Nel febbraio 1910 si intensifica enormemente il flusso dei nostri emigranti verso le Americhe. Si ripetono le scene strazianti alle partenze dei pirostati. Gli addi riguardano per... persone che non torneranno più in patria. Negli anni dal 1850 al 1914 più di 40 milioni di italiani emigrano verso gli Stati Uniti, il Sud America e l'Australia.
Il viaggio sulle carrette del mare è molto disagevole. In alcuni viaggi muoiono oltre il 20% dei passeggeri sistemati in coperta e quindi esposti al freddo e alla pioggia, o nelle estive, prive d'aria e di servizi igienici. Ancora più strazianti sono le lunghe settimane dei viaggi verso il Sud America, in particolare verso l'Argentina.
Quando arrivano a New York, gli emigranti vengono sbarcati a Ellis Island, dove vengono sottoposti a umilianti attese e a estenuanti visite mediche. Sui documenti, i loro nomi vengono spesso storpiati dai poliziotti che conoscono solo la lingua inglese. I grazzacieli e i ponti di Manassan raggiungono altezze incredibili.
Molti di questi muratori, che volteggiano abilmente sulle impalcature, sono italiani. Anche in California, l'emigrazione italiana è intensa all'inizio del secolo. Un terzo degli abitanti di San Francisco sono italiani, quando nel 1906 un tremendo terremoto distrugge la metropoli. Gli incendi si diffondono con l'esplosione dei tubi del gas.
Dopo il terremoto, l'italiano Amedeo Giannini fonderà la Bank of America, che con gli anni diventerà il più importante istituto di credito del mondo. La maggior parte dei fenomeni migratori avuti nella storia e nella preistoria dipesero sostanzialmente dal peggioramento delle condizioni di vita nei territori precedentemente abitati. Se nella seconda metà del 1800 il fenomeno dell'emigrazione aveva interessato soprattutto i paesi dell'Europa settentrionale, nei primi anni del XX secolo coinvolse invece principalmente l'Europa meridionale.
Tra il 1880 e il 1900 quasi 250.000 persone emigrarono ogni anno alla ricerca di un lavoro e di migliori condizioni di vita. Musica Partire è la più bella e coraggiosa di tutte le azioni, una gioia egoistica forse, ma una gioia per colui che sa dare valore alla libertà. Essere soli, senza bisogni, sconosciuti, stranieri e tuttavia...
via sentirsi a casa ovunque, a partire alla conquista del mondo. Passaporto, documento proditoriamente inflitto ad alcuni cittadini, la cui unica colpa è quella di volersi recare all'estero. Esso gli addita al pubblico disprezzo come stranieri e gli espone a ogni sorta di rappresentazione. Solo la direzione è reale, la meta è sempre fittizia, anche la meta raggiunta, anzi, soprattutto questa. Si può viaggiare in tantissimi modi.
C'è chi viaggia sempre e non parte mai. C'è chi parte e va lontano senza bisogno di viaggiare. C'è chi parte e viaggia e c'è chi parte e non viaggia. Girl, where will you go? I'm going where the cold wind blows In the pines, in the pines, where the sun don't ever shine I will shiver the whole night through L'Italia per la povertà delle sue risorse e la povertà delle iniziative economiche è stata per oltre un secolo, dal 1861 fino agli anni 70, terra di immigrazioni.
Il fenomeno migratorio ha cominciato ad essere considerevole nei primi anni del Novecento, quando, nell'età giolittiana, il fenomeno si è largamente diffuso con 16 milioni di emigrati. Il maggior flusso migratorio si diresse verso gli Stati Uniti d'America, dove si formarono dei veri e propri quartieri detti Little Italy, e nei pressi dell'America Latina, in special modo in Argentina, dove, infatti, buona parte della popolazione è di origine italiana. Due elementi portarono nel periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale a diminuire se non a eliminare i flussi migratori. Le fortissime restrizioni poste dal governo statunitense e la politica del governo italiano. I flussi migratori verso l'estero ripresero a partire la seconda dopoguerra.
L'immigrazione però non si volse più verso l'America, ma soprattutto verso la Germania occidentale, la Francia e il Belgio. Musica Musica Musica Musica Grazie a tutti.