E quindi abbiamo visto il fascismo sotto diversi punti di vista, sotto diverse declinazioni, notando come il regime di Mussolini, dalla metà degli anni venti in poi, fosse andando configurandosi in modo particolare in ambito economico, in ambito della politica estera, in ambito poi ovviamente totalitario, con ambizioni quantomeno totalitarie. Ci rimane da vedere l'ultima fase del regime, perché negli ultimi anni trenta, poco prima della seconda guerra mondiale, in conseguenza in parte anche della guerra di Etiopia, dell'autarchia, e di altri discorsi che abbiamo già fatto, il fascismo tese a cambiare faccia, cioè si inaspirano alcuni caratteri che già erano presenti precedentemente ma divennero più evidenti e si iniziò a insistere ancora di più su alcune misure effettivamente totalitarie, forse anche prendendo a modello per certi versi la Germania e poi arrivarono sempre prendendo a modello la Germania le famigerate leggi razziali. Dobbiamo parlare di tutto questo e cominciamo come sempre subito dopo la sigla.
Dentro la storia, un podcast di Ermanno Scripp Ferretti, 279° puntata. Il fascismo tra leggi razziali e totalitarismo. Eccoci qui, eccoci noi insieme, ben trovati, insieme per circa 20 minuti o poco più.
per parlare di storia e, come abbiamo fatto per diverse puntate, per parlare soprattutto del fascismo. Di questo ventennio italiano particolarissimo, anzi più che del ventennio oggi parleremo degli ultimi anni del fascismo, degli ultimi anni prima quantomeno della Seconda Guerra Mondiale, perché il 1936, l'anno della proclamazione dell'impero, l'anno della sconfitta dell'Etiopia, rappresentò il momento di apice per quanto riguarda il consenso del regime. Molti storici su questo sono praticamente d'accordo.
Nel 36 l'Italia era finalmente fascista, almeno dal punto di vista di Mussolini. Ci aveva lavorato 14 anni di fatto per conquistare il cuore degli italiani e alla fine Mussolini aveva raggiunto lo scopo, aveva conquistato una buona fetta degli italiani. Certo esistevano ancora degli antifascisti e ne parleremo magari nella prossima puntata, ma erano o emigrati o ridotti a silenzio. Moltissime erano anche indifferenti al regime, questo è vero, però c'è anche da dire che in effetti il fascismo che all'inizio era stato un movimento di minoranza, minoritario nel paese, alla fine aveva convinto almeno una parte degli italiani, almeno una parte attiva e sembrava nel 1936 inamovibile.
Mussolini sembrava davvero la prospettiva futura per tutto il paese. Sarebbe durato in realtà nove anni perché nel 1945, come sapete, sarebbe stato fucilato alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Ma al 1936 le cose appena...
apparentemente andavano bene. Dico apparentemente perché in realtà abbiamo visto che il regime aveva dei problemi, al suo interno anche piuttosto gravi. Nel 1936 inizia quell'isolamento internazionale che porterà poi il fascismo ad abbracciare la Germania di Hitler e quello sarà un problema enorme per lo stesso fascismo. Ma non solo, anche l'economia va male.
Bisogna dirlo, la scelta autarchica è deleteria per l'economia italiana e anche le scelte precedenti non hanno in realtà rivitalizzato il settore. Insomma, il regime ha dei grossi problemi, almeno ritenuta interna, però dal punto di vista del consenso le cose vanno bene. Il regime va da questo punto di vista a gonfie vele, proprio la proclamazione dell'impero anzi ha una ricaduta importante a livello propagandistico.
E però appunto, quello è l'apice e dopodiché le cose iniziano un po' alla volta a peggiorare, perché qui i nori che abbiamo visto iniziano a venire al pettine e lo stesso Mussolini soprattutto inizia a vagheggiare qualcosa. di ardito che però non sembra nelle corde degli italiani. Cosa succede?
