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Integrazione Scolastica e Insegnanti di Sostegno

Bene, iniziamo questa ulteriore avventura dopo quella dei concorsi. TFA Sostegno è un titolo molto importante nel momento in cui viene acquisito. È un titolo che dà la possibilità di entrare nella scuola molte volte anche in anticipo rispetto ai tempi normali e nel momento in cui si è entrati agevola anche di eventuali trasferimenti da altre regioni, perché ovviamente ci sono dei posti riservati soltanto a chi ha la specializzazione, i posti di sostegno sono tanti e quindi si può in maniera più breve, più veloce, raggiungere la sede nei propri territori.

Bene, iniziamo questo viaggio, vedremo La storia, ecco iniziamo dagli aspetti storici, la storia della integrazione dei disabili nella scuola e affronteremo parallelamente anche la storia dell'insegnante di sostegno, i cambiamenti che questa figura dell'insegnante di sostegno ha avuto nel tempo due storie parallele, però destinate a incrociarsi, perché la storia dell'una postula di necessità l'avanzamento della storia dell'altra. Che titolo daremo a questa storia? Credo che il titolo più congruo possa essere verso l'inclusione con riferimento al disabile e vedremo perché e vedremo le tappe di questa graduale e sempre più significativa inclusione ma lo stesso titolo verso l'inclusione potremmo darlo anche all'altra storia, quella degli insegnanti di sostegno, il quale insegnante di sostegno Da una posizione marginale, da una posizione secondaria, esterna, diciamo, alla didattica, all'insegnamento, viene gradualmente richiamato all'interno della scena, nel pieno della scena, viene incluso nella scena.

Ma questa è inclusione degli insegnanti di sostegno? ha anche un altro carattere e cioè viene incluso all'interno delle problematiche educative generali nel mondo della pedagogia, della metodologia, della didattica All'interno della comunità scolastica, verso l'inclusione per quanto riguarda il soggetto disabile, verso l'inclusione per quanto riguarda l'insegnante di sostegno, che in questa vicenda è parte importante e significativa. Bene, ripercorriamo brevemente. La storia degli insegnanti di sostegno, che ovviamente non si esaurisce stasera, la riprenderemo spesso, puntualizzeremo alcuni aspetti, chiariremo alcuni punti oscuri che dovessero rimanere. E daremo inizio anche a questa storia della integrazione del disabile.

Anche in questo caso la storia non finisce stasera, sarà di necessità ripresa anche perché è una storia molto lunga, abbastanza lunga. lunga e comunque ci tengo a dirvi che entrambe le storie, quella del disabile e quella dell'insegnante di sostegno, non finiranno neanche al termine di questo corso. Perché la società si muove, la società avanza, si perfezionano le risposte, si avanzano sempre nuovi diritti, migliora la qualità della vita, la ricerca pedagogica, lo sviluppo sociale.

Bene, tutte queste condizioni impongono sempre più una migliore integrazione non solo del disabile ma di tutti. E ovviamente anche una posizione sempre più importante e significativa dell'insegnante di sostegno che dell'integrazione del disabile è un attore particolarmente notevole, molto importante. Ho davanti a me il decreto ministeriale 30 settembre 2011, che è un decreto che invito a leggere, soprattutto su alcuni aspetti, su alcuni punti che fra poco vi dirò.

E ho davanti a me una breve storia dell'insegnante di sostegno che cominceremo a discutere insieme. Allora... L'insegnante di sostegno nasce come una figura specialistica, esterna alla scuola, staccata dal focus, dal centro dell'attività didattica.

Insegnante speciale, che non fa parte della comunità scolastica, è una risorsa sulla quale peraltro non si punta granché agli inizi. La formazione degli insegnanti, che risale agli anni 50 e anche prima, si attua nelle scuole magistrali ortofreniche per quanto riguarda gli insegnanti di scuola elementare. Che cosa sono queste scuole magistrali ortofreniche?

Sono delle scuole speciali per dare delle informazioni di tipo tecnico sulla carenza di sviluppo intellettuale, sul ritardo mentale, dei suggerimenti, delle tecniche, delle strategie per cercare di colmare determinate lacune, per cercare di... venire incontro a determinati bisogni. Sono degli interventi che si attuano nella scuola, lontani dall'attività degli altri docenti, nelle classi speciali. nelle classi differenziali come fra poco andremo a vedere. Quindi gli insegnanti elementari si formano in queste scuole magistrali ortofreniche, le maestre di scuola materna Le educatrici di scuola materna frequentano dei corsi di pedagogia e di didattica speciale, così diciamo alla buona, delle nozioni, delle informazioni per trattare con bambini che manifestino chiaramente dei ritardi mentali.

Queste sono le prime scuole di formazione. Negli anni Sessanta invece presero piede i corsi di fisiopatologia dello sviluppo fisico e psichico. ecco con dizio sine qua non per poter insegnare agli alunni disabili allora si dicevano agli alunni handicappati era appunto il possesso di uno di questi di questi corsi di fisiopatologia guardate non erano corsi che fornivano granché notizie informazioni che non fornivano una formazione sufficiente inoltre da dire che questi corsi erano gestiti da enti non sempre all'altezza della situazione, non sempre motivati a determinate esperienze, a determinati traguardi, a determinati compiti.

E poi erano abbastanza frettolosi. Era sufficiente molte volte iscriversi, magari non frequentarsi, pagare la retta e ottenere il diploma che avrebbe dovuto formare l'insegnante specializzato. Quindi questi corsi di fisiopatologia dello sviluppo fisico e psichico non fornirono granché alla scuola, non fornivano granché alla persona che acquisiva il titolo.

