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Irma Bandiera e la Resistenza Femminile

lo abbiamo la parola a roberto saviano roberto saviano per questo 25 aprile sera roberto per questo 25 aprile a te il ricordo di un protagonista di questa di questa liberazione a su record vorrei iniziare mostrando una foto eccola questa ragazza sorridente dagli occhi grandi e luminosi che esprimono tutta la gioia di vivere la sua età si chiamava irma bandiera era nata a bologna nel 1915 quando viene al mondo suo padre non c'è perché a fronte al fronte della prima guerra mondiale la madre contenta che sia nata femmina perché pensa che almeno a lei non toccherà mai di partire come soldato non dovrà mai imbracciare le armi alla fine della guerra il padre fa ritorno a casa irma inizia finalmente a vivere un'infanzia una giovinezza spensierata la sua è una famiglia benestante si va d'accordo non ci sono particolari problemi si innamora di un ragazzo federico e tutto procede bene finché non scoppia la seconda guerra mondiale e anche federico viene chiamato a combattere ma come promessa che non la dimenticherà e tornerà da lei prima di partire le regala un anello le lascia una cagnolina lillina dopo l'otto settembre del 1943 federico come molti altri soldati italiani viene fatto prigioniero in grecia viene caricato su una nave per essere deportato in germania ma l'imbarcazione affonda colpita dalle bombe degli aerei inglesi federico risulta disperso dopo questo episodio ma comincerà a impegnarsi per aiutare i soldati i soldati che tornavano dal fronte ad avvicinarsi agli ambienti della resistenza i genitori erano antifascisti ma non avevano mai dichiarato pubblicamente i loro ideali politici non si erano mai esposti insomma ma un giorno irma sente pronunciare la frase la nostra guerra è una guerra alla guerra ed è una frase che le cambia la vita capire che si poteva combattere non contro qualcun altro ma perché quel dramma che le aveva portato via così tanto finisse guerra alla guerra si unisce così alla settima brigata gap di bologna il gap gruppi d'azione patriottica erano piccoli gruppi di partigiani uomini e donne che in apparenza erano normali cittadini con una vita regolare ma in realtà erano addestrati per compiere atti di guerriglia urbana a loro era affidato uno dei compiti più pericolosi discussi della resistenza attentati a ufficiali tedeschi ha tentate fascista e le loro se li attenta delle reti di comunicazione e per questo erano anche quelli maggiormente e temuti e quindi repressi dall'apparato nazifascista entrando nei gap irma bandiera sceglie come nome di battaglia mimma che era il nomignolo che le avevano dato in famiglia ma nessuno a casa era al corrente di questa sua attività clandestina spesso la famiglia si recava a casa degli zii nella bassa bolognese e irma ne approfittava di quelle visite ai parenti per portare informazioni e documenti ad una base partigiana da una base all'altra era diventato insomma una staffetta le staffette sono figure della resistenza spesso sottovalutate ma in realtà il loro era un compito molto delicato senza il quale la lotta partigiana anno avrebbe potuto coordinarsi e quindi realizzarsi macinava chilometri e chilometri in bicicletta a piedi trasportando non solo ordini e comunicazioni ma anche i viveri medicine armi che nascondevano nelle borse della spesa erano in maggioranza donne o ragazzini perché potevano circolare con più libertà senza destare troppo sospetto sentirete sempre associare alle partigiane la definizione di staffetta anche con un'accezione di subalternità rispetto a quello che erano i leoni i ruoli dei loro compagni maschi una narrazione questa che ha dato fastidio io a molte di loro le donne della resistenza non furono solo staffette non furono solo infermiere medici che si prendevano cura dei compagni feriti non furono solo organizzatrici negli scioperi nelle fabbriche osart che conoscevano gli abiti dei partigiani e non furono ovviamente solo madri o mogli che mandavano avanti la famiglia in condizioni difficilissime proprio mentre gli uomini erano in lotta trentacinquemila partigiane furono vere e proprie combattenti sfidando pregiudizi e tabù presero parte direttamente alla lotta armata partigiana il ma bandiera fu tra le primissime bolognesi a unirsi alla resistenza armata nella lotta di liberazione il 7 agosto del 44 dopo aver trasportato delle armi alla base di castel maggiore viene arrestata proprio a casa degli zii in un paese vicino aveva con sè documenti cifrati quelli erano giorni caldi perché dopo l'uccisione da parte dei partigiani di un ufficiale tedesco e di