Succede che appunto c'è da un lato questo avvicinamento alla Germania di Hitler e dall'altro c'è però anche una sorta di invidia, possiamo dire così, forse esagerando un po', un guardare a quello che Hitler sta facendo in Germania e pensare perché non siamo riusciti a farlo anche noi in Italia. Mi spiego meglio, in Germania Hitler, che è seduto al potere da molto meno tempo, al potere appena dal 1933, quindi da tre anni, In poco tempo ha bruciato le tappe, sembra essere avviato a formare un uomo nuovo quasi in Germania, un tedesco nuovo, un fedele nazista, un popolo di guerrieri pronto a fare la guerra con chiunque, pronto magari anche a vincere quella guerra con chiunque. E in effetti poi dal 39 sembrerà proprio che questa impressione sia vera, perché la Germania farà guerra a mezzo mondo e sembrerà vincerla questa guerra a mezzo mondo, almeno per un certa fase l'esercito tedesco, la Wehrmacht, sarà imbattibile.
E Mussolini vede queste cose perché? C'è un avvicinamento con la Germania, ci sono anche delle visite di Hitler in Italia, di Mussolini in Germania e si rende conto che l'Italia non è fatta della stessa pasta, si tedeschi in un certo senso, regime fascista in Italia Italia ha il lavoro da più tempo ma non ha quella stessa adesione così slanciata quel popolo guerriero non è ancora riuscito a crearlo. E allora, proprio negli ultimi anni 30, Mussolini dà un giro di vite, potremmo dire, una stretta ulteriore a quella che è la sua prospettiva totalitaria, cioè cerca di accelerare in quel versante, come se fosse rimasto indietro. Inizia, ad esempio, nei discorsi ad attaccare in maniera pesante la mentalità borghese, che invece prima non era mai stata attaccata, anzi...
con la borghesia italiana Mussolini aveva tacitamente stretto un'alleanza, l'avevamo anche visto, adesso no, la borghesia interessata al profitto, poco propensa all'eroismo era criticare perché il popolo italiano doveva essere fatto di eroi, di martiri, di guerrieri soprattutto. E poi inizia a incidere su alcuni elementi che già abbiamo visto ma che vengono rafforzati per potrebbero ulteriormente rafforzare il totalitarismo del regime. Ad esempio viene istituito il Minculpop, l'avevo già anticipato ma viene creato proprio in questi anni, il Ministero per la Cultura Popolare che controlla tutti i mezzi di informazione. Vengono riorganizzati i gruppi giovanili, in particolare viene creata la GIL, la Gioventù Italiana del Littorio.
Viene creata la Camera dei Fasci e delle Corporazioni che si istituisce ormai alla Camera dei Deputati che viene proprio lasciata da parte. Infine si insiste anche su alcuni elementi così... della vita quotidiana, a volte anche parossistici, ad esempio viene introdotto l'obbligo di dare del voi invece che del lei.
Voi sapete che nella forma reverenziale ancora oggi in Italia quando si incontra un professore, una persona anziana eccetera si tende a dare del lei, ci si rivolge a questa persona dando del lei. Si può dare anche del voi, in Italia queste due forme hanno spesso convissuto, in certe regioni si dà più propriamente del re, del lei, in certe regioni si dà più facilmente del voi. Ecco, il regime impose il voi obbligatorio, perché il lei era visto come una forma esterofila, poco italiana, importata dall'inglese, dall'inghilterra, mentre il vero italiano avrebbe dovuto dire voi.
E quindi si redarguiva chi usava il lei, era punibile con sanzioni chi dava il lei, e bisognava dare il voi. Poi si impose, ad esempio, l'indossare la divisa sul luogo di lavoro, se si lavora nel settore pubblico, quindi presidi che devono dare in divisa a scuola. cose di questo genere.
Si obbliga a marciare col passo romano, insomma una serie di cose più da parata che di sostanza, però il regime incrementa, rafforza, vuole mettere all'ordine del giorno. E però l'aspetto più critico di quest'ultima fase del fascismo, di questa stretta totalitaria, lo si vede quando Mussolini cerca di imitare Hitler non solo nella forma esteriore, così nella parata, nel passo militare, eccetera, ma anche nell'antisemitismo. Come infatti già sapete Hitler quasi subito appena giunto al governo in Germania aveva avarato delle legislazioni antisemite.
