamo il telefono e lo fotografiamo, la macchina fotografica, o filmiamo. O quando al telegiornale ci fanno vedere un terremoto, cosa facciamo? Dopo aver provato lo sgomento, la tristezza per eventuali danni a...
beni artistici alla natura o sgomento per i morti, noi siamo attratti dalla forza maestosa, ha distrutto tutto, guarda quella colata di lava, sta per travolgere. svolgere le abitazioni, guarda le crepe di quel terremoto, guarda quel tornado come ha travolto, una volta che uno non sa, sa che non ci sono più morti e vede quelle macchine galleggiare, ragazzi noi ne siamo attratti, è il sublime dinamico che ci spaventa, ci travolge, ma che c'è tanto, guarda la forza, il fiume è esondato, è uscito, ha superato gli argili, ha rotto, ha travolto tutto, guarda, guarda quella c***a, guarda quella quella casa non c'è più, guarda quel camion che galleggia, quella forza della natura ci porta ad essere attratti, questo è il sublime dinamico, è lo stesso cinema, ha costruito molti film catastrofici su questa attrazione che abbiamo, di fronte appunto a determinate anche tragedie, noi approviamo un senso di attrazione. non diciamo che è bella, ma proviamo un'attrazione perché è maestosa in mutamento, è travolgente e vogliamo capire o comunque ne vogliamo scoprire degli aspetti, ne siamo attratti. Questo è il sublime appunto, dinamico, ha a che fare con l'impio della natura. Allora ecco qua il romanticismo, i quadri di Turner con la natura tempestosa, il mare in tempesta.
tutta una serie di grandi tematiche romantiche sono anticipate dalla critica del giudizio. Ma il sublime dinamico, questo passaggio è veramente geniale da brividi, è anche tipico e anomalo, dunque tipico vuol dire che abitudinario, è attribuibile alla legge morale, alla nostra moralità. Cioè, cosa viene sublime nell'uomo?
penso che pagine così belle sulla moralità non siano mai state scritte, di sublime nell'uomo di la possibilità di essere morale. L'uomo ha la possibilità di essere morale, lì c'è del sublime. perché c'è dinamismo, c'è sforzo, c'è gigantezza, gigantismo.
L'uomo può essere titanico in una cosa, nell'essere morale. Adesso c'è la barra, non vale più, rigore. Arbitro, non era rigore, non mi ha toccato. Sultime.
Sublime perché è contro tutte le altre normalità. Va bene? Il ragazzo davanti a voi perde 300 euro, riescono a dare tasche.
Non c'è nessuno che sta vedendo che voi li raccogliete. Scusa, hai perso questi soldi. Sublime.
Perché è gigantismo, perché è titanico. perché nessuno li sta vedendo, metti in tasca, torna a casa la sera, non ce l'hai più, dirà chissà dove li ho persi, infatti voi li siete usati per andare a fare la spesa, slot machine, infine, di modi, andare in vacca, quello che avete fatto da fare, è chiaro, però non slot machine ovviamente. Il sublime della legge morale, ok? Qualcuno sta prendendo in giro la vostra compagna perché brutta, secondo i caroni, dicevo prima, o quelli stupidi ma spesso della nostra società, perché grassa, perché i brufoli, le medie, sapete, e voi anziché girarvi dall'altra parte ed unirvi al coro dei denigratori bulli violenti no, vi mettete in mezzo avete paura di prenderla, avete chiamato qualcuno ma non fate finta di niente, lì è sublime il gesto perché appunto Richiede una dinamicità forte, perché richiede la forza invincibile della ragione morale.
