in questo video faremo un viaggio nella critica della ragion pura di manuel kant la prima opera del periodo critico del filosofo tedesco questo viaggio è articolato in tre tappe nella prima analizzeremo lo scopo dell'opera che consiste nel definire le fondamenta del sapere scopo che porterà kant a condurre la ragione in tribunale capiremo cosa significa nella seconda parte analizzeremo e capiremo il concetto di giudizi sintetici a priori che rappresentano il cuore della conoscenza valida secondo kant per arrivare a produrre questi giudizi bisognerà passare dalla cosiddetta rivoluzione copernicana kantiana con cui canta concentra l'analisi del processo conoscitivo sul soggetto e dalla distinzione fra fenomeno e no meno ovvero fra realtà conoscibile e non conoscibile infine la terza parte che rappresenta l'analisi è vera e propria dell'opera di cui vedremo l'esame che kant fa del processo conoscitivo dell'uomo analisi che lo porta alla individuazione dei cosiddetti trascendentali capiremo che cosa significa e all'esame della loro applicazione giungeremo così alla conclusione del ragionamento di kant ovvero a capire quali sono secondo il filosofo le conoscenze valide e quali no fatte queste premesse possiamo iniziare per avere un primo orientamento delle intenzioni di kant guardiamo innanzitutto dal titolo il termine critica significa analisi della ragione vuol dire che questa analisi deve essere prodotta dalla ragione il termine pura si riferisce ai campi del sapere e definiti puri ovvero senza finalità pratica nell'agire umano questi campi sono la matematica la fisica e la metafisica attraverso il titolo dell'opera comprendiamo innanzitutto l'obiettivo di kant determinare la capacità della ragione umana di esprimere una conoscenza valida per quanto riguarda la matematica la fisica e la metafisica la ragione sostiene infatti canta e non dimentichiamoci il contesto dell'illuminismo in cui si svolge questa riflessione ma il fondamento unico della conoscenza ma l'estensione della ragione non è limitata come afferma ad esempio cartesio la ragione è pienamente sovrana ovvero in grado di fondare la conoscenza ma solo dentro certi limiti occorre dunque individuare questi limiti e questo è il perno del cosiddetto criticismo kantiano per farlo occorre come dice canta portare la ragione al tribunale della ragione ovvero bisogna porre sotto giudizio la ragione per comprendere quali sono i limiti della sua estensione ma con una importante precisazione questa analisi della ragione deve essere portata avanti dalla regione stessa perché solo essa è l'unico fondamento di cui l'uomo dispone stabilito dunque che per kant 1 la ragione è il perno della conoscenza umana 2 che la ragione ha una portata conoscitiva limitata possiamo andare al passaggio successivo che consiste nel comprendere in quale contesto filosofico si muove canta per capire da dove nasce la sua riflessione due sono i filoni principali che si interrogano sulla validità della conoscenza e con cui si confronta all'epoca kant il primo è il razionalismo corrente secondo cui la ragione nella sua portata limitata è il fondamento della conoscenza seconda corrente a quella del l'empirismo secondo cui il fondamento della conoscenza sta piuttosto nell'esperienza kant sottolinea i limiti dei due filoni i razionalisti esprimono una conoscenza universalmente valida e necessaria ma escludono l'esperienza dunque non sono in grado di pensare una conoscenza di tipo nuovo gli empiristi invece pongono l'accento sull'esperienza quindi sulla possibilità di produrre una nuova conoscenza poi non sanno in grado di pensare a una conoscenza sempre varia perché ogni conoscenza è necessariamente subordinata all'esperienza e dunque limitata da s la domanda che si pone a questo punto cante è possibile arrivare a una conoscenza universalmente valida ma che si avvalga del contributo dell'esperienza in termini filosofici canta esprime questa domanda chiedendosi se sia possibile arrivare a produrre giudizi sintetici a priori un giudizio in termini che anziani vuol dire predicare qualcosa propose di un soggetto in termini più semplici vuol dire affermare qualcosa a proposito di ad esempio dire che le foglie dell'albero sono verdi è un giudizio per arrivare a capire bene cosa intenda canta per giudizi