Dio degli Dei è una dicitura davvero interessante e caratteristica di una divinità della Roma Antica. Ma per quale motivo veniva considerato Dio degli Dei e chi era questo Dio degli Dei? Stiamo parlando del Dio Giano, il Dio dei Prima, che veniva messo a confronto con il Re degli Dei, Giove, che invece era definito Dio. dei Summa, quindi c'è questa contrapposizione tra ciò che è prima e ciò che è più in alto.
Questa distinzione è anche ben espressa dai rispettivi sacerdoti. Il sacerdote di Giano, definito letteralmente Flamine di Giano, era il Rex Sacrorum ed era decisamente più importante del flamine di Giove che invece era il flamen di Alice. Ma per delineare i caratteri delle divinità romane, soprattutto per queste divinità più importanti, non possiamo limitarci a descrivere i caratteri perché se no si farebbe veramente molto presto anche per via dell'assenza di miti.
propriamente romani, che ruotano intorno a queste divinità, se non per pochi esempi. E quindi dobbiamo andare a indagare anche il sacerdote, le festività e i rituali che venivano fatti a queste divinità per riuscire ad avere una visione di insieme. Io mi chiamo Emanuele Viotti, questa è Ad Maiora Vertite, e oggi ci addentriamo nel culto del dio degli dèi.
Descrivere i caratteri di una divinità romana è relativamente semplice, perciò inizieremo proprio da questo. Giano è il dio delle porte, dei passaggi, dell'inizio e della fine di tutte le cose. Non ha un vero equivalente all'interno della religione greca. Questo vale un po'per tutte le divinità romane. Nessuna divinità romana è esattamente uguale a una greca.
Così come nessuna divinità di nessuna religione è uguale a quella di un'altra. Ma in questo caso è particolarmente vero, tant'è che ce lo dicono le stesse fonti latine. E adesso voglio leggerti un pezzetto dei fasti di Ovidio per capire meglio la questione.
Ovidio nel suo Inno a Giano scrive proprio questo. Salve giorno felice, ritorna sempre migliore, degno di essere onorato dal popolo signore del mondo. naturalmente si riferisce ai romani. Ma quale divinità dirò che sei tu, o Giano Bifronte?
Infatti la Grecia non ha alcun nome simile a te. Quindi in Grecia non esiste nessun dio simile a Giano. E poi, in questo dialogo fittizio, Ovidio chiede a Giano come mai abbia dei caratteri così particolari, come il fatto di essere bifronte e poter guardare sia davanti che dietro. E Giano gli risponde così. Quanto vedi ovunque, il cielo, il mare, le nubi, le terre, tutto si chiude e s'apre per la mia mano.
Presso di me è la custodia del vasto universo, il diritto di volgerne i cardini è tutto il mio potere. Quando mi piace trarre dalla quiete del tempo la pace, ella cammina libera per le vie ininterrotte. Il mondo intero sarebbe lordato dal mortifero sangue se robuste sbarre non tenessero chiuse le guerre.
Qui fa riferimento al fatto che il tempio di Giano veniva chiuso nei periodi di pace e aperto in quelli di guerra. Insieme con le mite ore custodisco le porte del cielo e il fatto che Giove stesso ne esca e rientri è nelle mie mansioni. È abbastanza chiaro. Giano è il dio delle porte ed egli era alle origini del tutto. Infatti Ovidio ci dice che Giano esisteva da prima che i famosi quattro elementi si separassero.
E in altri miti, nei miti dei Primordia, è lui che scansiona il passaggio all'età dell'oro di Saturno e poi da questa all'età di Giove. Quindi potremmo dire che Giano è il tempo stesso. Tanto che sempre Ovidio poi scrive che Giano dalla sua posizione guarda contemporaneamente all'Oriente e all'Occidente, cioè nel luogo dove sorge il sole e dove tramonta e quindi simbolicamente alla giornata, che è... il metro basilare per calcolare il tempo. Questo Dio potentissimo, capace di decidere quando Giove ha diritto di entrare e uscire dalla sua reggia, pare essere letteralmente molto più potente e importante di tutti gli altri dei.
Ecco perché è il Dio degli dei, perché nella sua funzione unica e peculiare determina i limiti temporali di azione di tutte le altre divinità, compreso Giove. Dunque, Giove, ordinatore, all'interno dei limiti che gli sono stati concessi da Gianni, può organizzare le cose come preferisce, ma è Giano a deciderne i termini. Bene, e adesso passiamo al sacerdote. Il sacerdote di Giano era il Rex Sacrorum ed era considerato flamine di questa divinità. Era perciò...
come ogni altro flamine, l'immagine vivente del Dio. Siamo sostanzialmente certi che questo Rex Sacrorum sia una sopravvivenza repubblicana dell'antico re, infatti in età monarchica il Rex aveva anche tutti i poteri religiosi, era il capo della religione romana a tutti gli effetti e compiva tutti quanti i riti e tutti gli altri sacerdoti gli erano sottomessi. E così sarà anche il Rex Sacrorum che tuttavia...
