Cari amici, bentrovati. Se avete bisogno di una bella sintesi, ma al tempo stesso completa e fatta bene, del genere letterario della tragedia latina, questo è il video che fa per voi. Ne ripercorreremo lo sviluppo dalle origini fino al suo declino, che avvenne in realtà abbastanza presto intorno al paese.
primo secolo avanti Cristo e vedremo sempre schematicamente i caratteri principali dello stile tragico romano. Se però volete saperne di più sui singoli autori che nominerò nel corso di questa lezione vi ricordo che potete trovare altri bei video raggruppati nella mia playlist intitolata Storia del teatro latino. Allora, incominciamo! Dunque, come la commedia, così anche la tragedia è un genere letterario importato dalla Grecia. E questo è il primo punto che dovete ben tenere presente.
A un certo momento della sua storia, quando i tempi erano maturi, la classe dirigente romana, e fra poco vedremo anche perché, rivolse il suo sguardo alla grande tradizione letteraria greca e promosse l'ingresso a Roma del teatro regolamentare. Abbiamo anche una data, 200... 1840, prima rappresentazione a Roma di una tragedia di Livio Andronico. Questo evento è degno di nota non solo perché segna la nascita del teatro latino, ma anche perché già nella coscienza degli antichi era considerata la data di inizio della stessa letteratura latina.
Insomma, la letteratura latina incomincia con una tragedia, in senso letterario naturalmente, e questa è una circostanza più... piuttosto curiosa perché, come vi ho ripetuto tante volte nel corso di altre lezioni, il tragico non era veramente nello spirito dei romani, nelle corde dei latini che soprattutto quando si trattava di andare al teatro preferivano svago e divertimento. E questo è il motivo per cui la tragedia, a differenza di quanto era avvenuto nella Grecia classica, non fu mai veramente popolare. presso il grosso pubblico romano. Ciò nonostante ebbe una sua fioritura e produsse anche delle opere di cui però ci restano solo titoli e frammenti.
Quindi attenzione, a differenza di quanto è accaduto per la commedia, non abbiamo tragedie integre, almeno per il periodo che stiamo considerando, cioè l'età repubblicana. Gli autori che si possono menzionare come i principali tragediografi latini, ve li sintetizzo in questa lavagnetta. Come vedete abbiamo Andronico e Nevio, pressoché contemporanei, poi il pater ennius, l'inventore dell'epica latina in esametri, a cavallo fra III e II secolo, e poi Pacuvio ed Accio. Il primo fra l'altro, nipote di Ennio, era figlio di sua sorella e che erano entrambi considerati già dagli antichi i più grandi tragici latini. Qualcuno forse si starà chiedendo come mai nella lista compaia anche Nevio, che è noto per essere stato prevalentemente commediografo.
In realtà anche gli scrisse delle tragedie, benché in numero minore ce ne rimangono otto titoli. contro 35 titoli di tragedie, ma soprattutto la sua menzione è d'obbligo perché fu l'inventore di un sottogenere di tragedia noto come fabula pretexta. Vediamo subito di cosa si tratta.
Come vi ho detto all'inizio, il teatro latino è un teatro di importazione. Questo vuol dire non solo che proveniva dalla Grecia, ma anche che ambientazione e personaggi erano Greci. Ve l'ho spiegato tante volte anche in video precedenti.
Insomma, i romani andavano al teatro, assistevano ad un dramma ovviamente in lingua latina, ma tutto il contesto della tragedia o della commedia era... greco. Ora attenzione a questa forma ci riferiamo nel campo della commedia parlando di fabula pagliata, nel campo della tragedia parlando di fabula coturnata.
La fabula pagliata era quindi la commedia di argomento greco, chiamata così perché gli attori indossavano il pallium, il tipico mantello greco, mentre la fabula coturnata era la tragedia di argomento greco, chiamata così perché gli attori indossavano i coturni. i calzari greci. Tuttavia nel corso del tempo sia la drammaturgia comica che quella tragica svilupparono un loro sottogenere di argomento e ambientazione romana.
Di conseguenza la fabula pagliata venne affiancata dalla fabula Togata, la commedia di ambientazione romana, mentre la coturnata venne affiancata dalla fabula pretexta, la tragedia di argomento romano nella quale gli attori, i protagonisti, che erano prevalentemente re, consoli, magistrati, grandi condottieri, indossavano la toga pretexta, appunto, cioè la classica toga romana listata. di Rosso. La nascita di questo secondo sottogenere avvenne per quanto riguarda la commedia molto tardi, fra II e I secolo a.C., ad opera probabilmente di un commediografo di nome Lucio Afranio. Ve ne parlerò nel prossimo video sul genere letterario della commedia. Mentre la fabula pretexta nacque quasi subito e fu appunto invenzione di I titoli che ci sono rimasti di alcune opere testimoniano questa differenza di argomento, ve ne ho citati alcuni di tragedie a scopo esemplificativo.
Come potete leggere i titoli delle coturnate si richiamano a personaggi del mito o a eroi del ciclo troiano, mentre i titoli delle pretexte, tragedie di argomento romano, si rifanno appunto a fatti o grandi personaggi. della storia di Roma. Bene, vediamo adesso anche attraverso una rapida esemplificazione di alcuni frammenti quali dovevano essere le caratteristiche dello stile tragico latino.