sintetici a priori dobbiamo però fare un passo indietro e confrontarci con gli altri possibili i giudizi che la tradizione filosofica propone canta afferma infatti che esistono due tipi di giudizio esprimibili i giudizi analitici a priori i giudizi sintetici a posteriori analizziamo i primi giudizio come già abbiamo detto vuol dire predicare qualcosa a proposito di un soggetto analitico vuol dire che il predicato non aggiunge nulla di nuovo rispetto al soggetto a priori vuol dire che non serve l'esperienza per avere conferma di quanto il predicato dice del soggetto facciamo un esempio concreto guardiamo giudizio ogni corpo è esteso in questo caso il soggetto è ogni corpo e il predicato è esteso questo giudizio è analitico perché in quanto viene espresso dal soggetto è già incluso quanto viene detto dal predicatore un corpo infatti per essere tale è necessariamente estesa ovvero ha certamente una qualche dimensione spaziale questo giudizio poi è a priori perché non ho bisogno di fare esperienza di un corpo per sapere che questo giudizio è valido lo so a prescindere dall'esperienza perché il concetto di corpo implica di per sé il concetto di estensione i giudizi analizza a priori dice kant sono tipici del razionalismo per che fondano la loro validità sull'applicazione pura della ragione questo tipo di giudizi possiede un aspetto positivo e uno negativo il pregio è che esprimono una conoscenza valida priori e quindi universale sempre valida il difetto è che esprimono una conoscenza che non aggiunge nulla di nuovo a quanto è già evidente e quindi per usare un termine cantiano è una conoscenza non seconda ovvero che non produce niente vediamo ora i giudizi sintetici a posteriori giudizio sappiamo ormai cosa vuol dire sintetico vuol dire che predicato aggiunge qualcosa di nuovo rispetto al soggetto a posteriori vuol dire che quello che è praticato aggiunge ed e terminato dopo che se ne è fatto esperienza a posteriori appunto anche in questo caso facciamo un esempio concreto guardiamo il giudizio le rose del giardino sono rosse in questo caso abbiamo giudizio sintetico perché il predicato ovvero sono rosse aggiunge qualcosa di nuovo rispetto al soggetto le rose le rose infatti non sono necessariamente rosse ma possono essere diversi colori questo giudizio poi ea posteriori ovvero avviene dopo l'esperienza perché per affermare che certe rose sono effettivamente rosse me devo prima vedere non le posso dedurre a priori senza farne esperienza i giudizi sintetici a posteriori sono tipici dell'empirismo sostiene kant per che fondano la loro validità sulle esperienze e anche in questo caso questi giudizi hanno un pregio ma pur sempre un difetto il pregio è che sono giudizi secondi ovvero che producono conoscenza di tipo nuovo che non è già evidente implicita nel soggetto il difetto è che non sono universali ovvero non sono validi a prescindere infatti possono essere espressi solo dopo che se ne è fatta esperienza torniamo quindi a giudizi sintetici a priori che canta vuole arrivare a produrre questi hanno infatti il doppio pregio di essere sintetici e quindi di produrre una conoscenza feconda in grado di aggiungere qualcosa di nuovo rispetto a quanto già noto e a priori in quanto la loro validità è universale quindi prima di farne esperienza facciamo un esempio di un possibile giudizio sintetico a priori e guardiamo il giudizio il calore dilata i metalli in questo caso il predicato dilatare metalli è un qualcosa che non è già implicita già contenuto dal soggetto ma che diventa noto nel momento in cui questo effetto viene studiato e riprodotto allo stesso tempo però questo tipo di giudizio ha una validità a priori perché anche senza farne esperienza si sa che è replicabile si sa che è comunque valido la sua validità è determinata dal fatto che si poggia su un principe di causa ed effetto a causa in questo caso il calore e l'effetto è la dilatazione del metallo il principio di causa ed effetto è valido universalmente ovvero continuerà sempre ed esiste dunque per chiudere produrre giudizi sintetici a priori vuol dire produrre una conoscenza allo stesso tempo feconda e universale rimane però un problema abbastanza evidente cosa vi garantisce che un principio come ad esempio quello di causa ed effetto è valido a fiori e quindi