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Epidemia di peste nei Promessi Sposi

ciao sono patricks ieri e oggi vediamo il riassunto del capitolo 31 prima di continuare ti comunico che uscita alla mia guida sui promessi sposi grazie alla quale hai a disposizione un'analisi chiara e completa di tutti i capitoli personaggi e temi del romanzo potrai così affrontare facilmente verifiche interrogazioni oltre ad avere un valido supporto per la preparazione di compiti e relazioni sull'argomento trovi linking descrizione e nel primo commento il narratore dichiara di voler narrare per sommi capi l'epidemia di peste che si è diffusa a milano nel 1630 nessuno scritto del seicento offre un resoconto ordinata e dettagliato di quanto è accaduto durante l'epidemia di peste del 1630 di narratore dice infatti di essersi trovato di fronte a una serie di notizie contrastanti e riportati in maniera disordinata questo vale anche per l'opera principale del tempo così a l'opera di giuseppe ripamonti dedicata alla storia dell'epidemia di peste del 1630 l'autore è dunque il primo a cercare di mettere ordine tra queste notizie confuse e narrare questa storia tuttavia invita il lettore a leggere direttamente le relazioni del xvii secolo qualora volesse avere un'idea più diretta e immediata su tutta la faccenda nell'autunno 1629 cominciano a registrarsi lungo quella fascia del territorio di lecco in cui sono passati i lanzichenecchi che casi sporadici di test i sintomi non vengono riconosciuti dalla maggior parte delle persone frate eccezioni di quelle persone hanno avuto esperienza con la cosiddetta peste di san carlo del 1576 tra queste persone che è il prodotto fisico ludovico settala il quale in questo periodo è ottantenne ma da giovane aveva avuto a che fare con la peste di san carlo del 1576 settala immediatamente riconosce che si tratta di peste e così avverte il tribunale di sanità tuttavia il tribunale di sanità non dà la giusta importanza a questa segnalazione in seguito sia la diffusione di altre notizie riguardanti la peste i tribunali di sanità decide così di inviare un suo commissario è un medico ad indagare sulla questione questi due però si lasciano convincere da un barbiere di bellano che non si tratta di peste bensì di febbre causate dalle esalazioni delle paludi in un secondo momento però iniziano a diffondersi nuove notizie più allarmanti e così il tribunale in via il medico alessandro tadino insieme a un magistrato questa volta i due scoprono che la peste si è diffusa nel territorio di lecco nella valsassina e nelle coste lungo il lago di como il tribunale decide così di allestire un cordone sanitario il 14 novembre 1629 il nuovo governatori di milano ambrogio spinola ieri informato sulla questione spinola si dichiara addolorato ma dice che la guerra ha la priorità è così non prendi dovuti provvedimenti anzi il 18 novembre spinola indice pubblici festeggiamenti per la nascita del primogenito del re di spagna filippo iv senza preoccuparsi del pericolo che un grande afflusso di persone in città avrebbe potuto costituire la popolazione non crede alla peste è chi parla di peste viene pubblicamente deriso mira anche i medici danno al fenomeno la dovuta attenzione in quanto anche loro credono che non si tratti di peste l'unica eccezione è il cardinale borromeo che invita i propri parrucci a vigilare sulla diffusione del morbo l'autore sottolinea anche come il tribunale di sanità sia stato molto lento a prendere i dovuti provvedimenti ad esempio la grida riguardante il cordone sanitario era stata decisa il 30 ottobre stilata il 23 novembre e resa pubblica solo il 29 novembre quando la peste si era già diffusa all'interno hanno della città i cronisti dell'epoca tra cui anche tadino e ripamonti si preoccupano di indagare sul nome della prima persona che ha portato il morbo all'interno della città di milano manzoni dice che queste sono questioni futili e rilevanti verso i primi di novembre del 1629 un soldato italiano al servizio degli spagnoli entra nella città di milano con un fagotto contenente delle vesti comprati o rubate dai lanzichenecchi questo soldato alloggiata alcuni parenti che vivono presso la porta orientale che pochi giorni dopo muore di peste il tribunale di sanità fa bruciare immediatamente tutti i vestiti e gli oggetti appartenenti all'uomo es aggrega la famiglia dell'uomo tuttavia il contagio con vince ugualmente a diffondersi anche perché molti forestieri infatti entrano nella città di milano poiché cordone sanitario era stato allestito con grande ritardo così tra la fine del 1629 e l'inizio del 1630 la peste inizia a covare esser peggiore lentamente tra la popolazione si registrano alcune vittime sporadiche di peste tuttavia i medici affrontano la questione con grande incuria attribuendo i decessi ad altre malattie inoltre le famiglie temono che propri malati vengano inviati nel lazzaretto e così non denunciano i malati di peste tutto ciò non fa altro che aumentare la diffusione del il tribunale di sanità affronta la