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Corso di Lingua Coreana: Hangul e Pronuncia

Buongiorno a tutti, io mi chiamo Andrea De Benedittis e al momento coordino il corso di lingua coreana presso l'Università di Napoli l'Orientale. Sono autore di una serie di libri di grammatica coreana, Lingua coreana 1, 2, 3 e 4, editi per Cafoscarina Edizioni. Troverete in questi libri alcuni dei contenuti di cui parleremo oggi. Il 9 ottobre di ogni anno ricorre una festa molto importante in Corea del Sud, il giorno dell'alfabeto coreano.

Ebbene sì, perché non tutti gli studenti che si avvicinano... allo studio delle lingue dell'Asia orientale, sanno che il coreano si è dotato di un proprio alfabeto intorno al XV secolo. Attualmente lo conosciamo con il nome di Hangul, ovvero scrittura Han, scrittura coreana.

Questo nome è stato coniato nel 1910 da Choo Sik-yong, che diventerà uno dei padri fondatori della linguistica coreana. Prima di allora però questo alfabeto era conosciuto con un nome un po' più complicato, ovvero Hun Min Chong-eum. ovvero i suoni corretti per istruire il popolo. Secondo la tradizione, avallata però dalle fonti scritte, il quarto sovrano della dinastia Choson, ovvero il re Sejong, decise proprio di inventare a tavolino un nuovo alfabeto per aiutare i propri sudditi a poter leggere e scrivere, a poter esprimersi in maniera più naturale bypassando i caratteri cinesi, che erano molto difficili da apprendere. Inoltre, la Corea aveva...

utilizzato fino a quel momento i caratteri cinesi per una questione utilitaristica e geografica, visto che la Corea si trova di fianco alla Cina, ma non di certo perché la lingua cinese sia particolarmente vicina grammaticalmente o foneticamente alla lingua coreana. I letterati erano stati costretti, sin dai primi secoli avanti Cristo, a dover adattare in qualche modo la lingua cinese in maniera anche forzata alla lingua coreana e in questo modo inventarono dei sistemi di adattamento appunto della lingua scritta cinese al coreano. tra i quali il più importante è sicuramente l'idu, ovvero la lettura dei funzionari.

La lingua coreana e quella giapponese sono, diciamo, grammaticalmente molto simili fra loro, per cui in entrambi i casi ci si era posti da subito questo problema dell'adattamento della lingua cinese alla lingua locale. Un'altra cosa molto particolare è il fatto che spesso, in altre culture, in altri contesti, gli alfabeti migrano da una regione all'altra in seguito a conquiste militari. oppure a causa di contatti culturali, religiosi, filosofici, commerciali. Nel caso della Corea, invece, un re e i suoi funzionari, quelli che facciamo parte del Cipionjong, ovvero della Sala dei Virtuosi, decisero proprio di concepire, ex novo, un nuovo alfabeto. Dunque, noi sappiamo esattamente a chi ascrivere la paternità di questo alfabeto, ovvero il Re Sejong, e sappiamo anche la data di creazione di questo alfabeto.

1443 e poi la sua promulgazione fu il 1446. Per chi di voi si recherà a Seoul, vi capiterà senz'altro di trovare il grande Re Sejong assiso sul suo trono nella bellissima piazza di Gwanghwamun, nel cuore del centro storico di Seoul, con alle spalle il Palazzo Reale. Per quale motivo però questo sovrano e proprio lui decise di creare un nuovo alfabeto? Beh, le ipotesi sono diverse.

Sicuramente appunto la volontà esplicita di aiutare il proprio popolo, quindi una visione populista di questa creazione. Il re Sejong è rimasto nell'immaginario collettivo come il più grande monarca di tutti i tempi. Aveva dato vita a un grande periodo di riforme culturali, a un vero e proprio rinascimento culturale e scientifico tecnologico della Corea.

Lui stesso dedicava molte ore della sua giornata allo studio dei classici confuciani e delle lingue straniere e fu per questo che venne in contatto evidentemente con altri sistemi. di scrittura da cui fu molto suggestionato e pensò che dunque anche la Corea dovesse avere un proprio sistema di scrittura che avrebbe dato anche maggiore identità alla propria lingua e alla propria cultura. D'altronde non dimentichiamo che la Corea era stata per circa 100 anni sotto il protettorato mongolo ed era stata in continuo contatto con la lingua scritta mongola, il Paspa, che era una lingua alfabetica.

Molti letterati del tempo coreani, del periodo koreo, erano stati costretti a studiare questa lingua. e avevano conosciuto dunque i benefici di avere un proprio alfabeto. Il re Sejong poi fu molto attento allo sviluppo del mercato librario e delle tecniche di stampa, investì molto anche su questo fronte e aumentò sicuramente la produzione dei libri del suo tempo.