per garantire una conoscenza stabile su questa domanda appunto sul produrre una conoscenza feconda e universalmente valida ruota tutto il problema che kant affronta nell'opera come abbiamo visto kant si confronta con il razionalismo e l'empirismo a livello di correnti che si interrogano sulla validità e sulla modalità della conoscenza tema che nel seicento e del settecento è particolarmente avvertito perché sono e secolo in cui si afferma la scienza moderna e quindi ci si interroga su come va bene al processo scientifico il problema dei razionalisti degli imperi stia ferma canta e che rivolgono la loro attenzione all'oggetto da conoscere non ho il soggetto conoscente ovvero si interrogano su come è strutturata la natura la realtà esterna all'uomo partendo dal presupposto che essa sia conoscibile nella sua interezza ma la realtà esterna secondo kant è filtrata dal soggetto conoscente quindi il problema e comprendere cosa il soggetto vede dell'oggetto sta qui il nucleo di quella che canta definisce la sua rivoluzione copernicana ovvero spostare l'attenzione dall'oggetto al soggetto spostare l'attenzione dalla struttura della realtà esterna alla struttura delle categorie con cui l'uomo si costruisce la sua immagine della realtà esterna questo ci porta ai pilastri dell'inter a riflessione di cat il primo è la differenza fra fenomeno e numero il secondo è l'esistenza dei trascendentali vediamo innanzitutto il primo demo per fenomeno si intende la realtà esterna che si mostra all'io ovvero sono gli oggetti della natura che esistono e che l'uomo filtra attraverso le sue strutture conoscitiva in altri termini il fenomeno è la rappresentazione che l'uomo della realtà esterna il numero è invece la realtà esterna non accessibile al io e su cui quindi lio deve tacere tra mente definisce il numero anche cosa in sé proprio per scrivere l'idea che è la parte della realtà che non si mostra lio che rimane chiusa in se stessa ma attenzione questo non vuol dire che necessariamente esiste una realtà che rimane c'era dall'uomo io non può esprimere il suo giudizio al di fuori della realtà fenomenica si deve solo limitare a formulare l'ipotesi della presenza della cosa in sé per tornare a quanto si diceva all'inizio possiamo mettere un primo punto ovvero il tribunale della ragione deve determinare quali sono i confini della realtà fenomenica che si mostra l'uomo e che dunque può essere conosciuta dalla ragione questo punto ci porta direttamente azione tema quello dei trascendentali trascendentali incanta sono quelle forme della conoscenza che appartengono al soggetto non all'oggetto per fare un esempio che poi capiremo meglio la dimensione spaziale non è un qualcosa che appartiene all'oggetto ma al soggetto che colloca un certo oggetto in un determinato spazio dice è davanti a me e diario di me l'attribuzione della spazialità e dunque un trascendentale perché va al di là dell'oggetto e appartiene al soggetto queste forme di cui parleremo dettagliatamente sono dunque dei filtri che appartengono a tutti gli uomini queste strutture trascendentali sono tre le forme a priori le categorie trascendentali del mio penso le idee della ragione per capire in cosa consistono queste forme trascendentali dobbiamo prima vedere come è composto il processo conoscitivo secondo kant questo processo è prodotto da tre facoltà la prima è la sensibilità con cui si percepisce la realtà esterna tramite i sensi la seconda all'intelletto attraverso cui definiamo gli oggetti della realtà esterna intorno a noi la terza è la ragione in questo caso canta usa il termine noi in maniera estesa di fondamento della natura umana come abbiamo visto all'inizio ma in maniera più ristretta intendendo per ragione la facoltà con cui l'uomo ragiona sul mondo e si dà spiegazioni su di esso andando al di là di quello che l'esperienza ci mostra rispetto a questi momenti le forme a priori sono le forme trascendentali del momento sensibile le categorie del io sono le forme trascendentali del momento intellettivo le idee sono le forme a priori della facoltà della ragione analizziamo a questo punto le tre facoltà ei corrispettivi trascendentali [Musica] iniziamo con la sensibilità e le forme a priori come abbiamo visto il primo momento della conoscenza e l'esperienza sensibile quel