Sì, dai, basta, vi lasciate parlare? No, ragazzi, grazie mille, però mi sembra che ci siano aspettative lievemente esagerate. Anche perché... Sapete quest'anno il tema è le origini e io mi son detto beh che ci vuole, qualche anno fa abbiamo fatto come scoppiano le guerre ed era venuto bene mi sembra e quest'anno facciamo le guerre civili, sarà più o meno la stessa cosa, non è più o meno la stessa cosa perché spiegare Spiegare come scoppiano le guerre? Ebbè va bene, è la storia umana che due paesi abbiano interessi contrastanti e si vogliano poco bene, anzi per niente, e che a un certo punto finiscano per decidere di risolvere le loro questioni con la guerra è una cosa banale, non è tanto difficile spiegare com'è che succede.
E invece spiegare com'è che succede che un paese dove si parla la stessa lingua, ci sono le stesse tradizioni, a un certo punto si spacca. A un punto tale che scoppia una guerra civile, ebbè, è molto più complicato spiegarlo. Questo vuol dire che avete pagato un biglietto per una lezione che sarà assai impegnativa. Più lunga del solito e più complessa del solito. Adesso vi sembra di desiderarlo, ma vedrete.
Comunque... Comunque stasera noi parliamo forse della meno conosciuta fra le tre guerre civili che toccheremo in queste tre tappe e cioè la guerra civile inglese del XVII secolo. Cominciamo dalla fine.
Siamo a Londra, è il 30 gennaio del 1649 e nel centro di Londra, Whitehall, è stato eretto un patibolo. E' destinato al re d'Inghilterra e di Scozia, Carlo I, che viene condotto lì a piedi dal suo palazzo di St. James, che è a due passi. Sul patibolo gli permettono di fare un ultimo discorso, in cui il re dichiara che lui ha sempre desiderato la libertà del suo popolo, ma che la libertà consiste nell'essere governati e non nel prendere parte al governo, che è una cosa che non spetta al popolo.
Sono le due del pomeriggio quando il re mette la testa sul ceppo, recita una preghiera, poi tende le mani per far segno che è pronto. E il boia, che è stato assunto in segreto, è mascherato e nessuno sa chi sia, il boia gli taglia la testa con un solo colpo. Anni dopo un predicatore protestante che da ragazzo aveva assistito all'esecuzione ricorderà che dalla folla era salito un lamento. come non avevo mai sentito e desidero non sentire mai più di nuovo.
La testa del re viene mostrata al popolo, il giorno dopo viene di nuovo ricucita al corpo, che viene imbalsamato con unguenti e sepolto nella cappella del castello di Windsor. Allora, da quando Costantino si era convertito al cristianesimo, 1300 anni prima, molti imperatori e re cristiani erano stati assassinati. Altri erano morti in battaglia. Gli inglesi stessi avevano assassinato nel Medioevo almeno due dei loro re, Edoardo II e Riccardo II, ma Carlo I è il primo re d'Europa che muore dopo essere stato processato legalmente e condannato a morte per alto tradimento. L'esecuzione di Carlo I è il punto d'arrivo di una guerra civile che è durata sei anni.
Eppure poco tempo prima che scoppiasse quella guerra, l'Inghilterra si considerava un paese benedetto dalla pace. Portiamo indietro l'orologio di una dozzina d'anni. In Inghilterra nel 600 era di gran moda uno spettacolo che chiamavano il mask. Erano rappresentazioni in costume che univano musica, canto, balletto, scenografia. Erano di gran moda anche a corte, si davano dei mask in cui il re e la regina, loro stessi, provavano per mesi la loro parte.
E il contenuto era sempre allegorico, secondo il gusto dell'epoca. Nel 1637, quando l'Europa è in preda alla guerra dei Trent'anni, una delle guerre più spaventose della sua storia, l'Inghilterra è l'unico grande paese che non è coinvolto nella guerra. Nel 1637 la Corporazione degli Avvocati di Londra dà un masque in onore del re, il più costoso mai visto fino allora, con più di 200 partecipanti, e il tema è il trionfo della pace.
In quell'anno Carlo I, parlando con i suoi nipoti tedeschi, i figli di sua sorella che ha sposato un principe tedesco, i suoi nipoti tedeschi che vengono dalla Germania devastata in modo inenarrabile dalla guerra dei Trent'anni, in quell'anno, in quel 37, a Carlo I viene da dire, gli scappa di dire che lui è il re più felice della cristianità. In realtà quella felicità era illusoria e l'Inghilterra fermentava lo scontento, ma il re non ne aveva il minimo sospetto. E non ne aveva il minimo sospetto perché lo stile di vita di un re di quell'epoca lo separava completamente dal suo popolo.
L'etichetta di corte sembrava fatta apposta per isolare il re dal paese e farlo vivere in un mondo irreale. Tutte le corti dell'epoca avevano un'etichetta estremamente rigida che trasformava l'esistenza quotidiana del re in una specie di spettacolo. La corte inglese è forse però appunto la più formale d'Europa. Il re d'Inghilterra è l'unico re d'Europa che viene servito a tavola da cortigiani nobili in ginocchio. E la gente comune non ha nessun contatto con il re.
Il re naturalmente vive sempre in pubblico, sempre sotto gli occhi di qualcuno, ma questo qualcuno sono i cortigiani. Il popolo normale non lo vede mai, non lo incontra mai, tranne nelle due occasioni, E due volte all'anno, ecco, due volte all'anno il re d'Inghilterra, come il re di Francia, tocca i malati di scrofola. Perché da secoli in quei due regni c'è la tradizione, la convinzione popolare. che la scrofola è un male speciale e che i re hanno un potere magico e possono guarire i malati di scrofola.
Non stupitevi che nel 600 ci siano queste cose, la società e la mentalità del 600 non sono mica tanto diverse da quelle di tre secoli prima. I re toccano i malati e i malati vengono a farsi toccare. Ma per essere ammessi a essere toccati dal re, per sperare di guarire da questa malattia che tutti chiamano il male del re, per essere ammessi i malati devono avere un certificato con triplice firma, di un parroco, di un amministratore della loro parrocchia e di un giudice di pace. Carlo non ha nessuna idea di quali sono i veri sentimenti del paese nei suoi confronti e nei confronti del suo governo e della sua corte.
E mi fermo sulla Corte, perché proprio non tanto sulla persona del re all'inizio, ma sull'ambiente che lo circonda, la Corte, si appunta il fastidio e l'ostilità della popolazione, del Paese. Il discredito della corte è cominciato già al tempo di suo padre, Giacomo I. Prima ancora regnava Elisabetta. Elisabetta era popolarissima, c'era anche una grande capacità propagandistica, ma Elisabetta era davvero popolarissima.
Morta Elisabetta, senza eredi, sul trono d'Inghilterra sale Giacomo I, re di Scozia. E già sotto Giacomo I, di colpo, l'opinione pubblica comincia invece a diffidare della corte e dei cortigiani. Bisogna dire che il re sembra fare di tutto per incoraggiare l'opinione pubblica a diffidare.
Il re ha un primo ministro, il duca di Buckingham, molto più giovane di lui, un favorito. come si diceva allora, ma che di fatto governa il regno. Il duca di Buckingham è detestato perché vende tutto, vende titoli nobiliari, vescovadi, qualunque cosa uno voglia, se paga il duca lo ottiene.
E il re Giacomo ha una relazione sessuale col suo primo ministro, il duca di Buckingham. All'epoca era un pettegolezzo, oggi è un fatto accertato, abbiamo le loro lettere. Il re Giacomo scriveva al suo primo ministro...
Ministro, Dio ti benedica, dolce figlio e moglie, e conceda che tu sia per sempre di conforto al tuo caro papà e marito. Ora, queste lettere ovviamente il pubblico non le conosceva, le conosciamo noi oggi, che magari non abbiamo nessun motivo di scandalizzarci davanti a una relazione del genere, ma immaginate l'opinione pubblica del XVII secolo. Tutti sanno che c'è un favorito che governa il regno e che il re ha una strana relazione con questo favorito tanto più giovane di lui.