Le legislazioni in Berga in particolare erano state da questo punto di vista emblematiche. Aveva tolto agli ebrei tedeschi la nazionalità, aveva tolto l'accesso alle leader professioni e tante altre cose. Poi erano arrivate persecuzioni anche più forti con la notte dei cristalli e via discorrendo. Ecco. L'Italia sembrò provare a seguire quella stessa linea, nonostante poi Italy non avesse ancora richiesto nulla di che all'Italia, però l'Italia, Mussolini, convinto che quel modello fosse da replicare anche in Italia, provò a fare lo stesso.
Iniziò a fine anni 30 un lento ma graduale avvicinamento alle posizioni antisemite del regime nazista, prima con alcune riviste, riviste che però erano collegate al partito fascista, quindi portavano avanti un discorso che poi il partito avrebbe fatto suo. in cui scrivevano degli scienziati o pseudo-scienziati che iniziarono ad avanzare l'idea dell'esistenza di una razza italica, una razza italica che era una diramazione della razza ariana, quindi era imparentata comunque con i tedeschi, razza italica che però non contemplava gli ebrei, che secondo questi sedicenti scienziati appartenevano a un'altra razza inferiore, ovviamente. E questa fu la premessa per fare un discorso di stampo razzista, ovviamente, e quindi per discriminare. Gli ebrei arrivarono nel settembre 1938 una serie di leggi chiamate leggi in difesa della razza con cui Mussolini tolse definitivamente alcuni importanti diritti agli ebrei. Gli ebrei vennero esclusi dai pubblici impieghi e quindi anche dalle scuole, dalle università e non erano pochi professori universitari di origine ebraica, vennero esclusi dalla vita politica, venne limitato l'accesso alle libere professioni.
Perché? questo in italia c'era un così diffuso antisemitismo mussolini perché avrò dovuto aspettare fino al 1938 dal potere da 16 anni e nel 1922 ebbene in italia bisogna dire questo intanto non c'erano tantissimi ebrei si stima che all'epoca esistessero circa 50.000 persone l'italiananza italiana di origine ebraica, 50.000 è un numero estremamente basso, in Germania ce n'era mezzo milione, erano 10 volte di più gli ebrei tedeschi rispetto agli ebrei italiani, quindi 50.000 persone, una quantità anche minima tutto sommato. Tra l'altro questi 50.000 ebrei italiani vivevano soprattutto in alcune zone, ce n'erano un buon numero a Roma, in alcune città del centro nord, Ferrara ad esempio era una città importante con una piccola comunità ebraica rilevante, eccetera. Quindi non tanti, e tra l'altro...
del tutto integrati nella situazione italiana e addirittura integrati anche nel regime. Tenete conto che intanto gli ebrei facevano tutte le professioni, molti non praticavano neppure più la loro religione, ed erano integrati da decenni, da secoli direi, alcuni erano stati anche sindaci, alcuni avevano rivestito cariche politiche importanti in Italia, e alcuni, soprattutto ebrei, avevano fatto parte anche, fin dalle origini, del partito fascista. Il partito fascista aveva una buona componente ebraica, e anzi Mussolini nei primi anni, Ha scritto anche articoli in difesa degli ebrei italiani, esaltando il contributo di questi ebrei anche alla causa fascista.
Da questo punto di vista è molto emblematico un piccolo fatto, anzi una piccola storia che però vale la pena ricordare. Vi ho citato prima la città di Ferrara, che era una città del nord Italia dove c'era una forte componente ebraica, una forte comunità ebraica. Ebbene, c'è un romanzo bellissimo, uno dei capolavori della letteratura italiana del Novecento, che racconta proprio questa dimensione.
