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Rischi e Vulcani nei Campi Flegrei

Ma questo è quello che potrebbe accadere? No, questo è uno degli scenari, ma è il meno probabile. Noi ora siamo a Pozzuoli, esattamente al centro del vulcano. Quelle lì sono le colonne del Tempio di Serapide, che hanno una relazione, direi, fisica con il respiro del vulcano, ma dopo lo capiamo. Del resto, un video sui campi freghei, dove avremmo potuto girarlo se non qui.

I campi freghei sono diventati virali anche grazie a TikTok, e spesso si tende a fare allarmismo gratuito, dimenticando che su questo campo vulcanico, su un super vulcano che... È un termine giornalistico, non scientifico. Ci vengono più di mezzo milione di persone che possono giustamente andare in panico. Ed è per questo che vogliamo rispondere a diverse domande che ci si pone.

Per esempio, i terremoti che avvengono qui porteranno ad un'eruzione? E se sì, ci si aspetta davvero un'eruzione catastrofica, come si dice in giro? Come sono state le eruzioni del passato? Sui social ci chiedono anche...

Ma perché hanno costruito sui super vulcani? Ma c'è abusivismo edilizio qui? Ma esiste un piano di evacuazione? E il governo come sta gestendo questa situazione?

Ecco, quindi in questo video affrontiamo tutti gli aspetti... principali dei campi flegrei sia dal punto di vista scientifico che quello sociale. Ora facciamo una cosa, togliamoci il pensiero, ora ti faccio vedere lo scenario peggiore, attenzione il meno probabile questo è importante dirlo e sottolinearlo, ma è il più brutto cioè è quello che nessuno vorrebbe che avvenisse.

Si tratta di un eruzione del tutto simile a quella che avvenne quattro 4550 anni fa proprio qui nei campi flegrei. Innanzitutto l'eruzione sarebbe preceduta da terremoti sempre più frequenti e da un innalzamento del suolo molto rilevante, dell'ordine anche dei metri. Una violenta esplosione darebbe inizio ad una colonna eruttiva, cioè una nube composta da gas mischiati a roccia polverizzata e cenere che si espanderebbe verso l'alto. Le eruzioni passate ci dicono che potrebbero raggiungere anche i 20 o 30 chilometri di altezza.

Ci potrebbero essere i primi flussi piroclastici nell'intorno del centro eruttivo che non sappiamo dove potrebbe avvenire. In questa animazione il centro eruttivo è stato posto nella solfatara, zona centrale della caldera. In seguito lo svuotamento della camera magmatica e il conseguente cedimento della caldera stessa con il collasso della colonna eruttiva, più fredda e pesante, potrebbe dare vita alla cosa peggiore, cioè potenti flussi piroclastici chiamati anche nubi ardenti.

Queste nubi ardenti hanno una potenza distruttiva enorme perché possono viaggiare a velocità di diverse centinaia di chilometri orari raggiungendo temperature di oltre 500°C. Se prendiamo come riferimento l'eruzione di 4550 anni fa, che è l'ultima eruzione violenta, non l'ultima, ma l'ultima violenta dei campi flegrei, beh, potremmo dire addio anche allo stadio Diego Armando Maradona. Ora lo so che tutti i napoletani insomma staranno con l'ansia però sono napoletano quindi ragazzi non vogliamo che lo stadio venga ovviamente distrutto però bisogna essere realisti tutta l'area di Pozzuoli, Agnano, Quarto, Bagnoli, Fuorigrotta e tutto quello che c'è fino al rilievo di Posillipo sarebbe invaso da questi flussi piroclastici. Le ceneri più sottili e leggere potrebbero poi essere trasportate ovviamente dal vento per decine o centinaia di chilometri. Sono immagini incredibili Andrea, ma l'eruzione sarà così catastrofica quando avverrà?

No, questa è la cosa che dobbiamo capire. Come ti dicevo prima, questa non è la previsione più attesa secondo gli esperti. Questo è uno degli scenari peggiori, ma meno probabili, e si rifà all'eruzione avvenuta, come ti dicevo, 4550 anni fa, chiamata, in gergo, eruzione di Agnano Montespina.

Perché si pensa che la probabile futura eruzione possa essere relativamente più tranquilla? Tieni presente che negli ultimi 15 mila anni ci sono stati circa 7. eruzioni. Di queste 70 eruzioni solamente tre o quattro sono state così violente come questa animazione che abbiamo visto. Questo è importante saperlo così non ci facciamo prendere dall'ansia estrema e dall'allarmismo sfrenato. Cioè su 70 eruzioni tre o quattro sono state più violente.

