Benvenuti, siamo arrivati alla seconda puntata della nostra miniserie francese in due episodi dedicata appunto alla rivoluzione francese. Fra i personaggi che compaiono in questo episodio, quello che ha colpito di più l'immaginazione dei nostri spettatori senza nessun dubbio è la regina Maria Antonietta. Di lei ci sono due domande a cui proverò a rispondere e sono innanzitutto la domanda di un omonimo, Alessandro, il quale dice le cause principali che hanno portato alla rivoluzione francese sono economiche, la crisi economica Non capisco come il popolo, così lontano dalla monarchia e dai suoi ministri, abbia potuto associare alla figura della regina il simbolo della crisi, col conseguente odio per la sua persona.
Dice Alessandro, ma poteva davvero Maria Antonietta, nonostante le sue spese pazze, incidere in maniera così determinante sul patrimonio economico dello Stato? Alessandro, è la stessa obiezione che viene fatta oggi da quelli che dicono che tagliare le spese della politica è una misura populista. Perché? Perché è inutile, perché rispetto al problema del debito pubblico le spese della politica, i compensi dei parlamentari sono... una cosa irrisoria ed è vero da un punto di vista strettamente tecnico.
Però ci si dimentica che la politica oggi, come nel diciottesimo secolo, politica non è fatta soltanto di fattori tecnici, è fatta anche di emozioni, di esempi, di simboli appunto. E in questo senso l'odio della gente per Maria Antonietta è perfettamente comprensibile. Certo che le spese pazze di Maria Antonietta incidevano pochissimo rispetto alla voragine del debito pubblico della monarchia francese.
Le spese della corte nel loro insieme con tutti i cortigiani, le pensioni pagate ai nobili, i palazzi da mantenere, ecco nel complesso le spese della corte un po'incidevano. La parte personale di Maria Antonietta pochissimo, ma non è questo il punto. Quando la gente aveva fame, sapere che la regina viveva nel lusso e non la smetteva di dare feste e banchetti, alla gente non piaceva. ed è inevitabile perché la politica anche allora si basava comunque sul consenso.
Non è solo nelle democrazie che ci vuole il consenso. Anche in una monarchia assoluta bisogna che la gente sia convinta che davvero il re e la regina ti rappresentano, che in qualche modo sono l'intermediario fra il popolo e Dio, devono essere degni del loro ruolo. Maria Antonietta poi in realtà non era amata anche per altri motivi. Intanto era straniera, anzi austriaca.
E le regine in generale nell'antico regime erano poco popolari o rischiavano di esserlo perché erano sempre straniere. I re si... potevano sposare soltanto al loro stesso livello e quindi le mogli le trovavano all'estero, inevitabilmente.
Le regine italiane di Francia, per esempio, della famiglia dei Medici erano odiatissime dal popolo. E allo stesso modo non è amata Maria Antonietta, mentre suo marito Luigi XVI all'inizio era molto popolare, lei non è mai stata amata. Ed era anche sospettata di essere un po'l'anima nera di suo marito.
Si pensava che l'intransigenza che Luigi XVI dimostra sempre di più nei confronti della rivoluzione, ecco, che siano la moglie e i suoi amichetti aristocratici. che lo istigano. Quando il re ottiene, accettando per carità, il primo sviluppo della rivoluzione, però ottiene per sé il diritto di veto sulle decisioni dell'assemblea nazionale? Il popolo lo soprannomina Monsieur Vetot in modo irredente e la regina è chiamata Madame Vetot. È il re che ha il diritto di veto ma agli occhi della gente è la regina che decide.
E la canzone più violenta della rivoluzione la Carmagnol, irride proprio fin dal primo verso. Maria Antonietta, Madame Vetot voleva sgozzare tutto il popolo di Parigi ma non c'è riuscita e maria antonietta come sappiamo è finita poi molto male si stupisce un pochino emilia Bene, sì, Emilia dice ma perché l'Austria non è intervenuta quando è stata condannata a morte la regina Maria Antonietta, austriaca, figlia dell'imperatrice Maria Teresa? Emilia, l'Austria è intervenuta e come? Quando è morta Maria Antonietta sul Patibolo il 16 ottobre 1793, l'Austria era in guerra con la Francia e sul confine dei Paesi Bassi, che allora erano possedimento austriaco, l'esercito francese e l'esercito austriaco si stavano confrontando. La Francia era immersa nella guerra perché tutto il mondo la stava attaccando.
Al sud il porto di Tolone era stato occupato dai ribelli monarchici che poi avevano chiamato la flotta inglese e la flotta spagnola a occupare la città. Ci vorrà ancora qualche mese prima che i francesi riprendano Tolone. Grazie al piano di battaglia preparato da un giovane capitano di artiglieria ancora sconosciuto, che si chiamava Napoleone Buonaparte. E nell'Ovest c'è la rivolta della Vandea, anche quella sobillata dai monarchici e proprio negli stessi giorni dell'esecuzione di Maria Antonietta il generale Clebero ottiene una vittoria decisiva sui ribelli alla battaglia di Cholet. Insomma la Francia è immersa nella guerra e l'Austria è una delle potenze che stanno alimentando quella guerra.
Sta cercando di invadere la Francia, non tanto per salvare Maria Antonietta quanto per salvare la sua vita. salvare l'antico regime e soffocare la rivoluzione. Ma non c'è riuscita.
Buona visione. 1789. È il giorno delle nozze di Atanase e Gabriele e vogliamo credere in un domani migliore. Vorrei chiedervi di tapparvi le orecchie. davanti ai boati della discordia e di aprire gli occhi su quest'uomo e questa donna che si sono appena uniti in matrimonio davanti a noi.
Atanas Lamoureux e Gabriel Pachelot. Ma in realtà il corso della rivoluzione francese è appena cambiato. Venite a vedere, i soldati stanno arrivando.