E in Inghilterra dilagano i pettegolezzi sulle orge della corte, sul fatto che il re e i suoi amici hanno rapporti sessuali e si ubriacano. Poi Giacomo I muore, subentra suo figlio Carlo, che tanti anni più tardi finirà sul patibolo a Londra. Carlo è un personaggio molto diverso. è un personaggio austero, freddo, che non dà adito a pettegolezzi, ma non si libera del duca di Buckingham, con cui in realtà è amico e di cui anche lui è un po' succube.
Buckingham continua a governare l'Inghilterra per qualche anno, finché non viene assassinato, e il paese esulta, e il suo assassino viene celebrato nelle ballate come un grande eroe dell'Inghilterra. In altre parole, l'immagine della corte è irrecuperabile. Oltretutto il re ha sposato una principessa francese, la regina Enrichetta è francese in un paese, l'Inghilterra, che detesta i francesi, è cattolica in un paese dove la maggioranza è ferocemente protestante, è molto più giovane di suo marito, ama il ballo, il teatro, gli ambasciatori veneziani scrivono che la corte inglese è la più sontuosa e la più allegra del mondo. Agli occhi della maggioranza degli inglesi questa non è una cosa positiva. In Inghilterra profonda, che vive lontana dalla corte, si afferma l'idea che il re e la corte, la famiglia reale, i cortigiani e i ministri sono un corpo estraneo, che la corte non c'entra niente col paese.
Un grande storico, Lawrence Stone, ha espresso questa cosa in modo memorabile, quindi cito lui, anziché provare a dirlo con parole mie. Il paese era virtuoso, la corte malvagia. Il paese era parsimonioso, la corte sciaglia.
Il paese era onesto, la corte corrotta. Il paese era casto e eterosessuale, la corte promiscua e omosessuale. Il paese era sobrio, la corte ubriaca.
Il paese era patriottico, la corte filo straniera. Il paese era protestante, persino puritano. La corte era pericolosamente filo papista. Fermiamoci su quest'ultimo aspetto che è cruciale, perché la religione è ancora fondamentale in questa società che, ripeto, non è uscita realmente dal Medioevo e una delle caratteristiche del nostro passato medievale è proprio il fatto della pervasività della religione, l'importanza che ha la religione per la gente. Abbiamo detto che il paese era puritano.
Cosa vuol dire? Vuol dire che ufficialmente in Inghilterra, dopo la riforma protestante, esisteva una sola chiesa, la chiesa anglicana, con a capo il re. Guardate che questo aspetto religioso è di enorme importanza, cioè stiamo già entrando nel discorso delle cause della guerra civile, in cui anche fattori politici, e lo vedremo, avranno un ruolo gigantesco, ma la dimensione religiosa è fondamentale. Ora, la Chiesa Anglicana è una Chiesa protestante in quanto rifiuta l'autorità del Papa, anzi aborre quello che loro chiamano il papismo, ma in realtà nel suo funzionamento concreto la Chiesa Anglicana dell'epoca epoca assomiglia molto alla Chiesa Cattolica.
È una Chiesa autoritaria con la sua gerarchia di parroci, di vescovi. È una Chiesa che si aspetta che i fedeli si lasciano guidare come un gregge senza discutere gli insegnamenti che arrivano dal pulpito. Solo che l'Inghilterra del Seicento, che si sta avviando, benché sia un paese ancora medievale, ma si sta anche avviando a essere il paese più moderno d'Europa, l'Inghilterra. E per esempio è un paese dove c'è sempre più gente che sa leggere e scrivere.
E saper leggere vuol dire essere esposti alla circolazione della propaganda, dei fogli di notizie. È un popolo dove molti sanno leggere e scrivere, anche fra i poveri, dove il sentimento religioso è molto radicato. E dove comanda una chiesa di Stato con una visione molto autoritaria, voi capite che questa è una ricetta per la nascita del dissenso. E l'Inghilterra è piena di movimenti dissidenti, dissidenti religiosi, sette, come dicono le autorità.
Sono loro i puritani, cominciano come gruppi di lettura non autorizzati, laici che si radunano per leggere insieme la Bibbia, perché sanno leggere, non hanno bisogno del parroco, e pian piano finiscono per rifiutare la Chiesa ufficiale. Sono protestanti rigorosi, anche fanatici, odiano tutti quegli elementi cattolici che sono rimasti nel rituale della Chiesa anglicana, i crocifissi, le immagini sacre per i puritani. Idolatria e superstizione. I puritani sono favorevoli appunto alla lettura personale della Bibbia, vorrebbero che i pastori fossero eletti dai fedeli, che non ci fossero vescovi a comandarli o addirittura che fossero i laici stessi a predicare agli altri. Ora io direi che se ci fermassimo qui potremmo anche dire, beh, sono piuttosto simpatici i puritani, hanno un'impostazione decisamente democratica, anti-autoritaria.
Naturalmente dobbiamo fare il quadro completo. I puritani sono degli integralisti religiosi, vanno vestiti solo di nero. Vorrebbero vietare qualunque sport, qualunque divertimento, il ballo, chiudere i teatri nell'Inghilterra dove pochi anni prima è morto Shakespeare?
I puritani si considerano il popolo eletto, il nuovo Israele, e si aspettano che Dio sterminerà i loro avversari e li condurrà in una nuova Gerusalemme. E questo magari a noi piacerebbe di meno se dovessimo incontrarli. Però il puritanesimo comunque significa davvero rimettere in discussione l'obbligo di obbedire alle autorità.
Come disse uno dei grandi pensatori del Seicento inglese, Hobbes, Thomas Hobbes, che non aveva nessuna simpatia per tutto questo, cito Hobbes, dopo che la Bibbia fu tradotta in inglese, ogni uomo, anzi ogni ragazzo e ogni ragazzina che sapessero leggere l'inglese si convinsero di parlare con Dio Onnipotente e di capire quel che diceva. Hobbes naturalmente durante la guerra civile sarà dalla parte del re e sarà costretto a scappare all'estero, perché in effetti il punto è che la politica del re Carlo lo porta allo scontro diretto con i puritani, con il dissenso religioso. Perché? Perché lui è il capo della chiesa d'Inghilterra e pretende che tutti i suoi sudditi appartengano.
alla chiesa d'Inghilterra e obbediscano ai vescovi anglicani. Questa cosa dei vescovi, facciamo attenzione perché è particolarmente significativa. Nel mondo protestante è quasi sempre stata rimessa in discussione l'idea di una chiesa appunto gerarica.
anarchica, con un capo e poi i vescovi. In Inghilterra tutti sanno che se il capo della chiesa è il re vuol dire che i vescovi li sceglie lui e che i vescovi non hanno nessuna autonomia, si danno tante arie, vogliono comandare, ma in realtà sono al servizio del re. E' una vecchia storia, già al tempo di Elisabetta ci sono testimonianze sul fatto che il punto debole della chiesa anglicana è proprio il fatto che i vescovi non riescono a farsi rispettare. Come scrisse al tempo di Elisabetta un arcivescovo I messaggeri di Cristo sono stimati tamquam excrementa mundi, come gli escrementi del mondo. Ma Carlo è deciso a mettere fine a tutto questo e a ristraggiarlo.
stabilire l'autorità dell'episcopato anglicano e l'uomo a cui affida questo compito è l'arcivescovo di Canterbury, William Lode, che è un personaggio cruciale della nostra storia. L'arcivescovo William Lode è l'uomo che convince il re, e non fa fatica a convincerlo, che per salvare insieme il trono e l'altare bisogna stroncare il dissenso religioso. L'arcivescovo era un uomo Il figlio di un commerciante molto colto, secondo gli osservatori contemporanei non molto ben educato, lo descrivono come un ometto rubizzo, irritabile e intollerante. In realtà l'arcivescovo William Lodd qualche dubbio nel suo inconscio doveva averlo, ma non lo voleva ammettere neanche lui e poi loro dell'inconscio sapevano meno di quello che pensiamo di sapere noi. Sta di fatto che l'arcivescovo teneva un diavolo di un'epoca in cui non si sapeva di cosa stava succedendo.
diario in cui annotava i sogni che faceva, specialmente quando faceva dei sogni inquietanti. Una volta sognò che il re voleva sposare la vedova di un pastore protestante e che lui, l'arcivescovo, doveva celebrare il matrimonio, ma non riusciva. riusciva a trovare nel libro liturgico il cerimoniale per i matrimoni. Poi l'arcivescovo si sveglia chiedendosi chissà che messaggio mi ha mandato Dio con questo sogno. A noi che abbiamo letto il dottor Freud viene da dire che l'arcivescovo sapeva che c'era qualcosa che non andava tanto bene nel fatto che la moglie del re era una principessa straniera e cattolica e però il re ormai non può più sposare la figlia di un bravo protestante, ce l'ha già la moglie cattolica.