Le cose cambiano soltanto nel 1975, diciamo cominciano a cambiare nel 1975 con il DPR 970 che istituisce i corsi biennali di specializzazione. Ecco qui è un'altra cosa, anzitutto questi corsi durano due anni, poi spesso vengono attuati in collaborazione con le università. un'organizzazione più seria e anche il curriculum formativo è alquanto più importante, alquanto più formativo, più preparatorio diciamo, all'attività educativa didattica.

Ora, questi corsi ebbero carattere monovalente, cioè erano corsi stabiliti per disabili della vista, disabili dell'udito e disabili psicofisici. Quindi bisognava scegliere una di queste specializzazioni. Nel 1975 la scuola italiana si trovava già in un periodo abbastanza maturo per quanto concerne l'attenzione.

per gli alunni disabili. Con una successiva ordinanza ministeriale del 1977 che fa seguito come ne parleremo fra poco, alla legge 517, vengano abolite le classi differenziali e troviamo gli alunni disabili all'interno delle classi comuni. Bene, in questo caso la figura dell'insegnante di sostegno comincia ad acquisire una certa importanza, assume delle particolari novità, comincia a dicere che la sua vita è una vita di un'esigenza, a manifestarsi una presenza sempre più significativa all'interno dell'azione di recupero, di formazione, di integrazione dei disabili.

Questi corsi di specializzazione ebbero una importanza notevole, diciamo, cambiarono sicuramente la visione, iniziarono a dare una impronta diversa anche ai contenuti dello stesso curriculum, e cioè rimane sempre l'aspetto medico-riabilitativo nella formazione, ma questi corsi aprono a una visione educativa. educativa più ampia, più completa, si arricchiscono con i contributi della pedagogia, della psicologia e anche con esperienze di didattica viva. Questo è un altro passo avanti, troviamo l'insegnante di sostegno sempre più al centro della scuola.

Attenzione, in questi anni si erano già avute in importanti innovazioni nell'organizzazione della scuola. Non possiamo dimenticare assolutamente i decreti delegati che danno una configurazione ben precisa della scuola come comunità scolastica. Abbiamo presenti anche che nel 1974 uno dei decreti parla di ricerca e sperimentazione e ovviamente questa ricerca e sperimentazione mette in atto una serie di attività e di impegni che riguardano tutti i docenti nell'innovare, nell'aggiornarsi, ecco.

nel cercare sempre nuove vie per l'insegnamento, per la didattica e queste novità ovviamente si riverberano, interessano anche gli interventi per i disabili e quindi impegnano direttamente l'insegnante di sostegno. Fra poco puntualizzeremo anche altre cose. Avevo detto che il DPR 970 del 1975 suggerisce di avvalersi della collaborazione delle università.

Negli anni 2000... Le università finiscono per diventare le uniche organizzatrici di questi corsi. Infatti il decreto di cui stiamo parlando affida alle università il compito di formare. La legge 341 del 90 Nel parlare di riforma degli ordinamenti universitari, ecco, vedeva all'interno degli stessi curricoli universitari la formazione dei docenti. per le attività dei disabili.

E infatti al termine dei corsi abilitanti, al termine dei corsi universitari o delle SIS, erano previsti dei semestri specifici per la formazione dei futuri insegnanti di sostegno, per attività di sostegno. Qual è la novità? La novità è che si supera i corsi superano i corsi monovalenti e si assegna e si organizza una formazione globale per ogni tipo di... disabilità, per ogni tipo di handicap diciamo.

Quindi questi corsi preparano per tutta la vasta gamma diciamo delle disabilità e quindi danno una formazione completa al docente. Questa formazione segue. La formazione primaria che è quella di diventare docente, dopo i corsi di scienza della formazione che formano il docente, ecco c'è poi la specializzazione per le attività di sostegno. Quindi gli studenti sono prima formati come docenti.

sono prima docenti e poi acquisiscono delle competenze aggiuntive che completano la loro formazione appunto con delle finalizzazioni anche verso i disabili. Ecco c'è il recupero diciamo totale di una professionalità completa docente e docente di sostegno. Attualmente quindi è il decreto 30 settembre 2011 quello che gestisce, che organizza e che fornisce il curriculum, le vie formative.

per questi docenti ma leggiamo qualche articolo per avere un'idea ora il docente di sostegno quindi è un docente con particolari competenze aggiuntive rispetto alla formazione generale di tutti gli altri docenti leggiamo qualche cosa per puntualizzare appunto la formazione che si vuole per questi docenti Ecco, anzitutto, l'articolo 5, destinatari di questi corsi. I corsi sono riservati a docenti in possesso dell'abilitazione all'insegnamento. per il grado di scuola per il quale si intende conseguire la specializzazione per le attività di sostegno e che risultano inseriti nella gradatoria degli ammessi al corso di di cui è l'articolo 6,9.

Quindi sono rivolti a docenti, a persone che hanno già una formazione pedagogica per l'insegnamento e per l'educazione degli alunni. L'articolo 6 ci suggerisce diverse riflessioni. Accesso ai corsi, ecco, leggetelo attentamente, l'articolo 6, e vedete un pochettino quali competenze sono necessarie per affrontare gli esami di ammissione, l'ammissione a questi corsi.