privato dell'imperium, quindi del potere politico e militare, che invece verrà dato ai consoli, gli permangono le stesse funzioni, compreso quello di essere il sacerdote più importante a capo della religione romana. Ci vorranno davvero molti molti secoli perché il collegio dei pontefici riesca ad ottenere un potere dal punto di vista concreto maggiore rispetto al rex sacrorum, soprattutto per via della vicinanza con la politica. Ma anche dal punto di vista formale, i pontefici continueranno ad essere considerati meno importanti di tutti i flamini del Rex Sacrorum delle Vestali, dei Sali e degli Arvali.
Cosa faceva allora questo Rex Sacrorum? Si occupava di riunire i comizi a Curiata, di compiere l'annuale rituale del Regifugium, di compiere il rito a Lagonalia di Gennaio e forse interveniva anche alla festa di Conso. a dicembre, ma questa la vediamo nel blocco successivo. Inoltre ogni mese Alecalende compiva un sacrificio insieme alla moglie e quando il pontefice chiamava a raccolta i comizia calata partecipava indicendo le festività di quel mese. Ho parlato della moglie del Rex Sacrorum, sì perché anche lui come tutti i flamini per mantenere il proprio ruolo doveva essere sposato con un rito particolare chiamato Conferrazio, che è l'unico rito religioso matrimoniale della Roma Antica e che appunto era necessario per assumere questo ruolo.
Tant'è che se un flamine perdeva la moglie, anche la sua carica decadeva in automatico e ciò valeva anche per il Rex Sacrorum. Ma queste flaminiche, si chiamavano per i flamini e regina Sacrorum per il Rex, non erano semplicemente delle accompagnatrici, ma erano delle figure che compivano dei rituali veri e propri in modo anche indipendente rispetto al marito. Erano delle istituzioni a tutti gli effetti.
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I riti romani, i cosiddetti standard, cioè quelli che troviamo ripetuti in più occasioni e che perciò ci danno l'idea che esistesse un modello rituale romano, oltre a una serie di eccezioni, e che noi ritroviamo sia in Catone, nel De Agricoltura, ripetuto più volte, sia nell'epigrafe dei ludi secolari, del rito che fece Augusto per i ludi secolari, noi troviamo un'apertura rituale fatta prima a Giano e poi a Giove. Vi è poi il curioso e interessantissimo caso del Tigillum Sororium. Questa era una festa annuale che nasceva, secondo il mito, dal famoso duello degli Orazzi e dei Curiazzi, dove ricorderete che l'Orazio sopravvissuto, tornato a Roma, avrebbe ucciso la sorella che piangeva per la morte di uno dei Curiazzi che era il suo promesso sposo. Di questo mito ne parlerò.
più in dettaglio in un'altra occasione. Vi basti sapere che il re per non mettere a morte l'ultimo degli eredi di questa famiglia avrebbe decretato l'istituzione del tigillum sororium, cioè come pena questa famiglia avrebbe dovuto ogni anno andare a compiere un sacrificio al di sotto di questo tigillum, quindi un travicello, dove erano posti due altari, uno dedicato a Giunone e uno dedicato a Giunone. delle sorelle, questo è abbastanza intuibile perché, e l'altro a Giano Quirino, dove Quirino diventa un appellativo di Giano.
Si tratta di un sacrificio che è il modello del sacrificio fatto per l'omicidio colposo, sebbene in questo caso si trasformi in un sacrificio di un'amica. in un rito di carattere pubblico gestito da una famiglia privata. Di queste tipologie di riti e della loro trasformazione in riti pubblici veri e propri, così come anche del Rex Sacrorum, ne parlerò molto più approfonditamente nel mio prossimo corso che inizierà a settembre, Roma e i suoi dei, storia di una religione millenaria.
Il corso sarà organizzato in dieci lezioni da un'ora e mezza ciascuna. È riconosciuto dal Ministero dell'Istruzione ed è organizzato dal Centro Nazionale di Studi Classici Greco-Latino Vivo. Il corso è online e le lezioni sono registrate, perciò anche chi non potesse partecipare negli orari o nei giorni delle lezioni potrà rivederle già dal giorno successivo, perché le lezioni vengono ricaricate sulla piattaforma immediatamente.
Inoltre il corso si concluderà con una visita guidata ai fori. Vi lascio tutti quanti i dettagli nel link in descrizione e vi invito ad utilizzare il mio codice sconto ADMAIORA24 per appunto avere uno sconto sull'iscrizione al corso. Una nota mutila dei fasti prenestini ci lasciano un'informazione davvero curiosa. Infatti durante la festa di Conso a dicembre, nel periodo dei Saturnalia, è indicato l'intervento di un Rex equo, di un re a cavallo.