I francesi stanno per vivere un miracolo di democrazia insieme a uno dei periodi più sanguinari della loro storia. Aprile 1792. La Francia si è appena avventurata in una guerra contro l'impero austro-ungarico, destinata a durare molti anni. Luigi XVI ha appena ottenuto che la Francia dichiarasse guerra a Francesco II d'Austria, nipote della regina Maria Antonietta. La verità è che il re spera nella sconfitta della Francia rivoluzionaria per riprendere il suo potere assoluto. I deputati sono consapevoli del doppio gioco del re, ma con un calcolo politico che avrà conseguenze devastanti, i membri del Parlamento votano per la guerra, convinti nella loro ingenuità che una vittoria contro l'Austria e la Prussia non possa che rafforzare la rivoluzione.
In poco tempo la paura stringe il paese in una morsa. Solo Jean-Jean, un ragazzo spensierato, sogna gesta eroiche. Il figlio di Gabriel è figlio di questa rivoluzione che lui sa solo immaginare vittoriosa. Hai visto Ferdinand?
Lo sai che ha cinque figli? Guarda che mi hanno dato. Ti piace?
Sì. Vuoi che te lo metta? Ecco che vanno. Già dalle prime settimane di combattimenti, le speranze della vittoria sono infrante e sostituite dal panico. L'esercito francese subisce sconfitta dopo sconfitta, destabilizzato dall'epurazione dei suoi ufficiali, membri dell'aristocrazia.
Le armate prussiane attraversano le frontiere e avanzano su Lille e su Parigi. In queste ore difficili, i disegnatori umoristici diffondono decine di caricature offensive del re e della regina. In questa primavera del 1792 la sfiducia nel monarca ha raggiunto un livello impressionante che non può che portare a ulteriori insurrezioni.
Le prime avvisaglie si manifestano il 20 giugno 1792 quando le sezioni di Saint Antoine e Saint Marcel si uniscono per invadere pacificamente l'Assemblea Nazionale riunita al Palazzo delle Tuileries. Il 20 giugno resterà sempre uno dei giorni più belli della mia vita. Con l'agente del FUBUR Sant'Antoine abbiamo invaso la salle du Manège, dove erano tutti riuniti. È stata come una farandola, un gran fracasso, e gli abbiamo imposto...
Un ultimatum, un ultimatum a questi smidollati di deputati. Chiedevamo solo la deposizione del re, che era un traditore, e di far entrare nella Guardia Nazionale i cittadini passivi, che non pagano abbastanza tasse per votare. E l'elezione di una convenzione che rimpiazzasse quell'assemblea di idioti.
Ma ai deputati non importava niente di cosa volevamo e allora abbiamo occupato il palazzo. Abbiamo costretto il re a infilarsi il berretto della libertà. Gli abbiamo messo la paura addosso a tutti i pecodardi che ci mandano a morire in guerra. Una volta nel palazzo i dimostranti riescono a sopraffare i soldati e ad arrivare fino al re.
Luigi XVI è malmenato e costretto a indossare un cappello frigio, nuovo simbolo della rivoluzione. Ispirato all'uso dell'antica Roma, dove contrassegnava gli schiavi liberati. Quel giorno, nei saloni del Palais Royal, un nuovo personaggio fa la sua comparsa sulla scena politica.
È il San Culotto, letteralmente il Senza Braghe. È l'attivista delle sezioni, un artigiano o un bottegaio che indossa i pantaloni lunghi, anziché le corte braghe attillate dei nobili. Col cappello rosso calcato in testa e un'arma in mano, è un vero personaggio che per la prima volta condiziona il suo re. Ma il 20 giugno 1792, Luigi XVI ancora non si rende conto che questa violenta intrusione è solo un avvertimento.
Molti sono impazienti di vedere la rivoluzione spingersi oltre, come il giornalista Jean-Paul Marat. Quelli che io chiamo i privilegiati del secolo, quelli che hanno la vita facile succhiando al seno dell'amministrazione pubblica, c'è solo una cosa che temono, le sommosse popolari, poiché distruggono l'ordine delle cose, le sommosse minacciano i loro privilegi. Perciò preferirebbero che il popolo rimanesse ignaro della propria miseria. Ma di fronte alla tirannia il popolo si rivolta sempre. Alcune settimane dopo, a luglio 1792, a Parigi la tensione è alle stelle.
La patria è in pericolo, proclama l'Assemblea Nazionale, e migliaia di volontari accorrono ad arruolarsi per difendere il loro paese. per salvare Parigi l'assemblea deve fare appello a volontari di tutte le province del regno volontari che appena giunti nella capitale non fanno che aggiungere confusione alla confusione in particolare quelli di Marsiglia i marsigliesi sono tanto più vistosi in quanto ora marciano al suono di una canzone patriottica composta da un giovane ufficiale Roger Delisle Quell'estate del 1792, questo canto di guerra per l'armata del Reno diviene l'inno dei Marsigliesi. Sorgete, figli della patria, il giorno della gloria è finalmente arrivato. Contro noi la tirannide ha levato il sanguinante stendardo.
Alle armi, cittadini, formate i vostri battaglioni. Proclama il testo che diventa un inno rivoluzionario cantato per tutto il paese, conosciuto come la Marsigliese. E in questi tempi di grande tensione basta una scintilla far divampare le sezioni parigine.
A far precipitare le cose è un proclama firmato dal duca di Brunswick il 3 agosto. Il capo delle armate prussiane minaccia la Francia di radere al suolo Parigi, semmai venisse fatto del male a Luigi XVI. Per le sezioni questo ricatto diventa la prova schiacciante del tradimento del re. Qui non ci sono fucili.
Non preoccuparti, verremo anche noi lavandaie. Non lo so, amico mio, io ho paura. Ascolta, se andiamo tutti insieme, possiamo farcela. Di 48 sezioni, 47 votano una mozione che esige la deposizione di Luigi XVI.
Io ci voglio andare! Ci voglio andare! Ma passare dalle parole alle azioni si dimostra arduo. Chi è veramente pronto a prendere le armi contro il suo re?