Intanto capiamo che cosa si comincia a chiedere al docente di sostegno. La prova di accesso predisposta dalle università è volta a verificare, unitamente alle capacità di argomentazione e al corretto uso della lingua, il possesso da parte del candidato di a competenze didattiche diversificate in funzione del grado di scuola. Quindi capacità argomentative, capacità di scrittura, capacità di saper elaborare bene un testo. Quindi competenze didattiche diversificate per i vari gradi di scuola. Le competenze sono diverse per la scuola primaria, di media e primo grado, media e secondo grado.

B. Competenze su empatia e intelligenza emotiva. Ecco su questi argomenti...

sull'empatia e sull'intelligenza emotiva ci fermeremo a suo tempo. Capite? L'insegnante di sostegno sta a contatto con un bambino, con un soggetto che ha dei problemi. Deve avere delle doti di empatia, deve sapere entrare nell'animo di questo ragazzo, di questa ragazza.

Non può essere freddo, distaccato, un mestierante, no. Deve guardare a... attentamente al soggetto e capirne i sentimenti, le sensazioni, le paure.

Quindi empatia e intelligenza emotiva, deve saper cogliere gli stati d'animo, le varie condizioni psicologiche nei vari contesti, studiarli, interpretarli, cercare di comprenderli sul serio, dal di dentro. Ancora, competenze su creatività e pensiero divergente. Anche qui dovremo fare delle conversazioni abbastanza approfondite.

Creatività, la capacità di individuare situazioni nuove, soluzioni nuove, di vedere diversi punti di vista, diverse realtà, capire. determinati stati d'animo e legarli a particolari situazioni e condizioni. Ecco, l'elasticità mentale, la flessibilità di pensiero, la capacità di vedere o oltre l'apparenza, sono tutte appunto manifestazioni che si legano alla divergenza, alla creatività.

Non ripetere pedisseguamente determinate cose, non applicare... a criticamente determinati suggerimenti. Ecco, creatività aggiungere anche senso critico, capacità di avere il punto di vista giusto al momento opportuno, di saper rispondere alle varie situazioni, ai vari bisogni, alle varie condizioni. Competenze organizzative e giuridiche correlate al regime di autonomia delle istituzioni scolastiche. Mi sembra normale questo.

L'insegnante di sostegno è anzitutto un insegnante. e quindi deve sapere tutto della scuola, del processo di sviluppo, delle modifiche che ha avuto l'istituzione scolastica, almeno nel nostro paese, abbiamo parlato dei decreti. dei delegati, parlare dell'autonomia scolastica, parlare della sussidiarietà, parlare del rapporto fra scuola e territorio, di tutti questi sviluppi che la scuola ha avuto negli ultimi decenni.

La capacità di saper inquadrare le problematiche e di saper organizzare il suo lavoro anche in contesti particolari, quali sono quelli della nostra scuola. con testi che vedono il docente in rapporto con gli altri. La pluralità dei docenti è un sistema organizzativo normale, quindi far parte di un sistema comunitario, saper interagire col territorio, sapersi rapportare con i genitori degli alunni.

Saper organizzare il proprio lavoro e saper organizzare le attività per il disabile e anche per gli altri in rapporto con i colleghi. del contesto scolastico e poi voglio leggervi L'allegato A di questo decreto dove è descritto il profilo dell'insegnante di sostegno. Questo è un punto sul quale vi invito a riflettere. Ecco, stampatevi, leggete l'allegato A a questo decreto Viene delineato il quadro, il profilo di questo insegnante di sostegno e vengono indicate anche tutte le conoscenze, le competenze che si richiedono appunto a questa figura. di docente nella scuola.

Leggo articolo 2 allegato a profilo del docente specializzato. Il docente specializzato per il sostegno è assegnato alla classe in cui è iscritto un alunno con disabilità. Egli assume la contitolarità della sezione e della classe in cui opera Con titolarità. L'insegnante di sostegno non è l'insegnante dell'alunno disabile, è un insegnante di quella determinata classe.

E con titolare con gli altri insegnanti di quella classe... In particolare, grazie alle sue competenze, è la persona più adatta per interpretare i bisogni, le necessità dell'alunno disabile, i suoi problemi. è l'unico capace, più degli altri diciamo, di trovare le giuste risposte e comunque è un membro significativo a tutti gli effetti della classe.

È corresponsabile con gli altri insegnanti sia di quell'alunno in particolare che dell'intero andamento della classe. Egli assume la contitularità della sezione, della classe, vedete, accade alcune volte, accade di tanto in tanto, io lo posso dire anche per esperienza, che l'insegnante di sostegno venga visto come una persona con compiti specifici, staccati dalla classe, deve occuparsi di quell'alunno. Addirittura in alcune scuole viene utilizzato per le supplenze, cosa assurda. Ecco.

Bisogna capire bene che il docente di sostegno è una risorsa per quella classe ed è una risorsa per quella scuola perché ha acquisito delle competenze specifiche, aggiuntive a quelle del docente ordinario, diciamo. Pertanto è uno spreco di risorse quello di non collocare l'insegnante di sostegno nella giusta posizione. che è poi quella che le leggi dello Stato gli assegnano, gli attribuiscono, come vedremo anche in seguito. Il profilo lo dice chiaramente, ancora. Quindi, egli assume la continualità della sezione della classe in cui opera, partecipa alla programmazione educativa e didattica.

e alla elaborazione e verifica delle attività di competenza dei consigli di interclasse, dei consigli di classe e dei collegi dei docenti. Anche qui sottolineo alla vostra attenzione questa espressione. Partecipa alla programmazione, alle verifiche.

non soltanto dell'apprendimento dell'alunno disabile, ma alla programmazione, alle verifiche, ai vari aggiustamenti, all'andamento dell'intera classe. Partecipa alla vita dei consigli di classe o di interclasse, dei collegi di docenti, come membro effettivo, con responsabilità sull'intera gamma delle discussioni che si effettuano all'interno della scuola. Quindi considerare l'insegnante di sostegno come l'insegnante specifico del disabile è un errore macroscopico ed è un andare contro alle disposizioni di legge.