Sta di fatto che questi dubbi l'arcivescovo... Il arcivescovo se gli venivano in sogno di giorno li dimenticava e di giorno procedeva implacabile col suo programma e quindi i puritani vorrebbero distruggere le immagini sacre e perfino i crocifissi, gli altari. L'arcivescovo impone vetrate, organi, clero in cotta, l'obbligo di inginocchiarsi per la comunione, candele, immagini sacre, il prete che si inchina all'altare, il segno di croce. a giudizio dei puritani, smorfie da scimmie. E ovviamente il programma dell'arcivescovo prevede la liquidazione delle sette dissidenti.
Bisogna ristabilire la disciplina. I puritani leggono la Bibbia e poi si mettono a predicare e sono bravi a fare i sermoni, a tenere le prediche. Ma l'arcivescovo decide che di prediche se ne sentono anche troppe in questo paese.
Il popolo non ha bisogno di prediche, ha bisogno di catechismo. Deve imparare a memoria ciò che deve sapere e non deve preoccuparsi d'altro. E quando un parroco o anche un vescovo... Non è tanto d'accordo perché il sospetto che tutto questo voglia dire tornare al cattolicesimo è diffuso in questo paese che ha imparato ad avere una paura maledetta dei papisti.
Quando un vescovo o un parroco non è d'accordo viene sostituito, licenziato, magari messo anche in galera. I puritani che si sentono più in pericolo scappano dal paese. Sapete tutti dove vanno?
Vanno in America. Avete presente una delle leggende fondanti della storia americana? I padri pellegrini che arrivano col Mayflower e fondano le colonie puritane del New England. E quando ci vanno? Ci vanno negli anni di Carlo e dell'arcivescovo Lode.
Ce ne vanno talmente tanti di questi puritani in America che il re, anziché essere contento, si preoccupa che il paese rischia di perdere sudditi. Per un momento Carlo pensa di proibire l'immigrazione in America, poi non lo fa. Il fatto sta che per un puritano che se ne va ce ne sono dieci che operano clandestinamente nel paese.
Ora, fin qui, di nuovo, Medioevo e Modernità. Non c'è mica niente di diverso rispetto a quello che succedeva già nel Medioevo, quando la società cristiana era piena di ribelli, di dissidenti, di gente che non ci credeva. Ma adesso, nel Seicento, c'è una enorme differenza.
C'è la stampa. E la stampa vuol dire che nel regno circola innumerevoli trattati, sermoni, preghiere, orazioni, prediche, libelli, a difesa dei bravi protestanti perseguitati dal re e dal suo arcivescovo, amici dei papisti. In teoria c'è una legge sul controllo della stampa, non si può pubblicare niente senza autorizzazione, ma l'apparato statale è troppo debole a quell'epoca per farla rispettare.
Tutti stampano quello che vogliono, clandestinamente. L'arcivescovo deve accontentarsi quando riesce a mettere le mani su qualcuno che ha scritto e pubblicato qualcosa di sbagliato, l'arcivescovo deve accontentarsi di dare qualche esempio. Ve ne cito uno, c'è un puritano che si chiama William Pryne, è un puritano al 100%, uno che...
Critica gli uomini che portano i capelli lunghi, moda dei giovani nobili di corte in quell'epoca, e critica le donne che portano i capelli corti, come si permettono di confondersi con gli uomini. William Pryne è uno di quelli che vorrebbero abolire non soltanto il teatro, ma addirittura la festa di Natale. E' uno che sostiene che brindare alla salute di qualcuno è già una cosa diabolica, un peccato. E pubblica, William Prynne, pubblica un libricino in cui critica il teatro e in particolare le attrici, perché al tempo di Shakespeare non si vedevano donne sulla scena, le parti femminili le facevano i ragazzi, ma ormai anche... questo tabù è caduto, le donne salgono sul palcoscenico, agli occhi di William Prynne è una cosa, è una dimostrazione dell'abisso morale in cui sta sprofondando l'Inghilterra.
Perciò in questo suo libro condanna in particolare le attrici. Peccato che la regina a corte ha appena partecipato a una rappresentazione recitando lei stessa davanti ai cortigiani. Risultato, il libro di William Prynne viene considerato un oltraggio alla corte, perciò Prynne viene acchiappato, condannato alla gogna, al taglio delle orecchie e al carcere a vita.
E' il 1634. Dopodiché, incarcerato nella torre di Londra, Prynne riesce a continuare a scrivere e a pubblicare. Scrive un altro libello in cui protesta contro il fatto che in Inghilterra ormai è nata una specie di inquisizione cattolica. che dà la caccia ai veri protestanti, riesce a farlo pubblicare, lo scoprono nel 1637, l'anno di dire che lui era il re più felice della cristianità, nel 1637, prigionità, nel 1637, Nel 1637 Prynne, che è già in galera nella torre, viene di nuovo condannato a Lagogna a tagliare il pezzetto di orecchia che gli avevano lasciato la prima volta e a essere marchiato a fuoco sulle guance con le lettere S e L.
Libellista sedizioso. La folla che lo vede portare a Lagogna, fiori e erbe odorose sulla strada che deve percorrere, urla e protesta contro la polizia, il boia lo tratta in modo particolarmente brutale al momento in cui deve marchiarlo. Detto fra parentesi, risulta che in queste occasioni il condannato aveva la possibilità di pagare una bustarella al boia e in base a quanto pagava veniva trattato più o meno bene. Prynne non deve aver pagato, la gente è furiosa e grida, se fosse stato un papista non gli sarebbe successo niente, perché appunto la brava gente di Inghilterra è sempre più convinta che il re e i suoi cortigiani in cuor loro sono dei papisti. In realtà Carlo è un protestante convinto, però non è un fanatico.
E per esempio in politica estera si è alleato con la Spagna, e la Spagna è un grande regno cattolico, certo, però è nemico della Francia. Anche noi siamo nemici della Francia. E quindi Carlo fa una politica di alleanza con la Spagna.
Per molta gente in Inghilterra, allearsi con la Spagna vuol dire fare il patto col diavolo. Poi in Inghilterra cattolici ce ne sono ancora, non è vietato essere cattolici, anche perché molti lord e gentiluomini sono rimasti attaccati alla vecchia religione, non hanno diritti civili di nessun genere, però non vengono perseguitati. Ci sono leggi ferocessime contro il clero cattolico, è vietato il culto cattolico ovviamente in un paese protestante. E per un inglese è proibito essere un prete cattolico, la legge dice che se un prete cattolico, suddito inglese, viene arrestato nel regno deve essere condannato a morte. Ma il re non fa applicare veramente queste leggi.
I preti ci sono, nessuno li arresta, ci sono perfino i frati francescani, clandestini, ma tutti lo sanno, e poi la regina è cattolica. E per la regina a corte si celebra la messa cattolica. Io spero che cominciate a capire cosa vuol dire per un artigiano della City o per un piccolo proprietario terriero dello Yorkshire sentir dire che a corte ci sono preti cattolici che ce...
celebrano la messa cattolica per la regina e i cortigiani ci vanno perché è di moda farsi vedere alla messa della regina, il re non ci va ma la gente crede di sì. Poi il re ogni tanto davvero discute volentieri con i preti. i reti cattolici di sua moglie, la regina ha una piccola comunità di cappuccini, una volta il re va a trovarli, si ferma a mensa con loro. Tutte queste cose danno adito a una marea di libelli, di scritti insultanti che girano in tutto il regno e che tutti leggono. I bravi puritani si convincono che il re è deciso a riportare il paese al papismo.