Contribuire all'anarchia che ci circonda va contro il nostro interesse. Dovete restare tutti calmi. Sono della 15-20.
Ah, d'accordo. Rappresento la 15-20. Devo dirvi che abbiamo votato tutti per l'insurrezione.
Nella sezione dei Gobelins, che raccoglie i volontari della Bretagna, il capo sezione, Juste Copigny, La sezione Fobourg Saint Antoine ha deciso di marciare sulle Tuileries. Come rappresentante del nostro distretto comprendiamo la vostra decisione, ma il battaglione resterà nel suo quartiere. Aspettate un momento. Come capitano del battaglione, ti informo che gli uomini vogliono andare alle tuilerie. Sì!
Giusto! Giusto! Giusto!
Aspetta, aspetta. Da quando un capitano decide per tutta la sezione? Che importanza ha quando la patria è in pericolo e il razzismo è in pericolo? è un traditore. La sezione ha votato la sua deposizione.
Adesso è tempo di passare ai patti. Sì, ha ragione. Siamo con lui. Atanase parla per tutti noi. Alle api.
Siete tutti impazziti. Vi uccideranno. Ci stai minacciando?
Ma certo che no. I soldati del re vi massacreranno! Ricordatevi che i prussiani hanno promesso che di Parigi non resterà pietra se accadrà qualcosa al nostro re!
Abbasso i compigli! Abbasso i compigli! Per favore! Silenzio per favore! Vi prego!
Vi prego! tutto il cittadino Cupignino, no, tutti torti. Potremmo benissimo finire massacrati. Vi ringrazio cittadini, ma ho paura che non siamo abbastanza forti. Dobbiamo attraversare la Senna e tutti i ponti sono ben presidiati.
Questo è un suicidio. Finirà come al campo di Marte! Aspetta, ascoltatemi!
Sono stato alla sezione del Théâtre de France. Avevano appena ricevuto una stima delle forze schierate dalla comune di Parigi. Se tutte le sezioni e tutti i provinciali marciano compatti, i soldati del Re non ci resisteranno.
abbiamo un'opportunità unica. Se ribattiamo non potranno più negarci il diritto al voto. La Comune approverà il suffragio universale.
Tutta la città si sta organizzando per l'insurrezione e i Gobelins devono fare la loro parte. Sì! Bravo! Bravo! In marcia!
Cittadini, libertà o morte! In pochi giorni un coordinamento segreto si sviluppa tra le sezioni della città. L'obiettivo è di assumere il controllo di Parigi. E all'alba del 10 agosto 1792 risuona la campana della libertà. Nelle prime ore del mattino all'Hôtel de Ville, il municipio di Parigi, la comune di Parigi, fondata nel 1789, viene rovesciata.
Viene rimpiazzata da una comune insurrezionale, capeggiata da delegati delle sezioni. A migliaia i sanculotti e i volontari bretoni e marsigliesi assalgono il Palazzo Reale. Il palazzo del re era difeso dagli svizzeri.
All'inizio erano abbastanza amichevoli, ma presto hanno cominciato a coprirci di piombo. Sparavano ovunque. Mentre la guardia svizzera cerca di evitare il confronto, i nobili, decisi a difendere il re fino all'ultimo, aprono il fuoco dai tetti e dalle finestre, falciando dozzine di dimostranti.
È iniziato uno scontro estremamente violento. Troppi uomini di Marsiglia e della Bretagna erano caduti, oltre ai nostri compagni delle sezioni. Era ovvio che i nostri chiedessero vendetta.
Hanno inseguito gli svizzeri uno a uno per tutto il palazzo. Vendetta! Non si sentiva altro.
Li hanno massacrati tutti. All'inizio della sparatoria, il re e la sua famiglia si rifugiano negli ambienti dell'Assemblea Nazionale. E quando i Sanculotti invadono la Salle du Ménage, Luigi XVI si rende conto che la partita è perduta.
Il potere non appartiene più al re, ma al popolo. È nostro. 10 agosto 1792. La vittoria della ribelle comune di Parigi è completa.
Articolo 1. Il popolo francese è invitato a formare una convenzione nazionale. Sì, la vittoria! Viva il Comune! Articolo 2 Il Re viene temporaneamente sollevato dalle sue funzioni Sì!
Viva il Comune! fino a quando la Convenzione non avrà la possibilità di stabilire e pronunciarsi sulle misure che ritiene debbano essere adottate Articolo 3. L'Assemblea dichiara che nel futuro e per la prossima convenzione ogni cittadino dai 25 anni in su e che possa vivere del proprio lavoro abbia diritto al voto in totale uguaglianza e che possa candidarsi lui medesimo. Non solo il re viene sospeso dalle sue funzioni, ma viene sciolta l'assemblea nazionale per essere rimpiazzata da una convenzione nazionale eletta a suffragio universale maschile, come richiesto dalle sezioni di Parigi. La comune di Parigi, nuova entità sulla scena politica, esige ed ottiene la custodia di Luigi XVI.
Il 13 agosto il re e la sua famiglia sono trasferiti alla prigione del tempio per attendere lì che si decida la loro sorte. Pochi giorni dopo, nel corso di un'imponente cerimonia davanti al palazzo delle Tuileries, il popolo di Parigi celebra la sua vittoria, onorando le centinaia di vittime della giornata del 10 agosto. Ma ripetendo lo schema innescatosi fin dal 1789, alla vittoria segue sempre la sconfitta e alla speranza segue la paura, quando il 2 settembre 1792 la città di Verdun cade in mano agli austriaci, ormai per i soldati.
particolosamente vicini a Parigi. All'improvviso un terrore irrazionale si impadronisce dei Sankurotti. Temono che i nobili e i preti refrattari detenuti nelle prigioni della capitale si possano alleare con l'Austria. Il tribunale del popolo ti ha...
accusa di aver cospirato contro la rivoluzione e di aver sfruttato l'aggressione perpetrata da potenze straniere per seminare la discordia in patria. Sei un traditore della tua nazione. A Saint-Fermand, come in tutte le prigioni di Parigi, si improvvisa una giustizia sommaria e sbrigativa.