Si capisce che poi le sue competenze lo portano a occuparsi in maniera particolare del disabile. In alcuni momenti può anche accadere, le situazioni non possono essere prefigurate, non possono essere previste. Può anche accadere che in alcuni momenti possa allontanare questo bambino dalla classe per qualche attività particolare, per qualche bisogno particolare, ma questo non deve mai far pensare che il disabile possa vivere un'esperienza scolastica staccata da quella degli altri, perché in questo caso noi tradiremmo tutta la storia dell'integrazione, che come vedremo... va verso forme sempre più importanti, profonde e significative di inclusione.

Il docente specializzato si occupa delle attività educativo-didattiche attraverso le attività di sostegno alla classe al fine di favorire e promuovere il processo di integrazione degli alunni con disabilità. Offre la sua professionalità e competenza per apportare all'interno della classe un significativo contributo a supporto della collegiale azione educativa didattica, secondo i principi di corresponsabilità. e di collegialità.

Vedete, sottolineate queste parole perché qui è l'essenza del discorso. Come ho detto prima, si occupa del docente di sostegno, si occupa del disabile perché ha le competenze specifiche, ma è membro della classe. mette al servizio dell'intera classe le sue competenze e la classe e la scuola debbero saper profittare di questa sua disponibilità e di queste sue competenze leggete capoverso perché è molto ma molto importante ci dà proprio ragione di questa presenza significativa del docente di sostegno all'interno del gruppo classe e all'interno dell'intero scuola poi così di sfuggita Vi do lettura, o fate la lettura di questo allegato A, delle competenze che si richiedono al docente di sostegno e che voi nel momento in cui entrate a frequentare i corsi dovete acquisire.

Competenze teoriche e pratiche nel campo della pedagogia speciale. Competenze teoriche e pratiche nel campo della didattica speciale. Conoscenze psicopedagogiche sulle tipologie delle disabilità, competenze nell'ambito della pedagogia della relazione d'aiuto, conoscenze e competenze sulle modalità di interazione e di relazione educativa con gli alunni della classe, promuovendo relazioni...

ecco, leggete tutte queste cose. e cioè competenze specifiche, pedagogia speciale, didattica speciale, ma anche competenze che portino il docente di sostegno, insieme agli altri docenti, a favorire la rete. fra i disabili e gli altri, quindi sbussando le difficoltà, sollecitando le capacità, stimolando l'interesse, trovando tutte le possibili forme.

per poter ottenere appunto questo, cioè l'inclusione piena all'interno della vita della scuola. Leggete tutto il resto. Ecco, lasciamo un attimo il decreto 2011, potremo anche tornare, ci torneremo sicuramente. Quindi allora...

Questa storia degli insegnanti di sostegno, ripeto, ci torneremo perché non possiamo risolvere questa sera. il profilo, il problema, la personalità, la persona, la funzione di questo insegnante di sostegno. Ci torneremo spesso e io magari di volta in volta vi richiamerò alcuni aspetti particolari per puntualizzare sempre meglio questa figura. Ripeto che è centrale per l'integrazione dei disabili. Ma adesso vediamo, ecco, la seconda storia.

verso l'inclusione dell'alunno adesso abbiamo parlato del docente di sostegno verso l'inclusione dell'alunno l'alunno ha diritto l'alunno disabile ha diritto di essere alunno tra alunni di far parte della classe, della scuola i diritti dei disabili Sono iscritti nei diritti della persona e sono tutelati dalla legge fondamentale dello Stato, la Costituzione. E la Costituzione ci dice che non c'è differenza fra le varie persone. Pertanto il disabile è una persona come tutte le altre e deve beneficiare di tutti i diritti che lo Stato riconosce ai suoi cittadini.

Ma tale riconoscimento ha fatto fatica ad affermarsi. È una cosa che oggi lo diciamo banale, chiara, evidente. Però il riconoscimento di questi diritti... hanno fatto fatica insomma ha fatto fatica ad affermarsi sono passati diversi anni perché si giungesse alla affermazione chiara dell'esistenza di questo diritto per ogni persona e nella fattispecie per il disabile la Costituzione è chiara La nostra è una delle migliori e più avanzate Costituzioni che possiamo individuare all'interno del pianeta.

L'articolo 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Ecco, all'interno di questa declaratoria noi dobbiamo vedere la presenza del disabile. Non è detto soltanto le persone senza disabilità.

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociali e sono uguali e devono beneficiare di determinati diritti. L'articolo 34. La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore impartita per almeno otto anni è obbligatoria e gratuita. E poi la Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegna alle famiglie ed altre provvidenze. La scuola è aperta a tutti, non può essere chiusa a nessuno.

Eppure per tanti anni è stata chiusa al disabile. L'articolo 38, che poi è quello più esplicito di tutti, l'articolo 38, gli inabili e i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale. Ecco, questo è chiaro. Bene.

