la figura della coscienza infelice è probabilmente ragazze e ragazzi la figura più celebre della fenomenologia dello spirito di Hegel con la dialettica signoria servitù con la dialettica servo padrone la coscienza infelice rappresenta il momento più alto da un punto di vista filosofico della grande opera di prima maturità del padre diciamo della maturità dell'idealismo tedesco Hegel la coscienza infelice è l'ultima tappa dell'autocoscienza prima di diventare ragione prima di prendere consapevolezza di essere coscienza universale di essere ragione emersa Nello scontro tra servo e padrone tra signore e Schiavo e poi ha prodotto uno slancio che ha trovato nello stoicismo eello scetticismo un passaggio decisivo verso il dramma e la lacerazione della coscienza infelice lo scetticismo è stato quel momento di desiderio di verità ma anche di impossibilità di verità la coscienza che si è fatta autocoscienza è naufragata di fronte alla possibilità di una verità assoluta di una verità certa e lo stoicismo rappresenta lo Scacco matto di una coscienza che vuole la verità ma deve accettare che nulla è vero ma lo scetticismo è uno Scaccomatto ancora illusorio perché c'è la vanità dello scettico Lo scettico che mette tra parentesi il mondo epoché sospende il giudizio ma lo scetticismo a cui fa riferimento Hegel e lo scetticismo probabilmente quello del seic quello analizzato da atteso soprattutto da Pascal quello scetticismo meno lacerato di quello della skepsis dei dell'indagine del della scuola post aristotelica greca e lo scetticismo che si vanta mentre Lo scetticismo Greco cadeva anche nel dramma del dover sospendere il giudizio nel dramma della non conoscenza di una verità assoluta lo scetticismo seicentesco moderno fa della non verità raggiungibile anche un vanto Ma nella vacuità di questa Vanità di cegh lo scetticismo crolla lo scetticismo entra in contraddizione e la coscienza infelice sorge qua sorge dal desiderio necessità di una verità assoluta e l'impossibilità di attingere pienamente ad essa la coscienza infelice è l'opposizione tra il finito e L'infinito tra l'uomo e Dio tra la finitudine dell'esistenza umana e L'infinito l'orizzonte assoluto di Dio Ecco che la coscienza infelice è il momento dell'autocoscienza che si fa dolore che si fa lacerazione che si fa infelicità è il momento dell'autocoscienza che naufraga naufraga nell'abisso che vi è tra l'assoluta verità e la limitata conoscenza caducità dell'essere dell'essere umano dell'essere finito i momenti dell'autocoscienza che si fa coscienza infelice sono momenti religiosi il primo passaggio è quello dell'ebraismo Hegel ci racconta di un ebraismo di lacerazione tra l'uomo il popolo ebraico e un dio padre padrone che ha guidato il popolo ebraico fuga dalla cattività prima babilonese poi dalla cattività egiziana un Dio condottiero padre padrone e un popolo Fedele Servo di Dio e dunque un recupero della figura dialettica signoria servitù nella dimensione religiosa del popolo ebraico del suo anelito afflato Verso Dio ma questo padre che conduce il popolo ebraico alla Terra promessa è un dio padre che è al di là E al di là poi del popolo ebraico e al di là dell'uomo e al di là del finito trasmutabile una netta separazione tra la condizione dell'uomo tra l'abbandono a cui l'uomo sembra destinato è il Dio che da lontano guida questo uomo quest'uomo che lo vorrebbe vicino quest'uomo questo uomo che vorrebbe attingere nuovamente alla alla verità il momento successivo il passaggio successivo è dato dal cristianesimo il cristianesimo che soprattutto a partire dal cristianesimo medievale si concentra sulla figura di Gesù uomo di Gesù che è Dio che si è fatto carne e dunque al Dio Al di là del Popolo del suo popolo il dio ebraico rispetto agli Ebrei all'abisso che separa il popolo L'uomo da Dio il cristianesimo contrappone un Dio che si fa carne che si fa che si fa uomo un uomo che nel suo Venire sulla terra un Dio uomo che nel suo pellegrinare sulla terra soffre e muore in croce per la salvezza di tutti gli uomini la verità si è fatta carne la parola si è fatta carne per la salvezza degli uomini e c'è questo Dio Gesù questo Gesù fragile molto umano che muore in croce abbandonato quasi da suo padre Dio perché mi abbandoni mi lasci solo questo Gesù a