Si intitola Il giardino dei Finzi e Contini, scritto... da Giorgio Bassani, ebreo ferrarese, che visse sulla propria pelle questi momenti delle leggi razziali e poi purtroppo anche della seconda guerra mondiale, ebbene il Giardino dei Finzi e Contini racconta proprio una storia, in parte ispirata a fatti reali e in parte un po' romanzata ovviamente, della famiglia Finzi e Contini, famiglia ebrea di Ferrara, i cui componenti, ma anche Bassani racconta nel suo alter ego letterario, suo padre era stato fascista fin dalla prima ora, nonostante fosse ebreo. segno che nel fascismo non c'era inizialmente una carica antisemita.
Un altro caso problematico che vi racconto, molto brevemente perché è legato anche alla mia terra, uno dei primi grandi gerarchi del fascismo fu Aldo Finzi, tra l'altro un cognome che richiede a quello dei Finzi e Contini di Ferrara. Aldo Finzi fu un fascista della prima ora, sottosegretario degli interni del primo governo Mussolini, era il vice di Mussolini nel Ministero degli Interni, coinvolto nell'omicidio Matteotti. Finzi era di Badia Polesine, vicino a dove vivo io, era ebreo, Finzi, famiglia ebraica, ed era dannunziano, mussoliniano, uno dei primi grandi gerarchi del fascismo. Poi, dopo l'omicidio Matteotti, venne scartato, venne cacciato, perché si dimostrò poco fedele a Mussolini. Però, quello è un altro discorso, non certo per il suo ebraismo.
Il partito fascista, all'origine, era abbastanza pieno di ebrei. C'erano ebrei di destra, come c'erano ebrei di sinistra, ovviamente. e molti ebrei simpatizzavano per i fascismi. Quindi la mossa di Mussolini nel 1938 di varare queste leggi antisemite fu accolta dalla stessa comunità ebraica come un fulmine al ciel sereno, non se lo aspettavano, non lo credevano, non lo credevano possibile. Proprio nel giardino di Finzi e Contini, anzi c'è una pagina famosa, in cui si riecheggia proprio questo, cioè Bassani rievoca il ricordo della comunità ebraica di Ferrara sorpresa da questa svolta di quello che era stato fino ad allora il loro leader.
Uno dei loro leader, Mussolini. Perché Mussolini fece questo? Beh, bisogna dire che Mussolini era convinto che per rendere più coeso un popolo, per renderlo più guerriero forse anche, servisse qualcuno da odiare, un nemico comune.
Gli sembrava che Hitler riuscisse a ottenere il consenso che aveva, anche grazie a questo, all'individuazione di un nemico interno. Un nemico interno contro cui scagliare la furia popolare, un nemico interno da odiare e... questo odio rafforzasse poi il legame della nazione ecco già il nazionalismo tende spontaneamente a trovare dei nemici in chi non appartiene alla nazione ma Mussolini solo adesso decise di calcare spiritamente in quella direzione e di colpo la comunità ebraica si trovò tradita anche dal fascismo e da Mussolini per lui gli ebrei erano pochi erano scarsamente rilevanti poi dal punto di vista politico perché 50.000 persone non contavano granché erano insomma un perfetto capo ispiratorio qualcuno contro cui scagliare appunto la rabbia delle persone d'altronde le cose vi dicevo andavano bene in apparenza perché l'italia è diventato un impero eccetera ma non andavano bene nella sostanza l'economia andava male i problemi c'erano c'erano ancora le sanzioni e per Mussolini diventava facile dire guardate il problema dell'italia non è il fascismo non sono le nostre scelte economiche il problema dell'italia sono la francia e l'inghilterra quando ci hanno lanciato le sanzioni con la società delle nazioni ed eventualmente sono i banchieri ebrei che mirano a sfruttare gli italiani, che mirano a raffamarci, lì sono i nemici, quelli sono i nemici. Insomma, la legislazione Fu purtroppo molto negativa, famigerata, un'onta, una tra le tante però sicuramente una delle più gravi, sul regime fascista e appunto gli ebrei iniziarono ad essere discriminati. Bisogna dire una cosa però, mentre in Germania le leggi di Nuremberg e poi altre legislazioni simili avevano in realtà dato il via anche a violenze, per cui gli ebrei tedeschi erano stati oggetto di violenza, vi ricordavo prima la Notte dei Cristalli che fu una specie di grande pogrom.