Ora, noi non sappiamo chi sia questo qui, ma l'unico re che noi conosciamo presente all'epoca è proprio il Rex Sacrorum. Perciò Dario Sabatucci, e io mi sento di condividere l'interpretazione, ipotizza che sia proprio l'intervento del Rex Sacrorum che si presenta a fare qualcosa non si sa dove a cavallo in questa occasione. La motivazione è abbastanza chiara però, se è Giano che decreta l'inizio e la fine, dell'età dell'oro di Saturno, così come di tutte le altre ere, e considerando che questi Consualia sono immediatamente prima del giorno dei Saturnalia, è abbastanza chiaro che il Rex interviene in quanto flamine di Giano per far iniziare la rievocazione dei Saturnalia. Ovviamente nessuna fonte esplicita questa cosa che vi ho appena detto, però mi sembra l'interpretazione più...
logica alla luce delle fonti che abbiamo a disposizione. Il messaggio che mi preme far passare all'interno di questo video è che l'idea che noi abbiamo di gerarchia delle divinità romane in realtà non è così netto e piramidale come immaginiamo. Esistevano certamente divinità maggiori e divinità minori, divinità di maggiore importanza e divinità di minor importanza. La gran parte delle divinità minori erano quelle divinità con le quali il popolo si interfacciava quotidianamente, delle quali però non ci è giunta una grande quantità di materiale epigrafico, proprio perché gestita dal popolo, venerata e pregata nel quotidiano. Pensiamo alle decine di divinità che intervengono nell'ambito agricolo o in quelle nelle fasi di crescita dell'infante, ma anche tra le divinità maggiori ricordiamo che nonostante Giove sia e rimanga il re degli dèi, comunque anche egli è sottoposto al fato e anche egli può regnare nei limiti posti da Giano.
Ed è per questo che noi troviamo nelle fonti la dicitura che Giano è il dio dei prima mentre Giove è il dio dei summa, perché Giano è appunto il dio degli inizi e della fine di tutte le cose e all'interno di questi limiti Giove può manifestare le proprie funzioni. Ma allora perché i Romani mettono Giove a capo del proprio Stato e non Giano, che pare avere più potere di lui? A mio parere la risposta va ricercata in un nostro errore di interpretazione. Infatti noi siamo abituati a considerare in modo abbastanza piatto l'idea che più forte uguale maggiore. Ma evidentemente per i Romani non era così.
Evidentemente per i Romani gli dei avevano una distribuzione di funzioni, cioè ogni divinità esisteva in funzione del fatto che faceva qualcosa, e la funzione di Giove era quella di mantenere un certo modello di ordine, un modello di ordine diverso dal modello di ordine che c'era al tempo di Saturno. Ma questo non significa che una divinità sia realmente più potente o più importante. di un'altra.
Ovviamente stiamo parlando per massimi sistemi, è chiaro che Giove è indubbiamente più potente del genio del luogo di un boschetto qualsiasi, ma se noi andiamo a parlare di queste grandi divinità, quello che noi in realtà notiamo è che risultano parimenti potenti, risultano avere pari importanza, ma hanno una funzione del tutto diversa. E se noi proviamo a leggere la religione romana in quest'altra ottica, allora non ci stupisce più che nonostante Giove sia capo della religione romana, è Giano a decidere quando lui entra ed esce dalla sua regia, e non ci stupisce più... il fatto che nel momento in cui viene costruito il Tempio di Giove Ottimo Massimo, all'interno vengono messe anche Giunone e Minerva e si devono modificare i progetti del Tempio stesso perché il Dio Terminus e la Dea Juventa decidono di non spostarsi per far spazio al Dio.
Ma abbiamo anche degli esempi contrari, per esempio Pomona era indubbiamente di un'importanza straordinaria per i romani perché i frutti o crescono o non mangi e infatti Pomona aveva un flamine. Eppure noi non troviamo una grande quantità di epigrafi dedicate a Pomona. Da ciò mi pare palese che si debba rivedere l'intera nostra concezione delle gerarchie all'interno della religiosità romana perché è evidente che vengono utilizzati dei presupposti per creare questa scala gerarchica di importanza delle divinità. che è molto molto diversa da quella che siamo abituati a utilizzare noi.
Ti ringrazio per essere rimasto fino alla fine di questo video che era particolarmente lungo. Se ti è piaciuto fammelo capire lasciandomi un placet e iscrivendoti al canale. Inoltre ti ricordo che ti lascio in descrizione il link al mio prossimo corso con il codice sconto. Ci vediamo alla prossima! L'Itus et acque salubres et io vi sale Condito mi dispacito squitero Supplicio saudi pueros saporo Siderum regina mi consaudi L'Ura las Roma Estrum est opus ili ec L'Itus et uscute