Quindi è poco probabile che un eventuale ripresa dell'attività eruttiva ai campi flegrei avvenga con un'eruzione di grande scala. Lo scenario più atteso è un'eruzione tipo l'ultima eruzione avvenuta nel 1538, che è stata un'eruzione di medio-bassa intensità. Il punto qual è? È che essendo questa una zona densamente abitata, anche la più piccola eruzione potrebbe causare dei danni a persone e edifici. E qua la domanda sorge spontanea.

Esiste un piano di evacuazione adeguato? per le persone che vivono qui. Eh, la questione del piano di evacuazione è molto complessa.

Francamente non vorrei essere nei panni delle istituzioni perché prendere provvedimenti allo stato attuale non è una cosa facile. Ora, fatta questa premessa, se per il bradisismo ora si sta predisponendo un... piano. Per il rischio vulcanico questo piano già c'è, esiste ed è stato progettato immaginando un'eruzione di media intensità.

Il piano divide il territorio in due zone. C'è una zona rossa che è l'area con la massima probabilità di essere colpita. colpita da flussi piroclassici. Poi c'è una zona gialla che è molto vasta, che è l'area in cui l'accumulo di ceneri e pomici trasportati dal vento anche a notevole distanza è estremamente elevato. E a tal proposito l'accumulo di ceneri è una cosa che comunque non va sottovalutata.

In un'eruzione di media entità, quindi non catastrofica come quella di Agnano a Montespina, insomma, e quella relativa all'animazione 3D che abbiamo fatto, ci potrebbero essere anche 30 centimetri di di cenere nella zona gialla. I rischi principali della cenere sono legati al possibile cedimento dei tetti, perché la cenere pesa. E poi ci potrebbe essere anche un altro problema, che è quello della prolungata inalazione.

Guarda, quello che sappiamo di questo piano di evacuazione è che la zona rossa, in caso di possibile eruzione, deve essere evacuata in 72 ore. Il piano prevede livelli di rischio organizzati secondo il classico sistema a semaforo. Verde, giallo, arancione e rosso.

Il livello dell'alerta verde è quello in cui il vulcano è in stato di quiescenza e non è il nostro purtroppo. Poi c'è il livello giallo che è l'attuale livello dei campi freghei e poi c'è il livello arancione, quello di preallarme. Infine il livello rosso, quello di allarme.

Ed è questo livello che farebbe scattare l'evacuazione. Sai Andrea, qua vivono mezzo milione di persone per circa 290.000 auto e il dato è del 2021. E' effettivamente, cioè, si fa proprio difficoltà a pensare ad un esodo così massiccio, in così poco tempo, no? Considerando la situazione anche emotiva, mi verrebbe da dire, la situazione emotiva che si potrebbe vivere in quei momenti e con le strade che abbiamo a disposizione. Poi mi chiedo, ma forse ce lo chiediamo un po' tutti, se la popolazione sia davvero informata, informata e preparata a tutto ciò.

C'è entrato il punto della questione, è questo. Cioè noi non abbiamo infrastrutture adeguate per reggere questo piano. E tra l'altro Andrea, noi non siamo culturalmente preparati ad affrontarlo.

Poi c'è un'altra riflessione da fare sulla gestione dei livelli d'allerta. Nel 2012 il livello di rischio dei campi freghe è passato da verde a giallo, livello di attenzione. Ultimamente, se ti ricordi, si è parlato anche di allerta arancione. Ma questo che vuol dire?

Che il vulcano sta per risvegliarsi? No, o meglio, non si sa. potrebbe essere, ma come mi insegni tu potrebbe anche non essere, l'abbiamo sentito, no?

Il rischio c'è da sempre, non da oggi e sappiamo che i segnali premonitori non sono una scienza esatta perché, vedi, c'è uno studio che mi ha fatto particolarmente riflettere Winston e Hall hanno analizzato le previsioni fatte dalla comunità scientifica su 190 eruzioni avvenute dal 1990 al 2013 e sai quante previsioni si sono rivelate corrette? Il 19% Questo è il significato. Significa che non possiamo avere ad oggi una sola soluzione, per giunta così estrema come l'evacuazione totale. Tra l'altro noi conosciamo benissimo le caratteristiche di questo territorio, che abbiamo vissuto le ultime crisi bradesismiche negli anni 70 e negli anni 80. Comunque è proprio così, cioè i segnali premonitori possono suggerire l'imminente eruzione, ma l'eruzione potrebbe anche non arrivare, cioè la vulcanologia, e questo non lo si percepisce sempre, la vulcanologia è una scienza molto giovane e non abbiamo il completo controllo sui sistemi vulcanici, ma c'è da dire una cosa importante secondo me, che i campi flegrei, insieme al Vesuvio, sono tra i vulcani meglio monitorati al mondo e questo è possibile, diciamolo, grazie all'osservatorio vesuviano, e al nostro istituto di vulcanologia e geofisica, l'INGV.