Eppure nei rapporti dell'arcivescovo al re descrive una popolazione devota, obbediente, fedele, la campagna per il rastabilimento dell'autorità va benissimo, non c'è da preoccuparsi di niente. E proprio per la sicurezza. che va tutto bene il re, e per la sicurezza che Dio è con lui naturalmente, perché questo è fondamentale, sicuro che va tutto bene e che Dio è dalla sua parte, il re si impegna in un altro scontro, parallelo al primo, che egualmente gli deve permettere di affermare la sua autorità e che invece sarà la sua rovina, e cioè lo scontro col Parlamento. Che cos'è il Parlamento? Dagli studi fatti a scuola vi ricordate tutti che a un certo punto si comincia a parlare di monarchia assoluta, di sovrani assoluti.
Si comincia a parlarne nel Cinquecento, soprattutto nel Seicento, il Re Sole. Quando si parlava del Medioevo non avete mai sentito parlare di sovrani assoluti. Perché un re del Medioevo aveva un forte limite al suo potere, non era superiore alla legge e non era in grado di introdurre nuove tasse senza garantirsi il consenso.
senso del paese, senza consultare il paese. Come faceva un re del Medioevo a consultare il paese? Quando aveva bisogno di soldi, convocava un'assemblea in cui venivano i nobili e venivano i vescovi, la nobiltà, il clero.
E poi venivano i mercanti delle città, che erano quelli che avevano i soldi, in Francia si cominciera a dire il terzo stato a un certo punto, queste assemblee che nei vari paesi avevano mille nomi, ma in Inghilterra si chiamava già allora il Parlamento, queste assemblee venivano convocate e dovevano essere d'accordo se il re chiedeva soldi. Ma i re del Seicento trovano sempre più faticoso sottomettersi a questo obbligo. Dopotutto non è Dio che li ha messi sul trono e allora dovrebbero rispondere soltanto a Dio.
Carlo è cresciuto respirando questo clima, suo padre Giacomo era uno che diceva i re siedono sul trono di Dio e Dio stesso li chiama dei. Giacomo aveva scritto un manuale per istruire suo figlio Carlo al suo futuro mestiere di re in cui gli insegnava che il re deve essere un padre per il suo popolo. Ma come ogni padre ha diritto di vita e di morte e ha diritto a un'obbedienza assoluta.
E Giacomo insegnava al suo figlio che il re è superiore alla legge, non è limitato da nessuna legge perché è lui che fa le leggi e se vuole le abolisce. Carlo dedica la sua vita a realizzare questi principi, il che in concreto vuol dire provare a governare senza convocare il Parlamento. Anche altri re europei lo fanno e ci riescono alla lunga. In Inghilterra è un'impresa particolarmente difficile, perché l'Inghilterra è il paese dove il Parlamento ha acquistato più spazio e dove già nel Medioevo i re hanno dovuto giurare di non governare senza il consenso del paese. Avete presente la magna carta?
E che cos'è la magna carta se non l'impegno del re di convocare il Parlamento ogni volta che deve prendere qualche decisione importante? Il Parlamento e l'Inghilterra sono... Ebbè, potete immaginarlo tutti, la camera dei lord dove siedono i gransignori e i vescovi e quelli in genere vanno dove vuole il re.
Ma la camera veramente importante è la camera dei comuni che rappresenta l'aristocrazia della campagna, la gentry come dicono gli inglesi che è la classe sociale che governa il regno perché non esiste un apparato statale. Il re può governare nella misura in cui i gentiluomini di campagna mantengono l'ordine, fanno da giudici, riscuotano le tasse. E poi oltre alla Gentry appunto ci sono quelli che hanno i soldi, quelli che hanno i contanti, i mercanti delle città, la City di Londra, questa è la Camera dei Comuni. E ogni volta che Carlo nei primi anni del suo regno convoca il Parlamento scopre che ai Comuni tutto quello che chiede c'è qualcuno che non è d'accordo.
E si alza sempre qualcuno a parlare contro le sue richieste e a mettere in discussione la sua politica. I parlamenti vengono convocati, stanno in sessione per un po' di tempo, poi vanno a casa, magari per qualche anno non ce n'è bisogno, ma quando c'è bisogno si convoca di nuovo. E il re convoca un nuovo parlamento e si ritrova alle stesse facce dell'altra volta, perché nel paese, nelle contelle, e ci sono quelli che hanno fatto ormai esperienza e si fanno eleggere e vanno apposta in Parlamento per dire al re che il paese non è d'accordo con la sua politica. In altre parole, non so se capite, in questo paese che a suo modo è un laboratorio di politica, di modernità sta nascendo il concetto di opposizione.
In teoria non ci si aspetta che il Parlamento per principio sia contro le richieste del re, le discute, poi grossomodo cerca di venire incontro, invece nel Parlamento inglese c'è l'opposizione, un gruppo consistente ai comuni che per principio non è d'accordo con quello che vuole il re. Carlo ogni volta che convoca il Parlamento fa sempre più fatica per ottenere quello che vuole. E alla fine si stanca. Nel 1629 il re dichiara che siccome il Parlamento si oppone alla sua politica, lui non lo convocherà più.
Molti parlamentari protestano e finiscono in prigione. E a partire da quel momento, per dieci anni, Carlo governa senza più convocare il Parlamento. E può illudersi, può dirsi di essere diventato un sovrano assoluto, senza più vincoli.
Il problema è che i suoi ministri non sono mica tanto sicuri che si possano davvero mettere delle nuove tasse senza convocare il Parlamento e senza che il Paese si ribelli. Non osano farlo. Però di soldi c'è bisogno e dunque il re è costretto a cercare di far soldi con altri mezzi.
Dove li cerchi i soldi? Dove ci sono? Nell'economia, nel commercio. Fare soldi vuol dire fare soldi.
Vuol dire che non possiamo mettere nuove tasse, però possiamo dire per esempio che tutti gli straccivendoli di Londra devono iscriversi a una corporazione e devono pagare una licenza per poter fare il loro mestiere, altrimenti no. E si fa così, e si introduce tutta una serie di controlli, di obblighi, di tasse di fatto, sull'attività commerciale, si introducono e naturalmente lo scopo è prendere soldi e poi controllare e beccare i violatori. e multarli Si concedono i monopoli, vi dicevo. Vi faccio un esempio. Ho esitato a lungo se fare questo esempio perché ve l'ho detto, sarà una lezione lunghetta quella di stasera, eh?
Ma poi ho deciso che ve lo faccio lo stesso perché uno non si immagina che in un regno del 600 potessero succedere cose così. Dunque, il re concede a un imprenditore il monopolio della fabbricazione del sapone. L'imprenditore ovviamente paga un sacco di soldi per essere l'unico in Inghilterra che può produrre sapone. Chiudono tutte le altre fabbriche, ovviamente si crea già un mondo di scontenti.
Il monopolista fabbrica sapone, siccome è l'unico che lo fabbrica non deve preoccuparsi troppo della qualità. Dopo un po' nel regno si diffonde la protesta perché il sapone del re è di pessima qualità. Il governo decide di dimostrare al paese che non è vero.
Dite che è di cattiva qualità? Vediamo. Si organizzano dei test in pubblico, convocando le lavandaie, ma i test vengono truccati in modo da...
da far risultare che il sapone del re va benissimo. Risultato, si comincia a produrre sapone di contrabbando e in tutto il paese la gente compra il sapone di nascosto perché è stato prodotto senza l'autorizzazione del re. Dopodiché il re comincia a mandare in giro delle spie per vedere se riusciamo a beccare quelli che fabbricano il sapone di nascosto e nel mondo degli artigiani, degli industriali, si comincia a dire ci sono le spie del re in giro, attenzione, si crea questo clima per cui tutto quello che uno fa...
ha sempre l'impressione che c'è dietro uno che ti spia e che andrà a riferire al re. Potete immaginare che il re se l'è voluta proprio con questi mezzucci che si è inventato per far soldi. Vi cito da un discorso proprio dell'epoca in cui il re è stato giustiziato. Quante povere venditrici di mele, quanti fabbricanti di scope, quanti straccivendoli hanno dovuto vendere o impegnare letti e vestiti per comprarsi la licenza di entrare nelle nuove corporazioni del re a Londra.