cui il popolo ha preferito Barabba questo Gesù condannato a morte dai Romani dai giudici di Israele questo Gesù che i romani considerano un sobillatore un ideologo per i poveri un disturbatore della quiete pubblica questo Gesù che si è fatto carne è tornato ad avvicinare gli uomini il popolo i fedeli la coscienza dunque umanizzata verso l'assoluto Ma questo Dio è morto è morto e anche il viaggi verso la Terra santa per trovare le spoglie di Gesù nel Santo Sepolcro subiscono uno Scacco Matto le spoglie non ci sono più Il sepolcro è vuoto e allora Hegel ci racconta non le crociate storiche delle ci racconta delle Crociate idealizzate in cui la cristianità che sappiamo essere mossa da ben altre intenzionalità politiche economiche nella guerra contro l'Islam durante le crociate durante appunto l'epopea delle delle Crociate che sono poi anche sette spedizioni abbastanza separate le une dalle altre tre con cause e conseguenze ben diverse tant'è che forse parla anche di età delle Crociate può essere una forzatura storica una concettualizzazione che serve ad orientare Ma che produce anche una semplificazione pericolosa bene Hegel non ci racconta questa crociata questa epopea da un punto di vista storico ma da un punto di vista ideale eger ci racconta ci racconta di una cristianità che va alla ricerca di Dio di Gesù delle spoglie di Dio che si è fatto carne ma il sepolcro è vuoto dolore delusione la croce ha perso suo figlio e dunque la coscienza si lacera ulteriormente la coscienza che desidera l'assoluto non trova l'assoluto dovete immaginare ragazzi di avere sete di avere terribilmente sete ma non vi è acqua la condizione di avere sete di una sete inesauribile la condizione dell'uomo verso l'infinito l'uomo ha sete di infinito l'uomo è una freccia verso l'infinito ma il bersaglio si sposta sempre più in là ma il bersaglio non c'è l'uomo è una condizione di sete ma una sete che non trova mai acqua sufficienza non c'è acqua per dissetare l'umanità perché la richiesta l'esigenza della ragione della ragione che si è dispersa nella coscienza dell'autocoscienza l'esigenze troppo alte troppo elevata serve serve ancor di più la lacerazione il dolore per fare il salto verso la piena coscientizzazione razionale Allora ecco che il sepolcro vuoto è l'uomo in un labirinto un labirinto alla ricerca della verità ma il labirinto ci porta a ricercare una via d'uscita l'essere precipitati nel labirinto è un'occasione per crescere per prendere coscienza è un'occasione nello smarrimento di formazione non c'è vera formazione se non c'è smarrimento se non c'è dolore se non c'è lacerazione più volte vi ho detto ragazzi che nell'infelicità non quella che è depressione depressione è una malattia eh seria e come tale va affrontata e curata ma nel L'infelicità della coscienza dell'infelicità anche di Leopardi di di schopenauer nell'infelicità esistenziale nell'esistenza Essere infelici non è vivere il mondo che elimina L'infelicità spesso il mondo degli degli hour degli eventi su Facebook sui vari Social e il ritrovarsi e per essere tutti felici la felicità non è un abito che puoi indossare come quando vuoi la felicità è una ricerca che passa anche per L'infelicità chi ci vuole sempre felici è perché non ci vuole uomini è perché ci vuole consumatori obbedienti Perché una persona che sempre felice È una persona che tendenzialmente è fedele il nostro piangere fa male al re cantavano Iannacci Dario Foo perché nel dolore spesso c'è una presa di coscienza Hegel ce la descrive la coscienza infelice è la lacerazione che fa maturare per arrivare alla razionalità serve il dolore serve la lacerazione la vita in una Disney World in una las vgas è una non vita in non luoghi non luoghi che danno spazio non vite di consumo di divertimento posticcio fittizio che può anche essere un divertimento appagante Ma è un divertimento creato ad arte senza che ci sia il passaggio di coscienza di maturazione le cose che hanno un valore hanno alle spalle un percorso le cose che hanno un valore hanno le spalle la fatica Hegel ci racconta di questa coscienza infelice ci racconta di questo dolore per arrivare alla verità ci racconta di un dolore coscienziale per arrivare al al sapere alla conoscenza alla razionalità Allora ecco che alla coscienza infelice