momento in cui intuiamo l'esistenza di oggetti della realtà esterna a noi canta afferma che noi organizziamo questo momento conoscitivo attraverso due forma priori che sono il tempo che ha detto da kant e il senso interiore e lo spazio che ha detto il senso esteriore queste due forme fanno sì che quando percepiamo la realtà esterna lo facciamo sempre individuando gli oggetti e gli eventi della natura in un certo luogo in un certo momento una certa sequenza temporale queste forme a priori ci portano a dire che esiste qualcosa a cui ora oppure che qualcosa si è verificato dopo qualcos'altro le forme a priori dello spazio del tempo ci permettono secondo kant di esprimere giudizi sintetici a priori di natura matematica e quindi di affermare la validità del sapere matematico che abbiamo perché per matematica canto intende l'insieme di aritmetica e geometria l'aritmetica si fonda sul concetto di successione ad esempio due più due fa quattro questo vuol dire che noi dobbiamo partire da due poi aggiungere un è ancora uno dunque creiamo una successione dal momento che la nostra forma a priori del tempo si fonda sul concetto di successione tempo è fatti prima ora dopo e via dicendo questo vuol dire che per noi l'aritmetica e valida priori perché possediamo quella struttura che ci permette di cogliere la validità prima dell'esperienza la stessa cosa vale per la geometria in quanto la geometria così come la nostra forma priori dello spazio è basata sulla organizzazione della dimensione spaziale si può aggiungere dunque è una prima conclusione del ragionamento cantiano attraverso le forme a priori dello spazio del tempo l'uomo è in grado di produrre giudizi sintetici a priori di natura matematica e quindi si può determinare la validità nel sapere matematico [Musica] passiamo ora alla seconda facoltà della conoscenza quella dell'intelletto l'intelletto dice kant è la capacità di produrre giudizi ovvero di unificare vari dati che ci provengono dall intuizione dello spazio tempo e affermare qualcosa a proposito della realtà esterna l'aspetto fondamentale di questo passaggio è la differenza tra giudizi a posteriori e giudizi a priori facciamo un esempio stiamo osservando una pietra diciamo questa è una pietra in questo caso stiamo dunque percependo qualcosa e produciamo un giudizio sulla base di una esperienza quindi a posteriori ma possiamo fare anche un'altra cosa possiamo produrre giudizi basati sull'individuazione di principi che precedono l'esperienza ad esempio sempre a proposito della pietra possiamo sostenere che ogni volta che il sole arriva sulla pietra la riscalda in questo caso stiamo individuando un fenomeno quello dello scaldarsi della pietra che è determinato da un principio che è quello di causa effetto un principio che è sempre valido tanto che posso stabilire che il sole scalda la pietra anche senza fare un'esperienza quello che ci permette di produrre questi giudizi a priori ovvero prima dell'esperienza sono le categorie trascendentali dell'intelletto ovvero delle categorie che ci guidano nella rappresentazione della natura [Musica] queste categorie sono 12 divisa in quattro gruppi il gruppo della quantità dove troviamo le categorie della totalità della pluralità e dell'unità il gruppo della qualità dove troviamo le categorie della realtà della negazione della limitazione il gruppo della redazione in cui troviamo le categorie di sostanza o accidente di causa effetto e di azione reciproca infine il gruppo della modalità in cui vi sono le categorie della realtà della possibilità e della necessità queste categorie sono gli schemi generali dentro cui inquadriamo tutta la realtà facciamo un esempio rispetto al primo gruppo quello delle categorie della quantità queste sono tali perché quando parliamo ci riferiamo a tutte le cose poi una parte di esse o una sola ad esempio possiamo parlare di tutte le mele del mondo di una parte delle mele o di una sola mela non esiste una quarta possibilità canto aggiunge poi che queste categorie trovano una loro unità in quello che il filosofo chiama io penso io penso e dunque un centro unificatore che tutti gli uomini possiedono e con cui sintetizziamo i dati delle 12 categorie permettendoci una spiegazione unica dei fenomeni in altre parole io penso il nostro intelletto canta lo