E quando l'ebbero acquistata si vide che era tutto un imbroglio e così il re si riempì i forzieri con l'oppressione. Il re non lo dichiara ma tutti sanno che fa questo per non dover convocare il Parlamento. E poi tenta l'esperimento decisivo.
Finora sono mezzucci, ma adesso proviamo a introdurre proprio una nuova tassa e vediamo se il paese paga. Lo fa molto abilmente, al tempo di Elisabetta c'era una tassa che veniva pagata dalle zone costiere per mantenere la flotta da guerra. E l'Inghilterra è un paese che per tradizione ha bisogno di avere una flotta a difesa delle sue coste e che tutto sommato paga volentieri per questo. Perciò il re, ovviamente al tempo di Elisabetta la tassa, la ship money la chiamavano.
Tassa per le navi. La ship money al tempo di Elisabetta serviva, c'era l'invincibile armada che veleggiava verso l'Inghilterra. Al tempo di Carlo la minaccia non è così evidente, però è vero che ci sono pirati nella manica, pirati olandesi, francesi.
Ci sono addirittura dei casi in cui i pirati barbareschi che arrivano dal Mediterraneo sbarcano in cornovaglia a saccheggiare, a portare via schiavi. Insomma, il re dice all'opinione pubblica siamo in emergenza e perciò io chiedo di nuovo alle zone costiere di pagare la tassa. E le zone costiere pagano. L'anno dopo, 1638, il re decide di far pagare la ship money non più soltanto alle città costiere, alle contee marittime, ma a tutto il regno.
E il passo successivo. E stavolta non ce la fa, perché nell'opinione pubblica immediatamente comincia a serpeggiare la protesta e la protesta è formulata così, se vuole che paghiamo che convochi il Parlamento. Ci sono lord che dicono in faccia al re che loro diranno ai loro contadini di non pagare, se invece il re convoca il Parlamento e li sta a sentire, allora tutti pagheranno volentieri. Finalmente un gentiluomo fa di tutto per farsi processare in modo da far scoppiare la cosa. Questo gentiluomo viene processato a Londra davanti al Tribunale Supremo del Regno per avere incitato i suoi dipendenti a non pagare e i giudici del Tribunale Supremo si spaccano.
Perché una metà dicono, ricordate quello che diceva il re Giacomo, il re è superiore alla legge. Loro che sanno il latino lo dicono così, in anglo-latino, rex is lex, il re è la legge. E quindi può fare quello che vuole.
Ma una parte dei giudici, nominati dal re, una parte dei giudici dicono che no, non è vero, il re non può spingersi fino a quel punto, perché se dovessimo ammettere che il re può costringerci a pagare delle tasse senza chiedere il nostro consenso, cioè senza convocare il Parlamento, mi capite? Se dovessimo ammettere questo, vuol dire che non c'è più la difesa della proprietà privata. E la proprietà privata è sacra, è più sacra dell'autorità del re messo sul trono da Dio.
Una parte dei giudici dichiara che il re non ha il diritto di mettere le mani nelle tasche dei suoi sudditi, perché se lo facesse il principio di proprietà salta. E questo tenetelo presente perché la rivoluzione inglese, la guerra civile, è anche una rivoluzione. Vado bene tutte e due le definizioni.
La rivoluzione inglese è la prima grande rivoluzione borghese, nel senso che non è una rivolta per cambiare la società, è una rivolta per garantire la proprietà privata. Oh, come vedete siamo già di fronte a un paese spaccato e a un re che va in rotta di collisione contro enormi interessi collettivi senza neanche rendersi conto della gravità della sua posizione. Ma la scintilla che farà precipitare la guerra civile è ancora un'altra.
E' una scintilla che scocca nell'altro regno di cui Carlo è re, la Scozia, il regno anche nel regno di Scozia, ma la Scozia è calvinista, per gli scozzesi e non solo per un'avanguardia di puritani, ma per la massa in Scozia le cose che piacciono tanto all'arcivescovo, l'incenso, le immagini sacre, ecco sono superstizioni papiste. Oltretutto agli scozzesi, come potete immaginare, l'idea che la loro chiesa, la Kirk, come la chiamano loro, sia costretta ad adottare le stesse regole della chiesa degli inglesi, a loro ovviamente sembra un attentato alla loro indipendenza. E poi, e poi appunto, calvinisti come sono, ancor più dei puritani inglesi, gli scozzesi hanno il terrore che dietro tutto questo ci sia quella realtà mostruosa che è Roma, il Papa, la meretrice.
Invece, come disse un lord scozzese, sono andato a letto con tante puttane, ma non ci andrò mai con la puttana di Babilonia. Roma, ovviamente. E invece il re e l'arcivescovo... sono decisi a piegare la Scozia e vanno alla prova di forza.
C'è il nuovo messale anglicano, il Book of Common Prayer, e domenica 28 luglio 1637 il nuovo messale viene ufficialmente imposto in Scozia. A Edimburgo la folla si raduna fuori dalla cattedrale e picchia sulle porte sbarrate mentre l'arcivescovo celebra la messa dentro una cattedrale vuota. La folla tira pietre alle vetrate della cattedrale durante tutto il servizio. In teoria la Scozia è governata da un consiglio del re che risiede a Edimburgo e che dovrebbe far eseguire i suoi ordini. Il consiglio dichiara che questa rivolta è un tradimento, ma lo fa dopo essersi rinchiuso nel castello di Holyrood, al sicuro dalla folla di Edimburgo, e contemporaneamente per prudenza il consiglio del re sospende l'applicazione del nuovo messale nelle chiese di Scozia.
Il re quando è informato non è d'accordo, ordina di reintrodurre il messale e di perseguire immediatamente i rivoltosi. In Scozia arrestare i rivoltosi si rivela completamente impossibile, l'intero paese è in piazza. Si dice di qualche vescovo che per riuscire a celebrare il rito secondo il messale anglicano si presenta all'altare con due pistole cariche. Di fatto... Il Paese non intende accettare.
Non sono ancora alla rivolta contro il Re. Mandano al Re una supplica, firmata da moltissimi nobili scozzesi e borghesi ed ecclesiastici, chiedendo il rito di rivolta. Il ritiro del libro di preghiere, notate anche qui la modernità che viene fuori, la raccolta di firme come gesto politico. Noi mandiamo al re una richiesta e sotto questa richiesta ci sono tante firme di gente che conta. Il re per tutta risposta nel febbraio del 38 risponde appunto che tutti i dissidenti si devono sottomettere immediatamente se vogliono evitare la sua ira.
Questo proclama del re viene letto a Edimburgo davanti a una folla furiosa. E per risposta in Scozia nobili ed ecclesiastici scozzesi stendono un documento che chiamano il National Covenant, il patto nazionale, in cui si dichiara che nessuno di noi è un uomo. Nessuno accetterà mai che le regole della Chiesa nazionale di Scozia siano modificate, neanche se lo vuole il re. Il covenant viene letto in tutte le chiese di Scozia e per giorni e giorni la gente fa la fila per firmare. Gli analfabeti giurano in massa, in ginocchio, piangendo.
Il clima è di entusiasmo millenaristico, c'è il diario di un avvocato di Edimburgo che scrive oggi si è celebrato il grande matrimonio della nazione con Dio. Noi e Israele siamo le uniche due nazioni che hanno giurato fedeltà al Signore. Il primate di Scozia, l'arcivescovo di Sant'Andrius, fugge a Londra dichiarando tutto quello che abbiamo fatto in questi trent'anni è stato distrutto in un giorno. E il consiglio del re da Edimburgo scrive al re che, visti i risultati dei suoi ordini, loro non sono più in grado di farli applicare. E naturalmente la notizia di quello che è successo si diffonde in tutto il regno, in tutto il regno d'Inghilterra, perché c'è la stampa e il covenant scozzese, il patto degli scozzesi, viene stampato in mille tipografie clandestine e distribuito.