Tu devi perché devi. Va bene? battuta della tua squadra a pallavolo punto che qua c'è l'occhio di falco ma c'è in serie A a due nostri campionati non c'è battuta della tua squadra e fuori sei sul 17 a 4 o 5 per te fai il figlio no arbitro era fuori siamo sul 23 pari hai fatto la battuta l'arbitro te la dà buona hai visto che è fuori sublime dire arbitro era fuori l'arbitro l'ha data dentro era fuori anziché andare 24-23 tu con la tua squadra va 24-23 l'altra squadra il titanismo il gigantismo l'essere sublime del gesto morale non lo misuri su 17 a 4 ma sul 23 pare una serie di esempi dove la legge morale secondo canto è un esempio di sublime perché ragazzi essere giusti costa fatica disco che c'è l'altro giorno se fossimo programmati alla giustizia da un software non sarebbe neanche più morale cioè tutti noi ci comporteremmo bene ok come le famose leggi della robotica di asimo e io e voi non possono fare del male agli uomini perché sono programmati così invece noi possiamo fare del male ma possiamo fare del bene sublime è la scelta del bene rispetto al male sublime è la scelta del giusto rispetto allo sbagliato, va bene? e dunque l'ho commesso, l'ho fatto potevi non farlo hai avuto la scelta, a volte anche estrema, difficile di compiere la moralità va bene?
Questo è il sublime è chiaro a tutti? sublime dinamico e sublime ovviamente matematico. Passiamo allora all'altro concetto che voglio affrontare oggi, che è il tema del genio.
Il genio, che cos'è il genio? Ancora una cosa, anche il dolore morale ha una dimensione di sublime dinamica. E'chiaro, noi potremmo anche essere attratti da dolore morale o dall'avere paura. La paura e il dolore possono essere appunto dei sublimi dinamici.
Dunque, senza essere uno psicanalista, siamo a cent'anni prima dell'invenzione psicanalista di Freud, Kant ci dice che il male, il dolore, la pura, sono forme di male, possono attrarre perché hanno quella dinamicità, quell'aspetto di sublimo. di lacerazione che ci può affascinare. Faccio un esempio, la F1 diventa noiosa ma c'è un momento in cui non lo è la partenza, perché ci sono i sorpassi, lo spero, ma nella partenza c'è un'altra cosa, c'è l'incidente possibile, il quale nella maggior parte di tutti i giorni è stato un'incidente. casi non porta nulla, però potrebbe anche portare a qualcosa, ma è quello il momento che lo spettatore aspetta, perché c'è l'incidente, perché c'è l'incidente. Nella box c'è il cazzotto che ti può stendere, il KO, noi non ci pensiamo.
In questi sport alcune persone muoiono, perché nei sport di combattimento ogni tanto spina dorsale, cervicale, emorragia, si muore ed è quello che affascina lo spettatore. Quello è uno sport in cui tu puoi morire. E io quando lo guardo questa cosa lo so. E non voglio che accada, pensaci bene, ma poi guarda come l'ha steso, l'ha spaccato, e magari è morto.
Ma la prima cosa che hai detto è guarda come... E ha detto fortissimo! Non si alza, passa a dire Oddio morto, speravo di no Ma tu volevi vedere quel cazzotto più forte degli altri cazzotti E lì c'è la morte È chiaro? Fascinazione del dolore E un momento anche della paura Che potesse quando sei bambini andiamo in cantina, cosa c'è sotto in cantina? Difficile che ci sia, no?
Il fratello deforme che i tuoi genitori hanno nascosto prima che tu nascessi, però immagini che ci possa, è difficile che ci sia la mamma impagliata, la Norman Bates, ma tu cominci a dire chissà cosa c'è, il buio ci attrae. Che cos'è invece il... Il genio artistico, secondo Immanuel Kant, è questa forza creatrice, questa forza di produzione di opere esemplari, questa forza di produzione di opere non di fatto poi riproducibili, imitabili. Il genio artistico è colui che agisce, produce.
Arte per il piacere di farla. Il genio artistico è forza, dinamicità e produzione e spontaneità. L'arte è vera quando è spontanea e il genio artistico è produzione spontanea.
Non è ho fatto un contratto con Mondadori, con Sony Pictures ed entro tre anni devo scrivere quattro libri, entro tre anni devo fare tre film, scrivere... Quello è il buon mestirante e poi alcuni mestiranti sono strepitosi, eccezionali. Secondo Kant però il genio è colui che produce arte quando se la sente, quando è ispirato, quando vuole. Leonardo da Vinci, Raffaello, Donatello, ma forse anche registi come Kubrick facevano film quando volevano.