Eppure questo diritto, ripeto, ha tardato ad affermarsi. È prevalsa per tanti anni la logica della separazione e dell'assistenza. Sì, il disabile deve essere portatore sicuramente di diritti, ma deve essere assistito.

nelle classi comuni, assistito in una certa maniera, mentre nel linguaggio comune, fino a non molto tempo fa, diciamo negli anni 50, Ancora noi ascoltiamo le parole normalità ed handicap. Ecco, esiste la normalità ed esiste l'handicap, esiste la persona non normale, la diversità. La prima legge che si occupa in maniera esplicita di disabili è la legge 26 ottobre 1952 numero 1483 che si occupa dei ciechi.

Statizzazione delle scuole elementari per ciechi. I primi per ciechi si trovavano presso istituti, così privati, generalmente gestiti da religiosi. Ecco nel 1952 queste scuole diventano statali, quindi lo Stato si occupa più direttamente appunto dei ciechi.

L'articolo 1. Ecco, di questa legge dice l'obbligo scolastico sancito dalle vigenti disposizioni si adempie per i frangiulli ciechi nelle apposite scuole speciali o nelle classi ordinarie pubbliche scuole. In tali classi devono essere assicurati la necessaria integrazione specialistica e i servizi di sostegno secondo le rispettive competenze dello Stato e degli enti locali preposti. L'articolo 2 sono istituite scuole elementari governative speciali per l'assolvimento dell'obbligo scolastico.

Scuole speciali. I geni si trovano presso scuole speciali, statalizzate. In questi anni c'è una differenza.

La circolare ministeriale. Il 1771 del marzo 1953 parla di classi speciali e classi differenziali. I bambini disabili, i soggetti disabili, non frequentano le scuole comuni. ma sono inseriti in classi differenziali presso le scuole normali e in classi speciali e in istituti speciali assolutamente staccati.

Le classi speciali per minorati e quelle di differenziazione didattica sono istituti scolastici nei quali viene impartito l'insegnamento elementare ai fanciulli aventi determinati minorazioni fisiche o psichiche istituti nei quali vengono adottati speciali metodi didattici per l'insegnamento ai ragazzi normali. Quindi abbiamo classi speciali e classi di differenziazione didattica in istituti scolastici particolari. Le classi differenziali invece non sono istituti scolastici a sé stanti ma funzionano presso le comuni scuole elementari. ed accolgono gli alunni nervosi, tardivi, instabili, i quali rivelano l'inadattabilità alla disciplina comune e ai normali metodi e ritmi di insegnamento.

Vedete, esistono quindi classi speciali, istituti speciali per alunni che hanno particolari handicap gravi, disabilità molto grave. E questi sono istituti staccati istituti a sé. Poi esistono classi differenziali presso le scuole normali, classi differenziali che accolgono bambini, è strano, quasi parla di nervosi, tardivi, instabili, che non si adattano al clima della classe, alla disciplina della classe.

Sono delle descrizioni che oggi noi Siamo portati a criticare apertamente e sicuramente, perché non è possibile che il nervosismo, l'instabilità di un bambino, l'incapacità di adattarsi alla disciplina, possa giustificare la sua segregazione. Eppure negli anni 50 così era. Presso le scuole elementari comuni, ma anche nelle scuole medie, come vedremo fra poco, Nella scuola media di primo grado con la legge che istituisce la scuola media unica e così legge l'articolo 12 possono essere istituite classi differenziali con più di 15 alunni per gli alunni disadattati scolastici quindi non adattarsi alla scuola alla classe era motivo di segregazione Beh, innanzitutto Abbiamo subito visto come i motivi per questa segregazione sembrino assurdi. Nervosismo, disadattabilità alla scuola, nervosismo, instabilità, sono aspetti gravi.

E poi vi posso dire anche che questa possibilità che dava appunto la Circulare di istituire classi differenziali per queste piccole cose, molte volte giustificava l'arbitrio di tante scuole, di tanti docenti, che si liberavano di alunni scomodi per avere delle classi modello. Alunni disadattati. Nessuno si chiedeva se il non sapersi adattare alla scuola fosse colpa della scuola, fosse colpa dei docenti. Si dava senz'altro colpa all'alunno per il mancato adattamento alla scuola.

E questo secondo me era una grossissima ingiustizia. Se non sappiamo come... all'epoca fosse in voga un certo autoritarismo nella scuola, una eccessiva severità in tanti maestri, come fosse nelle scuole elementari presenti, anche nelle scuole medie, un certo sistema anche violento molte volte nelle sanzioni e nelle punizioni.

E tutte queste cose potevano essere motivo di disadattamento. ma questi problemi non li affrontava nessuno era sicuramente colpa di questi soggetti i quali venivano relegati nelle classi differenziali e quindi allontanati diciamo da un clima scolastico normale sicuramente meglio socializzante e più gratificante Nella scuola media, appunto, nel 62 nascono anche le classi differenziali. Anche nella scuola materna statale, con la legge 444 del 18 marzo 68, che è la legge che istituisce la scuola materna statale, ecco, all'articolo 3 si legge Per i bambini dai 3 ai 6 anni affetti da disturbi dell'intelligenza o del comportamento o da menomazioni fisico-sensoriali, lo Stato istituisce sezioni speciali presso scuole materne statali e per i casi più gravi scuole materne speciali, quindi anche nella scuola materna era presente questa separazione, quindi o delle sezioni speciali, particolari, o addirittura scuole materne speciali.

Nel 1967, ecco, si ha una piccola novità, perché vedete, molte volte L'essere assegnato a una classe differenziale era una punizione definitiva. C'erano alunni che frequentavano l'intera scuola elementare sempre nelle classi differenziali, mentre la logica della circolare, della legge, era quella di tentare il recupero. Infatti non sarebbe stato strano vedere, dopo un certo periodo di tempo, alcuni alunni transitare dalle scuole, dalle classi differenziali, alle classi normali, dopo aver superato determinati problemi. Ma ciò accadeva di rado.