L'arcivescovo Lodd annota nel suo diario, a Londra ce l'hanno in mano tutti. Il buffone di corte di re Carlo, Archie Armstrong, perché il re ovviamente aveva i buffoni di corte, aveva un gigante, Michael John, Michael è dialettale per dire grande, e aveva un nano e aveva un buffone. E il buffone di corte incontrando l'arcivescovo di Canterbury dopo che sono arrivate queste notizie dalla Scozia gli chiede chi è il buffone adesso?
Ovviamente viene subito cacciato dall'impiego e licenziato. E in Scozia i sostenitori del Covenant, che ormai tutti chiamano i Covenanters, sono al potere e si comincia a parlare di espellere dalla Scozia tutti quelli che rifiutano di firmare. Vedete come si scivola rapidamente nell'interpretazione estrema, no? Gli ecclesiastici, considerati un po' troppo freddi, vengono aggrediti dalla gente per strada.
E come succede in questi casi, qualcuno comincia ad aver paura che forse ci siamo spinti troppo oltre. Qualcuno comincia ad aver paura che tutto questo potrebbe portare anche a dei risultati che noi non vogliamo. La rivoluzione, la rivoluzione sociale. Questa cosa lo esprime bene uno dei principali poeti scozzesi di quell'epoca, William Drummond, uno che poi durante la guerra civile si schiererà col re.
William Drummond scrive, chissà se tutto questo scompiglio e tutte queste discordie non si trasformeranno in un bellum servile. Avete presente? Spartaco, le rivolte degli schiavi, in cui Brasilei Braccianti, buffoni, fattori, insomma tutta la gentaglia in armi inghiottirà i nobili e i gentiluomini, si impadronirà dei loro beni e si unirà in un nuovo covenant. Covenant, come abbiamo fatto noi. Capite la meraviglia di questo come abbiamo fatto noi?
Il covenant l'abbiamo fatto noi, i signori, i padroni, i ricchi, i nobili, i gentiluomini, il clero e la marmaglia, la marmaglia c'è il rischio che prenda questa cosa sul serio. Il primo luglio del 1638 il re Carlo dichiara ufficialmente che in Scozia è in corso una ribellione e che lui intende stroncarla con la forza. Ora in Inghilterra questa guerra è estremamente impopolare.
La brava gente preferirebbe mille volte che il re facesse la guerra alla Spagna. Invece con la Spagna papista il re va d'amore e d'accordo chissà come mai e adesso vuole farci fare la guerra contro i nostri fratelli protestanti, gli scozzesi. In giro si impreca contro l'arcivescovo, il papa di Londra, e gli scozzesi naturalmente stampano un appello al popolo inglese che circola in tutta l'Inghilterra clandestinamente. Il re va avanti, duro, però si scopre che non ci sono i soldi per fare questa guerra contro la Scozia.
E qualcuno gli dice, se non ci sono i soldi tu sai cosa devi fare, vero? Combo che è no. rifiuta di convocare un Parlamento, piuttosto prende i soldi in prestito, si indebita fino al collo, lo stesso, non riesce a mettere insieme abbastanza soldi, recluta un esercito scadente, debole. Va lo stesso al nord, nella primavera del 39 il re marcia verso la Scozia, arrivato alla frontiera viene a sapere che la Scozia è interamente in mano al nemico, tutti gli arsenali, i presidi, le fortezze sono stati occupati dai covenanters.
compreso il castello di Edimburgo. Le guarnigioni rege in Scozia sono passate dalla parte dei ribelli. Il re rimane lì sulla frontiera con questo suo esercito troppo debole, scontento.
Dall'altra parte si sono accampati gli scozzesi, armati fino ai denti, dal loro campo si sentono i sermoni dei predicatori e il canto collettivo dei salmi. I lord che sono lì al campo con il re cominciano a dirgli che non è il caso di invadere la Scozia e che se proprio ci tiene a farlo deve convocare prima il Parlamento. Il re ammette che per il momento non è abbastanza forte per invadere la Scozia, fa una tregua, in realtà avrebbe solo intenzione di prendere tempo, ma i suoi consiglieri insistono. Questa cosa è troppo grossa, non si può fare senza convocare il Parlamento. L'arcivescovo è uno dei primi che glielo dicono.
Un altro che glielo dice con insistenza è un personaggio che non ho ancora citato ma che in quest'ultima mezz'ora, no, se Dio vuole, in quest'ultima quarta d'ora, venti minuti, citeremo ancora perché è protagonista poi di un episodio drammatico. È il conte di Stratford, governatore dell'Irlanda, uno dei principali e più fidati consiglieri del re. Sia l'arcivescovo Lod, sia il Lord Stratford insistono.
Bisogna convocare il Parlamento. E il re lo convoca. Dopo dieci anni, undici anni che non lo faceva. Il Parlamento si riunisce il 13 aprile del 1640. Il re presenzia all'apertura, ma non fa lui il discorso.
Anche perché il re balbetta, leggermente, parlando con qualcuno che aveva lo stesso difetto, una volta Carlo gli aveva detto ho provato a tenere dei sassolini in bocca, ma non serve a niente. Perciò a suo nome parla il primo ministro, il cancelliere, il quale spiega al Parlamento che nessun popolo ha mai avuto la benedizione di un re così buono, di una regina così virtuosa e che il buon popolo inglese deve essere grato e aiutare il re a sopprimere la rivolta dei malvagi scozzesi e se il Parlamento concederà i soldi, poi il re raddrizzerà tutti i torti. Ma il Parlamento è inondato di petizioni.
Il meccanismo politico è questo. I deputati delle Contee arrivano a Londra portandosi dietro le lettere che hanno ricevuto dai loro vicini, dalle comunità, dai ricchi, dai nobili, i quali tutti hanno qualcosa contro cui protestare. La tassa delle navi, i monopoli, la politica religiosa del re. E i comuni cominciano a nominare delle commissioni, di nuovo un laboratorio di modernità.
La Camera dei Comuni nomina delle commissioni. Dicendo dobbiamo esaminare queste petizioni, queste proteste e il re se vuole i soldi deve abolire la tassa delle navi e deve, anzi no non basta, deve raddrizzare tutti i torti, ascoltare tutte le proteste. Voi potete immaginare la reazione di Carlo, il 5 maggio il re dissolve il Parlamento, che infatti è passato alla storia come lo short parliament, il Parlamento breve, due o tre settimane. E' la quarta volta nel suo regno che Carlo scioglie il Parlamento ed è l'ultima volta che ci riesce. Subito dopo si riunisce il Consiglio per decidere come trovare i mezzi per fare questa maledetta guerra alla Scozia e il governatore dell'Irlanda, Lord Stratford, dice forse si potrebbe reclutare un esercito in Irlanda e portarlo qui per ridurre alla ragione questo regno.
Sul momento nessuno ci fa troppo caso tra i ministri che ascoltano questa frase. Tuttora noi non sappiamo se Strafford voleva dire, quando ha detto ridurre alla ragione questo regno, voleva dire la Scozia, che dobbiamo ridurre alla ragione, o se invece aveva in mente qualcosa di diverso, ma ne riparleremo. Il fatto sta che senza il Parlamento non ci sono i soldi.
Carlo è talmente in difficoltà che fa contattare addirittura il Papa per sapere se può avere un prestito dall'Italia per pagare questa guerra. Confisca i depositi che i mercanti di Londra tenevano nella zecca reale. Anche qui potete immaginare quanto questo contribuisca a renderlo popolare.
La City di Londra non ne può più. I mercanti della city, quando il re chiede soldi in prestito, rifiutano di darglieli. Il re... E le procedure sono queste. Fa arrestare gli assessori del comune di Londra e minaccia di impiccarli se non salteranno fuori i soldi.
Ma intanto i soldi non saltano fuori. Il reclutamento dell'esercito va malissimo. Nel paese corrono tutte le voci più folli.