Sono un po'le eccezioni, Tarantino, una carriera molto lunga, una fatti otto. Cioè alcuni registi, alcuni scrittori, ho ascoltato che hanno fatto tre o quattro romanzi, alcuni pittori, alcuni scultori hanno avuto un'edizione geniale anche perché era spontanea la produzione. Poi non vuol dire che non ci tenessero ad avere successo, ad essere pagati, a guadagnare tanti soldi, intendiamoci, ma producevano quando erano ispirati, spontaneamente e liberamente.
Dunque il genio è colui che fa arte ancora per il piacere. per il gioco, noi di alcuni artisti ci accorgiamo guarda questo album i primi album anche di un rocker come era Ligabue, ti accorgevi guarda che genuinità non voglio offendere nessuno, ma saranno 15 anni che fa la stessa canzone e diciamo, cosa è sta roba qua? sta continuando a riprodurre più o meno la stessa cosa, però lui ha avuto un mero ha costruito anche un po'un genere, ha rinnovato quel momento lì, del primo Ligabue c'è l'innovazione artistica Sua genialità non vorrei poi esagerare, però c'è un elemento, ok?
È chiaro, nei Pink Floyd, nelle Zeppelin, i mostri sacri andiamo, i Nervous Prince, il King Vent, determinate... Il genio è quello, chiaramente il maestro della musica classica, per prevenire più vicino a voi, però ovviamente Beethoven, Chopin, Mozart, ok? la produzione artigiana di pittori, ok?
Goya, gli scrittori, i poeti, lo pare che Leopardi avesse una commissione nella casa editrice, allora mi metto qua a scrivere a Silvia, no? Perché appunto l'editore vuole il libro per le strane di Natale, poi dopo ne faremo una fiction e poi se ne parlerà, ok? Delle operette morali nel salotto televisivo la sera, è chiaro?
Dunque c'è una genialità nella produzione libera. Dunque il genio, crearti spontaneamente, il genio è libero, E soprattutto il genio spontaneo, libero, è colui che crea, produce in maniera anche vulcanica ed è colui che nel momento in cui produce crea un esempio, crea un modello. Cioè noi diciamo che è un'opera d'arte, una scultura alla canova, è il modello. che hanno portato un modello.
Questa è una poesia dannunziana. Ma questo è un modo di fare poesia alla Ungaretti. Questo è un romanzo alla Stephen King.
Guarda, questa struttura è un po'alla Renzo Piano. Possiamo discutere se sono dei geni. Ok? Pensati, sì.
Hanno creato un modello. Questo è un film tarantiniano. Questo è un film, questo film è di Hitchcock, Dario Argento, i primi film Hitchcockiani. Dopodiché Hitchcock dice che questo ragazzo, poi si è perso purtroppo, aggiunge qualcosa in più al mio modello, che è una tensione, che è un sangue, che sarà in più.
Però i modelli, un film alla Dario Argento, il film alla Sergio Leone, un marchio in tutto il mondo. Ma, altro punto, dopo che hanno creato un modello, quello che lasciano... rimane comunque inimitabile e non riproducibile posso dire è un film alla Tarantino ma non è il film di Tarantino posso dire è un quadro alla Monet ma non è alla Monet questo quadro si ispira al modello di Picasso non è che se facciamo allora il campo di Fiori di Girasoli siamo Van Gogh e c'è gente che li fa uguali però ha riprodotto, non è più riproducibile grazie perché quello che fai è una copia, ma quell'unico originale rimarrà per sempre.
Certamente alcune cose sono anche riproducibili per maestosità o grandezza, perché quel latio per rifarlo non c'è più. perché la luce per rifarlo, quelle condizioni per farlo, il materiale a disposizione di quello, non ci sarà. Dunque creatività, esemplarità e di fatto irriproducibilità.
Piera completamentale, questo è il genio artistico. Sono in chiusura gli ultimi minuti e chiudo con il secondo giudizio. Ci dedico di meno, anche se ci serve tantissimo tempo, perché...
può comunque cogliere il tema del giudizio effettente, del giudizio teleologico in maniera anche breve e da qui poi ci ritorneremo, da qui ripartiremo le prossime lezioni anche facendo appunto i romanzi. romantici. Cos'è il giudizio teleologico? Il giudizio teleologico è il giudizio che noi spieghiamo sul fine delle cose.
