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Problemi del Regno d'Italia dopo il 1861

Buongiorno ragazzi, oggi vedremo quali sono i problemi che il nuovo Regno d'Italia deve affrontare dopo il 1861. Era infatti nato ufficialmente il Regno d'Italia, anche se mancavano all'appello ancora alcuni territori, il Veneto, il Trentino e il Friuli, Trieste e l'Istria e il Lazio. In pochi anni Cavure Garibaldi avevano finalmente unito quasi tutto il territorio italiano. Il risorgimento, dunque, ebbe il merito di unificare un insieme eterogeneo di stati complessivamente deboli e che da soli non avrebbero potuto resistere a lungo in un'Europa che stava lentamente cambiando. Il modo in cui però si giunse all'unità politica dell'Italia e la forma che essa assunse furono all'origine di molti problemi. Si era giunti infatti all'unità non attraverso un movimento di popolo, ma grazie all'iniziativa di una ristretta cerchia di persone, la borghesia laica e il popolo non fu coinvolto in questo processo salvo che attraverso i plebisciti. Il Regno d'Italia, dunque, non nacque come un nuovo Stato, ma come un puro e semplice ampliamento dello Stato savaudo. Inoltre, venne esclusa l'eventualità di redigere una nuova Carta Costituzionale e si estese lo Statuto Albertino a tutto il Regno. Venne abrogata! La legislazione vigente negli stati annessi è sostituita con quella piemontese. Venne attuata una forte politica di centralizzazione. I sindaci, i vari funzionari politici venivano nominati da Torino e spesso si trovavano ad esercitare la loro autorità su una popolazione a loro estranea per linguaggio, cultura. e mentalità. Rimaneva inoltre aperto il problema dei rapporti con la Chiesa. I liberali avrebbero voluto infatti fare di Roma la capitale d'Italia, ma questo progetto si scontrava con l'ostilità del Papa Pio IX. Cavuri infatti, quando era capo del governo del Regno di Sardegna, aveva promosso leggi contro la Chiesa, chiusura dei conventi, monasteri, lo scioglimento di ordini religiosi. Pertanto il Papa era convinto che con i governanti liberali del nuovo Regno d'Italia non sarebbe stato possibile raggiungere un accordo pacifico sulle sorti di Roma. Ma il progetto di Savoia era chiaro. Roma doveva diventare capitale e ben presto la cosiddetta questione romana, diventerà uno dei punti caldi della politica del Regno d'Italia. Per tutti questi motivi l'unità del Regno d'Italia si dimostrò ben presto più formale che concreta. Emerse una distanza tra il paese legale, la monarchia, il governo, l'amministrazione statale e il paese reale. ossia la società e la massa di persone appartenenti alle classi sociali più basse. Questa distanza era accentuata anche dal fatto che solo il 2% della popolazione poteva partecipare al voto, la stragrande maggioranza ne era invece esclusa e finiva dunque per sentirsi estranea alle vicende del nuovo regno. C'erano anche... altri problemi da affrontare perché al momento dell'unità l'Italia era un paese povero, l'economia si basava sull'agricoltura e vi erano grandi differenze tra le varie zone della penisola. Al nord era stata avviata la coltivazione intensiva delle terre con l'aiuto delle macchine, ossia un tipo di agricoltura che tende a sfruttare al massimo la fertilità del suolo. Al sud, invece, dominava ancora il sistema del latifondo. masse di contadini e braccianti venivano sfruttati ed erano mal pagati. Le materie prime e le fonti energetiche della penisola erano carenti. L'industria nel suo insieme era scarsamente sviluppata. Anche per quanto riguarda l'industria vi erano profonde differenze tra sud e nord del paese. Il nord poteva vantare un maggiore sviluppo. In Lombardia era diffusa l'industria tessile, in Piemonte e in Veneto quella della produzione della lana e a Genova l'industria siderurgica e cantieristica. Il paese era anche povero di infrastrutture, la rete di comunicazione stradale e ferroviaria era assente soprattutto al sud. Era molto diffuso ancora l'analfabetismo. La maggioranza degli italiani utilizzava ancora per comunicare il dialetto, ma per raggiungere una piena unificazione nazionale occorreva che si diffondesse la lingua ufficiale dello Stato. Osservate attentamente i dati riportati in questa tabella. Possiamo vedere