Ora però ti voglio raccontare, come anticipato prima, la storia di questo posto, no? Di queste colonne, in realtà ci siamo seduti anche sopra. Queste colonne sono strettamente legate all'attività del vulcano. Sono le colonne del cosiddetto Tempio di Serapide o del Macellum di Pozzuoli.

che era il mercato pubblico dell'antica città romana, costruito nel 200 d.C. Queste colonne sono qui da 1800 anni e sono state e sono ancora una sorta di registratore geologico. Se vediamo da vicino queste colonne, ci sono dei buchetti. Ecco, questi buchi non sono stati fatti col trapano da qualche pazzo, ma da delle bestioline di mare, ilitodomi o anche conosciuti come i datteri di mare.

I litodomi vivono in questi buchetti che fanno loro stessi e li fanno su rocce calcaree e queste colonne sono di roccia calcarea, marmo per intenderci. E arriviamo al dunque, poiché queste bestioline vivono tra la bassa e l'alta marea, cioè nella cosiddetta zona intertidale, sono indicativi del livello del mare del passato. Morale della favola.

Lì dove troviamo questi buchi, lì c'era il livello del mare. Ma non perché il mare è salito e sceso, ma è stato il suolo, il terreno che è salito e sceso. La scienza ha ricostruito le oscillazioni del suolo degli ultimi 2000 anni.

Guarda questa curva. Questa curva ci mostra che fino al 400 d.C. le colonne erano fuori dall'acqua. Poi fino al 1200 il terreno si è abbassato di circa 8 metri, dal 1250 circa c'è stata una fortissima risalita del suolo, fino al 1538, data dell'ultima eruzione dei campi flegrei.

Dal 1538 fino al 1945 c'è stata una nuova fase di abbassamento, che noi in gergo chiamiamo in geologia subsidenza. E poi ci sono questi tre scalini, che sono la storia contemporanea, gli eventi più recenti, che sono dei sollevamenti, i sollevamenti delle crisi bradisismiche degli anni 70 e 80. Poi dal 1984 al 2005 abbiamo avuto una nuova fase di leggera discesa e dal 2005 ad oggi stiamo risalendo. Tieni presente che quando il terreno si alza, questo è importante dirlo, si generano i terremoti. Cioè i terremoti ci sono solo nella fase ascendente, chiamata anche bradisismo positivo. Quando si abbassa, non c'è nessun terremoto.

Questo è il famoso bradisismo, appunto, cioè un fenomeno che non è altro che una sorta di respiro vulcanico. No? Inspira? respira. Il resto basti pensare che quando il Monte Nuovo eruttò nel 538, nel giro di due anni il suolo si sollevò di quasi 20 metri, tanto per dare un termine paragone, dal 2016 ad oggi il suolo si è sollevato di un'ottantina di centinaia di metri.

E praticamente come dici tu, il terreno da millenni si alza e si abbassa ed è proprio come se respirasse. Questo ci fa capire una cosa molto importante, che dobbiamo essere consapevoli del rischio vulcanico, ma dobbiamo anche convivere con il rischio sismico. E a tal proposito cosa ha fatto e cosa sta facendo lo Stato per tutelare le persone che vivono in questo territorio? Col bradisismo degli anni 80 è suonata la campanella, poi sono passati 40 anni e non è stato fatto niente. Durante la crisi dei primi anni 80 furono registrate la bellezza di 10.000 eventi sismici, il più forte è di magnitudo il 4 ottobre del 1983. Andrei a contestualizzare perché c'era stato da poco tempo il disastroso terremoto di Irpinia e Basilicata.

3.000 vittime, feriti, sfollati, tantissimi danni, nervi a fior di pelle. Quando il bradisismo fece tremare continuamente la terra, la gente letteralmente uscì dalle case, tende, auto, container, roulotte, strada. Io ricordo che nei campi sfollati dove c'erano anche i miei parenti ci si divideva, sfollato, bradisismo, io sfollato. tubratisismo.