Con il DPR... 1518 del 22 dicembre 67, regolamento per l'applicazione del titolo terzo del TPR 11 febbraio 61 numero 262 ai servizi di medicina scolastica, si parla di soggetti ipodotati non gravi, disadattati ambientali o soggetti con anomalie del comportamento per i quali si possa possa prevedere il reinserimento nella scuola comune. Ecco, qua è detto esplicitamente, sia alunni disadattati che alunni colpiti da problemi anche più gravi, i quali riescano a superare determinate difficoltà, possono transitare nella scuola comune.

Diciamo che si anticipa di qualche anno la legge 118 del 1978. Tutto sommato, la legge 118-71 non appare rivoluzionaria, ma introduce una nuova considerazione della disabilità, l'importanza di evitare la segregazione, l'esclusione, la separazione tra normali e disabili. Vivere a contatto con i normali appare formativo, stimolante. Nello stesso tempo entra in crisi il concetto di normalità, visto in contrasto con uno stato di handicap o diversità. Si va affermando il concetto che la diversità rappresenta la condizione reale di tutte le persone la diversità perderà via via le connotazioni negative ecco perché diciamo che questa legge 118 rappresenta una importante svolta anche se all'apparenza non appare rivoluzionaria Nel 1975, quindi passano soltanto quattro anni, due importanti norme aprono nuovi scenari di natura organizzativa e didattica. Quali sono?

La prima, il DPR 970 del 31 ottobre 1975. Norme in materia di scuole a 20 particolari finalità. L'abbiamo citata prima questa legge a proposito della formazione dei docenti di sostegno. All'articolo 9 si prevede che il personale docente può essere assegnato a scuole normali per interventi individualizzati di natura integrativa in favore della generalità degli alunni ed in particolare di quelli che presentino qualche difficoltà di apprendimento.

Considerazioni. Si recupera lo spirito della legge 820 e 71, istitutiva del tempo pieno, delle attività integrative e degli insegnamenti speciali. Ecco, comincia a entrare la logica delle attività integrative. di nuovi linguaggi, di esperienze nuove nella scuola, esperienze nuove delle quali si avvantaggia molto il disabile, l'alunno con difficoltà.

La seconda è la circolare ministeriale numero 277 dell'8 agosto 1975, il documento Falcucci. Un nuovo modo di essere della scuola, condizioni della piena integrazione scolastica. La Falcucci afferma chiaramente.

L'accoglienza degli alunni all'interno delle classi normali deve rappresentare necessariamente una provocazione per cambiare. L'alunno non può essere accolto nelle classi che seguono metodi vecchi, superati, la lezione tradizionale, il rapporto con il docente, un rapporto staccato. una forma di apprendimento soltanto intellettuale, soltanto nozionistica. Ecco, la presenza dei disabili all'interno della scuola deve portare di necessità a un cambiamento nei modi e nelle forme dell'insegnamento, dell'attività didattica.

Il superamento di qualsiasi forma di emarginazione degli handicappati passa attraverso un nuovo modo di concepire e di attuare la scuola, così da poter veramente accogliere ogni bambino ed ogni adolescente per favorirne lo sviluppo personale. Precisando peraltro che la frequenza di scuole comuni da parte di bambini handicappati non implica il raggiungimento di mete culturali comuni. Il disabile non sempre può raggiungere livelli di apprendimento identici, uguali rispetto alla norma normale. Fondamentale è l'affermazione di un più articolato concetto di apprendimento.

Deve cambiare anche il concetto di apprendimento. Apprendimento non significa soltanto apprendere nozioni, apprendere conoscenze, ma apprendere un qualsiasi cosa, su qualunque piano, un apprendimento motorio, un apprendimento nella gestualità, nella capacità di interagire, di rapportarsi. Un apprendimento che valorizzi tutte le forme espressive attraverso le quali l'alunno realizza e sviluppa le proprie potenzialità e che sino ad ora sono state lasciate prevalentemente in ombra. Ecco, il tempo pieno rappresenta un importante punto di riferimento per il documento Falcucci. L'inserimento di linguaggi alternativi, di altri linguaggi, il linguaggio del corpo, i linguaggi sensori o motori, il linguaggio del viso, delle espressioni faciali, del gesto, il linguaggio artistico, musicale, questi linguaggi che entrano nella scuola attraverso il tempo pieno suggeriscono che cosa?

suggeriscono che ci sono diversi modi per apprendere, per socializzare, per esprimersi. Si dovrebbe giungere per questa via ad allargare il concetto di apprendimento affinché accanto ai livelli di intelligenza logico-astrattiva. Venga considerata anche l'intelligenza sensorio-motrice e pratica e siano soprattutto tenuti presenti i processi di socializzazione. Questa più articolata esperienza scolastica è possibile solo nell'attuazione del tempo pieno. Ecco vedete il documento Falcucci non solo apre alla presenza dell'handicappato, continuo a chiamarlo così, all'interno della scuola comune, ma apre alla provocazione, all'innovazione appunto introdotta dal tempo pieno per arricchire la scuola di altre modalità di apprendimento, di socializzazione e di sviluppo.

Dopo queste due importanti... documenti del 75 ecco due anni dopo c'è una legge viene approvata una legge che da piena ragione di questi discorsi e introduce dei modelli nuovi di organizzazione scolastica, di organizzazione didattica. E la legge 517 del 4 agosto 1977 porta questa legge a maggiore definizione quanto presente nel documento Falcucci.