Far circolare i libri, soprattutto nelle regioni rurali, significava anche trasmettere quei valori confuciani alla popolazione locale e instillare quei principi che propugnava lo Stato. Non è un caso dunque se fra i primi libri che furono prodotti e fatti circolari al tempo troviamo dei testi didascalici come la guida illustrata alle tre virtù che servivano appunto per trasmettere nei sudditi e nella popolazione rurale i principi di base del confucianesimo e tra questi la lealtà che serviva a dare stabilità al governo e alla società del tempo. L'aspetto interessante è che quando fu realizzato questo alfabeto non tutti i funzionari di corte approvarono questa invenzione. Alcuni come Choe Man Lee si opposero strenuamente alla sua promulgazione Escrista era proprio un memoriale di protesta al sovrano, asserendo che l'alfabeto era una forma non dotta di scrittura e che soltanto i barbari avrebbero potuto acquisire. Esso sarebbe stato conosciuto fino a tempi recenti con il termine onmun, ovvero scrittura vernacolare, ed era considerata un po' di secondo grado rispetto alla scrittura cinese, considerata ancora più dotta, un po' come il latino in Europa.

Nel tempo però i letterati apprezzarono sempre di più questo sistema di scrittura e soprattutto durante il periodo della colonizzazione giapponese l'alfabeto coreano divenne l'arma identitaria più forte per rispondere culturalmente all'invasione dei propri vicini. Entriamo però adesso nel vivo dello studio dell'alfabeto coreano, cerchiamo di capire un po' quali sono le caratteristiche di questo alfabeto e in che modo si differenzia da altre forme di scrittura. L'aspetto più appariscente di questa scrittura è che noi concepiamo la scrittura sotto forma di blocchi sillabici.

Se con l'alfabeto latino noi scriviamo consecutivamente le lettere, una dopo l'altra, nel coreano invece abbiamo la possibilità anche di inserire alla base di una sillaba delle consonanti. Questa parte al di sotto della sillaba si chiama supporto, ovvero pacim. Sono appunto una o due consonanti che supportano il resto della sillaba. Quindi fondamentalmente abbiamo tre tipologie di blocchi sillabici.

Uno molto semplice, quello... più immediato costituito da una consonante e da una vocale. Per esempio, ca, ca, uno di media difficoltà costituito da una consonante, una vocale e un'altra consonante alla base, come cal, cal, cal, e un altro ulteriore costituito da una consonante e una vocale e poi due consonanti in posizione di paccima, cioè alla base.

Per esempio, calc, calc. Attenzione perché quando all'inizio impareremo questo sistema di scrittura dovremo fare molta attenzione a uniformare la grandezza delle lettere. Difatti, quando il blocco sillabico è costituito da due lettere, tenderemo a scrivere queste due lettere un po' più grandi.

Quando ne mettiamo tre nel blocco sillabico, le scriveremo un po' più piccole e ancora più piccole quando il blocco sillabico sarà caratterizzato da quattro lettere. Quindi attenzione perché quando all'inizio impareremo l'alfabeto coreano dovremo cercare di uniformare la grandezza delle lettere e dei blocchi sillabici, quindi creando una scrittura che sia armoniosa. Avere una bella grafia in coreano è sicuramente molto significativo, anche perché la scrittura da sempre in Corea ha avuto una funzione estetica di grandissimo valore.

Passiamo ora allo studio delle vocali. Le vocali del coreano si ispirano a tre elementi importanti della visione cosmologica confuciana, ovvero il cielo, il sole, l'uomo e la terra. Ad ognuno di questi tre elementi è associato un simbolo. Per il cielo un punto, che si trasforma in un piccolo segmento o verticale o orizzontale. Per l'uomo un segmento verticale, un po' più lungo.

Per la terra un segmento... un segmento verticale, un segmento verticale e un segmento orizzontale. Combinando questi tre elementi noi otteniamo fondamentalmente tutte le locali del Coreano, otteniamo le loro varianti iotizzate, ovvero ya, yo, you, eccetera, e i loro dittoghi, wa, wo, wi, eccetera.

Attenzione però, perché tra le vocali distinguiamo alcune che sono solari e altre che sono invece lunari, a seconda proprio di come combiniamo questi elementi. Facciamo un esempio. Se il sole sta sorgendo di fronte al lune. Vuol dire che siamo per affrontare una nuova giornata di luce, quindi questa vocale avrà una funzione solare.