Il governo dell'epoca decise di evacuare migliaia di famiglie, in parte trasferite in altre province della Campania, in parte spostate in nuovi caseggiati in questa zona, a Rione Toiano e a Monte Ruscello, praticamente sempre in zona rossa. Quando poi la crisi è passata, piano piano centinaia di famiglie sono tornate nelle case come se nulla fosse accaduto e qua c'è il grave errore perché questa storia Andrea non finirà mai e qua abbiamo una contraddizione enorme perché al momento di... In questo momento abbiamo una nuova crisi bradisismica in atto, ma tu come fai a dire a mezzo milione di persone andate via, preventivamente?

Noi ci eravamo ripromessi che non sarebbe mai più accaduto, invece siamo di nuovo punti a capo. Era necessario rimappare tutto il territorio che nel frattempo è cambiato. Noi oggi non sappiamo qual è lo stato qui e ora di case, palazzi, strade.

Perché su passati 40 anni il tempo di prepararsi a peggio c'è stato, ma è stato. stato fatto? Se stiamo qui a chiedercelo ancora evidentemente no, ma quindi qual è la soluzione? L'unica soluzione razionale per mitigare il rischio bradisismico e vulcanico è studiare, tenere sotto controllo la situazione e informare la popolazione. Per questo motivo nasce la nuova legge Campi-Ferregrè, quella con misure urgenti ed alte di prospettiva, che prevede innanzitutto di rimappare gli edifici pubblici e privati nell'area.

La domanda è quali sono posizionati nelle zone più pericolose, quali sono lesionati dalle ripetute scosse che si sono avvicendate in questo momento. questi anni quali sono i palazzi di moderna concezione e poi la cosa più importante il piano di microzonazione sismica che vuol dire vuol dire che la mappa dei campi freddi viene analizzato in porzioni piccole metro per metro in maniera da conoscere le caratteristiche di ogni porzione di terreno rispetto alle scosse ea rischio vulcanico infine c'è una cosa che non è mai stata fatta davvero andrea cioè informare la gente Periodicamente su cosa sta accadendo, su cosa va fatto e su come si devono muovere. Tu lo sai meglio di me, le persone devono essere consapevoli che vivere qui è una continua scommessa con la natura. Ecco, serve il punto di vista giusto secondo me per capire questa terra e avere la giusta consapevolezza.

Nell'immaginario collettivo è sempre stato il Vesuvio a fare più paura. Ma tu lo sai perché? Secondo me è una questione di quello che vedi, della forma.

dell'apparenza. Il Vesuvio, tu lo vedi, ha la classica forma a cono, lo vedi là maestoso nel paesaggio e hai timore, senti la sua presenza. Invece i campi flegrei sono il contrario, sono il contrario del rilievo perché sono una zona depressa, è una caldera, la caldera significa depressione, ok? Morfologicamente è il contrario. Se andiamo dall'alto, anche su Google Maps per esempio, in modalità satellite, si capisce tutto meglio.

L'intera zona dei campi flegrei è piena di crateri vulcanici. Tutti questi cerchietti li vedi? Se volessimo disegnare con un cerchio il sistema vulcanico, verrebbe fuori un diametro enorme di 12-13 km.

Ora hai capito quanto è grande? Cioè è una cosa enorme. Io sono nato e cresciuto a Napoli. E questa informazione, credimi, è entrata nel mio cervello quando io avevo 24-25 anni, cioè quando le ho studiate queste cose.

Prima non lo sapevo, non lo capivo, non ero consapevole. La vita dei campi flegrei può essere suddivisa in quattro grandi periodi, perché poi è importante conoscere anche un po' l'evoluzione geologica di questa terra. C'è il periodo cosiddetto Paleo-Flegrei, Tutto quello che è avvenuto praticamente prima di 74.000 anni fa, di cui sappiamo veramente molto poco perché ci sono pochi dati a disposizione, c'è poi il cosiddetto primo periodo che comprende tutta l'attività vulcanica da 74.000 anni fa alla devastante eruzione avvenuta 39.000 anni fa, chiamata eruzione dell'Ignimbrite Campana, la più grande di cui abbiamo traccia. Poi c'è il periodo 2, il secondo periodo, che va da 39.000 a 15.000. 15.000 anni fa, perché proprio 15.000 anni fa?

Perché 15.000 anni fa c'è stata la seconda più grande eruzione della storia dei campi flegrei, cosiddetta eruzione del tufo giallo napoletano. E poi c'è il terzo periodo che va da 15.000 anni fa ad oggi, in cui l'ultima eruzione è avvenuta proprio nel 1538, l'eruzione del Monte Nuovo. Cosa interessante, è durante le due eruzioni più devastanti, quindi quella di 39 e 15 mila anni fa, che l'intera area è letteralmente sprofondata, andando a creare la famosa caldera vulcanica. Quando si parla di campi flegrei si parla di caldera, ecco, la depressione. Per farti capire con un esempio anche brutto, hai presente i brufoli?