definisce anche a percezione trascendentale a percezione significa infatti percepire di percepire quindi quello che vuole dire kant è che l'intelletto è consapevole della sua capacità di percepire la realtà esterna a partire dalle categorie trascendentali e dall io penso cantavi a un complesso ragionamento che non staremo qui ad approfondire che la porta a individuare i principi dell'intelletto puro i principi dell'intelletto puro sono le regole di fondo con cui applichiamo le categorie che sono categorie del pensiero agli oggetti ovvero alla realtà esterna la realtà fenomenica questi principi sono 4 dalle categorie della quantità derivano gli assomigli dell'intuizione cessione delle intuizioni affermano che tutti i fenomeni sono delle quantità estensive ovvero sono composti da più parti questo significa che è possibile applicare la matematica la realtà fenomenica poi dalle categorie dell'attualità derivano le anticipazioni della percezione queste affermano che tutti i fenomeni hanno una quantità intensiva il che significa che tutti i fenomeni hanno un'intensità che può essere suddivisa e misurata dalle categorie della relazione derivano le analogie dell'esperienza che affermano uno che la sostanza permane nel tempo praticamente tutto si trasforma in nulla si distrugge 2 che tutti i fenomeni seguono il meccanismo di causa effetto e 3 che tutti i fenomeni sono in relazione gli uni con gli altri nelle categorie della modalità infine derivano i postulati del pensiero empirico in generale i quali afferma e quello che accade nell esperienza è possibile reale ed accade necessariamente [Musica] questi principi rendono per usare un'espressione famigerata di kant l'io legislatore di natura con l'io legislatore di natura si realizza pienamente la rivoluzione copernicana di canta e si fondano le basi della validità della conoscenza scientifica io legislatore di natura significa infatti che el io penso a possedere in sé i principi generali che i fenomeni devono seguire in maniera necessaria l'ordine regolare dei fenomeni non sta infatti nella natura ma ne l'uomo stesso i suoi principi dell'intelletto pur possedendo queste regole di base che garantiscono dunque le regole generali nella fisica attraverso l'esperienza l'uomo può puoi trovare le leggi particolari ovvero fondando la conoscenza su regole di fondo è poi possibile ampliarla attraverso le esperienze produrre i giudizi sintetici a priori [Musica] in questo modo canta assicura la validità scientifica della fisica e sostiene che l'uomo attraverso lo studio l'esperienza può espandere le proprie conoscenze attraverso le categorie dell'intelletto tanto ha determinato la validità delle leggi scientifiche della fisica e dunque ha sostenuto che la conoscenza della realtà fenomenica è pienamente possibile all'uomo ma l'uomo dice ancora kant non si accontenta di quello che l'esperienza gli rende possibile conoscere e arriviamo così alla terza facoltà della conoscenza dopo la facoltà della sensibilità e permette l'intuizione della realtà esterna a noi e quella dell'intelletto che ci permette di produrre giudizi e formulare concetti canta analizza una terza facoltà che chiama ragione per ragione canta intende in questo caso la capacità dell'uomo di produrre idee che vanno oltre ai dati delle esperienze questa capacità deriva dalla spinta è nata all'uomo di non accontentarsi di ciò che l'esperienza dimostra ma di cercare spiegazioni sul mondo che vanno al di là di quello che la realtà fenomenica ci dice tecnicamente la ragione è dunque la facoltà che porta l'uomo a unificare i dati dell'intelletto per indagare il numero ovvero la cosa in sé cioè la realtà non fenomenica la realtà che non si mostra l'uomo in altre parole con la facoltà della ragione sindaca la metafisica questa facoltà ha spinto l'uomo a produrre in particolare tre idee che tante chiama idee della ragione la prima è l'idea dell'anima ovvero l'idea che l'uomo possiede un'anima che contiene tutti i fenomeni psichici carte definisce l'anima l'idea della totalità assoluta dei fenomeni interni la seconda l'idea cosmologica ovvero l'idea che tutti i fenomeni del mondo possono essere ricondotti è una lettura unitaria a un ordine generale che può essere spiegato canto definisce questa l'idea della totalità assoluta dei fenomeni