che coinvolse la Germania, e ce ne furono anche altri di tono minore, quindi gli ebrei tedeschi, quelli che potevano quantomeno iniziare a scappare dalla Germania il prima possibile, in Italia non si assiste a fenomeni di questo tipo, non ci furono atti di violenza contro gli ebrei. Gli ebrei furono discriminati, furono esclusi dalle scuole, furono esclusi da certi lavori, certo, ma non subirono atti di violenza. Questo fu un bene, ma anche un male per certi versi. Un bene perché ovviamente, per carità, Mentre in Germania ci furono anche ebrei uccisi, l'Italia non si arrivò a tanto. Quindi gli ebrei italiani certo si videro discriminati, ma tutto sommato non patirono violenze sulla loro pelle.
Però questo fece sì che gli ebrei italiani non scapparono. Mentre molti ebrei tedeschi lasciarono la Germania, guardate, i morti dell'Olocausto sono solo in minima parte ebrei tedeschi. Per la stragrande maggioranza sono ebrei polacchi, ebrei ucraini, ebrei dell'Est Europa o ebrei dell'Occidente, portati dopo la... conquista del nazismo. Gli ebrei tedeschi, quelli che potevano una buona parte, se ne erano già andati da tempo, erano andati in America, erano andati in Francia, erano andati in Israele, erano andati da altre parti.
Quindi gli ebrei tedeschi, vedendo la furia di Hitler, avranno avuto tutto sommato il tempo di scappare, di cercare un rifugio altrove, avevano capito la malparata. Gli ebrei italiani, invece, non avevano capito perché Mussolini fece queste leggi sì. Scrisse e fece scrivere articoli infamanti.
razzisti e davvero imbarazzanti per gli occhi di noi italiani di oggi, però non fece atti di violenza e questo convinse gli ebrei italiani che forse non c'era bisogno di andarsene dall'Italia, che forse non c'era bisogno di abbandonare il loro paese perché in fondo certo Mussolini qualcosa faceva ma non avrebbe mai fatto le stesse cose di Hitler, si pensava, non avrebbe mai spinto fino in fondo la persecuzione, non avrebbe mai usato violenza contro gli ebrei, questo si pensava e però si sbagliava. Perché se è vero che il regime fascista nei primi anni di guerra non si scogliò contro gli ebrei, quindi gli ebrei furono tutto sommato tutelati relativamente fino al 1943, bisogna anche dire che nell'ultimo anno e mezzo di guerra, durante la Repubblica Sociale, quando Mussolini tornerà al potere con i suoi fedelissimi, in un clima di morte e di rabbia, gli ebrei italiani saranno alla fine e verranno mandati nei campi di concentramento e pochissimi si salveranno. Quindi diciamo che alla fine...
Questi mancati atti di violenza per certi versi furono anche un male, no? Perché non diedero la scossa alla comunità ebraica. Tra i pochi ebrei che lasciarono l'Italia ci fu Enrico Fermi, in realtà non ebreo Enrico Fermi, ebrea sua moglie, ma Enrico Fermi, grande fisico, vincitore del premio Nobel, andò a ritirare il premio Nobel, come forse sapete, e a quel punto, sapendo delle leggi razziali, preferì lasciare l'Italia e andarsene in America.
Tutti gli altri ebrei italiani rimasero in Italia, Primo Levi rimase in Italia, molti altri rimasero in Italia, e poi purtroppo la storia andò come andò. Bisogna dire un'ultima cosa e poi chiudiamo. Il tentativo di Mussolini era comunque quello di rafforzare il suo totalitarismo, rafforzare l'adesione degli italiani al suo regime e trasformare gli italiani perché ok, li abbiamo convinti che sono fascisti, bisogna convincerli anche di essere guerrieri. Questa era l'idea di Mussolini. Bisogna trovare qualcuno da odiare, trasformare questo popolo di piccolo borghesi italiani, belli comodi, in un popolo di guerrieri.