Quando li schiacciamo, esce tutto. però poi che succede? Si affloscia. Ecco, concettualmente è quello che è successo ai campi flegrei. È uscito tutto, tutto il magma e quindi poi si è sprofondato.

E poi un'altra cosa che pochissime persone sanno, queste due gigantesche eruzioni seppellirono tutto. E Napoli è stata costruita sopra le rocce delle nubi ardenti dei campi flegrei. E ti dirò di più, in quelle rocce, in quei tufi, perché si tratta di tufi, Ci abbiamo scavato delle gallerie, dei cunicoli e oggi, sai che sono quei cunicoli e quelle gallerie?

È Napoli Sotterranea. Quando visitiamo Napoli Sotterranea, noi stiamo camminando all'interno delle rocce formatesi dai flussi piroclassici dei campi flegrei. Cioè è incredibile quanto la storia si intrecci.

Ma giustamente poi uno si chiede, ma perché abbiamo costruito? Perché poi le persone si chiedono questo, soprattutto sul web. Perché abbiamo costruito sopra un vulcano?

Domanda giusta, perché abbiamo costruito sul vulcano? Si costruisce per la fertilità delle terre, per la ricchezza delle acque, lo si fa perché i materiali vulcanici sono perfetti per le costruzioni, lo si fa per la bellezza straordinaria dei luoghi. Intorno al 200 d.C.

La città di Puteoli, cioè l'attuale Pozzuoli, è stata il porto più importante dell'antica Roma per gli scambi commerciali con l'Oriente. Sotto gli edifici che vedi sono state rinvenute rovine romane, il Duomo di Pozzuoli che sorge nel rione terra oggi disabitato. sulle rovine dell'antico Tempio di Augusto. Noi quando siamo venuti a vivere qui è stato perché pensavamo fosse il paradiso terrestre, ma ignoravamo che sotto ci fosse l'inferno. Tutta questa prosperità però ha dovuto sempre fare i conti col bradisismo.

Non so se lo sai, ma l'inavvistamento della città veniva associato a una punizione divina, è scritto in un Vangelo Apocryfo, penso un po', datato 890. L'errore storico noi lo abbiamo fatto secondo me dopo perché pur sapendo abbiamo per così dire nascosto la polvere sotto al tappeto. Basti pensare che negli anni 70, i nostri anni 70, Pozzuolo è passata da 35.000 abitanti residenti a oltre 70.000. e Napoli è la città con la densità abitativa per chilometro quadrato più alta in assoluto. Andiamo a parlare di un'area ad alto rischio vulcanico, che è tra le più popolose d'Italia. Non vorrei sbagliarmi, ma forse è anche una delle città più popolose al mondo.

al mondo che sorge sopra un vulcano, un caso di studio mondiale e sai quanti sono gli edifici abusivi nella zona rossa? Si stima intorno al 20%. L'abusivismo è una malattia endemica del nostro paese Andrea, va estirpata soprattutto se tu devi imparare a convivere con l'incertezza di un rischio vulcanico così incombente.

Abusivismo Andrea significa incertezza sulla tenuta statica degli edifici. Vedi qua la città è viva, cioè le persone in realtà non si rendono conto, le persone che vivono fuori, non puoi renderti conto di cosa significhi vivere qua, cioè è assurdo, i miei colleghi in Francia mi dicevano ma non ho capito ma voi qua veramente ci vivete? No non è che ci viviamo ci vive un milione e tre di persone e infatti io ci ho fatto il primo video di Geopop su questa cosa qua perché difficilmente trovi la tangenziale che buca gli edifici vulcanici entrano in un vulcano escono in un altro perché se la vedi in mappa è così è una cosa incredibile quindi morale della favola da una parte c'è la scienza che cerca di capire come funziona e come monitorare al meglio il vulcano dall'altra ci sono i cittadini che devono imparare a convivere con il vulcano. E ovviamente poi ci sono le istituzioni che dovrebbero educare non solo al rischio vulcanico, ma anche al rischio bradisismico e ovviamente, secondo me, investire sulla prevenzione.

Il compito delle istituzioni e di chi vive intorno e dentro ai campi freghei è ascoltare quello che la scienza dice, punto. L'unico antito dall'ansia incontrollata è l'informazione costante ed equilibrata. Bisogna trasmettere la cultura del convivere col rischio.

Le persone devono sapere cosa fare e dove andare. Eh, perché a volte l'inconsapevolezza fa più danni della paura.