Gli eserciti di tutta Europa vi massacreranno! Preferisco passare all'altra vita che rimanere in questa insieme a dei cani bastardi come voi! Parte al traditore!
È una confessione! Il nostro compito è chiaro! Vi dichiaro colpevole di ogni imputazione! Sarai giustiziato immediatamente!
Non hai nessuna autorità per fare questo. A morte! Giustiziamoli tutti! In tre giorni, nelle prigioni di Parigi, vengono massacrate duemila persone.
Jeunas e i Sancurotti ormai dovranno convivere con il ricordo di questi uomini, vittime di un panico divenuto mortale. La furia di quei giorni di settembre. Nasceva da tutto quello che era successo prima. Eravamo spinti da qualcosa di più potente della mia morale. O della tua morale.
C'era paura che la rivoluzione sarebbe stata cancellata se la Prussia avesse vinto. Che i contro-rivoluzionari avrebbero fatto saltare tutto se li avessimo lasciati fare. C'è chi dice che Danton o Desmoulins fossero i responsabili.
C'è chi dice che Marat fosse dietro a tutto. Ma se volete la verità, non prendevamo ordini da nessuno. C'era paura di perdere tutto.
Solo questo. A volte un miracolo interviene a cambiare il corso della storia. È quello che accade alla Francia qualche giorno dopo. A Valmy, il 20 settembre del 1792, a dispetto di ogni previsione, gli eserciti rivoluzionari riescono a mettere in fuga i prussiani. Galvanizzata da questa vittoria insperata, il 21 settembre la nuova Convenzione Nazionale decreta ufficialmente l'abolizione della monarchia in Francia.
E il giorno successivo, il 22 settembre 1792, la Convenzione decide che tutti gli atti ufficiali siano d'ora in poi datati all'anno 1 della Repubblica Francese. La Repubblica ha bisogno di rappresentazioni e ancora una volta l'immaginario rivoluzionario attinge al patrimonio dell'arte antica. Una dea romana che rappresenta la nuova libertà conquistata dal popolo.
Una donna adornata di un cappello frigio che una canzone occitana presto battezza Marianne. E la dea Marianne, incarnazione della Repubblica, in breve diventa il simbolo della nazione. Ma in questo nuovo regime repubblicano, che spazio ci può essere per Luigi Capeto, il sovrano deposto detenuto nelle prigioni del Tempio? Dovrà essere giudicato da un tribunale?
È un problema che tormenta per settimane la nuova classe politica in questo autunno del 1792. Un problema su cui si scontrano opposti punti di vista, come quello del nuovo deputato di Parigi, Maximilien Robespierre. Portare Luigi XVI davanti a un tribunale che dibattesse dell'innocenza o colpevolezza dell'ex re sarebbe stato uno scandalo. Il vero processo è stata l'insurrezione del 10 agosto. Il verdetto è stato la fine della monarchia. Era evidente che processarlo sarebbe stato rimettere in discussione il concetto di rivoluzione.
Pertanto decidemmo che sarebbe stata la Convenzione, nella sua saggezza, a decidere che cosa fare di Luigi Capeto e quale delle due scelte possibili applicare. Se dovesse vivere o no. Alla Convenzione, Luigi Capeto è testimone della sua messa in accusa da parte dei deputati. Alla domanda se sia colpevole di complotto ai danni della nazione, 687 deputati su 749 votano sì. Ma sulla condanna, le opinioni sono divise.
Dal mio punto di vista non c'era che una possibile risposta. Prevedeva che venisse giustiziato, per scolpire nel cuore di tutti il disprezzo per la regalità. La sua morte sarebbe stata un colpo per gli ultimi sostenitori del re. Come Robespierre, i neodeputati Danton, Desmoulins, Marat e il pittore David votano per la morte dell'ex re, insieme a una maggioranza risicata di 387 deputati. Sulla antica piazza Luigi XV, destinata a diventare presto piazza della Concordia, viene installata una ghigliottina e lì, il 21 giugno 1793, alle 10 e 22 del mattino, Luigi Capeto, già re di Francia, viene giustiziato.
La notizia attraversa l'Europa come il rumbo di un tuono. Le monarchie di Inghilterra, Olanda, Spagna e Portogallo si uniscono all'Austria nella guerra contro la Repubblica che ha usato a assassinare il suo monarca. Questi allarmanti scenari di guerra fanno acuire le tensioni all'interno della Convenzione Nazionale.
Dall'esecuzione del re, una frattura si è aperta tra i deputati. A destra i Girondini, così chiamati in riferimento al dipartimento da cui provengono alcuni di loro, insieme a Brissot, Roland e Rabot Saint-Etienne, che hanno difeso il re e sono ostili al potere della comune di Parigi. A sinistra, i Montagnardi, in riferimento ai loro seggi in alto nella sala dell'Assemblea, con Marat, Danton e Robespierre, che si appoggiano alle sezioni popolari di Parigi e che non esitano a denunciare con vehemenza i loro avversari.
Nel giro di poche settimane le maschere erano cadute. Dopo le dure sconfitte dei nostri eserciti, siamo stati informati di un complotto per restaurare la monarchia. Il complotto si avvaleva di complici fra i nostri colleghi in Parlamento.
Perciò li ho accusati apertamente davanti alla Convenzione, perché... dovevo denunciare la struttura aristocratica che volevano reintrodurre e che oggi è difesa dai girondini che si raccolgono intorno a Brissot, Deroulan e Derabos-Saint-Étienne. Hanno fatto di tutto per prevenire la rivoluzione d'agosto.
Poi si sono adoperati per minare il potere della comune di Parigi. Poi si sono tutti opposti all'incarcerazione del re. E poi hanno osteggiato l'esecuzione di Luigi Capeto.