Sembra il suo naturale sviluppo. prevedendo metodi, tecniche e forme organizzative di una scuola che vuole rispondere ai bisogni e alle esigenze di ogni alunno, qualunque sia la sua condizione. Per i disabili è prevista la presenza del docente di sostegno, è detto qui chiaramente.

degli operatori specialistici e di ogni necessaria provvidenza. La legge guarda sia alla scuola elementare che alla scuola media. Tenete presente questa legge 517, perché qui è definita la centralità, l'importanza dell'insegnante di sostegno e qui è prefigurata una organizzazione scolastica aperta, flessibile, non rigida. Una organizzazione scolastica è un'organizzazione didattica che risponda alle necessità degli alunni, diciamo, perfettamente normali o disabili, che sono presenti a scuola.

L'articolo 2 di questa legge si riferisce alla scuola elementare, l'articolo 7 alla scuola media. Non leggerò tutto, leggeteli questi due articoli, articolo 2 e articolo 7, sottolineo soltanto alcuni suggerimenti che sono presenti in questa legge. Si parla di insegnamento vario per gruppi di alunni appartenenti a una stessa classe o anche di classi diversi.

Si parla della presenza di insegnanti specializzati, si parla di integrazione specialistica e di servizio socio-psicopedagogico del territorio, si parla di programmazione, si parla classi aperte in questa legge 517 sono presenti tante importanti novità che troveranno negli anni successivi più chiara esplicitazione e più chiara puntualizzazione E'importante appunto quella flessibilità organizzativa della scuola. Si rompe la classe come monolite, le classi si aprono, ecco le classi aperte, si invita alla collaborazione fra i docenti delle varie classi. Questo sempre però in funzione dei bisogni degli alunni.

Quindi gruppi di alunni di classi diverse o della stessa classe. Si parla di moduli appunto docenti, di rapporto fra i docenti. E poi si parla di programmazione.

La scuola deve programmare attentamente le sue attività, deve valutare gli alunni, le necessità degli alunni, gli stati di sviluppo raggiunti dagli alunni. alunni, particolare attenzione poi agli alunni disabili per i quali appunto deve essere studiata la migliore integrazione con la presenza significativa del docente di sostegno. e con un contatto importante con le istituzioni specialistiche. La stessa cosa vale ovviamente per la scuola media, in maniera calibrata all'età degli alunni. Si parla del numero massimo di alunni in una classe con la presenza dell'handicappato, quindi il numero dei 20 alunni, si suggerisce che non ci sia la presenza...

di più di un alunno per ciascuna classe, si parla anche qui della scuola media di programmazione educativa. Questa legge 517 è molto importante. E come corredo di questa legge 517 c'è una sfilsa di norme secondarie che debbono appunto mettere in atto, mettere in campo risorse che sono previste dalla stessa legge.

Ve le leggo. La circolare ministeriale 10 luglio... sul servizio psicopedagogico nella scuola dell'obbligo.

È importante perché appunto il servizio socio-psicopedagogico deve rapportarsi con il docente di sostegno, con la scuola, con la famiglia degli alunni. a sostegno degli alunni con problemi. La circolare 21 luglio 78 numero 169 per l'attuazione dell'articolo 2 della 517 e altre circolari. Questa pletora di circolari che seguono la 517 ci dà ragione dell'importanza di questa legge. E coneggete attentamente l'articolo 2 e l'articolo 7 e riflettete molto.

su quanto ho detto circa la centralità di questa legge nella organizzazione della scuola, nell'innovazione didattica e organizzativa della scuola. Nel 1978, un anno dopo, si registra una importante conquista non solo della scuola italiana ma della società italiana. Cioè con la legge 833 viene istituito, legge 833, 23 dicembre 1978 viene istituito il servizio sanitario nazionale. Questo è un pregio della nostra società, della nostra nazione, avere un servizio sanitario nazionale che tutela la salute, i bisogni dei cittadini, nella fattispecie nel nostro discorso, che si occupa in maniera organizzata e sistematica degli alunni disabili presenti.

nella scuola. E infatti si legge, leggo alcune parolini, le prestazioni sanitarie dirette al recupero funzionale e sociale dei soggetti affetti da amminorazioni fisiche, psichico-sensoriali, dipendenti da qualunque causa, sono erogati dalle unità sanitarie locali attraverso i propri servizi. A chi si rivolgeva la famiglia? Si aveva un bambino?

disabile, a un medico, a qualche istituto. Qui c'è un servizio sanitario nazionale che ha delle strutture specialistiche che rispondono ai bisogni delle famiglie, ai bisogni degli alunni, che collaborano costantemente con le scuole. Un altro importante passo avanti. E'la legge 104 del 5 febbraio 1992, la quale è una legge quadro per l'assistenza all'integrazione sociale e ai diritti delle persone handicappate.

Ecco, la legge 104 mette al centro dell'attenzione le persone handicappate, i disabili. Ed è una legge quadro. Che significa legge quadro?

Leggi quadro significa che si occupa dell'handicappato sotto tutti i punti di vista, come vedremo fra poco. Leggete gli articoli che vi suggerisco io, perché vi danno il quadro. dell'organizzazione italiana.

Dalla legge 104 del 92 c'è appunto una organizzazione seria, un'organizzazione funzionale. Articolo 1. Finalità. La Repubblica garantisce il pieno rispetto della dignità umana e dei diritti di libertà e di autonomia della persona handicappata e ne promuove la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società.