medievale Cristiana segue un senso di grande di grande smarrimento che porterà alla devozione che porterà alla vita di ricerca la vita anche di preghiera ci dice Hegel vita di er vuol dire la vita di di slancio per andare al di là di quello che può essere l'apparenza una vita di devozione resta un vago brusio di campane o una calda nebulosità un pensare musicale che non arriva al concetto ma anche nella devozione non c'è altro che nebulosità c'è ancora un pensare che diventa musica per qu la preghiera diventa il momento di riflessione la preghiera diventa il momento di di intimità il bisogno di stare con noi stessi È salvifico prendersi cura di sé la preghiera è un momento in cui ci dice L'uomo prende cura di se stesso si prende cura di sé e allora E allora dal prendersi cura però di sé dalla devozione da questa intimità che diventa musica bisogna passare al fare all'operare e dunque l'uomo che uomo Faber che fa e l'uomo con le proprie capacità che emano Che intelligenza comincia a voler avvicinarsi ovviamente all'assoluto ed è il momento del monachesimo è il momento di San Francesco il momento del pregare ma fare abbinare alla spiritualità interiore una spiritualità che si fa collettività una spiritualità che si fa dimensione quasi Pubblica pubblica all'interno chiaramente O dimensione ovviamente di di monastero Ma anche in questo caso l'avvicinarsi a Dio è ancora lontano perché Perché Dio con le opere non lo si raggiunge ancora non lo si è raggiunto con la preghiera non lo si raggiunge con le opere e il passaggio successivo è la mortificazione di sé e Hegel qua ci racconta dell'ascetismo ci racconta del negare l'io individuale per arrivare verso un io universale e e e c'è un negarsi e un mortificarsi nella propria insufficienza qua Hegel è lontano ogni luci ovviamente una prospettiva edonistica o demoniste con la grandezza anche che hanno avuto le filosofie dell'edonismo e del demonismo Dunque le filosofie che hanno concentrato soprattutto l'attenzione sulla dimensione pratica dimensione eh pratica anche di vita morale Dunque di vita finalizzata anche al piacere alla felicità qua la felicità non è la felicità del singolo non è la felicità del dell'individuo non è la felicità dichiarata nella dichiarazione Mh americana nella questione americana un diritto individuale ehm astratto e soprattutto relativo No La felicità è un qualcosa di lontano da Hegel come prospettiva la felicità sarà la razionalità questo Hegel con tutto il suo impianto appunto finalizzato al Trionfo della della ragione la felicità individuale Borghese per Hegel Anzi allontana D iazione della razionalità è una via che porta No verso strade di apparenza di illusione di di comunità che si disgrega in ottica di una realizzazione individuale personale No la mortificazione del sé del proprio io e questo c'è l'essere tedesco e comunitario di Hegel è determinante per un passaggio verso verso la ragione l'uomo mortificando nel proprio io nell sufficienza della propria opera nell'insufficienza della propria della propria preghiera della Proia parola che si è fatta musica nel suo vano tentativo di unirsi a Dio coglie coglie che la coscienza individuale altro non è che un passaggio un momento un istante della coscienza universale Dio è la ragione La ragione è Dio la coscienza si fa autocoscienza e l'autocoscienza si fa ragione nel momento in cui percepisce mortificando cosi nel dolore nell'infelicità come soggetto rendendosi conto come soggetto di essere alle porte della ragione dunque la coscienza si fa autocoscienza E lì concepisce nel suo essere infelice nel suo essere lacerata che nel particolare non vi è la verità ma la verità è nel tutto e che la coscienza individuale è un momento della conoscenza della coscienza collettiva che la conoscenza individuale è un passaggio della conoscenza razionale collettiva la coscienza si è fatta autocoscienza Nello scontro si è fatta infelice insufficiente ora è pronta alla piena presa di coscienza di sé è pronta alla rion Ecco qua il cuore dell' gelismis smo come trionfo della ragione a cui si giunge attraverso però il viaggio tempestoso direi quasi omerico un'odissea della coscienza che nel meandri nei labirinti dei conflitti degli smarrimenti ha preso piena consapevolezza di sé come ragione