Dovevamo reagire con violenza di fronte a un tale tradimento. Scuoterci di dosso il letargo che ci avvolge e distruggere i nostri nemici. In questa atmosfera di grande tensione politica, Parigi sperimenta una nuova democrazia, utilizzando per la prima volta il suffragio universale maschile per rinnovare i responsabili delle sezioni. Ora più che mai la Francia rivoluzionaria precorre i tempi. E tu, perché hai votato?
Per l'amore, non potevo mica votare per quel fossile di Coupigny. Coupigny non mi dispiace, è una brava persona. Siamo giunti alla fine della nostra prima votazione a suffragio universale.
La nostra sezione, già sezione di Ego Blanc, ora sezione di Finisterre, ha un nuovo presidente, Atanas Lamoureux. A quasi quattro anni dalla presa della Bastiglia nel 1789, i più umili lavoratori di Parigi possono provare il brivido della rivalsa. A Aigoblan, la vittoria di Athanas Lamoureux incarna questo momento.
mutamento nelle sezioni di Parigi. Più che mai i leader politici devono imparare a misurarsi col nuovo potere del popolo. Avremo ora il piacere di ascoltare due rappresentanti della convenzione, Jean Bon Saint André e il pittore David.
Ascoltate tutti, ci portano un messaggio, la patria è in pericolo. Cittadini, l'esercito prussiano è vicino a Parigi. È necessaria una rapida mobilitazione di massa di tutti noi se dobbiamo difenderci contro i despoti che hanno giurato di piegarci a...
Il nemico straniero siamo pronti. Ma come facciamo con i nemici all'interno? Io non ti capisco. Parlo di tutti quelli che continuano a complottare contro la Repubblica dentro il paese stesso. Chi si assumerà la responsabilità di giudicarli e impedirgli di nuocere?
Io dico che abbiamo bisogno di un tribunale rivoluzionario. Sì, è vero! Aspettate, non ne abbiamo fatto una delle priorità della Convenzione, ma possiamo discutere.
Questa gente, i poveracci, persone come lui... Lui o me, come al solito sta a noi, fare il lavoro sporco. Ascoltate, ascoltatemi! In questo momento è urgente che ci occupiamo...
Credo che abbiamo capito tutti l'urgenza della situazione. Ma la sezione trasmetterà le richieste alla Convenzione, richiedendo ufficialmente la creazione di un tribunale della rivoluzione. Quello che ci premeva era di evitare un'altra ondata di violenza come a settembre. Volevamo che i nostri nemici fossero puniti, ma dal popolo, non da qualche poveraccio che era lì per caso. E Jonas non ha mai voluto parlare di come si sono svolte le cose.
volte le cose a San Fermano, ma io l'ho saputo lo stesso. Quando diverse sezioni richiedono la creazione di un tribunale rivoluzionario, si rafforza l'opposizione all'interno della Convenzione Nazionale e il deputato montagnardo Georges Jacques Danton si fa portavoce delle... richieste dei cittadini.
Nel corso di quella sessione della convenzione, benché il problema del tribunale rivoluzionario fosse in cima ai pensieri di ognuno, capì che stavamo per lasciarci senza avere discusso a fondo la questione. Era impossibile. Le sezioni di di Parigi ne esigevano la creazione, perciò ho presi la parola a viva forza per costringere la Convenzione a prendere posizione. Dichiarai un po'teatralmente, ordino a ogni cittadino leale di rimanere al suo posto. È importante istituire strumenti giudiziari che puniscano i contro rivoluzionari, assicurandoci che i tribunali rimpiazzino la vendetta caotica del popolo.
E io aggiunse, dobbiamo essere terribili, perché non debba esserlo il popolo. Un tribunale rivoluzionario per giudicare coloro che sfidano la rivoluzione e vengono visti come nemici dello Stato, viene finalmente istituito nel marzo 1793. Questo tribunale sarà assistito in ogni settimana. La protezione di Parigi e in ogni municipio del paese da un comitato di sorveglianza incaricato di controllare i cittadini.
Nella sezione di Finistère, Jonas Le Bigon è stato incaricato di guidare il comitato stato rivoluzionario. Ora l'atmosfera non è più la stessa e ognuno deve rendere conto delle sue azioni. Non sei più a capo del distretto. Ti abbiamo appena scelto per rappresentarci alla comune di Parigi e tu voti per liberalizzare il prezzo della carne.
Credi che questo rappresenti l'opinione della sezione di Finisterra? Certo sì, pensavo di sì. Perfetto, grande. Appena nominato il rappresentante sta diventando un piccolo despota che crede di detenere il potere che gli ha conferito il popolo. Ma allora per ogni decisione...
devo prima venire qui e chiedere una votazione? È così? Sì! Spero che siate preparati a sedere in sessione permanente. È quello che già facciamo.
Assemblee in seduta permanente e rappresentanti ai vostri ordini. È questo che volete? Sì! È nelle assemblee che impariamo a diventare cittadini.
È per questo che siamo qui. No, mi dispiace, ma no. Queste assemblee permanenti creano solo confusione e divisione fra noi.
E questa ne è la prova. Specialmente quando sono manipolate da arruffapopolo come te, Jonas. Cittadino Copini, stai parlando a un commissario della rivoluzione.
Io dico che sei tu a fomentare la discordia. Prima, sostenendo il partito del re il glorioso 10 agosto. E dopo speculando freddamente sulla miseria della gente. Jonas, basta così.
No, non mi fermerò qui. Il comportamento del cittadino Cupigni non è degno di un patriota. Cittadino Cupigni, io ti denuncio. Sì, ti accuso di tradimento e di comportamenti contro rivoluzionari.
E chiedo che la tua condotta venga esaminata da un comitato della rivoluzione. E durante questo esame esigo che tu sia detenuto nelle prigioni della sezione. Jonas, nessuna libertà per i nemici della libertà.
Giusto. Nessuna libertà per i nemici della libertà. Ora.
Portatelo via! Nessuna libertà per i nemici della libertà! State commettendo uno sbaglio! No! No!