esistenti la terza l'idea di dio ovvero l'idea che esista un ente perfetto e assoluto la cui esistenza è dimostrabile cante definisce questa l'idea della totalità assoluta a fondamento di tutto ciò che esiste quello che a questo punto si chiede kant e se le idee della ragione ovvero le idee metafisiche possano avere una validità scientifica al pari della fisica risposta di carta e che però la metafisica non può avere un fondamento valido vediamo perché per quanto riguarda l'idea dell'anima kant sostiene che questa idea nasce da un errore di fondo ovvero dare una esistenza sostanziale al io penso che invece soltanto un centro che si limita a ordinare i dati provenienti dall'esperienza per quanto riguarda l'idea cosmologica invece kant sostiene innanzitutto che la pretesa di fondo è sbagliata perché noi possiamo fare esperienza di alcuni fenomeni non della loro totalità e dunque non possiamo tracciare un ordine generale che mette insieme ogni fenomeno possibile quindi questa idea va al di là di ciò che l'esperienza ci può dimostrare in secondo luogo canto sostiene infatti che nel corso della storia filosofica l'idea cosmologica prodotto nozioni e spiegazioni del mondo in contraddizione fra di loro in particolare la storia della filosofia prodotto dice kant 4 antinomie ovvero 4copy di affermazioni tra di loro contraddittorie detto in altri termini sono state prodotte spiegazioni nel mondo che vanno in una certa direzione o nella direzione totalmente opposta ma in nessun caso vi sono elementi per stabilire quale delle due abbia un reale fondamento analizziamo queste quattro antinomie la prima antinomia e l'opposizione fra il sostenere che l'universo sia finito in termini spazio temporali o infinito la seconda antinomia e l'opposizione fra il sostenere che tutto sia divisibile all'infinito e sostenere viceversa che vi sia un limite oltre al quale non si può procedere alla di visibilità la terza antinomia e l'opposizione fra sostenere che nel mondo le cose accadono secondo libertà oppure secondo necessità ovvero ammettere da un lato che vi sia spazio per il libero arbitrio oppure dall'altro affermare che tutto accade secondo meccaniche e leggi di natura infine la quarta antinomia che è l'opposizione fra il sostenere che abbia una causa è dunque uno scopo nel mondo oppure affermare che ha tutto casuale dunque non vi sono né una causa né infine per quanto riguarda fino alla terza idea l'idea di dio ovvero di un essere da cui derivano tutti gli altri esseri kant passa in rassegna tutte le prove nazionali che sono state prodotte dalla filosofia e dalla teologia riguardo all'esistenza di un ente supremo e passa a smentirne la falsa pretesa di questa razionalità in particolare canta smonta la cosiddetta prova ontologica quella prova che è stata prodotta da sant anselmo e poi ripresa da cartesio secondo cui dio in quanto essere perfetto non può non esistere kant dimostra la non sostenibilità di questa tesi affermando che questa poggia su un non giustificato salto dalla logica alla realtà qualcosa che è perfetto sul piano logico dice infatti kant non deve necessariamente esistere in quanto si tratta di due piani coloro logico e poi loro reale separati fra di loro la conclusione di kant dopo aver analizzato le tre idee della ragione è che la metafisica non può essere dunque oggetto di scienza quindi non può produrre giudizi sintetici a priori qui vi è dunque il limite che la critica della ragione fa emergere ovvero la pretesa di mostrare razionalmente l'esistenza di una realtà numerica ovvero non fenomenica appunto metafisica attraverso questa critica canta vuole anche smontare la pretesa di dare spiegazioni dogmatiche del mondo cioè che fanno discendere o di spiegazione del mondo da realtà che si vuole necessariamente dimostrare come esistenti ma stanno al di là del mondo ma attenzione il fatto che queste idee non siano dimostrabili razionalmente non vuol dire che non impegnano l'uomo a non insistere nella ricerca di una spiegazione unitaria del tutto e che non possono essere recuperate attraverso altre vie come si vedrà infatti nella seconda grande critica la critica della ragion pratica è possibile giungere a pensare l'esistenza dell'anima l'esistenza dell'idea di libertà e l'esistenza di dio ma questa è un'altra storia