Si dice che i soldati reclutati verranno imbarcati su navi col pretesto di sbarcare in Scozia, ma che in realtà li porteranno a venderli come schiavi in America. Risultato? Il re non riesce a radunare un vero esercito, nel frattempo gli scozzesi stanno radunando un esercito e il 20 agosto 1640 gli scozzesi passano il Tweed e invadono l'Inghilterra al suono delle cornamuse e al canto dei salmi.
E il re riceve l'ennesima petizione, stavolta firmata da un gran numero di lord che gli chiedono la grazia per tutti quelli che sono in galera perché non hanno pagato le nuove tasse o perché non hanno accettato le riforme dell'arcivescovo e soprattutto, e questo è drammatico, gli dicono abbiamo sentito che lord Stratford ha proposto di far venire un esercito dall'Irlanda noi preghiamo sua maestà di non farla una cosa del genere. Tenete presente cos'è l'Irlanda per gli inglesi di quel momento. L'Irlanda è un paese selvaggio che noi abbiamo conquistato, che stiamo riempiendo dei nostri immigrati protestanti, ma la popolazione locale sono selvaggi per di più papisti, feroci tagliagole, assetati del nostro sangue e in qualche modo si è sparsa nel paese la voce che Lord Stratford ha suggerito di reclutare un esercito.
fra questi selvaggi papisti per venire a domare questo regno. Cos'è che intendeva dire esattamente? E il re, qui devo dire comincia una pagina che è una delle più disonorevoli dal punto di vista del re, che si dimostra terribilmente inadeguato e incerto. Quando si accorge che l'opinione pubblica vede Lord Stratford, uno dei suoi consiglieri più fidati, come la sua anima nera, quello che gli dà i cattivi consigli, Comincia a trattarlo con freddezza e anzi gli suggerisce di lasciare il paese, perché gli dice non sono mica sicuro di poter garantire la tua sal...
incolumità fisica. Lord Strafford decide di restare. A questo punto il re gli dà la sua parola, che qualunque cosa succede non deve temere per la sua vita. Tenetelo presente.
Intanto nel nord invaso dagli scozzesi la popolazione protestante simpatizza con gli scozzesi e li considera liberatori. Il re, senza un soldo, senza un esercito, è costretto a firmare un accordo disonorevole, accettando che l'esercito scozzese occupi il nord dell'Inghilterra e impegnandosi a pagare le spese degli occupanti. Dopodiché L'unica cosa che gli resta da fare è convocare un Parlamento e convoca quello che passerà alla storia ovviamente come il lungo Parlamento. L'elezione di questo Parlamento è drammatica perché tutti hanno chiarissimo che si è Siamo arrivati a un punto di non ritorno, questo Parlamento dovrà fare grandi cose per forza.
Il Re fa di tutto per fare eleggere persone fidate. Non ci riesce. Il partito della Corte viene sconfitto dappertutto. I cortigiani e funzionari del re alla Camera dei Comuni, si è calcolato, sono solo l'undici per cento, meno che in qualunque altro Parlamento. Del resto le elezioni si sono fatte con una campagna elettorale in cui lo slogan dei puritani era contro i candidati del re.
Non eleggete questi cortigiani atei, questi preti papisti. Alle elezioni hanno partecipato con un impegno insolito gli elettori più poveri, gli artigiani, i bottegai, che di solito fanno solo numero e sono abituati a votare, come dice il gentiluomo vicino a casa loro, e invece stavolta ci sono state elezioni con dei radicali, che sono andati a farsi eleggere con un programma di protesta, come disse un lord, che peraltro poi si schiererà col Parlamento contro il re. C'è gente senza camicia che pretende di far valere il suo voto quanto il mio. E i puritani, i predicatori puritani soffiano sul fuoco, fanno appello al popolo, voi, voi di infima levatura, voi gente comune, common people, voi gente comune, prendete coraggio, Dio vuole fare uso della gente comune nella grande opera di proclamare il regno di suo figlio. C'è questo clima di entusiasmo religioso millenaristico, leggere i fogli di notizie, i giornali.
i diari di quei giorni in cui arrivano i deputati, è impressionante quello che si dice. È l'alba di un bel giorno di lunga felicità per questo regno. Il Parlamento sarà capace di costruire un nuovo mondo.
Naturalmente per la grande maggioranza dei deputati ai comuni, che sono gentiluomini o mercanti, il nuovo mondo non vuol dire la rivoluzione sociale, assolutamente no, non è questo. Quasi nessuno la vuole. Il nuovo mondo vuol dire che il Parlamento deve insegnare al re che chi comanda è il Parlamento, e deve difendere la proprietà privata dalle tasse del re, e deve eliminare le novità papiste che piacciono tanto all'arcivescovo.
Il Parlamento si inaugura il 3 novembre 1640 e stavolta il re fa il discorso di apertura, pur balbettando si rende conto che ormai ci deve mettere la faccia. Ci va lui a chiedere al Parlamento i soldi per la guerra contro la Scozia. Il Parlamento risponde, un momento, ci sono altre cose da chiarire prima. Per prima cosa bisogna chiarire che senza radunare il Parlamento tu non puoi imporre nuove tasse.
E il re? Il re non è in grado di maneggiarlo questo Parlamento e i suoi ministri non sono in grado di difenderlo. E il re accetta di riconoscere che effettivamente lui questo diritto non ce l'ha.
Ma in realtà le cose vanno oltre molto in fretta, cominciano ad assumere le caratteristiche di una rivoluzione. Il giro si sente dire che il Parlamento è il vero erede di Elisabetta. Come se Giacomo e Carlo non ci fossero mai stati.
E che la Camera dei Comuni è investita da Dio, non il re è investito da Dio, ma la Camera dei Comuni. Entro qualche settimana dalla convocazione i Comuni cominciano a comportarsi come il governo del Regno, a mandare ordini ai giudici di pace, nelle contee. Nel frattempo, già che ci sono, aboliscono la censura sulla stampa, che già funzionava male.
Ma che a questo punto viene abolita del tutto. E poi gli oratori che prendono la parola uno dopo l'altro cominciano ad attaccare il re, il re e i suoi ministri. E si comincia a insistere su questa cosa.
Cosa intendeva Lord Stratford quando ha detto di reclutare un esercito in Irlanda? Bisogna nominare una commissione per indagare. L'arcivescovo di Canterbury in quei giorni stavolta non annota nel suo diario un sogno, ma annota un altro fatto che gli è capitato che l'ha spaventato.
Nel suo studio c'era un grande suo ritratto fatto dal famoso pittore di corte, Van Dyck. Entrando nello studio l'arcivescovo ha trovato il proprio ritratto per terra, caduto dal muro. Scrive nel diario, io non sono superstizioso.
Ma Dio voglia che non sia un presagio. Nel frattempo, vi ricordate William Prynne, lo stampatore puritano cui avevano tagliato le orecchie, marchiato le guance, condannato al carcere a vita? Naturalmente viene liberato trionfalmente e al suo posto finisce nella torre di Londra Lord Stratford, arrestato per ordine del Parlamento. E il figlio di un segretario del re ritrova tra le scartoffie i verbali di quella famosa riunione in cui Stratford aveva parlato.
di far venire un esercito dall'Irlanda e li consegna ai capi dell'opposizione. Il clima è tale che ministri e segretari del re cominciano a imbarcarsi e scappare all'estero. Ovviamente nel frattempo si passa a una politica puritana.
I preti cattolici che prima giravano indisturbati adesso vengono arrestati e qualcuno viene anche impiccato e squartato, con enorme soddisfazione del buon popolo puritano. E i comuni cominciano a passare leggi religiose, puritane, estremiste, divieto di qualunque gioco la domenica, eliminazione di tutte le immagini sacre dalle chiese, divieto di inginocchiarsi durante il rito, queste smorze. Orfie papiste appunto. E già che ci sono, sbattono nella torre anche l'arcivescovo di Canterbury. E a marzo del 41 si apre il processo di Lord Stratford, davanti al Parlamento accusato un po' di tutto, ma in particolare di aver voluto reclutare un esercito in Irlanda per soggiogare questo regno, cioè noi liberi inglesi.