State commettendo uno sbaglio! Non è giusto! Non è giusto!
No! Non fatelo! Siete impazziti! Siete impazziti!
Ma che cosa fate? La frattura fra repubblicani ed ex monarchici si trasforma improvvisamente in una guerra civile con il divampare di una sollevazione armata nell'ovest del paese, in Vandea, nella primavera del 1793. Le campagne della Vandea si sollevano contro l'ordine di mobilitazione proclamato dalla Convenzione, che ha bisogno di 300.000 uomini. Ma le radici del conflitto vanno cercate nella religiosità dei contadini più poveri, che temono di essere privati della loro chiesa dalla rivoluzione.
Questa rabbia viene strumentalizzata dagli ufficiali realisti per trasformare una rivolta di contadini in uno scontro politico. Da un lato i realisti e i cattolici contro rivoluzionari, dall'altro i repubblicani. I bianchi, colore della monarchia, contro i blu, colore della rivoluzione in armi.
Ora i repubblicani si trovano a dover combattere sia sul fronte esterno che su un fronte interno, richiamando volontari come Jean-Jean, che ha deciso di unirsi alla lotta. Figlio mio! Aspetta, tieni, così sarò sempre con te.
Adesso vai, sbrigati. Vai, su. Sì. Il dono che offrite è la vostra giovinezza, il vostro entusiasmo, il vostro spirito.
Non c'è dono più prezioso per la patria. Voi state partendo per andare a combattere i nemici della rivoluzione. All'esterno quel maledetto re di Prussia. O all'interno, in Vandea, gli aristocratici che vogliono distruggere quello che abbiamo costruito.
In questi quattro anni, fratelli, non tremate. Non dimenticate mai che quello che fate, lo fate nel nostro nome. Siamo fieri di voi.
Libertà o morte! Libertà o morte! Viva la rivoluzione! Viva la rivoluzione! Viva la Repubblica!
Mentre i volontari partono in difesa della Repubblica su tutti i frutti, le sezioni di Parigi si trovano presto disorientate. sopraffatte dalla stanchezza e dal dubbio, come se i rivoluzionari stessero perdendo fiducia nel futuro. Io so che è difficile e che il dubbio serpeggia nel quartiere, ma non è il momento di esitare. Voi non immaginate quanti vogliano il nostro fallimento. La Repubblica deve difendersi e perseguire i propri scopi.
Il governo ha affermato che sarà rivoluzionario fino alla pace. Sapete che significa? Che non c'è più Costituzione, finché non avremo eliminato ogni nemico, esterno o interno. Pressata da ogni lato, il 6 aprile 1793, la Convenzione Nazionale costituisce un Comitato di Salute Pubblica.
12 uomini, scelti mensilmente fra i deputati, sono incaricati di guidare il destino del paese. Il conflitto fra Girondini e Montagnardi si fa sempre più violento. Per indebolire e marginalizzare i montagnardi, i deputati girondini tentano di trascinare davanti al tribunale rivoluzionario il loro avversario più agguerrito, il più radicale dei deputati montagnardi, il giornalista Jean-Paul Marat. I sanculotti di Parigi erano contro i girondini per la loro codardia quando avevamo processato il re e volevamo vederli rimossi, poiché parteggiavo per i sanculotti. I girondini ebbero l'ardire di accusarmi di fronte al tribunale della rivoluzione.
Naturalmente vinsi io. E i sanculotti mi portarono fuori in trionfo. Ma quando migliaia di sanculotti acclamano Marat, i deputati girondini vedono la situazione volgere pericolosamente al loro sfavore.
Adesso niente potrà trattenere la rabbia dei parigini. E allora cambiò tutto. 35. 5 sezioni di Parigi su 48 chiesero ufficialmente la rimozione dei deputati girondini più importanti.
Io andai a Parigi alla comune insurrezionale e li spronai all'azione dicendo «Sorgete, popolo sovrano di Francia! Andate alla convenzione con le vostre richieste e rifiutate di andarvene fino a quando non avrete ottenuto soddisfazione! » Il 2 giugno 1793, in risposta all'appello di Marat, le sezioni di Parigi assistite dai battaglioni della Guardia Parigina prendono in ostaggio l'Assemblea.
Sotto la minaccia dei cannoni, ai deputati viene impedito di lasciare la sala finché non abbiano accettato le richieste dei Sancolotti. I parlamentari finiscono per votare per l'arresto dei 29 principali deputati della Gironda. Nel giugno 1793 i cittadini di Parigi sono finalmente vittoriosi.
E in un'esplosione di fervore progressista senza precedenti, l'Assemblea adotta una nuova dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino. Una dichiarazione che riconosce il diritto degli individui di resistere all'oppressione e che promette assistenza e istruzione per tutti. In difesa di questi nuovi diritti, i Sankulotti non esiteranno a scatenare una lotta furibonda in ogni quartiere di Parigi. Non c'è posto per quelli che sfidano la Repubblica.
Adesso adoriamo gli alberi e i fiumi. E preghiamo la ragione. Ma che siamo, tutti quanti impazziti? È insensato questo culto della ragione. E l'essere supremo non possiamo chiamarlo Dio come tutti?
Attento a come parli, hai bevuto troppo. No, per niente, neanche una goccia, e so quello che dico. Invece della messa mettono su un carnevale, distruggono statue, celebrano martiri ai quali non crederò mai.
Sta zitto, Barbison. Che c'è? Che cosa credi?
Di farmi paura, forse? Ti conosco da troppo tempo. Dovresti andare a casa, Barbison.
E adesso volete deporre Dio, è così? Sta zitto, Barbison. No, che non sto zitto!
Tu e i tuoi amici credete di aver cambiato il mondo, vero? Ma non è cambiato niente. È tutto peggiorato.
Prima avevamo un solo tiranno, il re. E adesso abbiamo migliaia di tiranni come te, che vogliono portare tutti la corona! Ora basta, Barbizon.