Questa vocale imporiamo la A. Se il sole è allo zenith, sulla Terra, vuol dire che siamo nel pieno di una giornata di sole e anche questa vocale sarà una vocale solare. La O. O, A, O, dunque.

Sono le vocali solari che conosciamo nel coreano. Se ribaltiamo queste vocali, invece abbiamo la loro variante E. Per esempio, se il sole sta declinando, otterremo O. O è una O aperta.

Noi apriamo la bocca come se volessimo pronunciare il suono A e invece pronunciamo il suono O. O, O. Quindi attenzione perché la prima vocale O, che abbiamo visto prima, solare, è chiusa. Questa qui invece è Su questo bisognerà fare un po' di pratica perché i coreani fanno molta attenzione distinguendo queste due vocali. Un'altra vocale lunare, invece, è quella in cui il Sole è proprio sotto la Terra. Quindi abbiamo un segmento orizzontale e poi il puntino, che si è trasformato in un segmento molto piccolo, è al di sotto di questo segmento orizzontale.

Questa lettera in coreano è la U. U. Perché è importante sottolineare che alcune vocali siano solari e altre siano lunari? Perché in realtà alcune coniugazioni di verbi sono suggestionate proprio da questa regola. Questo concetto viene chiamato armonia vocalica.

È un concetto che è caro alle lingue altaiche, alla cui famiglia, secondo alcuni, sempre meno linguisti in realtà, apparterebbe la lingua coreana. Ovvero, le vocali mobili di una parola sono suggestionate dalle... vocali fisse all'interno del resto della parola.

Inoltre, alcune parole del coreano hanno delle sfumature diverse e queste sfumature possono avere un'accezione positiva o negativa a seconda se inseriamo in questa parola delle vocali lunari o delle vocali solari. Per esempio, essere caldo in coreano si può dire in due modi, in più modi in realtà. Tat-tada oppure top-ta. Tat-tada significa essere imite, ha un'accezione positiva.

e contempla infatti al proprio interno la vocale A, che è una vocale solare. Totta, invece, che ha al proprio interno la vocale lunare O, invece ha una accezione negativa, significa fa caldo, d'estate fa caldo. Ancora, per esempio, essere grasso si può dire tontonada, tontonada, che significa essere paffuto, graziosamente in carne. Quindi abbiamo all'interno di questo aggettivo la vocale O, che garantisce al termine un'accezione positiva. Se invece utilizziamo la vocale U, tun tungada, tun tungada, significa essere grasso, quindi ha un'accezione negativa.

Abbiamo poi due vocali che sono considerate neutre. Una è la ë, ë, ë, è un suono U muto. Allarghiamo le labbra e pronunciamo ë. E poi abbiamo in ultimo la vocale I. Queste due vocali sono considerate neutre.

Una è caratterizzata soltanto dal segmento orizzontale, ovvero la terra, l'altra è caratterizzata soltanto dal segmento verticale, che è l'uomo. Proviamo a ripetere allora le vocali che abbiamo appreso fino a questo momento. A, U, O. U, I. Alcuni di questi suoni che stiamo apprendendo e che apprenderemo possono sembrare particolarmente difficili, ostici, per chi si avvicina come principiante allo studio di questa lingua.

Eppure è molto importante saperli pronunciare correttamente perché altrimenti si rischia di non essere in grado di riuscire a comunicare con un proprio interlocutore in questa lingua. Un altro aspetto che dobbiamo tenere a mente quando scriviamo le vocali del coreano è che nessun blocco sillabico in coreano può iniziare con una vocale. Tutti i blocchi sillabici iniziano, come abbiamo visto prima, con una consonante. Se però vogliamo scrivere una sillaba come a, i o simili, possiamo farlo aggiungendo nel blocco sillabico una lettera che non ha nessuna funzione fonetica ma serve soltanto per far capire che quella sillaba inizia con una vocale.

È una yin, ovvero un cerchio, che noi anticipiamo alla vocale. Quindi se noi vogliamo scrivere in coreano a, scriviamo prima questo cerchio e poi la vocale a. I, u, per esempio. Questo ci consente adesso, allora, di studiare le prime parole della lingua coreana per fare un po' di pratica. È molto importante cominciare a sfruttare le nozioni che abbiamo appreso per poter imparare delle prime parole di questa lingua.

Per esempio, AI, AI. Significa bimbo. I I Significa dente.

UI UI UI Significa cetriolo. Alcune delle vocali che abbiamo considerato fino a questo momento hanno anche una variante iotizzata, cioè fondamentalmente aggiungono il suono i e si trasformano in una nuova vocale. Per esempio, a aggiunge i e diventa ia, o diventerà io, o diventerà yo e u diventerà you.