peste bruciando le vesti e le suppellettili dei malati e mandando intere famiglie al azhar etto si inizia a diffondere così tra la popolazione l'odio nei confronti dei magistrati del tribunale e tale odio coinvolge anche i medici tra cui alessandro tadino e senatore settala i quali sono additati come nemici della patria assaliti e insultati l'odio si riversa anche nei confronti del prodotto finito lodovico settala che si impegna tantissimo per combattere la peste un giorno mentre si dirige importanti na a far visita ad alcuni ammalati la folla lo circonda e lo accusa di sparge le false notizie sulla peste per dar lavoro ai medici set ala riesce a sfuggire all'incendio rifugiandosi in una casa lì vicino alla fine del marzo 1630 le vittime di peste sono un po ovunque in tutta milano e i sintomi della malattia sono ormai inconfondibili nel frattempo il lazzaretto e ingovernabile e non si riesce più a separare i malati dai sani il governo decide così di affidare la giurisdizione della azzaretto ai frati cappuccini e così il padre provinciale subentrato al suo predecessore che è morto propone come direttore dell'ava retto padre felice casati è come suo aiutante michele pozzobonelli è il 30 marzo 1630 i cappuccini iniziano a gestire il lazzaretto padre felice casati si ammala e poi guarisce di peste mentre molti cappuccini coinvolti nell'impresa muoiono a causa del morbo l'autore trova strano che il governo abbia affidato il lazzaretto ai frati capuccini ma dice anche che questo è l'esempio dell'infinita potenza della carità cristiana ormai aiuti si convincono la peste esiste in quanto vedono che il contagio avviene per contatto diretto e che vi sono morti anche tra le classi più agiate si diffonde invece la diceria che la peste sia diffusa dai untori si tratta di un'idea assurda alimentata dalla superstizione e dalla credenza nelle pratiche di magia all idea prova anche un supporto storico in quanto l'anno precedente re filippo iv di spagna aveva inviato a milano di spaccio in cui dichiarava di fare attenzione perché quattro francesi sospettati di cosparge dunque ti velenosi erano fuggiti da madrid forse a milano il 17 maggio 1630 alcune persone dichiarano di aver visto degli uomini cospargere di qualche sostanza un asse nel duomo di milano il tribunale di sanità porta fuori classe e alcune panche e le lava accuratamente la scena crea allarmismo tra il popolo che crede che tutto il duomo di milano sia stato unto il 18 maggio 1630 accade un fatto inspiegabile e inquietante un lungo tratto delle mura di milano è stato cosparso di una sostanza giallastra non si riesce a capire se sia uno scherzo o il tentativo di diffondere il terrore tra la popolazione fatto sta che tra il popolo inizia diffonde su una sorta di psicosi e ogni forestiero viene sospettato molti forestieri sono addirittura catturati e consegnati alla giustizia la quale però li trova innocenti si diffondono poi alcune dicerie su gli untori che si dice che questi siano stati mandati dall'ex governatore don gonzalo per vendicarsi degli insulti ricevuti quando ha lasciato milano altre voci dicono che gli autori siano stati inviati dal cardinale bisceglie per avere la meglio nella guerra di mantova altre voci ancora dicono che gli autori siano stati inviati dal generale albrecht von bagh style alla fine però le autorità pensano che il cospargimento della sostanza giallastra sia stato solo uno scherzo di pessimo gusto e così la cosa viene ignorata nel frattempo alcuni malati di peste guariscono e ciò contribuisce a diffondere tra la popolazione l'idea che la peste non esista in quanto si crede e anche alcuni medici lo credono che di peste non si guarisca il tribunale di sanità escogita così un macabro espediente durante la festa della pentecoste quando la popolazione si dirige in processione al cimitero per pregare i morti dalla peste del 1576 nell'ora di maggior afflusso il tribunale di sanità fa sfilare un carro con sopra i morti di un'intera famiglia colpita dalla peste la vista dei cadaveri nudi con i segni del morbo genera orrore e ribrezzo e tutti finalmente si convincono che la peste esiste tuttavia l'espediente del tribunale di sanità sebbene convinca la popolazione dell'esistenza della peste non fa altro che aumentare il contagio in quanto in quel momento c'era una grande concentrazione di persone alla fine del capitolo il narratore osserva che all'inizio nessuno credeva alla peste poi in un secondo momento si è iniziato a credere che le morti fossero dovute a delle febbri pestilenziali infine si è creduto alla peste ma si reputava che questa fosse provocata dai untori narratore osserva che questa evoluzione è normale nella storia dell'uomo tuttavia prima di parlare occorrerebbe osservare a ragionare ad ogni modo di uomini sono da compatire in quanto raramente agiscono in questo modo ti ricordo che per la spiegazione di questo capitolo presto uscirà un video dedicato alla sua analisi condividi il video iscriviti al canale e noi ci vediamo al capitolo 32 in bocca al lupo