Ora basta, Barbizon. La Repubblica ora è impegnata in una lotta senza quartiere. La parola d'ordine è libertà, uguaglianza, fraternità o morte. Ma con gran sconforto dei sanculotti, la prima vittima di questo conflitto è l'uomo che hanno soprannominato l'amico del popolo, Jean-Paul Marat.
L'alfiere della rivoluzione del popolo viene assassinato nella vasca da bagno da una giovane girondina, Charlotte Corday. Una scena che, grazie al pennello del pittore David, diventa il martirio di un apostolo della libertà. Con lui viene pugnalato l'intero corpo del popolo.
Da questo momento i rivoluzionari non avranno alcuna pietà dei loro oppositori. In Vandea il Comitato di Salute Pubblica esige dai suoi generali dei risultati estremi. La provincia deve essere messa a ferro e fuoco e i suoi abitanti, se necessario, deportati.
L'armata realista e cattolica viene... rapidamente sbaragliata. 300.000 uomini della bandeia perdono la vita, migliaia dei quali affogati nella loira a Nantes da un generale zelante.
Quando i monarchici prendono la città di Lione, la convenzione nazionale reagisce fulminiamente. In via, Joseph Fouché con istruzioni esplicite quanto categoriche. Gli abitanti di Lione siano disarmati, la città sia distrutta. Il nome di Lione sia cancellato dalla lista delle città della Repubblica. Fouché conquista la città e convoca davanti a un tribunale improvvisato più di 2000 abitanti che vengono immediatamente giustiziati a mezzo fucilazione collettiva.
È un dramma che scuote la nazione. Un'altra tragedia saranno le migliaia di soldati della Repubblica che non faranno ritorno, come Jean-Jean, figlio di Gabriel, che non sopravvive ai suoi sogni di gloria. accogliere nel suo seno l'anima di Jean-Nicolas Péchelot, detto Jean-Jean, caduto sul campo dell'onore.
Oh Signore, mi rivolgo a Te, con la Tua presenza proteggimi dal male e dall'oscurità, e donami pace, risparmiami l'angoscia, la paura e il dolore. Amen. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. La lotta contro la vecchia monarchia non conosce soste.
Ora è il turno della ex regina Maria Antonietta d'Austria, prigioniera nella conseagerie, in attesa di processo per aver cospirato con i nemici della Repubblica. Maria Antonietta viene giudicata colpevole e mandata al patibolo il 16 ottobre 1793. I montagnardi che hanno in mano il paese sono impegnati in una scatenata campagna per la libertà dalla tirannia. Pochi giorni dopo Maria Antonietta sono i deputati Girondini ad essere accusati. 21 di loro sono trascinati davanti al Tribunale Rivoluzionario, imputati di tradimento e messi a morte. Vengono ghigliottinati nel nome della Repubblica Una e Indivisibile il 31 ottobre per essere seguiti a ruota da altri accusati di collusione, come il deputato Jean-Paul Robault Saint-Étienne.
E in un crescendo mortale, la guerra fratricida divampa fin nel cuore dei montagnardi. Il sospetto esaspera gli animi. Un primo gruppo guidato da Camille de Moulin e Georges Jacques Danton si oppone alla spirale di arresti nei comitati locali.
Soprannominati gli indulgenti, ritengono che già sia corso troppo sangue. Sono decisi a mettere fine a questo abuso, di cui ritengono Robespierre responsabile. I romani dibattevano pubblicamente le questioni di Stato. Ma quando il nemico era alle porte di Roma... Mettevano da parte i dissidi interni e smettevano di combattere fra loro.
Qui il nemico è alle porte, ma noi non facciamo altro che distruggerci a vicenda. Quando Robespierre richiese, ehm, ordinò che fossero bruciate tutte le copie del mio giornale, il Vieux Cordelier, mi fu chiaro che tutti i miei ideali del 1789 erano svaniti una volta per tutte. Quello che Robespierre non sopportava era che col mio giornale diffondevo un grido arde... come avevo fatto fin dall'inizio della rivoluzione.
Aprite le porte delle prigioni, liberate quei 200.000 cittadini che insistete a chiamare sospetti. È questo che gridavo a Robespierre e al comitato di salute pubblica. Un secondo gruppo, detto degli esagerati, vuole raccogliere l'eredità di Marat. Come il giornalista Jacques-René Hébert, sognano una nuova insurrezione che ripulisca la Repubblica una volta per tutte. Per loro, Robespierre è ancora troppo clemente.
Ma agli occhi del Comitato di Salute Pubblica, preso fra queste due opposte sfide, il dissidio non fa che favorire i contro-rivoluzionari. La reazione del Comitato sarà radicale. Gli ultra rivoluzionari come Hebert e i rivoluzionari tiepidi come de Moulin vanno d'accordo come ladri in una foresta.
De Moulin è solo il portavoce di una fazione di canaglie, che si avvalgono della sua penna per spargere il loro veleno con ben maggiore audacia. Nonostante tutto avevo avvertito Camille che dovevamo rompere i rapporti con Danton, lo avevo avvertito di essere più moderato nei suoi articoli, ma non mi ha mai voluto ascoltare. E comunque ormai è tardi.
Prima sono messi a morte Jacques René Hébert e 18 dei suoi, il 24 marzo 1794, per tentata insurrezione. Poi viene il turno degli indulgenti, Camille de Moulin e Georges Jacques Danton, che vengono condotti al patibolo pochi giorni dopo, il 5 aprile, accusati di collusione con i nemici della rivoluzione. Con l'assassinio di Marat, poi la morte di Danton e de Moulin, la rivoluzione sta divorando tutti i suoi eroi.
E in una corsa forse nata che si rivelerà fatale, il Comitato di Salute Pubblica trasforma il Tribunale della Rivoluzione in quello del terrore, istituito per spazzare via i nemici della rivoluzione. Ormai si contempla... sono solo due verdetti, innocenza o morte.