Quando impariamo delle nuove lettere dell'alfabeto coreano dobbiamo fare sempre attenzione all'ordine dei tratti che va sempre rispettato e non è casuale. Quelle che abbiamo considerato fino a questo momento sono le dieci vocali di base del coreano. A queste si aggiungono però altre quattro vocali complesse che corrispondono grossomodo al suono e. della lingua italiana.

Il coreano contempla due tipologie di suoni E, uno più chiuso e uno più aperto. E, E, E, E, che si scrivono rispettivamente in questi due modi diversi. A queste due lettere si aggiungono poi le loro varianti iotizzate.

Beh, di fatto nel coreano contemporaneo si è persa un po' la distinzione tra questi due suoni, quindi i due suoni in realtà si assomigliano molto nel coreano contemporaneo, fatto eccezione però di quelle parole in cui non distinguere questi suoni potrebbe proprio inficiare la comprensione. Per esempio, che è il cane, che è il granchio. In questo caso dobbiamo distinguere tra questi due suoni per aiutare il nostro interlocutore a capire se stiamo parlando di un che, di un cane, oppure di un granchio, che, più chiuso. Passiamo ora allo studio delle consonanti del coreano. Ci sono cinque consonanti che vengono considerate consonanti di base.

Sono la k, n, m, s, ng, kiyok, nien, miem, siot, yung. Graficamente questi cinque simboli si ispirano all'elemento dell'apparato fonatorio che viene più coinvolto nella pronuncia di questa lettera. Quindi procediamo per ordine. Il suono K e il suono N per essere pronunciati coinvolgono significativamente il movimento della lingua.

Quindi entrambe le lettere rappresentano la lingua che si inarca. o si abbassa all'interno del palato. Per quanto riguarda la mi-m, il suono m invece, noi per pronunciarla dobbiamo muovere significativamente le labbra. Ed è per questo che questa consonante ha proprio la forma di una bocca. La s invece viene considerata una lettera dentale.

S e infatti noi la rappresentiamo proprio come un dente che punta verso l'alto. Arriviamo infine alla lettera IEUN, che è la lettera forse più complessa tra le consonanti del coreano, perché è un suono che non è contemplato nella lingua italiana. L'avevamo già incontrata prima, se vi ricordate, perché ci serviva in realtà per iniziare una sillaba con una vocale. Graficamente rappresenta una gola, perché questo suono appunto parte dalla gola. Quando è all'inizio di una sillaba non lo pronunciamo, quando però si trova in posizione di pacim ed è seguito da una vocale nella sillaba successiva, suona più o meno in questo modo.

È un suono molto particolare che non abbiamo nella lingua italiana e quindi è uno dei più difficili da replicare per gli italofoni. Pensiamo per esempio alla parola forse più bella della lingua coreana, ovvero ti amo. Saranghae, saranghae.

Oppure alla forma di saluto più comune in Corea, annyeonghaseyo. Nyan-se-o. In entrambi i casi troviamo all'interno questo suono golare.

Yin. Yin. È molto difficile all'inizio pronunciarlo correttamente, quindi dovremo fare molta pratica su questo suono.

Per semplificare, possiamo provare a procedere in questo modo. Noi nasalizziamo la vocale che viene prima e poi pronunciamo come il suono NG dell'inglese. Se abbiamo per esempio il suono A prima del suono Yin, Invece di pronunciarlo semplicemente A, lo pronunciamo in questo modo.

Che cosa succede? Provate a mettere le dita sul setto nasale e sentirete una piccola vibrazione. Ora provate ad aggiungere il suono NG. Ecco, questo si avvicina un po' al suono corretto di questa lettera.

È molto utile in questa fase di apprendimento utilizzare delle app di riconoscimento vocale. Per esempio, una molto famosa in Corea è Papago. Provate a ripetere delle parole che state apprendendo a Papago per vedere se riconosce correttamente quello che state dicendo.

Prima di chiudere questa lezione, vorrei con voi provare a praticare qualche parola della lingua coreana sfruttando le nozioni che abbiamo appreso. Riproviamo per esempio a dire cane e granchio. Che? Che, che, che. Proviamo ancora a dire bambino, dente e cetriolo.

Ai, i, ui. Ai, i, ui. Proviamo a dire una bellissima parola che è mamma. Omoni, omoni Cicala, memi, memi Io, na, na Sorella maggiore per un uomo e sorella maggiore per una donna Nuna, oni Nuna, onni.

L'ultima parola che impariamo oggi è albero, ovvero namu, namu. Spero che questa lezione sia stata di tuo gradimento e che ti abbia permesso di compiere i primi passi nello studio di questa bellissima lingua che è il coreano. Buono studio e haiting!