Il fine, secondo Spinoza, è un pregiudizio, poiché noi agiamo sempre in vista di un fine, facciamo una sedia per sederci, facciamo la pasta per mangiare, pensiamo che tutto nella natura abbia un fine. Spinoza dice che niente ha un fine, tutto è perché deve essere, tutto precede geometricamente e meccanicamente dalla sostanza. Kant ci dice che noi non sappiamo se il mondo sia finalistico o meccanico, non sappiamo se abbia ragione Democrito, meccanico o Aristotele, finalistico, se abbia ragione se ci sia un finalismo o se ci sia un determinismo alla spinosa, ma...
Noi uomini, bellissimo questo passaggio, siamo animali che esprimono il fine, che cercano il fine, poi magari non c'è, ma noi il fine delle cose lo cerchiamo, noi andiamo da ricordare cerca delle cause finali della natura, quel fine di quel terremoto, il fine del maremoto, il fine del tornado, il fine del nostro agire, il senso di svegliare il mattino, venire a scuola, il fine del nostro agire, il senso di svegliare il mattino, venire a scuola, Il fine delle relazioni umane, amicali, dell'amore, il fine del soffrire, il fine della malattia. Non mi basta sapere che io mi sono ammalato perché i tuoi globuli rossi, i tuoi globuli bianchi, perché il tuo pancreas, per questo o quest'altro. Ma qual è il fine di ammalarsi di leucemia a tre anni?
Ma qual è il fine di avere un infarto su un atleta morto al campo a 28 anni? Qual è il fine di essersi innamorati? Siamo stati insieme sette anni e adesso ci siamo lasciati e non so più da pugnalarci.
No, anche se il fine non c'è. Grazie. Ce lo chiediamo. Ma siamo animali che si interrogano sul fine. E il fine è il giudizio teleologico.
Noi cerchiamo sempre il telos, il fine. E dunque noi siamo uomini e donne sempre in ricerca del fine, della natura, delle cose, della nostra vita. E dunque la ricerca del fine è un nostro modo di stare al mondo.
Noi stiamo al mondo ricercando il fine. E un... modo nostro di vedere la realtà, è un nostro modo di vivere le cose, questo siamo, anche se tutto fosse deterministico, noi il fine del nostro agire ce lo chiediamo, del soffrire e dell'essere felici, dunque se c'è un tendere al fine, invece di tirare una freccia con un arco E non è detto che questo fine ci sia, e però se noi siamo tesi verso un obiettivo, forse bisogna supporre e presupporre. opporre o vivere come se questo fine ci sia. Allora ecco il Kant della legge morale.
Il fine è la legge morale, il fine è il bene, il fine è Dio. Ma il Dio di Kant qua diventa il sommo bene. Ripeto, poiché noi agiamo in vista di un fine, poiché noi tendiamo a un fine, e questo fine dato oggettivamente non c'è, non è il motore immobile di Aristotele, è un nostro modo di stare al mondo. Ebbene, questo nostro modo di stare al mondo è proiettato ad un fine che deve essere qualcosa di alto, che ci dia la felicità. E secondo Kant, a darci la felicità deve essere il sommo bene, la legge morale.
Il sommo bene è ciò che ci può trasformare in uomini che danno un senso alla vita. Ed ecco allora La legge morale dentro di me, che è l'obiettivo, il fine a cui tendo, però anche il cielo stellato sopra di me, che è il sommo bene che si fa Dio, che è il sommo bene che si fa l'universo. Noi siamo proiettati verso l'universo. il bene, verso la giustizia, verso il sommo bene, verso la legge morale, verso il cielo stellato, verso il Dio come la complessità del nostro essere uomini. Questa è la fine della critica della giudizia.
che ci dice dunque più che mai uomo non vivi come una bestia, ma vivi uomo proiettato verso il bene, che è dentro di te, ma è in un contesto universo che lo prevede e lo ingloba. E lo ingloba perché, rivoluzione gnosologica anche qua, teleologica, non perché un fine sia veramente fuori, ma perché partendo da te proverai a cercarlo fuori di te.