Nel quartiere di Saint-Marcel e ovunque a Parigi, le esecuzioni sono in crescita. Joseph Barbizon viene condannato a morte dal tribunale del terrore. Nel giro di poche settimane vengono vigliottinate oltre 1.400 persone. Parigi comincia ad essere nauseata dal patibolo. All'improvviso i deputati sono paralizzati dalla paura di essere iscritti nelle liste dei condannati.
Il terrore deve finire e possibilmente fornendo anche un capro espiatorio per soddisfare il popolo. Così in questo ultimo atto... della tragedia della rivoluzione, il 27 luglio 1794, i membri del comitato di salute pubblica che avevano sostenuto Robespierre gli si rivoltano contro. Al grido di «abbasso il tiranno», una coalizione di deputati impedisce di rivolgere il comitato di salute pubblica.
chiedisce a Robespierre di prendere la parola alla convenzione e ne decreta l'arresto immediato. Dobbiamo andare, è arrivata l'ora di muoverci! Nelle sezioni, la notizia dell'arresto riecheggia come una dichiarazione di guerra.
La convenzione ha appena sfidato la comune di Parigi. A Aigobelan è giunto il momento di scegliere fra i due poteri a confronto. Può esserci solo un vincitore.
Che è successo? Robespierre e altri quattro deputati montagnardi I guardi sono stati arrestati. È per quello che suonano la chiamata alle armi? Sì, la comune pensa che la convenzione sia responsabile di tutti gli arresti. Ci chiedono di ribellarci.
Un momento d'attenzione! Abbiamo aspettato abbastanza. Propongo di mandare un battaglione della sezione alla Place de Greve a difendere la comune.
No, mi rifiuto di scegliere tra la comune e la convenzione finché non sappiamo esattamente che sta succedendo. Io propongo di votare per inviare un battaglione a difendere la comune di Parigi. Chi è a favore? Io sono a favore, certo. Vi prego, un momento.
Io propongo un emendamento in questi termini. Questo battaglione si recherà a Place de Greve, ma non si schiererà in armi finché non avrà ricevuto le nostre istruzioni. Chi è a fa...
L'amore. Questa sì che è una buona idea. Nel frattempo, Robespierre e i suoi sostenitori, come il giovane Saint-Just, liberati dai soldati della comune, si sono rifugiati all'Hotel de Ville. Lì, gli amici incitano Robespierre ad appellarsi al giudizio del popolo.
Ma lui esita, tergiversa, e la confusione si impadronisce delle sezioni. Si mette bene, abbiamo conferma che Robespierre è stato liberato. Ne sei sicuro?
Assolutamente sì. Cittadini, cittadini, Robespierre è stato liberato. È sano e salvo.
E anche gli altri, gli altri deputati sono stati liberati. Lo vedi? No, tu non ti rendi conto. Ci portano via le nostre conquiste una ad una e tu vuoi restartene qui a non far nulla? No, non mi muoverò.
Massa di imbecilli. Sarete tutti massacrati! Per Robespierre è ormai troppo tardi.
L'insurrezione non ci sarà. Di 48 battaglioni, solo 16 sono schierati davanti all'Hotel de Ville e non riceveranno l'ordine di difendere la comune. E quando Robespierre rinuncia a fare appello al popolo, i battaglioni hanno da tempo lasciato Place de Grève e la Convenzione ha già inviato un distaccamento della Guardia Nazionale a occuparsi dell'eroe delle sezioni parigine.
Lo scontro è violento. Nelle prime ore del 28 luglio, Robespierre con la mascella ferita, Saint-Just e i loro sostenitori sono condotti al patibolo e ghigliottinati come centinaia di loro compagni nelle settimane successive. In poche ore, Parigi e le sue sezioni sono messe a tacere.
Lasciatemi andare! La normalizzazione politica è cominciata. Lasciatelo! Gabriele! Fermi, non ne avete il diritto!
Lui ha dato ordine che il battaglione si fermasse davanti alla comune, per questo lo considerano colpevole, ma non lo è. Non è colpevole, lo sappiamo, non preoccuparti. Sappiamo che non è colpevole. L'epilogo ha luogo nel maggio del 1795, quando la sala della convenzione viene invasa per l'ultima volta.
Ma questo coraggioso atto di forza si risolve con un nulla di fatto. Con quell'ironia che solo la storia sa dispensare, l'avventura rivoluzionaria dei San Culotti si conclude dove era cominciata. La rivoluzione del popolo era iniziata un giorno di aprile 1789 con un'insurrezione nel Fobo San Tantuan e lì a fine nel maggio 1795 quando lo stesso quartiere viene circondato dai battaglioni della Guardia Nazionale. Dopo una schermaglia particolarmente violenta tutti i residenti del Fobo sono disarmati. È la fine dei San Culotti e delle loro speranze di uguaglianza.
Dalla presa della Bastiglia nel 1789, molte speranze si sono infrante e molte vite spezzate. Ma il popolo francese è stato il primo a immaginare una dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino. È riuscito a inventare la Repubblica ed è arrivato a seminare nelle menti della gente il germe di una lotta per la democrazia che è ancora solamente agli inizi. Gabriele!
Atanas! Ti amo, ti amo. Anch'io ti amo tanto.
E tu che cosa ci fai qui? Smettila! Ti avrebbero ghigliottinato se non fosse stato per lui. Ho trovato uomini ragionevoli che sapevano che ero ancora io il responsabile. Per questo hai salva la vita.
Ma l'ho fatto per Gabriele. E per il bambino. E Jonas, cosa gli è successo?
Dicono che è caduto in battaglia, portandosi dietro otto guardie. Altri dicono che si nasconde nel Fobur San Marcel, protetto da alcuni sostenitori. Altri ancora che si è imbarcato per le Indie per diventare un pirata.
E Dio solo sa cosa... Dai, vieni. I sogni dei cittadini del 1789 non solo hanno forgiato il destino del popolo francese, ma hanno ispirato il mondo, che non sarebbe stato più lo stesso dopo la rivoluzione francese. Amore mio.
No