All'inizio ho detto che la persona handicappata vede i suoi diritti iscritti nella Costituzione. Ecco, con la Regge 104 questo diritto viene esplicitato. viene chiarito e messo in campo previere e rimuovere condizioni invalidanti che impediscono lo sviluppo della persona umana ancora persegue il recupero funzionale e sociale della persona affetta da ammirorazioni ecco il fine di questa legge è appunto occuparsi di ogni problema che interessi il disabile.

Fare in modo che il disabile possa avere, nei limiti del possibile e secondo le proprie potenzialità, La miglior vita possibile, il migliore inserimento possibile nei vari contesti contesto familiare, contesto scolastico, contesto sociale. L'articolo 12, diritto all'educazione e all'istruzione. Al bambino da 0 a 3 anni handicappato è garantito l'inserimento negli asili nido, è garantito il diritto all'educazione. e all'istruzione della persona handicappata nelle sessioni di scuola, insomma il diritto nell'asilo nido, nella scuola materna, nella scuola elementare, in ogni scuola. All'articolo 5 poi ci sono le modalità per la individuazione dell'alunno handicappato e la documentazione.

che deve accompagnare l'alunno nel suo curriculum scolastico, quindi la diagnosi funzionale, il profilo dinamico funzionale e un piano educativo individualizzato. Ecco qui, non entro nei particolari perché... Le modalità dell'individuazione della luna di cappato e della documentazione sarà oggetto di una lezione particolare.

Vedremo le varie fasi, vedremo i vari modi fino agli ultimi. Comunque diciamo che l'integrazione della luna di cappato non è lasciato al caso. ma viene appunto studiato, osservato, documentato e seguito nel corso di tutta la sua esperienza prima scolastica e poi sociale.

L'articolo 13, integrazione scolastica, l'integrazione scolastica della persona handicappata nelle sezioni e nelle classi comuni delle scuole di ogni ordine grado e nelle università Si realizza anche attraverso la programmazione coordinata dei servizi scolastici con quelli sanitari, con la dotazione alle scuole e all'università di attrezzature tecniche, la sperimentazione di modi sempre più adeguati per il miglior inserimento degli alunni. Leggete questi articoli e riflettete attentamente, sono molto importanti perché vedete stanno aprendo una via nuova all'integrazione. I successivi articoli parlano dell'organizzazione delle attività, della valutazione in itinere, nel corso di tutta l'esperienza scolastica e anche delle prove d'esame per l'alunno handicappato sono previste anche forme diverse di valutazione e anche modalità diverse di conduzione degli esami conclusivi quindi con questa legge quadro il soggetto disabile è posto all'attenzione per tutte le sue particolarità, per tutti i suoi problemi, per tutte le sue necessità. Ecco, visto appunto l'integrazione come un processo di inserimento nella realtà scolastica per il raggiungimento di tutti i possibili traguardi formativi e sociali.

Diciamo che la presenza dei disabili nella scuola ormai è legge e impedire, ritardare, rifiutare appunto l'ingresso nella scuola normale di alunni disabili viene sanzionato e viene punito dalla legge. Diversi capi di istituto, una vice direttrice in particolare, che aveva negato L'iscrizione di un disabile alla scuola viene sanzionata pesantemente dalla Corte Costituzionale. Prima da un tribunale e poi c'è una sentenza anche della Corte Costituzionale, la 215 dello Stato 7, che per rinforzare appunto il diritto degli alunni disabili a frequentare le scuole comuni, aproga la legge 118 all'articolo 28. nella parte in cui limitava, riduceva la presenza nelle classi normali ai soli alunni che non avessero handicap di particolare gravità. Niente, questa eccezione viene superata, l'articolo 28 viene abbrugato e si dice chiaramente che le scuole secondarie Superiori e tutte le scuole di ogni ordine grado non possono rifiutare l'iscrizione di un alunno handicappato. Succedono altre sentenze di tribunale.

È stabilito chiaramente e definitivamente il diritto della persona disabile all'inserimento nelle classi comuni e a ricevere il servizio educativo più opportuno e comodo per lo sviluppo della personalità. Queste sono le norme che hanno dato una precisa fisionomia alla risposta del nostro Paese al problema dell'integrazione dei disabili. La normativa naturalmente non finisce qui.

Le questioni si andranno approfondendo, l'integrazione richiederà nuove modalità di intervento e nuove più funzionali strutture. Si puntualizzeranno i criteri, le metodologie, le tecniche, saranno fornite dal Ministro direttive e linee guida. Non finisce qui.

la storia dell'integrazione. Abbiamo detto verso l'inclusione, non siamo ancora all'inclusione vera e propria. Per adesso ci fermiamo qui con questa prima lezione. Nelle lezioni che verranno continueremo questo quadro storico e poi ci fermeremo a particolari segmenti, a particolari aspetti dell'inclusione scolastica. Ecco, per adesso chiudo la prima lezione.

Leggete quelle norme che vi ho indicato. Fermatevi a riflettere su quei punti che vi ho indicato. Leggete i passi delle leggi. Abbiamo detto il documento Falcucci.

della legge 517, della legge 104 del 92, sono momenti importantissimi. Abbiamo visto emergere pian piano la figura dell'insegnante di sostegno. L'insegnante di sostegno diventa sempre più insegnante, ripeto, una risorsa per la classe e una risorsa per la scuola.

Nelle lezioni che verranno affronteremo altri problemi. Ecco, per adesso fermiamoci qui, cerchiamo di assimilare bene quello che è stato detto. Buon lavoro a tutti.