E' un processo che dura due mesi e che suscita un'emozione gigantesca. del tempo ci dicono che l'aula del tribunale è stratiena di pubblico, che la gente bivacca lì, si porta pane, formaggio, birra, si dice che la gente fa i suoi bisogni sul posto, pur di non perdere il posto e poter assistere giorno dopo giorno al processo. Strafford, nonostante tutto, riesce a dimostrare che lui non voleva reclutare un esercito per sottomettere l'Inghilterra, parlava della Scozia. Ma il diritto inglese prevede che il Parlamento può far passare una legge, cioè uno speciale tipo di legge, con cui si dichiara che una certa persona è un criminale colpevole e che va condannata a morte anche in assenza di processo.
I comuni passano questo tipo di legge dichiarando che il Lord Stratford deve essere giustiziato. La legge deve passare ai Lord e poi alla firma del re. Il re dichiara che lui non firmerà. Quando passa i lord, la maggior parte dei lord saggiamente preferisce non farsi vedere.
Alla camera dei lord sono pochi i presenti e tutto sommato sono pochi, c'è la folla che rumoreggia. Il re ha già detto che lui tanto non firma, perciò i lord se ne lavano le mani e firmano anche loro la legge che condanna a morte il lord Stratford. A questo punto la legge arriva dal re e il re non sa bene cosa fare. E si consiglia con i giuristi e si consiglia con i vescovi e poi si prende paura e firma. Salvo pentirsi subito dopo, ma è troppo tardi, due giorni dopo Lord Stratford viene decapitato.
E l'arcivescovo Lod, in prigione nella torre, annota nel suo famoso diario che non valeva la pena di servire quel re. E fin qui, stiamo finendo, fin qui sembra di essere nella Francia della rivoluzione francese quando ogni nuovo cedimento del re lo spinge sempre di più verso il baratro. Ma stavolta le cose vanno un po' diversamente, perché proprio l'estremismo del Parlamento, l'estremismo dei comuni, la violenza dei puritani, l'esecuzione di Lord Stratford, cominciano a spaventare molta gente. Nel Parlamento stesso si nota un cambiamento di linea.
Ogni volta che si vota c'è una minoranza sempre più forte che vota a favore del Re. Fa paura questa spinta radicale che rischia di diventare una rivoluzione. Voi capite, siano andati a queste riforme credendo di rimediare a delle ingiustizie e di tornare ai buoni vecchi tempi di Elisabetta, quando tutto andava bene, e adesso invece, adesso si stanno manifestando delle novità che nessuno voleva, che nessuno si aspettava perlomeno. Come se non bastasse a Londra c'è la peste.
E i capi dell'opposizione ai comuni cominciano a ricevere lettere di insulti, lettere che li accusano, la peste è colpa loro. Uno di loro riceve una busta con dentro uno straccio infetto di peste, o almeno lo giudica subito tale, mandato da qualcuno che non gli vuole bene. E il re ci gioca, il re ha capito che nel Parlamento c'è sempre più gente che è spaventata da quello che sta succedendo, ci sono sempre più deputati che può tirare dalla sua parte. E quindi il re ci gioca, fa sapere al Parlamento che se si continua così, e qui cito, la gente comune, the common people, la gente comune finirà per mettersi per conto proprio.
Chiamare libertà l'eguaglianza e l'indipendenza, tutte brutte parole chiaramente, distruggere tutti i diritti e le proprietà e tutte le distinzioni di nascita, di merito. Il re sa che sta toccando una corda perché i deputati sono tutti signori, gentiluomini. Ogni volta che si vota, appunto, il re conta i voti della sua minoranza e questa minoranza cresce.
E finalmente nel gennaio del 42 il re si sente abbastanza forte da tentare appunto la prova di forza. Si presenta in Parlamento con i soldati. con un elenco di parlamentari da arrestare.
Non li trova. Il Parlamento fa resistenza, i ricercati scappano e lo speaker del Parlamento dichiara al re che lui non è lì per obbedire a lui, è lì per obbedire ai comuni. Il re a questo punto lascia Londra, dove il clima non è favorevole, si rifugia al nord, dove l'opinione pubblica è maggiormente fedele, e comincia a reclutare soldati.
E anche il Parlamento comincia a reclutare soldati. il re si dirige alla città di Hull vicino al confine scozzese dove c'è un grande deposito di armi messo lì per la guerra contro la Scozia il governatore della città rifiuta di lasciare entrare il re Il re ordina che sia arrestato come traditore, chi lo arresta? Impossibile. Il re cerca di prendere Hull con la forza, viene respinto. Il 22 agosto Carlo innalza il suo stendardo a Nottingham dichiarando di essere in guerra contro i ribelli del Parlamento.
E il paese si spacca, anche il Parlamento si spacca. Un po' più della metà dei deputati dei comuni stanno col Parlamento, ma i due quinti vanno col Re. I lord in grande maggioranza stanno col re, ma non tutti, circa un quarto dei lord stanno col Parlamento.
Il nord sta col re, il sud sta col Parlamento, Londra sta col Parlamento, i mercanti, i soldi stanno col Parlamento. C'è un dato sorprendente, ci sono fatte, come potete capire, tutte le analisi possibili su quelli che stanno da una parte e quelli che stanno dall'altra. Il dato sorprendente è questo, i giovani stanno col re. In media i deputati o i lord che stanno col re sono molto più giovani che non quelli che stanno col Parlamento. È una cosa che va spiegata e in genere si spiega così, che il progetto di Carlo di imporre il suo assolutismo non era una cosa così anacronistica, anzi, era un progetto in linea con i tempi e i giovani che avevano conosciuto solo quello Non avevano necessariamente un rifiuto verso questa cosa.
Il rifiuto ce l'hanno quelli più anziani che si ricordano un'altra epoca, quando il re non pretendeva di essere un sovrano assoluto. E così scoppia la guerra e... naturalmente fra mille timori perché tutti, tutti vogliono vincere, ma tutti hanno paura che scoppi la rivoluzione, la rivoluzione sociale, che nessuno vuole invece.
Come scrive un deputato che si è schierato contro il re, in una guerra civile non ci saranno più diritti, proprietà, l'idea del mio e del tuo e chissà quanto ci guadagnerà la marmaglia che già adesso pensa che siccome tutti gli uomini sono uguali non c'è ragione che qualcuno possegga così tanto e qualcun altro così poco. Poi il Parlamento vincerà la guerra dopo sei lunghi anni di guerra e la marmaglia non ci guadagnerà nulla. Sei anni di guerra civile finiranno, come noi stasera abbiamo cominciato, con la decapitazione del re a Whitehall. L'arcivescovo Lodd lo aveva preceduto di quattro anni, era stato processato per tradimento nel 1945 e l'accusa contro l'arcivescovo era stata affidata a nessun altro che a William Prynne.
all'uomo a cui lui aveva fatto tagliare le orecchie. William Prynne, pubblico accusatore, nominato dai comuni, fa di tutto per far condannare l'arcivescovo, frugara le sue scartoffie, legge il suo diario, suborna i testimoni, non riesce a farlo condannare, non c'è problema, anche per l'arcivescovo viene passata una legge del Parlamento che lo dichiara nemico del popolo e lo condanna a morte e l'arcivescovo viene decapitato. quattro anni prima del suo re.
E invece il patto del popolo, come diceva quel poeta scozzese, e la rivoluzione sociale non si realizzeranno. L'idea che tutti gli uomini sono uguali resterà confinata nei sermoni di qualche estremista e chi proverà a realizzarla, perché qualcuno ci proverà, ci sono alla metà del Seicento in Inghilterra dei movimenti che sono rimasti famosi, i livellatori. che volevano appunto livellare tutti, basta con i ricchi e con i poveri.
Quando ci provano sul serio, scopriranno che l'esercito del Parlamento è prontissimo a reprimere nel sangue, a base di fucilazioni, quelli che non hanno capito che a un certo punto bisogna fermarsi. Ma questa non era né la prima e non sarà neanche l'ultima volta, naturalmente. Grazie.
Grazie a tutti, a domani sera allora.