la percentuale di analfabetismo nelle diverse regioni. Dove l'analfabetismo è meno diffuso? Perché, secondo te, trovi un collegamento tra il numero di alfabetizzati e lo sviluppo dell'industria in alcune regioni? Appunta la risposta sul tuo quaderno e confrontati con i tuoi compagni. All'interno del Parlamento italiano vi erano due gruppi politici. La destra, formata da nobili e ricchi borghesi che appoggiavano la monarchia, e la sinistra, la media borghesia più vicina ai repubblicani. La destra governò il paese dal 1861 al 1876 e il primo problema che dovette affrontare fu il seguente. Come organizzare il nuovo Stato? Con un forte governo centrale a cui affidare tutto il potere? O concedendo una larga autonomia alle diverse regioni, tenendo così in considerazione le differenze territoriali, ossia la scelta? era tra l'accentramento o il decentramento. I governi della destra optarono per la prima soluzione. Scelsero l'accentramento, uno Stato centralista, e stesero infatti a tutto il territorio nazionale la struttura politica-amministrativa del Regno di Sardegna. E si parlò dunque di... piemontesizzazione. La destra si impegnò a modernizzare il paese potenziando la rete ferroviaria, incentivando il commercio interno e quello estero, abolendo quindi i dazzi doganali che esistevano tra i diversi stati preunitari e abbassando le tasse sulle importazioni. Lottò contro l'analfabetismo e in tutto il Regno d'Italia l'istruzione divenne pubblica obbligatoria per i primi due anni della scuola elementare. Ma per finanziare le riforme era stato speso molto denaro, era stato chiesto un grande sacrificio alla popolazione per modernizzare il paese, erano stati spesi molti soldi per finanziare le infrastrutture e occorreva dunque ottenere un pareggio di bilancio. cioè un equilibrio tra le uscite e le entrate nelle casse dello Stato. Per raggiungere questo obiettivo furono alzate le tasse, soprattutto sui beni di largo consumo. Si introdusse la tassa sul macinato. Essa prevedeva che si dovesse pagare una certa somma di denaro a seconda della quantità dei cereali macinati, che si calcolava mediante un contatore meccanico applicato ad ogni singolo mulino. Variava inoltre a seconda del prodotto. Grano e avena erano più cari, le castagne più economiche. Tale provvedimento causò l'aumento del prezzo del grano e quindi del pane, che era l'alimento principale, soprattutto dei ceti popolari. Questa misura provocò il malcontento della popolazione, soprattutto nelle regioni del meridione dove le condizioni di vita erano arretrate. e aggravate dal fenomeno del brigantaggio. Il brigantaggio era già presente all'epoca dei Borboni, ma tra il 1861 e il 1865 assunse il volto di una rivolta popolare, capeggiata spesso dalla nobiltà locale ostile Savoia. A provocare questa rivolta fu l'introduzione della leva militare obbligatoria. Il servizio militare, che allora durava da tre fino anche a sette anni, pesava duramente sulla vita delle famiglie contadine, per cui molti giovani vi si ribellavano e anziché arruolarsi, fuggivano sulle montagne per unirsi in bande di briganti. Questi, che spesso sostenevano e invocavano il ritorno dei borboni, godevano dell'appoggio della popolazione, per cui riportare l'ordine era molto difficile. Le proporzioni del fenomeno divennero preoccupanti. Bande di rivoltosi, che contavano decine di migliaia di persone, combattevano contro il nuovo Stato sabaudo, considerato oppressivo quanto la dominazione dei Borboni. Anche le masse contadine appoggiarono il brigantaggio, perché avevano sperato nella distribuzione delle terre dei latifondisti, che invece non era avvenuta. Il governo italiano bisennata. una dura repressione contro i briganti, soffocando nel sangue e duramente le rivolte. Tra il 1864 e il 1865 il fenomeno fu eliminato, ma non scomparvero le cause che ne erano alla base. Nel meridione continuarono a regnare la miseria e la povertà, anzi queste lotte impoverirono ulteriormente il territorio. Molti contadini meridionali, impossibilitati a migliorare le proprie condizioni, scelsero allora la via dell'immigrazione, anche verso terre lontane come l'America e, molto più tardi, l'Australia. A presto ragazzi! 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