un comandante delle brigate nere fasciste i nazi fascisti avevano iniziato un feroce rastrellamento che li portò a incendiare case a uccidere i contadini 10 partigiani furono fucilati molti arrestati e altre rimasero chiusi nei loro nascondigli sperando di non essere scoperti prima fu interrogata dai fascisti della compagnia speciale del capitano tartarotti volevano i nomi dei suoi compagni di lotta ma il ma non cedeva il fatto che fosse donna era per i fascisti un affronto ancora più insopportabile rispetto al non volersi arrendere succedeva sempre così le partigiane fossero staffette o combattenti quando venivano scoperte subivano supplizi peggiori di quelli riservati ai loro compagni maschi ed erano colpite simbolicamente nel cuore della loro femminilità le testimonianze raccontano di partigiane sfregiate con tenaglie sul seno a bruna zebre che fu ucciso nell'uccidere l'eccidio di marzabotto tagliarono il ventre perché ero incinta e poi tolsero la vita anche al neonato irma bandiera venne seviziata per una settimana dai fascisti che non si aspettavano il suo modo di reagire diverso da tanti altri torturati che in genere quando subivano le vessazioni abbassavano lo sguardo sconfortati le invece li guardava sempre in faccia negli occhi ogni volta che la pestavano che la torturavano guardava negli occhi allora quelli prendono la baionetta e la cieca nei mari ma non parla non tradisce i suoi compagni e fanno un ultimo subdolo tentativo la portano davanti casa dei suoi genitori che per tutti quei giorni l'avevano cercata ovunque inutilmente e le dicono se ci fai anche solo qualche nome ti lasciamo tornare a casa entry ma con un ultimo fiato irma dirà passeranno i morti resteranno i sogni delle spararono tre colpi che lasciano sfigurato il suo volto già riconoscibile dalle botte che le avevano dato il suo cadavere venne lasciato ben in vista sul selciato come monito per tutti gli altri ribelli dopo la liberazione le donne che avevano preso parte attivamente alla resistenza tornarono in gran parte ad essere donne di casa operaio in fabbrica in casi rarissimi finirono per ricoprire cariche politiche ad alcune fu addirittura impedito di partecipare alle sfilate della liberazione del 6 maggio 45 guardate qui questa è una manifestazione e le partigiane sono le ultime file nessuno nelle prime file centinaia di migliaia di donne avevano sostenuto la resistenza compiendo un'opera straordinaria eppure pochissime all'inizio vennero riconosciute come partigiane e nemmeno pretesero dei riconoscimenti anzi molte di loro scelsero di tenere riservate le loro esperienze da combattenti perché nonostante il fine della libertà era culturalmente inaccettabile che una donna si armasse e questo creava loro problemi nella vita di tutti i giorni erano abitate come quella che aveva sparato per una donna è un disonore la verità è che la società e gli uomini non erano pronti a riconoscere anche in tempo di pace quell'emancipazione che le donne era stato concesso per utilità in tempo di guerra se c'erano voluti venti mesi per liberare l'italia dal nazifascismo ci sono voluti quarant'anni per riconoscere che anche le donne avevano partecipato alla resistenza armata non ho sparato ed erano state sparate dai fascisti e dall'aver ma tra le donne partigiane però immaginavano una società diversa non sognavano solo un mondo dove uomini e donne avessero gli stessi ruoli le stesse opportunità gli stessi soldi no volevano un mondo in cui combattendo per le opportunità delle donne si creasse una società più giusta volevano un altro mondo senza classi una società fondata sulla solidarietà tra persone e non sul profitto e sulla competizione e questa la battaglia che si impara dalle partigiane e a loro dedichiamo bella ciao cantata da milva nella versione originaria perché perché bella ciao fu una canzone è cantata dalle contadine dalle mondine [Musica] bella ciao bella ce l'ha ciao ciao ciao da mazzi appena gli stati di risaia di trucco il bellissimo utilizzando quella ciao bella ciao ciao ciao ciao e tra gli insetti e le zanzare duro lavoro [Musica] il capo il suo passo bella ciao bella ciao ieri con il suo posto [Musica] bravo il capo che il suo basso ne di bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao e questo bastone amato minaccia [Musica] a roberto saviano buon 25 aprile ricordiamo milva con questa interpretazione strepitosa che venne si tenne durante una canzonissima credo del 1971 quindi canzonissima programma di punta della prima rete nazionale ospita un grande coraggio l'interpretazione di questo tipo altri tempi grazie roberto ciao ciao allora [Musica]