Facciamogli mettere la divisa. facciamoli marciare e vedrete che diventeranno dei guerrieri. Ecco queste misure in realtà furono accolte con una certa freddezza da parte della popolazione.
Il voi, la rivisa, le parate, perfino l'antisemitismo non attecchirono veramente in Italia. Vi dicevo non ci furono atti di violenza contro gli ebrei anche perché la popolazione non aveva in realtà se non in piccolissima parte un odio viscerale contro gli ebrei. Erano passati i tempi dell'antisemitismo forte in Italia.
La comunità ebraica era ben integrata. E quindi non si fu tutto questo successo, tutte queste misure non ebbero grandi riscontri. Gli unici che forse manifestarono un po' di interesse, un po' di entusiasmo davanti a questi cambiamenti furono i giovani. Quei giovani che erano cresciuti all'interno del regime, quei giovani che avevano ormai 17, 18, 20 anni, quelli che erano figli anche di Mussolini e del fascismo, che in effetti animarono per qualche anno i cosiddetti litoriali della cultura.
erano concorsi ispirati dal fascismo ma riservati agli studenti migliori. come un uovo ebbe un po' di successo tra di loro soprattutto, ma poi vedremo che certo alcuni di questi giovani si sarebbero poi arrolati entusiasticamente a combattere per la patria alcuni altri, dopo aver aperto gli occhi della guerra disastrosa, si sarebbero arrolati invece nelle file dei partigiani segno che, ecco, l'entusiasmo può presto anche cambiare volto ecco, questo era quello che valeva la pena di dire secondo me per inquadrare questo ultimo momento, ultima fase del fascismo con questo intento totalitario. Ormai abbiamo praticamente finito il nostro escursus, ci rimane un'ultima puntata che voglio farvi la prossima volta per parlare dell'antifascismo perché merita anche una pagina, un'attenzione a questo aspetto che certo fu minoritario in quell'epoca ma ci fu e merita di essere ricordato e poi parleremo presto anche della guerra mondiale perché ormai siamo vicini al momento clou. al 1939 però per oggi ci fermiamo qui vi ricordo prima di salutarci alcune cose prima cosa che questo podcast lo trovate su tante piattaforme ma qui trovate anche il podcast di Omello chiamato dentro la filosofia se poi cercate spiegazioni un po' diverse rispetto a quelle trattate nei podcast vi ricordo che c'è un corposo canale youtube basta cercarmi come Ermanno Ferretti oppure come script e trovate migliaia di video poi vi ricordo anche che se volete rimanere in contatto sapere quando pubblico le puntate del podcast o quando pubblico dei video oppure anche tante iniziative diverse, incontri dal vivo eccetera, potete seguirmi se volete sui social network facebook, twitter oppure instagram e li mi trovate sempre col nickname di Scrip oppure potete, e questo lo consiglio in particolare, abbonarvi alla newsletter gratuita e settimanale che trovate andando all'indirizzo internet armandoferretti.it non peggio se mi avrete lasciato la vostra email e appunto vi abbonate tranquillamente Ultimissima cosa, vi ricordo che in tutte le librerie è disponibile anche il mio ultimo libro, si intitola Anche Socrate qualche dubbio ce l'aveva, è un libro che parla di filosofia ma anche di tempi attuali, parla in maniera divulgativa, accessibile ma spero non banale, è un buon regalo per voi e per i vostri cari.
Lo trovate sia in formato cartaggio che digitale, ripeto il titolo Anche Socrate qualche dubbio ce l'aveva, autore ovviamente Armando Ferretti, l'editore è Cairo. Basta, ho detto tutto, ci sentiamo presto per parlare ancora di storia. di fascismo, di Italia del 900 e tante altre cose ancora ciao alla prossima