E intanto vi ricordo, se il video vi è utile e vi sta piacendo, lasciatemi un bel like e iscrivetevi al canale e potete seguirmi anche su Instagram. Il concetto romano del tragico si può riassumere in una sola parola. gravitas, solennità. Solennità sia nella caratterizzazione dei personaggi, quindi nel senso di dignità, sia nello stile, quindi nel senso di sublimità. Ecco, la gravitas, intesa in questo modo, è una caratteristica che accompagna tutti.
la tragedia latina e possiamo dire ne è costitutiva. Vi siete chiesti infatti perché una forma teatrale così lontana dalle corde dei romani era stata importata nell'urbe. Ecco, questo avvenne proprio sotto l'impulso delle classi dirigenti nobiliari che volevano educare il popolo attraverso l'esempio di Alta...
In questo senso la dignità dei personaggi, la magniloquenza, la sublimità dello stile dovevano rappresentare degli exempla per il popolo. Di conseguenza la gravitas, lo stile solenne, volevano trasmettere al popolo di Roma un chiaro messaggio e il messaggio era questo. Roma è fatta di grandi personaggi e grandi tradizioni e voi dovete prenderli a modello e rispettarli.
Ora, come si realizza in concreto questa gravitas, cioè come si esprime nei frammenti tragici che ci sono rimasti? Ecco, possiamo dire che essa si traduce in una serie di caratteristiche che sono comuni un po'a tutti gli autori. Vediamola in sienza. La prima e forse la più importante, l'amplificazione.
un procedimento stilistico finalizzato a raggiungere effetti di grandiosità, maniloquenza, ampollosità. Come? Beh, in vari modi, per esempio attraverso l'accumulazione di aggettivi o di elementi descrittivi. Sentite per esempio questo frammento tra dalla Medea di Ennio, basata sull'omonima tragedia di Euripide, in un passo della quale il poeta greco recitava semplicemente O donne di Corinto, sobrio ed elegante, come nello stile dei greci.
Sentite invece Ennio come rende questa semplice invocazione. O voi che abitate l'alta rocca di Corinto, matrone, nobilissime. colme di ricchezze. Ecco, capite adesso cosa vuol dire amplificare, allargare, cosa che però si poteva fare anche in altri modi, per esempio prolungando una descrizione, arricchendola, caricandola di elementi, fino a farla diventare quasi... quasi barocca.
C'è un famoso frammento tratto da un'altra medea, questa volta però del poeta Accio, che descrive l'arrivo della nave Argo fatto proprio con questa tecnica ad effetto. Non ve lo recito perché è un po'lungo, però lo potete trovare nel mio articolo sulla tragedia nel mio sito internet. Il link è nella descrizione in basso. Un'altra tecnica tipica dello stile tragico, l'allitterazione. cioè la ripetizione degli stessi suoni in una serie di parole a distanza ravvicinata una tecnica tra come ho detto, ma che in realtà fu cara un po'a tutta la poesia latina.
Sentite per esempio questo frammento tratto dalla tragedia andromaca di Ennio. O pater ro patria opriam idomus. Lo avete già sentito ad orecchio, ma vedete anche evidenziata l'allitterazione dei suoni pat e della erz. Ancora la creazione di composti letterari artificiosi sul modello della lingua greca. Cosa che colpiva già l'orecchio degli antichi e in effetti questo era l'obiettivo, stupire, impressionare, anche perché a differenza del greco la lingua latina non era morfologicamente predisposta alla creazione delle parole composte di quel tipo.
E quindi questi neologismi suonano veramente audaci, ora come allora. Sentite per esempio questo frammento di Pacuvio. curvicervicum pecus. Sta parlando dei delfini, il greggedinereo pecus nerei, e sentite come suonano veramente astrusi e potrei dire anche un po'goffi nella loro artificiosità forzata. Questi due aggettivi creati proprio sul modello degli epiteti greci.
Repandi rostrum, come traducono alcuni con il muso all'insù, e incurvicervicum. con il collo o con il dorso ricurvo, è come il profilo caratteristico dei delfini. Altre tecniche tragiche, enfasi retorica, effetti onomatopeici, una certa esasperata ricerca del patetismo, ma anche il gusto del macabro e dell'orrido. E poi la sentenziosità, cioè la presenza... piuttosto frequente delle famose gnomai, cioè le massime, le sentenze.
Ve ne recito soltanto una, divenuta a Roma famosissima, è di un frammento del poeta Accio e la pronuncia il tiranno Atreo. Oderint dum metuant, mi odino purché mi temo. Insomma, in conclusione potete adesso capire bene come mai un sì fatto genere teatrale non dovette incontrare il favore del grosso pubblico romano e questo è il motivo principale del declino di questo genere letterario che dopo accio non seppe rinnovarsi e non produsse più opere di rilievo attenzione però forse qualcuno sarà pensando ma allora dove mettiamo le dieci tragedie di seneca che fra l'altro sono le uniche di tutta la letteratura latina che ci sono giunte per intero Proprio qualche anno fa ho assistito ad una meravigliosa rappresentazione al Teatro Romano di Ostia Antica della Fedra di Seneca. Ecco, ma è proprio questo il punto. Oggi noi le andiamo a vedere al teatro, ma allora queste tragedie erano state composte per una ristretta cerchia di intenditori e destinate solo alla lettura, perché la tragedia come spettacolo teatrale si estinse.
nel I secolo a.C. Semmai in qualche caso, anche se non saprei dire con quanta frequenza, si continuarono a rappresentare tragedie vecchie. Pensate che nel 55 a.C., quindi in piena età cesariana, fu costruito a Roma il primo anfiteatro in muratura e sapete cosa fu scelto per la serata di inaugurazione?
L'Equos Troianus, una tragedia di Livio. Andronico. Un bello omaggio, due secoli dopo, al padre della letteratura latina.